Il segreto di Erato (eLit): eLit

Di Amanda McCabe

Monte Olimpo, tempo immemore - Terra, 1818.

Erato, la Musa della Poesia erotica, si rigira tra i cuscini, annoiata. Deve al più presto trovare una nuova fonte di ispirazione, altrimenti anche gli artisti che a lei si affidano perderanno la loro. Ma dove potrebbe mai recarsi? Nessun luogo sembra più bello del tempio in marmo bianco in cui lei abita e che risplende sulla pendenza verdeggiante del monte Olimpo.

Eppure... eppure forse c'è una città che ferve di spirito artistico, la Londra delle sorelle Chase, Calliope, Clio e Thalia, le protette delle Muse. Ma certo, ora che hanno l'età giusta per trovare l'amore, Erato può essere loro utile, aiutandole nella ricerca dell'uomo giusto.

Appena arrivata a Londra, però, Erato rimane affascinata dal bel mondo del Ton e capisce subito che il suo problema non sarà trovare una nuova ispirazione ma rinunciare a tutta la bellezza della Terra.

• Lingua: Italiano
• Editore: HarperCollins Italia
• Data di uscita: 30 giu 2017
• ISBN: 9788858971925

Amanda McCabe

Autrice originaria dell'Oklahoma, ha scritto il suo primo libro a sedici anni, durante le lezioni di matematica, e da allora i suoi romanzi hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti letterari.

Anteprima del libro

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Monte Olimpo, tempo immemore

Terra, 1818

Erato, la Musa della Poesia erotica, si annoiava. Era molto, molto annoiata.

Non c'era da stupirsi. Chiunque viva da secoli per stimolare la creatività di innumerevoli artisti, partecipare a feste e incontrare uomini affascinanti, può avvertire talvolta una punta di noia; la sensazione di aver già visto tutto, più e più volte, il presentimento di essere inutile.

Eppure lei non si era mai sentita in quel modo prima di quel momento.

Si rigirava tra i cuscini, con lo sguardo rivolto al cielo azzurro e limpido.

Il tempio delle Muse in marmo bianco, bellissimo come sempre, risplendeva sulla pendenza verdeggiante del monte Olimpo. Tra le sue colonne scanalate si potevano scorgere alberi e fiumi in lontananza. Pastori e pastorelle scorrazzavano nei campi rigogliosi, una tiepida brezza portava la dolce melodia dei loro flauti.

L'aria odorava di rose e lillà, l'acqua spumeggiante delle fontane era profumata con essenza di gelsomino. Amorini svolazzanti si rincorrevano ridendo tra i letti. Le serve, longilinee e bellissime nelle loro tuniche corte, portavano avanti e indietro vassoi con coppe di vino e dolcetti al miele.

Poco lontano, le sorelle di Erato danzavano al suono inebriante di flauti, vestite con pepli trasparenti color pastello che svolazzavano come ali di farfalla. Tutte erano molto allegre quando c'era il sole, tranne Melpomene, la Musa della Tragedia, che sedeva cupa in un angolo a pensare a una nuova poesia sul dolore e la morte. Lei, a dire il vero, non era quasi mai allegra.

Erato, invece, avrebbe dovuto esserlo. Doveva ardere di amore e passione, essere l'incarnazione stessa del piacere, ma si sentiva appesantita, stanca e annoiata. Non riusciva a trovare l'ispirazione nemmeno per se stessa e, se non fosse uscita al più presto da quell'impasse, anche i poeti e gli artisti che a lei si affidavano avrebbero perso la loro; non sarebbero più stati in grado di infiammare i cuori con i loro versi e sulla Terra gli uomini avrebbero cominciato a fare l'amore in modo meccanico e spassionato, come se fosse un dovere. Afrodite si sarebbe adirata moltissimo. Infatti, siccome era fin troppo pigra per fare tutto da sola, loro due avrebbero dovuto lavorare assieme per diffondere l'amore nel mondo.

Erato si mise a sedere e prese una coppa di vino, ma nemmeno quel dolce liquido dorato riuscì a consolarla. Doveva trovare una nuova fonte di ispirazione, punto. Ma dove?

Forse avrebbe potuto cominciare andando a vedere quello che facevano le Muse Chase nella loro dimora a Londra. Almeno loro si concedevano qualche svago e conoscevano molti artisti e letterati che apprezzavano le meraviglie del mondo antico. Sì, avrebbe iniziato da lì.

Erato si avviò, scendendo la scala di marmo del tempio, lasciandosi alle spalle le sorelle che ballavano e che la chiamarono perché le raggiungesse, ma fece un cenno di rifiuto. Non c'era tempo, aveva cose ben più importanti di cui occuparsi.

Attraversò un fiume dalle acque cristalline, sulle cui sponde alcune ninfe ridevano e mettevano corone di fiori attorno al collo dei centauri. Le loro cugine, le ninfe dei boschi, si dondolavano dai rami tra gridolini di felicità.

Ormai, però, i pensieri di Erato erano rivolti alla decisamente più prosaica Inghilterra della Reggenza, il mondo delle sorelle Chase.

Le tre figlie del letterato Sir Walter Chase erano state chiamate con i nomi delle Muse – Calliope, Clio e Thalia – e, sin dalla loro nascita, Erato e le sue sorelle le avevano prese sotto la loro speciale protezione. Le guardavano crescere e diventare tanto belle quanto intelligenti e intraprendenti. Ora che avevano l'età giusta per trovare l'amore, Erato sperava di poter essere loro utile, aiutandole a trovare l'uomo giusto.

Adorava osservarle e ammirare l'intesa che c'era tra di loro e che le ricordava quella tra le stesse Muse.

E poi il loro mondo era affascinante. Nonostante fosse così