Castoriadis: L'autonomia radicale
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Serge Latouche
Professore emerito di economia, Serge Latouche è il maggior teorico del pensiero della decrescita. Alle numerose opere pubblicate e tradotte anche in italiano si deve aggiungere la sua attività di giornalista per «Le Monde Diplomatique» e «Politis». Con Jaca Book ha pubblicato diversi volume e dirige la collana I precursori della decrescita
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Anteprima del libro
Castoriadis - Serge Latouche
PRECURSORI DELLA DECRESCITA
collana diretta da
Serge Latouche
I PRECURSORI DELLA DECRESCITA
Il concetto di decrescita è relativamente nuovo. Il termine stesso «decrescita», riattualizzato nel 2001 per denunciare l’impostura dello sviluppo duraturo, è spesso provocatorio. Si tratta di mettere l’accento sull’urgenza di una constatazione: una crescita infinita della produzione e del consumo materiali non sono sostenibili in un mondo finito.
Dietro a questa idea di decrescita c’è, tuttavia, più di una provocazione. Una riflessione e un pensiero sono infatti in corso di elaborazione. In uno sforzo di ricerca collettivo, basato tanto sull’economia quanto sulla filosofia, la storia o la sociologia, intellettuali e accademici in tutto il mondo cercano di portare alla luce i principi e i contorni della società dell’abbondanza frugale alla quale aspirano.
La collana «Precursori della decrescita» diretta da Serge Latouche ambisce a dare visibilità a questa riflessione. Attraverso la presentazione di alcune figure del pensiero umano e dei loro scritti, essa pretende, in qualche modo, di fare emergere una nuova storia delle idee in grado di sostenere e arricchire il pensiero della decrescita. Essa offre al pubblico più ampio così come al lettore più informato una panoramica delle riflessioni in corso e, allo stesso tempo, un repertorio comune di riferimenti talora antichi come l’umanità, ma presentati qui sotto nuova luce.
Una collana che vuole dimostrare come il concetto di decrescita sia assai lontano dalla sua rappresentazione caricaturale: un tessuto di elucubrazioni di qualche arretrato fanatico desideroso di «tornare alla candela».
Una collana che intende innanzitutto sviluppare una delle rare correnti di pensiero in grado di tenere in scacco l’ideologia produttivistica che oggi struttura le nostre società.
La collana «Precursori della decrescita» nasce nel 2013 con Les Editions le passager clandestin e da maggio 2014 viene coeditata da Jaca Book.
Serge Latouche
CORNELIUS
CASTORIADIS
L’AUTONOMIA RADICALE
Titolo originale
Cornelius Castoriadis ou l’autonomie radicale
Traduzione di
Rosella Prezzo
© 2014
Éditions le passager clandestin
© 2014
Editoriale Jaca Book SpA, Milano
per l’edizione italiana
Prima edizione italiana
settembre 2014
Redazione e impaginazione
Elisabetta Gioanola
eISBN 978-88-16-80257-5
Editoriale Jaca Book
via Frua 11, 20146 Milano, tel. 02/48561520
libreria@jacabook.it; www.jacabook.it
Seguici su
INDICE
Parte prima
CORNELIUS CASTORIADIS
L’AUTONOMIA RADICALE
di Serge Latouche
L’utopia concreta della democrazia diretta
Decolonizzazione dell’immaginario e realizzazione di una società di frugale abbondanza
Conclusioni: decrescita o barbarie
Parte seconda
CORNELIUS CASTORIADIS TESTI SCELTI DA SERGE LATOUCHE
Sull’autonomia in politica, l’individuo privatizzato
Ecologia e autonomia
L’istituzione immaginaria dell’economia
Riflessioni su «sviluppo» e «razionalità»
Un’interrogazione senza fine
Bibliografia essenziale
Professore emerito di economia, SERGE LATOUCHE è il maggior teorico del pensiero della decrescita.
