Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il principe di ghiaccio (eLit): eLit
Il principe di ghiaccio (eLit): eLit
Il principe di ghiaccio (eLit): eLit
E-book180 pagine2 ore

Il principe di ghiaccio (eLit): eLit

Valutazione: 5 su 5 stelle

5/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

La famiglia reale dei Karedes 1
Maria Santos si trova sull'isola di Aristo nel tentativo di ottenere l'incarico di disegnare i gioielli per le celebrazioni del sessantesimo compleanno della regina Tia. Sull'isola conosce il principe Alexandros Karedes, secondo nella linea di successione al trono, e fra i due scoppia un'immediata attrazione che li porta a un'infuocata notte di passione. Alex però non si fida delle donne, e i suoi doveri lo spingono altrove. Ma negare ciò che prova per Maria diventa via via più difficile.
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2020
ISBN9788830511217
Il principe di ghiaccio (eLit): eLit
Autore

Sandra Marton

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Sandra Marton

Autori correlati

Correlato a Il principe di ghiaccio (eLit)

Titoli di questa serie (4)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il principe di ghiaccio (eLit)

Valutazione: 5 su 5 stelle
5/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il principe di ghiaccio (eLit) - Sandra Marton

    Immagine di copertina:

    D-Keine / E+ / Getty Images

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Billionaire Prince, Pregnant Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Harelquin Books S.A.

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-121-7

    1

    Al principe Alexandros Karedes, secondo in linea di discendenza al trono del regno di Aristo, non piaceva aspettare.

    Invece, era esattamente quello che stava facendo.

    Chi sarebbe stato così folle da lasciare in anticamera un uomo come lui?

    Suo padre, pensò Alexandros con un sospiro rassegnato, mentre passava davanti alla porta della sala del trono per quella che doveva essere la decima volta negli ultimi dieci minuti. Le lancette del prezioso orologio francese appoggiato su una mensola segnavano le sei. Il re avrebbe dovuto riceverlo alle cinque e mezzo, ma purtroppo Aegeus non era conosciuto per la sua puntualità.

    Una spiacevole abitudine, così la definiva la regina Tia, ma Alex non si esprimeva con altrettanta gentilezza. Conosceva suo padre, dunque sapeva che i suoi ritardi erano solo un modo sottile per ricordare a tutti, inclusi i suoi figli, che nonostante fosse ormai avanti negli anni, era pur sempre lui il re.

    Sicuramente per quello stesso motivo gli aveva chiesto di incontrarlo lì, un ambiente così formale, piuttosto che negli accoglienti appartamenti reali.

    Ma così stavano le cose, dunque era del tutto inutile rimuginarci sopra. Aegeus era un sovrano eccellente. Guidava con dedizione e abilità il popolo di Aristo, ma gestiva con freddezza i rapporti con la famiglia.

    Non che Alex avesse qualcosa da obiettare. Quando era ancora un bambino di sei o sette anni, una manifestazione di amore, una minore convenzionalità in famiglia avrebbero significato molto per lui. Ormai aveva trentuno anni e una vita ricca di successi: non aveva più bisogno dell’affetto di suo padre. L’affetto era per i bambini, non per gli adulti.

    Alexandros guardò l’orologio per l’ennesima volta, comunque irritato dall’attesa. L’incontro con suo padre non sarebbe durato a lungo, lo sapeva per esperienza. Era appena tornato da un viaggio d’affari in Oriente e Aegeus desiderava semplicemente chiedergli se ci fossero stati intoppi, se nuove banche e corporazioni si sarebbero aggiunte alla imponente lista di quelle già presenti sul suolo di Aristo, ma non avrebbe voluto ascoltare i dettagli.

    Solo i risultati contavano, era questo il motto di Aegeus. Come poi quei risultati venissero raggiunti era ininfluente.

    Anche su quello Alex non aveva nulla da obiettare. Non aveva bisogno di incoraggianti pacche sulla schiena non più di quanto avesse bisogno di prove d’affetto. Però, se il re avesse continuato a farlo aspettare, lui avrebbe rischiato d’arrivare tardi in città.

    Non sarebbe stato un problema.

    La sua nuova Ferrari avrebbe percorso a grande velocità le strette strade che si snodavano sulle scogliere a picco sul Mediterraneo, e anche se non fosse arrivato puntuale a Ellos, al Grand Hotel, la donna con la quale aveva appuntamento non si sarebbe comunque lamentata.

    Un lieve sorriso gli incurvò gli angoli della bocca.

    Aveva tutto ciò che voleva: belle donne ai propri piedi, auto di lusso, e il vasto impero economico creato sull’isola e a New York.

    Il suo sorriso svanì. In verità, aveva avuto qualche problema con le donne, ultimamente...

    Non che gli mancassero le occasioni.

    La donna con la quale aveva appuntamento quella sera era ciò che il mondo definisce una super top model. Simone era impegnata in un servizio fotografico per Vogue nello spiazzo antistante al casinò. Quando lui era arrivato le aveva sorriso e lei, senza alcuna esitazione, gli era andata incontro lungo le scale, ancheggiando sugli altissimi tacchi che sembravano fatti per indurre al peccato, incurante dell’irato richiamo del fotografo.

