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Come l'arcobaleno (La collezione eterna di Barbara Cartland 8)
Come l'arcobaleno (La collezione eterna di Barbara Cartland 8)
Come l'arcobaleno (La collezione eterna di Barbara Cartland 8)
E-book141 pagine1 ora

Come l'arcobaleno (La collezione eterna di Barbara Cartland 8)

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Info su questo ebook

Tara è una ragazza minuta e molto gentile, cresciuta in un misero orfanotrofio di Londra dove adesso si occupa in prima persona dei bambini più piccoli. Abituata a svolgere senza sosta i lavori più umili e a patire spesso la fame, Tara rimane non poco sorpresa quando il segretario personale del duca di Arkcraig, patrocinatore dell'orfanotrofio, decide senza preavviso di condurla in Scozia dal suo padrone. Lì Tara conoscerà proprio il duca, un uomo tormentato dal proprio passato che da subito provocherà in lei emozioni contrastanti, spingendola a chiedersi se sia possibile, in fondo, guarire dalla sofferenza attraverso l'amore. -
LinguaItaliano
Data di uscita15 ott 2021
ISBN9788728035160
Come l'arcobaleno (La collezione eterna di Barbara Cartland 8)

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    Anteprima del libro

    Come l'arcobaleno (La collezione eterna di Barbara Cartland 8) - Barbara Cartland

    Come l'arcobaleno

    Translated by Lidia Zazo Conetti

    Original title: The Curse of the Clan

    Original language: English

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1983, 2021 Barbara Cartland and SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788728035160

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    I

    1822

    «È beilo rivedervi, signor Falkirk.»

    «È passato molto tempo, signora Barrowfield – lasciatemi pensare – deve trattarsi almeno di sei anni.»

    «Sette, per essere precisi, da quando ci avete fatto visita l’ultima volta. Ma come dico sempre, non dimentico mai un volto o un amico, e vi ho sempre considerato un amico, signor Falkirk.»

    «Ne sono onorato, signora Barrowfield.»

    Lo scozzese rivolse un leggero inchino alla matrona trasandata e schiarendosi la gola come se avesse deciso di arrivare al dunque disse:

    «Dovete chiedervi perché sia venuto da voi oggi.»

    «Mi è venuto in mente, in verità» annuì la signora Barrowfield ridendo. «Dopotutto non posso illudermi che sia stato per i miei begli occhi. Ciò non di meno dobbiamo festeggiare.»

    Si alzò dalla vecchia poltrona scricchiolante di fianco al caminetto e attraversò la stanza per aprire un armadio. Ne estrasse una bottiglia di porto e due bicchieri che depose su un vassoio rotondo riportandoli verso il visitatore e mettendoli accanto a lui su un tavolo al quale l’uomo lanciò uno sguardo apprensivo poiché gli sembrava insicuro.

    La stanza in cui sedevano era ammobiliata poveramente, e avrebbe avuto urgente bisogno di una mano di pittura. Era piena tuttavia dei gingilli a buon mercato che le anziane signore amano collezionare, e il fuoco vivace che ardeva nel caminetto riusciva a darle una parvenza di benessere.

    «Volete versare il porto, signor Falkirk?» chiese la signora Barrowfield con un’impercettibile sfumatura di civetteria.

    Il signor Falkirk prese la bottiglia, lanciando uno sguardo diffidente all’etichetta, e riempì il bicchiere della signora Barrowfield limitandosi a versarne per sé poco più di un quarto.

    «Siete molto sobrio» osservò la sua ospite.

    «Nella mia posizione è essenziale mantenere le idee chiare.»

    «Posso capirlo» concesse la signora Barrowfield. «Come sta Sua Grazia?»

    «È appunto dietro sua richiesta che mi trovo qui.»

    «Di Sua Grazia?» la signora Barrowfield inarcò le sopracciglia. «Mi auguravo veniste su incarico della duchessa per compiere un’opera buona. «La madre di Sua Grazia» spiegò «la duchessa Anne, aveva molto a cuore l’orfanotrofio, come sono certa ricorderete. Ogni Natale ci mandava i tacchini e non passava un anno senza che mi affidasse denaro extra per attuare qualche miglioria. Ma con la sua morte è tutto finito.»

