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Il cappotto vuoto
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E-book48 pagine35 minuti

Il cappotto vuoto

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Horror - racconto lungo (29 pagine) - Un cappotto, un saluto militare, un solo numero… il dieci.


Anna Cleveland sa già che suo marito Jim non farà ritorno dalla guerra. Lo sa da molto prima che il sergente Terrance bussi alla sua porta per portarle il cappotto di Jim, l’unico ricordo tangibile per la giovane vedova e per suo figlio Hank. Tutto quello che Anna può fare ora è cercare di andare avanti con la propria vita. Ma una presenza sembra averla presa di mira, un’entità sovrannaturale che ha deciso di tormentarla attraverso la ripetizione di un particolare numero. Qual è il suo significato?


Caterina Franciosi è nata nel 1990 in una piccola cittadina della riviera romagnola al confine con le Marche. Ha frequentato il Liceo Classico e, successivamente, la facoltà di Lingue e Culture Straniere all’Università di Urbino. Nel 2018 apre il blog Il Salotto Letterario che si occupa di interviste e recensioni. Collabora con diverse case editrici, siti web, gruppi Facebook e riviste, tra cui l’associazione culturale Italian Sword&Sorcery nella sezione racconti e il magazine Life Factory Magazine nella sezione recensioni e interviste. Ha pubblicato racconti in varie antologie, tra cui Eau de Vampire, Il marinaio e la sirena e Vento del Nord (in Dreamscapes – I racconti perduti, editrice GDS), Dietro il muro (in Ali spezzate, PAV Edizioni, contro la violenza sulle donne), Corvi di guerra (in Guerriere, antologia fantasy al femminile edita da Le Mezzelane) e La carità di murt (in Halloween all’italiana, dal contest del portale LetteraturaHorror.it). A marzo 2020 pubblica La pioggia ricorda per la collana Delos Passport a cura di Fabio Novel della casa editrice digitale Delos Digital. A luglio 2020 pubblica Terra nova per la collana Futuro Presente a cura di Giulia Abbate ed Elena Di Fazio della casa editrice digitale Delos Digital. A settembre 2020 pubblica Lottie nell’antologia Argent de poche edita da Electa Editore per l’Università IULM di Milano in collaborazione con Faber-Castell Italia.

LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2021
ISBN9788825415315
Il cappotto vuoto

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    Il cappotto vuoto - Caterina Franciosi

    9788825412727

    Prologo

    Sapevo che mio marito Jim non sarebbe tornato dalla guerra già da molto prima dell’arrivo di quel soldato alla mia porta.

    Quel ragazzo – perché di un ragazzo si trattava – giunse sulla mia soglia, recando con sé le ultime spoglie terrene di mio marito: un cappotto. Un cappotto vuoto. Feci entrare quel giovane, dal petto coperto di medaglie dorate ma con l’orrore negli occhi. Tutto ciò che lessi nel suo sguardo mi fece capire che era stato testimone del raccapriccio di gironi infernali. Sapeva che il Male esisteva e scendeva su questa Terra più spesso di quanto un uomo potesse desiderare.

    E ora lo sapevo anche io.

    Jim non avrebbe più fatto ritorno, mio figlio Hank sarebbe cresciuto senza un padre. Come noi, tante altre famiglia là fuori, famiglie spezzate dagli orrori di una guerra senza scopo alcuno. Vittime silenziose, vittime dimenticate. Non solo quelle cadute sul campo di battaglia, ma anche chi faceva ritorno con il cuore strappato. Con la mente a pezzi. Troppe volte avevo visto solo gusci vuoti riabbracciare le proprie famiglie, uomini ormai irriconoscibili e ridotti a pallide ombre di ciò che erano stati in passato. Prima di votare anima e corpo a ideali illusori.

    Ma ciò che più mi faceva male era il fatto che mogli e figli, fratelli e sorelle, padri e madri non fossero riusciti a dare l’ultimo addio ai propri cari.

    Proprio come era accaduto a me.

    Ora potevo solo stringermi nel cappotto di Jim e pregare Dio che il suo spirito avesse trovato la pace che meritava.

    Capitolo uno

    Quella mattina di metà primavera mi svegliai un po’ scossa. Avevo di nuovo sognato Jim sul campo di battaglia che cercava di chiedermi aiuto. Eravamo lontani, io al limitare di un boschetto grigio e lui in mezzo a una spianata di terra devastata dai bombardamenti e dalle mine. Mi tendeva le braccia, la bocca spalancata in un grido che si perdeva nel vento e io tentavo di correre verso di lui. Invano. La distanza fra di noi sembrava aumentare invece di diminuire. Correvo per quelli che mi parevano chilometri ma in realtà senza riuscire a muovermi dal punto in cui mi trovavo.

    E poi il sogno – no, l’incubo – era terminato, facendomi ripiombare nella cruda realtà. Avevo spalancato gli occhi nel buio, con la camicia da notte appiccicata alla schiena, grondando sudore. Non era la prima volta che mi capitava di sognare Jim da quando era partito per il fronte, ma gli incubi non erano mai stati così vividi prima d’ora.

    Era forse successo qualcosa di cui non ero a conoscenza?

    Mi guardai intorno. La luce filtrava dagli scuri socchiusi della mia camera e si rifletteva sulla specchiera del mobile da toeletta nell’angolo alla mia sinistra. Nel primo cassetto conservavo ancora gli orecchini che lui mi aveva regalato prima di partire per la guerra, quando ero ancora incinta di Hank. Gli avevo promesso che li

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