    «Salve» aveva cinguettato dopo averlo raggiunto, regalandogli uno di quei sorrisi che le fruttavano diecimila dollari ogni ora di lavoro. «Questa sera sono libera, e mi auguro proprio che lo sia anche tu.»

    Lui aveva spiegato di essere in partenza per Tokio, ma che sarebbe tornato al massimo dopo tre giorni.

    «Chiamami» aveva sussurrato lei con tono basso e sensuale...

    Ed era esattamente quello che lui aveva fatto come prima cosa quella mattina. Quale uomo avrebbe ignorato quell’esplicito invito? Simone era splendida. Seducente. Maliziosa.

    Alex era certo che avrebbe fatto sesso con lei, nell’appartamento che aveva giù in città, prima dell’alba.

    E allora?

    Un pensiero sorprendente quello che si era formato nella sua mente, riconobbe attonito. Una donna bellissima, l’ennesima focosa relazione, e tutto quello cui lui riusciva pensare era e allora?

    Avrebbe portato a letto una modella che, non appena spuntato il sole, si sarebbe data da fare per trasformare l’avventura di una notte in un rapporto stabile.

    E lui avrebbe cercato di spiegarle con toni cortesi ma decisi di non essere interessato.

    Di recente, porre fine a un legame sentimentale prima che questo avesse davvero inizio era diventata un’abitudine. Gli piaceva il sesso. Gli piacevano le donne. Il loro profumo, il modo di muoversi, la loro compagnia. Solo, non riusciva a concentrarsi su una sola di loro. Da settimane, ormai, passava di letto in letto. Sapeva che alcuni uomini avrebbero giudicato eccitante questa routine.

    Purtroppo non lui.

    Non credeva nelle relazioni a lungo termine, questo no. Una settimana, due, al massimo tre, e poi faceva la cosa giusta, congedandosi con un dono straordinariamente costoso prima di riprendere la propria strada.

    Una ruga gli solcò la fronte.

    Nell’ultimo paio di mesi, l’unica parte dell’ormai abituale piano che gli sembrava buona era quella del riprendere la propria strada.

    I suoi fratelli lo avevano notato. Sebastian scherzava su ciò che definiva la sua libidine vagabonda, mentre Andreas sogghignava. Anche le sue sorelle davano il loro contributo, Elissa con telefonate da Parigi e Katarina con tutti i suoi drammatici sospiri mentre affermava: «Povero Alex... Non riesce a trovare una donna da amare!».

    Diavolo, non aveva alcuna intenzione di spiegar loro che non prendeva nemmeno in considerazione l’amore. Come sarebbe stato possibile il contrario? L’amore non esisteva, per quanto fosse uno degli argomenti preferiti nelle chiacchiere della gente.

    L’amore era un’invenzione. Fantasiosa e creativa come quelle antiche leggende mitologiche nelle quali i suoi antenati avevano creduto.

    Quello che le persone definivano amore era solo un nonsenso ormonale, anche se lui non avrebbe mai potuto definire ormonale ciò che aveva spinto i suoi genitori l’uno verso l’altro. Suo padre e sua madre si erano uniti perché necessario. Dare un futuro a un cognome altisonante, a una linea di sangue che esisteva da secoli era parte dei doveri di chi apparteneva a una famiglia reale.

    Lo stesso destino sarebbe toccato a Sebastian, l’erede al trono, al momento giusto. Suo fratello avrebbe scelto personalmente la propria sposa – dopotutto era il ventunesimo secolo – ma avrebbe operato questa scelta da una accuratamente selezionata lista di giovani donne nobili e adeguate al futuro ruolo di regina.

    Alex, secondo in linea di discendenza, avrebbe goduto di maggiore libertà, ma sempre alla luce della consapevolezza di dover scegliere la moglie giusta, degna di diventare la madre dei suoi figli. Faceva parte dei suoi doveri nei confronti della Casa Regnante di Aristo.

    L’avrebbe pretesa attraente, questo sì, ma per tutto il resto – compagnia, complicità e passione – avrebbe avuto un’amante. Certo, all’insegna del tatto e della discrezione, evitando di causare pubblico imbarazzo alla sua consorte, ma la moglie di un principe sapeva che il suo ruolo consisteva unicamente nel generare eredi.

    Né lui né la sua sposa avrebbero accampato la folle pretesa di un matrimonio d’amore.

    Alex interruppe il suo nervoso vagabondare, affondò le mani nelle tasche dei pantaloni e guardò lo stemma che campeggiava sulla parete, al di sopra di un enorme camino.

    C’era stata una donna una volta, anni prima. Una ragazza, in realtà. Lui aveva creduto... Non importava più ciò che aveva creduto. Contava invece quello che lei aveva pensato, cioè che poteva usare i suoi baci, le sue carezze, i suoi dolci sospiri per stregarlo. A quel tempo lui era ancora molto giovane, guidato da una parte della sua anatomia che nulla aveva a che fare con il cervello, ma per fortuna aveva scoperto in tempo la verità sul suo conto. Da allora, non aveva più permesso alle lusinghe di una donna di offuscargli la mente.