    «Devo confessare che i suoi contributi all’orfanotrofio mi erano sfuggiti» osservò il signor Falkirk.

    «Lo pensavo, ma mi auguravo che la nuova duchessa continuasse la tradizione.»

    Il signor Falkirk scosse il capo.

    «Le cose non sono più tanto facili, signora Barrowfield, ve ne rendete conto certamente.»

    «Non c’è bisogno che me lo diciate» ribatté la signora Barrowfield con asprezza. «Risparmio e faccio economia, faccio economia e risparmio, la mia vita è tutta una parsimonia. La rendita ricevuta dall’orfanotrofio è sempre la stessa, ma i prezzi sono saliti. Il cibo costa il doppio di quando ero ragazza.»

    «Non immaginavo che le cose fossero tanto difficili, signora Barrowfield. Posso solo promettervi che farò presente la vostra situazione a Sua Grazia non appena farò ritorno in Scozia.»

    «Ve ne sarei molto grata. Sapete quanti bambini ho qui al momento?»

    Il signor Falkirk scosse il capo.

    «Trentanove!» esclamò la signora Barrowfield. «Trentanove, e praticamente nessuno a occuparsene all’infuori di me. Non è giusto, no che non lo è! Comincio a essere avanti negli anni.»

    Scolò il bicchiere di porto e tese la mano verso la bottiglia.

    Osservando il colorito del suo volto, il gonfiore sotto gli occhi e i due o tre doppi menti che si erano formati dall’ultima volta in cui l’aveva vista il signor Falkirk dedusse che doveva ricorrere regolarmente a quella consolazione.

    Ma i suoi pensieri non venivano traditi dall’espressione calma del volto mentre sedeva nella poltrona dirimpetto a quella della direttrice dell’orfanotrofio dicendosi che era giunta l’ora di venire al punto.

    Era un uomo alto e ben fatto che in gioventù era stato considerato eccezionalmente bello. Con le tempie grigie e una figura asciutta senza un’oncia di carne in più aveva un aspetto estremamente distinto e come amministratore del duca di Arkcraig era molto ammirato.

    «Presenterò senza dubbio le vostre istanze a Sua Grazia» ripeté «ma quanto ero venuto a chiedervi...»

    Prima che potesse aggiungere altro la signora Barrowfield lo interruppe dicendo:

    «Potete riferire a Sua Grazia che stiamo perdendo la nostra fama di fornire apprendisti forti e sani a chi li richiede. Solo la settimana scorsa il proprietario di una catena di sartorie è venuto a dirmi che voleva due dei miei migliori ragazzi, e non quella spazzatura anemica che gli avevo dato l’anno scorso. Sempre malati e piagnucolanti, non gli servivano a nulla, e li aveva messi alla porta senza referenze!»

    Il signor Falkirk ass nse un’espressione severa.

    «Ecco una cosa che non dovrebbe accadere, signora Barrowfield, in un orfanotrofio sotto il diretto patronato della famiglia di Sua Grazia da più di trent’anni.»

    «È esattamente quanto vi sto dicendo, signor Falkirk. È una macchia, si potrebbe dire, sulla reputazione di Sua Grazia; ecco perché speravo che sareste riuscito a convincere la nuova duchessa a venirci a trovare.»

    «La duchessa è morta.»

    «Morta?» la signora Barrowfield spalancò la bocca e guardò il signor Falkirk con espressione non molto dissimile da quella di un tacchino sbalordito.

    «Sì, morta. Sua Grazia è morta poche settimane fa in Francia.»

    «Ebbene, non l’avrei mai creduto! Sono tanto stupita che potreste mettermi a terra con un dito! E era poco più di una sposa. Lasciatemi pensare – lei e Sua Grazia non potevano essere sposati da più di un anno.»

    «Da dieci mesi, per essere esatti» annuì il signor Falkirk freddamente.