Alle numerose opere pubblicate e tradotte anche in italiano si deve aggiungere la sua attività di giornalista per «Le Monde Diplomatique» e «Politis». Per Jaca Book ha pubblicato Incontri di un «obiettore di crescita» (2013).
Parte prima
CORNELIUS CASTORIADIS
L’AUTONOMIA RADICALE
di Serge Latouche
L’ecologia è sovversiva, perché mette in discussione l’immaginario capitalistico che domina il pianeta. Ne rifiuta il motivo centrale, secondo il quale il nostro destino è di aumentare senza fine la produzione e il consumo. Mostra l’impatto catastrofico della logica capitalistica sull’ambiente naturale e sulla vita degli esseri umani.
Cornelius Castoriadis, Une société à la dérive
Se il termine «decrescita»¹ è di uso recente nel dibattito economico, politico e sociale, e quindi posteriore alla scomparsa di Cornelius Castoriadis (1922-1997), l’origine delle idee che esso veicola ha una storia più antica, legata, da una parte, alla critica ecologista e, dall’altra, alla critica culturalista. La prima ha messo in evidenza l’insostenibilità della società della crescita, mentre la seconda è sfociata nella ricerca sul «doposviluppo». Entrambi questi aspetti si ritrovano nel pensiero di Castoriadis. «Non c’è soltanto – scrive infatti – la dilapidazione irreversibile dell’ambiente e delle risorse non rinnovabili. C’è anche la distruzione antropologica degli esseri umani trasformati in bestie produttrici e consumatrici, in abbruttiti zapping-dipendenti»².
Così, il pensiero di Castoriadis, anche se va ben oltre la problematica dell’obiezione di crescita, entra in stretta risonanza con il progetto di una società di decrescita, sia a livello della sua concezione, l’utopia concreta della democrazia diretta, sia a livello della sua attuazione e realizzazione, che ha come perno la «decolonizzazione dell’immaginario» e la fuoriuscita dall’economia.
¹ Una prima versione di questo testo è stata pubblicata nell’opera collettiva a cura di Blaise Bachofen, Sion Elbaz e Nicolas Poirier, Cornelius Castoriadis. Réinventer l’autonomie, Éditions du Sandre, Paris 2008; poi ripresa, con alcuni rimaneggiamenti, in Serge Latouche, Sortir de la société de consummation, con il titolo «Castoriadis penseur de la décroissance: mégamachine, développement et société autonome», Les Liens qui Libèrent, Paris 2010 (tr. it. Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della democrazia, Bollati Boringhieri, Torino 2011).
² C. Castoriadis, «L’écologie contre les marchands», in Une société à la dérive, Seuil, Paris 2005, p. 237.
L’UTOPIA CONCRETA
DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA
Diversamente da quanto avviene in Ivan Illich, Jacques Ellul o André Gorz, i grandi precursori diretti della decrescita, i testi nei quali Cornelius Castoriadis affronta di petto i temi che rappresentano il nodo centrale di questo paradigma alternativo sono una parte assai limitata di un’opera vastissima. Ciò dipende per lo più dal vissuto dell’autore, contemporaneamente o successivamente rivoluzionario, militante politico, economista all’OCSE, psicoanalista, professore all’École des hautes études en sciences sociales e, prima di tutto, filosofo¹.
Castoriadis nasce nel 1922 a Costantinopoli (Istanbul), ma trascorre la sua infanzia ad Atene, dove i genitori si sono rifugiati dopo l’espulsione dei Greci di Turchia da parte di Atatürk. Aderisce alla gioventù comunista nel 1937, poi, a partire dal 1942, al gruppo trotzkista di Agis Stinas (nome di battaglia di Spyros Priphtis), fondatore del partito comunista greco e membro attivo della Quarta Internazionale. Castoriadis non ha mai nascosto la sua ammirazione per questo fratello maggiore che gli resterà sempre amico, anche se in realtà non ha seguito, come lui, la via di una militanza sacrificale². Preso tra l’incudine del fascismo e il martello dello stalinismo, Castoriadis raggiunge la Francia nel dicembre 1945 e si iscrive alla Sorbona,