    Fino a quella notte di due mesi prima.

    La notte durante la quale una sconosciuta era finita fra le sue braccia, il viso radiante di quella che sembrava innocenza. Lei aveva accostato la bocca alla sua, schiuso le labbra per accogliere il suo respiro, la sua lingua... Il mondo aveva ripreso a esistere solo il mattino seguente, quando lui aveva scoperto che si era trattato dell’ennesima bugia.

    «Principe Alexandros.»

    Non una semplice bugia. Alex strinse i denti. Un raggiro. Una truffa. Una trappola nella quale lui era caduto come un imbecille.

    «Signore? Il re e la regina la stanno aspettando.»

    La sconosciuta aveva avuto ciò che si meritava. Dapprima lui aveva finto di non aver capito l’inganno: la donna aveva continuato a recitare la propria parte, ma alla luce del giorno era toccato a lui interpretare la sua.

    L’aveva portata di nuovo a letto. Aveva fatto ancora sesso con lei. E poi, mentre la donna era distesa al suo fianco, un’espressione appagata sul viso, l’aveva guardata negli occhi e le aveva detto di sapere chi era, cosa era, e le aveva promesso che tutto ciò che avrebbe guadagnato dal suo sporco gioco sarebbe stata l’umiliazione pubblica. Poi l’aveva mandata via.

    Un episodio che aveva contato così poco per lui che non ricordava nemmeno il nome della donna. Ne era uscito da vincitore.

    «Vostra Altezza, il re e le regina la riceveranno subito.»

    Perché aveva vinto, no?

    Non si era concesso solo innumerevoli donne durante le ultime settimane. Aveva fatto di tutto. Con il suo jet privato, era andato da Aristo a New York, sede dei suoi uffici, e poi alle Bahamas, in Florida, Messico, Giappone. Viaggi d’affari, ognuno concluso con un successo. Riunioni di lavoro di giorno. Tavoli da poker la notte.

    E sesso.

    Era possibile che avesse trascorso settimane passando di paese in paese, di letto in letto, nell’unico tentativo di cancellare dalla propria mente quella donna che era quasi riuscita a servirsi di lui per raggiungere i propri scopi?

    «Signore, il re e la regina aspettano...»

    Alex socchiuse gli occhi. Galen, il maggiordomo, era in piedi davanti a lui, la schiena dritta. A giudicare dall’espressione del suo viso, doveva essere lì già da un po’.

    «Grazie.»

    «Si sente bene, signore?»

    «Sì, certo. Ero solo distratto.» Alex esibì un falso sorriso. «Devo incontrare una signora in città, se capisci cosa intendo...»

    Galen replicò al sorriso. «Sono sicuro che per la signora non sarà un problema aspettare, signore» affermò, poi arretrò e chinò la testa mentre Alex lo oltrepassava per entrare nella sala del trono.

    I suoi genitori non erano soli.

    Alcuni segretari si affaccendavano attorno a suo padre, seduto dietro una scrivania letteralmente sommersa di carte e documenti. Sua madre era in piedi sulla piattaforma del trono, circondata da ancelle che le drappeggiavano sul corpo lembi di seta lucente, mentre una sarta, seduta ai suoi piedi, cuciva e appuntava per fare qualunque cosa sarebbe riuscita a fare con tutti quei metri di stoffa.

    Alex sorrise.

    Nonostante la raffinata eleganza dell’ambiente, le mura affrescate, le preziose icone bizantine appese alle pareti, in quel preciso momento la stanza sembrava più un salotto di una qualsiasi famiglia piuttosto che la sala in cui il re presenziava alle cerimonie di stato.

    Suo padre alzò lo sguardo. «Eccoti» esordì con il tono impaziente di chi era stato costretto ad aspettare. «Allora, cosa ne pensi?»

    Alex inarcò un sopracciglio. «Di cosa?»

    «Di questi progetti, ovviamente.» Aegeus batté una mano sui fogli sparpagliati sulla scrivania. «Vogliamo un tema, oppure no?»

    «Un tema per cosa?» domandò Alex incerto.

    Aegeus scattò in piedi, disperdendo i segretari che fino a quel momento erano stati chini su di lui. «Per i festeggiamenti del sessantesimo compleanno di tua madre, ovviamente!» esclamò. «Se non avessi passato il mese scorso a fare solo Dio sa cosa, saresti al corrente di quello che sta succedendo qui.»

    «Non esagerare, Aegeus.» Padre e figlio si voltarono verso la regina, che sorrideva con fare benevolo. «Sai benissimo che Alexandros è stato impegnato a convincere uomini d’affari stranieri che il nostro regno è il posto perfetto per i loro investimenti. Inoltre, immagino che abbia avuto successo. Non è così, figliolo?»

    Alex sorrise e raggiunse la madre. Le prese una

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1