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Delitto di Paese
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E-book111 pagine1 ora

Delitto di Paese

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Thriller - romanzo breve (71 pagine) - Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male. Qualche assassinio senza pretese lo abbiamo anche noi, qui in paese.


Sant’Ilario, 1980. Salvatore, giovane compagno di Ada, si lancia in mare da una rupe: tra le braccia stringe il loro bambino, il piccolo Alessandro, che muore annegato. Salvatore giura che è stato solo un terribile incidente, ma Ada non gli crede e non le resta che scappare altrove per lasciarsi alle spalle il dolore.

2019. Sant’Ilario è travolta da tre omicidi, tutti legati a Salvatore. Chi sta tracciando un cerchio di sangue così accurato, che man mano si stringe attorno all’uomo? Ada è costretta a tornare al paese natio e ad affrontare i fantasmi del passato per scoprire la verità su quanto è accaduto trentanove prima…


Barbara Bottalico è nata nel 1987 a Bari, dove si è diplomata al Liceo delle Scienze Sociali e dove attualmente vive e lavora. Tre suoi racconti sono stati pubblicati nelle antologie horror Orrore al sole (2016), Orrore al sole (2017) e Z di zombie (2017). Con Delos Digital ha pubblicato Il Palazzo, Il Tramonto Di Venere e People, nella collana Futuro Presente, oltre a un racconto per l'antologia Dark Graffiti. Tra le sue tante passioni c'è l’ascolto di musica per violino: in particolare reels irlandesi e greensleeves. Amante della lettura e della scrittura fin da bambina, spazia dall'avventura all'horror alla fantascienza, ma ama anche il mainstream, e adora Isabel Allende e Anne Rice.

LinguaItaliano
Data di uscita19 gen 2021
ISBN9788825414431
Delitto di Paese

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    Anteprima del libro

    Delitto di Paese - Barbara Bottalico

    9788825413540

    Capitolo uno

    7 agosto 1980

    Sant'Ilario era un paesino così piccolo che le voci scorrevano molto in fretta, più in fretta dei giornali. Le anziane del paese erano perfino più informate dei giornalisti de La Repubblica.

    Era piccolo al punto da ospitare settemila abitanti, i cui cognomi erano noti a tutti.

    C'erano i Solenni, che avevano vasti campi e due laboratori di cucito; gli Algeri, contadini con piccole terre e prodotti meravigliosi; gli Scampi, sarti da generazioni; e altri cognomi ben conosciuti.

    Era composto da una serie di case antiche, di pietra dura, quelle case che rimanevano fresche in estate e calde in inverno, in cui c'erano camini e rari riscaldamenti, almeno fino al 1980, quando il sindaco decise di dare il via a un'operazione di ristrutturazione molto mal vista dagli abitanti più anziani.

    A Sant'Ilario non succedeva praticamente nulla: i giovani tendevano ad andare verso la città. Bari non era troppo lontana, per loro, e significava vita. Cose da fare. Gli anziani, invece, restavano legati alla terra, alle uniche due macellerie, alle tre panetterie, a quella vita che scorreva tranquilla, mai agitata, in cui tutto era conosciuto e tutto era confortante.

    Una mattina del sette agosto 1980, tuttavia, Sant'Ilario si risvegliò con una lieve agitazione. Il sole era torrido, i ragazzini correvano verso il mare per cercare refrigerio. Gli unici turisti erano i parenti degli anziani venuti a trascorrere qualche settimana al sud, ed erano proprio loro a esserne i più stupiti.

    Ci furono articoli di giornale, su quello che accadde quel giorno, interviste alla televisione. Gli unici cinque carabinieri dovettero chiamare aiuto dalla città perché non sapevano come gestire un caso del genere.

    Al mercato cittadino, nella piazza centrale, si parlava. Le vecchie informavano i giovani, si passarono notizie, dicerie.

    – Ma hai sentito?

    – Sì, ma io ancora non ci credo!

    – E fai male, c'è pure la polizia dalla città. Non può essere finto.

    – Ma che è successo?

    – Pare un incidente, li hanno trovati a riva. Sembra siano caduti dalla scogliera.

    – Da una scogliera non si cade, ci si butta.

    – Non con un bambino di tredici mesi!

    – E tu che ne sai che gli passa per la mente? Quella l'aveva lasciato!

    – Ci ha fatto un figlio e lo lascia pure, bah.

    – Si diceva, in effetti, che fosse una poco di buono, forse aveva trovato un altro. Sai come sono ‘ste ragazze di oggi, vogliono fare la bella vita.

    – Di sicuro è stato un incidente. Quale padre farebbe una cosa del genere?

    – Ma è vero che è morto anche lui?

    – No, pare sia vivo.

    – Neanche il coraggio di suicidarsi per bene!

    – Ma tu che ne sai, poverino? La colpa è di Ada. Una brava ragazza non mette al mondo un figlio a quindici anni.

    – Sì, ma pure lui. Non mi sembra il caso di giudicarla, è lui che l'ha ammazzato.

    – Potrebbe sempre essere stato un incidente.

    – Io dico che si è lanciato.

