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La vita Clodii Albini dell'historia Augusta
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E-book65 pagine50 minuti

La vita Clodii Albini dell'historia Augusta

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Info su questo ebook

A buon diritto si può applicare la definizione di opera "mitistorica"

alla silloge redatta nel IV secolo d.C. e comunemente nota come

"Historia Augusta". Al suo interno accanto alle cosiddette vite

maggiori, che hanno maggiormente attirato l'attenzione degli studiosi,

le vite secondarie riproducendo su piccola scala le peculiarità

tecnico-compositive del resto della raccolta, si prestano ad un esame

più dettagliato che ne evidenzia alcuni interessanti risvolti sul piano

letterario di cui l'autore ci dà testimonianza con questo suo terzo

contributo, dopo quelli su Elio Cesare e Geta, che ha come oggetto la

biografia su Clodio Albino.
LinguaItaliano
Data di uscita18 feb 2021
ISBN9791220323260
La vita Clodii Albini dell'historia Augusta

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    La vita Clodii Albini dell'historia Augusta - Antonio Aste

    1977.

    Parte prima

    La struttura della Vita Clodii Albini

    • Il processo compositivo e l'articolazione narrativa.

    La biografia dedicata da Giulio Capitolino a Clodio Albino fa parte, come è noto, delle cosiddette vite minori⁴ dell'Historia Augusta. Queste biografie ad una prima lettura si offrono sostanzialmente come un centone di aneddoti e falsificazioni nonché di riprese ed accrescimenti di notizie già documentate nelle vite principali. Per quanto riguarda l'opera in esame, a suo tempo fu ipotizzato (Peter 1892, p. 206) che essa fosse stata realizzata partendo da un nucleo originario di informazioni cui si sarebbero aggiunti successivi ampliamenti; in pratica un processo realizzativo di tipo stratiforme o di riscrittura. D'altro canto (Lécrivain 1904, p. 267) si suggerì la teoria secondo la quale tre delle cinque vite secondarie - quelle su Avidio Cassio, Pescennio Nigro ed Elio Cesare - sarebbero stati il prodotto di un processo di revisione da parte di Giulio Capitolino mentre le rimanenti due - relative a Geta e ad Albino - si presenterebbero come opera integralmente sua. Va da sé che ci si trovi dinanzi ad ipotesi certo suggestive ma anche da vagliare con grande prudenza, come ad esempio la teoria dell'esistenza di una duplice fonte alla base di questi componimenti (Schwartz 1964, pp. 141 ss.). Come le altre biografie della raccolta, anche le cinque vite secondarie si caratterizzano in special modo per il colorito romanzesco che arricchisce e spesso supplisce - emblematico è il caso di Elio Cesare, figlio adottivo di Adriano - la scarsità o l'assenza di notizie storicamente accertate; questi racconti denotano in generale una grande libertà descrittiva, come documentato dall'accentuata predisposizione per il falso che si realizza mediante l'inserimento di documenti epistolari e di discorsi diretti artatamente inseriti nel dettato biografico. Dalla lettura di queste compilazioni si ha un'ulteriore conferma di quella che è la dottrina ideologica degli ShA marcatamente conservatrice e filosenatoria; essa costituisce indubitabilmente il vero e proprio collante di tutta l'opera (Soverini 1993, I, p. 15) e si riflette anche sul tessuto linguistico delle singole narrazioni il cui comune denominatore appare essere il tono complessivamente pedestre, monotono, spesso sciatto (Soverini 1993, I, p. 26).

    Scorrendo il testo in oggetto, si nota subito l'assenza di una prefazione o prologo⁵ che è al contrario presente nelle altre Nebenviten pur con delle differenze (Syme 1970, p. 291). Il lettore viene così immediatamente introdotto in medias res, attraverso l'incipit nel quale si descrive la caotica situazione in cui Roma venne a trovarsi a seguito della morte violenta di Pertinace; ciò viene efficacemente e significativamente riassunto dall'espressione (1, 2): undique cuncta turbata sunt. Subito dopo l'autore ci informa sulle origini familiari di Albino (1, 3): fuit autem Clodius Albinus familia nobili, Hadrumetinus tamen ex Africa. Su questa tematica il biografo tornerà più avanti e precisamente nel passo in cui viene ricostruita la supposta genealogia del personaggio (4, 1): sed nobilis apud suos et originem a Romanis familiis trahens, Postumiorum scilicet et Albinorum et Ceioniorum. Nell'ambito della ricostruzione dei dati familiari di Clodio Albino, rientra pure l'accenno ad un parente esplicitamente menzionato (4, 5): ad Aelium Bassianum tunc proconsulem Africae ... adfinem, quantum videtur, eorum ipsorum.

    Dalla lettura di questi passi, si dedurrebbe dunque che Albino fosse un provinciale aristocratico. È da osservare come, al di là della fondatezza o meno della notizia, la congiunzione tamen venga adoperata (1, 3) con una sfumatura di segno negativo in rapporto alla precedente asserzione relativa alla nobilitas del personaggio; si tratta di un utilizzo in linea con l'usus scribendi degli ShA (Soverini 1981, pp. 26 ss.). Si può comprendere così, nell'ambito di una tecnica compositiva di matrice svetoniana e ricca di venature romanzesche, lo sforzo impiegato da Giulio Capitolino nel dare, attraverso il processo di ricostruzione genealogica della casata del protagonista, una patente di aristocratica romanitas a Clodio Albino che ne giustificasse le ambizioni imperiali e l'appoggio della curia senatoriale; è, infatti, un dato acquisito che nella raccolta vengano ad essere descritti in un'ottica favorevole i principes o gli aspiranti tali di matrice nobiliare che godessero l'appoggio del senato e delle milizie in opposizione soprattutto agli homines novi del rango equestre (Soverini 1993, I, p. 15). Nell'economia del racconto tutto ciò era inoltre funzionale a

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