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Liberarsi dalle diete: Verso uno stile di vita più salutare: il percorso di trasformazione attraverso la Dieta Mediterranea
Liberarsi dalle diete: Verso uno stile di vita più salutare: il percorso di trasformazione attraverso la Dieta Mediterranea
Liberarsi dalle diete: Verso uno stile di vita più salutare: il percorso di trasformazione attraverso la Dieta Mediterranea
E-book196 pagine2 ore

Liberarsi dalle diete: Verso uno stile di vita più salutare: il percorso di trasformazione attraverso la Dieta Mediterranea

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Info su questo ebook

Intraprendere un nuovo percorso alimentare che porta verso la salute deve essere parte di ciò che la tradizione ha tramandato nel tempo.
La Dieta Mediterranea, inclusa nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO nel 2010, è un patrimonio immenso che non può certo essere adombrato o, peggio, denigrato.
Il 30% dei tumori potrebbe non essere mai esistito con un sano regime alimentare, di cui la Dieta Mediterranea è la giusta rappresentante.
Questo libro accompagna il lettore verso la consapevolezza di quanto l’alimentazione rappresenti nella vita di tutti i giorni per chiunque.
In ogni condizione si viva, nutrirsi è necessario, senza mangiare non si vive, l’energia che ognuno deve consumare nel progredire di ogni giornata, la si può assumere solo con il cibo.
Sarà allora doveroso nutrirsi con ciò che la terra di appartenenza produce, in un elenco di prodotti che appare in verità infinito tanto è ampio.
Per farlo non serve inventarsi niente, tutto è già parte della cultura della terra bagnata dalle onde del Mediterraneo, basta solo affidarsi alla propria tradizione.
Si riacquisterà così la forma desiderata, nei tempi e nei modi corretti, accompagnati dall’Autrice che da sempre si è rivolta a ciò che in questa area è nata sino ad arrivare ad essere ciò che è oggi: la Dieta Mediterranea.
LinguaItaliano
EditoreBookness
Data di uscita28 giu 2023
ISBN9791254892619
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    Anteprima del libro

    Liberarsi dalle diete - Rosa Lenoci

    Prefazione

    La necessità di scrivere questo libro mi è nata dentro, soprattutto per fare ordine tra i tanti che, non avendone titolo, si improvvisano senza ben sapere dove andare.

    È da molti anni che esercito questa professione e non mi sono mai discostata dalla Dieta Mediterranea. Non per pigrizia o mancanza di nuove idee, ma perché per noi che viviamo nel cuore del Mediterraneo non ha proprio senso cercare qualcosa di diverso che non ha le minime caratteristiche per essere affidabile e nessun supporto per essere preso in considerazione.

    Qualsiasi professionista che si vuole dedicare a questo cammino non dovrebbe far altro che studiare con meticolosità e impegno questo regime nutrizionale, la Dieta Mediterranea, e poi applicarla ai suoi pazienti.

    Che senso ha occuparsi d’altro?

    Vivessimo altrove, ma trascurare le nostre origini e la nostra tradizione solo per avere un po’ di visibilità, mi appare quantomeno millantatore e privo di qualsiasi struttura scientifica che lo sorregga.

    E questo fa male.

    Lo fa non solo alla nostra professione, a tutti coloro che come me ci si dedicano con passione e impegno da molti anni, ma soprattutto ai pazienti che non sanno cos’è giusto o sbagliato, loro si affidano a professionisti mettendo nelle loro mani la propria vita, non è un dettaglio di poco conto.

    Quando si decide di iniziare un nuovo percorso nutrizionale, lo si fa dopo aver riflettuto a lungo, pesato i pro e i contro si arriva quindi alla decisione finale e allora si va da un professionista, ci si mette nelle sue mani, fidandosi fino all’inverosimile.

    Come si può tradire questa fiducia dimenticandosi i valori di una professione che si occupa di tutto quello che una persona deve fare per difendere la propria salute?

    Lo scriverò più volte nel corso del libro e voglio ribadirlo anche qui: il 30% dei tumori può essere debellato, spazzato via da una corretta alimentazione.

    Sembra questa un'informazione trascurabile?

    Questa mia passione mi ha portato a essere la presidente dell’Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani, un incarico di grande prestigio che svolgo con l’umiltà di chi crede di aver sempre da imparare.

    Inoltre sono componente del Consiglio di Indirizzo Generale dell’ENPAB, l'Ente che si occupa della gestione dei contributi versati da tutti i Biologi e utilizzati per tutte le forme di Assistenza e Previdenza, restando sempre loro vicino per tutta la durata della vita lavorativa (borse di studio, indennità di maternità e paternità, sostegno per calamità naturali, azioni di welfare ecc. ecc.) e post lavorativa con il versamento delle pensioni.