    Giacomo Galleri era un uomo sulla quarantina, una gamba zoppa e pochi capelli radi sulla testa. Era stato spedito a Sant'Ilario quindici anni prima, in seguito a una sparatoria in cui aveva quasi perso l'uso della gamba. Sant'Ilario era tranquillo, gli avevano detto. Avrebbe potuto passare gli ultimi anni prima della pensione con calma, a dirigere una piccola caserma con appena altri quattro carabinieri.

    Non succedeva nulla, a Sant'Ilario.

    Giacomo Galleri aveva praticamente visto nascere la piccola Ada Argeri, che da bambina giocava con sua figlia. Le voleva bene.

    – Ada – si sforzò di sorridere. L’unico specchio della stanza gli restituì la propria immagine. La divisa era stropicciata, i capelli un tempo di un bel rossiccio erano sporcati da un paio di ciocche bianche, ma gli occhi grigi erano vispi, grandi come quelli di un bambino e altrettanto innocenti. Era stanco dopo aver passato la notte a coordinare le ricerche e gli aiuti da Bari. Nessuno a Sant'Ilario avrebbe saputo gestire la situazione.

    Provò una stretta al cuore nel vedere lo sguardo di Ada.

    – Ada. Stiamo facendo indagini. Alcuni pensano sia stato un incidente, ma l'appuntato Gerardi la pensa diversamente. E anche io. Salvatore ora è in ospedale, ma appena sarà sveglio verrà arrestato – le parlò con voce lenta e dolce, pregna di quell'accento romano mai scomparso, nonostante i quindici anni di lontananza da Roma.

    Ada, però, non parve sentirlo. Erano diverse ore che non parlava, se ne stava immobile con gli occhi fissi, docile come un cagnolino malato. Sembrava addirittura più piccola di quanto non fosse veramente, e i suoi sedici anni in quel momento parevano spariti, mangiati dal dolore. Era ancora vestita da scuola, con lo zaino appeso alle spalle, uno zaino bianco, semplice, che era stato riempito delle dediche delle amiche.

    I capelli biondi scendevano fino alla schiena. Gli occhi grigi erano immobili, fissi, come quelli di un cieco. Non sembrava in grado di dire nulla, le labbra serrate. Era una ragazzina alta quasi un metro e ottanta, con un fisico da modella, eppure in quel momento sembrava incredibilmente piccola. A Giacomo parve di rivederla all'uscita da scuola, quando mano nella mano con Chiara, sua figlia, gli correva incontro. Ne ricordava il sorriso quando le aveva portate a Disneyland, quando era arrivata con uno zaino troppo grande per lei, camminando goffa ma felice.

    Giacomo sentì qualcosa tirargli il cuore. Si inginocchiò vicino a lei e le posò le mani sulle spalle.

    – Ada, devi sforzarti. Tua madre dice che è passato ieri sera, doveva tenerlo una settimana, perché tu hai dei compiti in classe molto importanti. Me l'ha detto Chiara, questo. A Settembre, se tutto va bene, sarete in classe insieme – le sorrise, incoraggiante. – Hai studiato veramente tanto. Chiara era felicissima, sai? E ora piange. Doveva partire, oggi, ma si è rifiutata, dice che resterà qua. Non sono riuscito a evitare di dirglielo. Ti aspetta qua fuori, le ho impedito di entrare perché è una cosa molto importante, Ada.

    – Alla scuola estiva c'è un muratore – sussurrò Ada, la voce roca, persa. – Dice che vuole prendersi il diploma per aiutare i figli a scuola. Si chiama Mario. C'è anche la signora Maria, fa le pulizie nelle case. Lei vuole il diploma per avere un lavoro migliore. Per i figli. C'è poi una ragazza… ci sono diventata molto amica, Chiara ne è gelosa. Si chiama Fabiana, ha vent'anni. Ha lasciato la scuola due anni fa perché ha avuto una figlia. Tutto il paese ne ha parlato. Poi è nato Alessandro, e hanno cominciato a parlare di me. Ci divertiva l'idea che ci considerassero le due puttane di Sant’Ilario, ma il padre di Martina è un militare. È sparito dopo averla messa incinta. Fabiana vuole il diploma perché adesso vive dalle suore, i suoi l'hanno cacciata di casa. Loro le tengono Martina, ma Fabiana vuole studiare da infermiera. Ci riuscirà, ha un bel cervello. Si diploma il prossimo anno, se tutto va bene.

    – Ada… – sussurrò Giacomo, carezzandole una guancia. – Devi sforzarti.

    – Salvatore è vivo? – domandò.

    – Sì – rispose il Maresciallo.

    – Fabiana dice sempre che è felice che il padre di Martina sia andato via. Ah, ho detto io a Chiara di lasciare il suo ex. Somiglia a Salvatore.

    – Ecco perché l'ha lasciato – Giacomo sorrise. – Ti ringrazio. Ada, cos'altro vuoi dirmi?

    – Io volevo finire la scuola, portare il bambino a Bari, o magari a Roma, ma a Bari ho degli zii. A Bari studierò all'università, mentre i miei zii mi terranno

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