    «E adesso, povera signora, se ne è andata! E non l’avevo mai neppure vista.»

    Vi fu un breve silenzio, quindi, temendo che la signora Barrowfield potesse fargli altre domande, Falkirk disse:

    «Sua grazia è tornata al nord e mi ha chiesto quando lo avessi raggiunto di portare con me uno dei vostri orfani.»

    «Immagino che Sua Grazia voglia uno dei ragazzi per lavorare in cucina o in dispensa. Lasciatemi pensare.»

    «No, non sono queste le istruzioni di Sua Grazia» la interruppe Falkirk. «Vuole una delle vostre ragazze, ma deve avere più di sedici anni.»

    «Volete scherzare. Sapete meglio di me, signor Falkirk, che non li teniamo un giorno di più di dodici anni, se possiamo evitarlo. Ce ne liberiamo prima, se ci riesce.»

    «È vero, ma Sua Grazia pensava che sareste riuscita a procurargli la ragazza di cui ha bisogno. Siete assolutamente certa di non avere nessuna dell’età giusta?»

    «Assolutamente! I nostri bambini sono per la maggior parte molto giovani e è già abbastanza difficile occuparsi di loro e tenerli puliti. Non so proprio cosa farei senza Tara!»

    «Tara?» chiese il signor Falkirk. «Si tratta forse della ragazza che mi ha aperto la porta?»

    «Sì, dev’essere lei. Ma non intenderete certo proporre...» Depose il bicchiere vuoto sul tavolo con un colpo secco.

    «No, signor Falkirk, non lo accetterò, no davvero! Non mi porterete via Tara. È l’unica persona della quale possa fidarmi. Chi altro viene a aiutarmi? Una coppia di vecchie decrepite che non riescono a trovare lavoro altrove e non valgono tutti i problemi che suscitano, e ho già abbastanza difficoltà a pagarle. Potete prendere tutti i bambini che volete, ma non Tara!»

    «Quanti anni ha?»

    «Lasciatemi pensare – deve avere quasi diciott’anni. Sì, deve essere così. È arrivata nel 1804. Lo ricordo perché è stato un inverno terribile, e il cibo era aumentato astronomicamente. Il prezzo del carbone era raddoppiato!»

    «Cosicché Tara ha quasi diciotto anni. Temo che se non c’è nessun altro dovrò seguire le istruzioni di Sua Grazia e portarla con me in Scozia, signora Barrowfield.»

    «Passando sul mio cadavere!» esclamò la signora Barrowfield con violenza. «Non lo permetterò, signor Falkirk. Non resterò con trentanove bambini urlanti e indisciplinati, molti dei quali non sono in grado di badare a se stessi. Se se ne va Tara – me ne vado anch’io. Mettetevelo bene in testa!»

    Come se le gambe non la sostenessero più si lasciò cadere in poltrona sventolandosi con un pezzo di carta che aveva preso dal tavolo.

    «Mi dispiace, signora Barrowfield, di sconvolgervi» disse pacatamente il signor Falkirk «ma sapete meglio di me che devo eseguire le istruzioni di Sua Grazia.»

    «Non è giusto! Vengo lasciata nei guai e nessuno si preoccupa per me! Sua Grazia ha abbastanza ragazze in Scozia senza portarmi via l’unica che sia di qualche utilità all’orfanotrofio dedicato alla memoria di sua nonna.»

    La voce della signora Barrowfield si spezzò e il signor Falkirk si affrettò a versare un altro bicchiere di porto mettendoglielo in mano.

    La donna lo prese con gratitudine e dopo averne vuotato metà in un sorso si appoggiò alla spalliera della poltrona ansimando e lottando per controllarsi.

    «Vi prometto una cosa» riprese il signor Falkirk «di lasciarvi abbastanza denaro per assumere un aiuto migliore di quelli che avete al momento, e mi farò un punto d’onore, non appena sarò tornato in Scozia, di assicurarmi che una rendita più cospicua venga assegnata la Sua Grazia

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