    È anche questo un incarico di grande responsabilità che svolgo con la consueta passione.

    Tutto questo ha aperto il mio mondo facendomi incontrare centinaia e migliaia di colleghi, svolgendo lezioni e corsi, occupandomi di dare sempre più visibilità a questa magnifica professione.

    Per questo insisto nel volermene occupare con la massima serietà, come potrei essere superficiale o, peggio, inaffidabile?

    Ciò che ho vissuto nel corso della mia vita professionale mi ha dato visibilità, ma non ho fatto niente di che per esserlo, ho solo svolto il mio lavoro applicando le regole dell’alimentazione nata nella regione del Mediterraneo.

    Qui si è sviluppato un popolo di donne e uomini che, da sempre, si nutre per vivere, com’è naturale, qui ha coltivato le proprie verdure, i legumi, la frutta, ha allevato animali da cortile, è cresciuto diventando grande.

    Il nostro corpo, di noi che qui viviamo, si è abituato a certi alimenti e non ad altri, perché allora dovremmo mortificarlo inseguendo la moda del momento?

    Sarà necessario, prima ancora che opportuno, rispettare noi stessi e continuare in questa tradizione che il mondo intero ci invidia.

    Questo mio libro vuole essere un piccolo tassello che aggiunge valore a un percorso millenario che ancora ci rappresenta.

    Buona lettura.

    Introduzione

    Succede di sentire dentro di sé l’improcrastinabile desiderio di mettere nero su bianco i risultati di una professione amata sin dall’inizio.

    Non tanto per farne un resoconto, ma per condividere un percorso che possa avere valore, di sicuro per chi l’ha vissuto, per i pazienti che hanno visto i risultati del cambiamento verso una nuova abitudine alimentare che porta loro benessere, ma anche per tutti quelli che si interessano alla propria salute, che non può assolutamente prescindere da ciò che mangiano.

    Quando una persona sente il desiderio di affidarsi ad un Nutrizionista percependo che la sua alimentazione sia sbagliata e per chiedere quindi il suo aiuto, ha già compiuto il primo passo, forse quello più importante: prendere una decisione che abbia l’obiettivo di ritrovarsi in uno stato di equilibrio e di benessere.

    Se si tratta di un paziente venuto in studio, il compito è quello di prenderlo per mano e accompagnarlo in questo percorso, nel punto in cui inizia davvero a occuparsi di sé.

    C’è stata una profonda passione per questa professione fin dal principio e così è ancora oggi.

    La decisione di scrivere questo libro è stata presa per tracciare un percorso che dia valore alla nostra Dieta, nata nell’area del Mediterraneo, territorio ricco di tradizioni e di una grande varietà di prodotti alimentari di alta e altissima qualità. E poi per dare il contributo in un ambito, quello della nutrizione, nel quale ci sono state e continuano a esserci eccessive varianti, come se tutto fosse possibile.

    La domanda, a questo punto, è la seguente: ma perché si mettono tutte queste energie per trovare qualcosa di diverso dalla Dieta Mediterranea? Cos’ha che non funziona? 

    La risposta oggettiva è che non ha niente che non funzioni, anzi.

    La Dieta Mediterranea è diventata il modello alimentare per eccellenza, definitivamente consacrata quale esempio di alimentazione sana e sostenibile grazie a una serie di evidenze scientifiche che la riconoscono quale scudo salvavita contro le principali patologie dell’occidente.

    Fu merito di  Ancel Keys, un fisiologo americano rimasto letteralmente folgorato dal tipo di cucina  scoperto durante le sue numerose visite nel Sud dell’Italia, dove poi visse per quasi trent’anni a Pioppi, nel Cilento.

    Keys, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva studiato gli effetti fisici del digiuno e le ripercussioni psicologiche su trentasei volontari. 

    Successivamente, nel 1954, si dedicò a studi sull’aterosclerosi e sugli effetti nefasti sull’apparato cardiovascolare, convinto che tutto fosse di origine alimentare. Per vent’anni si dedicò a un importante studio noto come Seven Countries study, reclutando oltre 12000 uomini in sette paesi: Olanda, Finlandia, Grecia, Yugoslavia, Italia, Giappone e USA.  

    Le conclusioni cui approdò Keys furono rivoluzionarie. 

    I principali fattori di rischio per la genesi dell’aterosclerosi erano l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il livello di grassi animali della dieta. 

    Di lì il mito della Dieta Mediterranea e delle benefiche proprietà degli alimenti vegetali in essa prevalentemente presenti, come olio d’oliva, frutta, verdura e legumi.

    Ma qualche decennio più tardi, proprio i popoli che per millenni l’avevano custodita, gli abitanti delle zone del bacino del Mediterraneo tradizionalmente legati a questo modello alimentare basato su un ampio consumo di frutta, verdura, cereali, olio d’oliva, finiscono per abbandonarla nonostante i rinomati vantaggi per la salute cardiovascolare e per la prevenzione dei tumori.

    Meno pesce, meno olio d’oliva, meno frutta, più carne e alimenti processati e più prodotti di bassa qualità e dubbia provenienza. 

    Quando cereali, pesce, frutta, verdura e olio d’oliva, per citarne alcuni, cominciano a scarseggiare, il fardello dei fattori di rischio per malattie cardiovascolari e tumori inizia a crescere pericolosamente.

    Il modello alimentare che ha reso l’Italia, insieme ad altri paesi come Grecia, Spagna e Marocco, quasi immune agli attacchi delle più temibili malattie dei nostri giorni, sta di fatto soccombendo sotto il peso di uno stile di vita omologato ai nuovi alimenti.

    E proprio l’Italia, il paese in cui Ancel Keys scoprì la salubrità del regime alimentare mediterraneo e dove decise di trascorrere buona parte della sua vita, si sta adeguando ad abitudini alimentari plasmati su modelli industriali che non sono più sostenibili.

    In realtà è necessario aggiungere che il modello di vita dei popoli di un tempo, oltre che i buoni comportamenti a tavola, era anche scandito da uno stile di vita più dinamico.

    È evidente e auspicabile che le persone possano tornare a frequentare i princìpi di una sana alimentazione che da secoli garantisce lunga vita alle popolazioni del Mediterraneo.

    Inclusa nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO nel 2010, la Dieta Mediterranea è definitivamente consacrata quale esempio di alimentazione sana e sostenibile. 

    È questa la felice conclusione di un percorso iniziato quasi settant’anni fa, dalle prime osservazioni di Ancel Keys, e che ha visto lo sviluppo di numerosi studi sull’impatto sulla salute e sul valore sociale.

    L’UNESCO definisce la Dieta Mediterranea come modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre nel rispetto delle tradizioni di ogni comunità.

    È evidente, quindi, ribadire l’importanza di tornare a far proprio il senso di appartenenza a un territorio, l’area mediterranea, di cui noi italiani siamo testimoni, insieme agli altri popoli che vi si affacciano.

    È una zona piuttosto ampia che però condivide tutta insieme la legittima proprietà di questo splendido territorio.

    A pensarci si vedono le differenze, i Pirenei e lo stretto di Gibilterra, le Alpi e Lampedusa, quanta distanza e diversità di tradizioni che però costituiscono proprio la ricchezza di tutto quello che ci è stato tramandato e nel tempo valorizzato.

    Dunque siamo qui per continuare un racconto che è iniziato migliaia di anni fa.

    Se da noi si coltivano le lenticchie e non la soia, le arance e non la maracujà, le zucchine e non il chuchu, sarà corretto nutrirsi di ciò che è prodotto nelle campagne a pochi chilometri da casa. La curiosità per l’assaggio di alimenti esotici non sarà negata, ma non farà parte della nostra alimentazione quotidiana. I viaggi, le feste e altri eventi saranno le occasioni per le sperimentazioni culinarie.

    Seguire la Dieta Mediterranea farà bene a noi e anche al Pianeta per la sua indiscussa sostenibilità.

    Chi seguirà questo percorso sarà stato in qualche modo stuzzicato nella fantasia e allora vorrà continuare a leggere.

    Per questo c’è la volontà di condividere il lungo cammino fatto, affinché si possa comprendere che ciò che è dentro di noi non può essere trascurato o, peggio, dimenticato.

    Noi siamo quello che mangiamo diceva il filosofo Ludwig Feuerbach ed è una verità che non si può trascurare.

    Affidiamoci allora a ciò che il nostro territorio ci offre con passione e arricchiamolo con quello che la nostra fantasia e la nostra tradizione ci danno in abbondanza.

    A chi è indirizzato questo libro

    A tutti, chi non ha bisogno di alimentarsi nel modo giusto senza seguire i modelli proposti dalla Diet Industry?

    Ne beneficeranno anche le persone che hanno la necessità e, soprattutto, la volontà di voler perdere peso guadagnando salute e benessere fisico.

    Inoltre, un aspetto non trascurabile è che più del 30% dei tumori possono essere prevenuti da un’alimentazione corretta.

    Se a questo aggiungiamo che tutti gli elementi che costituiscono un corpo in salute si devono necessariamente confrontare con ciò che si mangia, è evidente che l’alimentazione sia la migliore medicina per il nostro corpo.

    Tutti i giorni

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