Sotto un cielo pieno di stelle
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Anteprima del libro
Sotto un cielo pieno di stelle - Serena Brucculeri
Sotto un cielo pieno di stelle
di Serena Brucculeri
Descrizione
Biografia
Indice
Sotto un cielo pieno di stelle
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Epilogo
Ringraziamenti
Sandy vive a New York ed è assunta dal ricco broker Phil, affascinante e allergico a ogni tipo di legame sentimentale. Tra lui e Sandy è antipatia a prima vista, ma grazie a una serie di fortunate coincidenze i due si avvicinano l’uno all’altra.
L’attrazione tra loro è inevitabile e dà vita a un sentimento forte e profondo che la famiglia Miller, attenta all’etichetta e al prestigio sociale, tenterà in tutti i modi di ostacolare.
Riuscirà l’amore a trionfare e a regalare ai due protagonisti il magico finale, come nelle migliori delle fiabe?
Questa edizione digitale inoltre include Note e Capitoli interattivi, Notizie recenti sull'autore e sul libro e un link per connettersi alla comunità di Goodreads e condividere domande e opinioni.
Serena Brucculeri, nata a Mantova, lavora come insegnante alla scuola Primaria. È sposata, ha due figli maschi e un gatto persiano dal pelo arancione, maschio pure lui. È lettrice compulsiva di romanzi rosa e, come ogni donna, fa i salti mortali per cercare di conciliare famiglia e lavoro. Ha pubblicato nel 2017 Alla ricerca di te. Oltre il sentiero del cuore, questo è il suo secondo romanzo.
© Serena Brucculeri, 2018
© FdBooks, 2018. Edizione 1.1
L’edizione digitale di questo libro è disponibile online
in formato .mobi su Amazon
e in formato .epub su Google Play
e altri store online.
ISBN: 9788827820490
Youcanprint Self-Publishing
Elaborazione grafica cover a cura di Romance Cover Graphic
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Sotto un cielo pieno di stelle
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La vita di per sé
è la favola più fantastica.
Hans Christian Andersen
Capitolo 1
Manhattan, che luogo affascinante! Quest’isola si estende per ottantasette chilometri quadrati, ed è circondata da fiumi e da diversi piccoli atolli adiacenti che la rendono un luogo ancora più attraente. Comprende più di un milione e mezzo di anime, che ogni giorno si svegliano e dopo il caffè iniziano a svolgere le loro attività frenetiche e talmente impegnative che non si accorgono che è già sera. Anche se l’intera New York è abitata all’incirca da otto milioni di persone, quelle concentrate a Manhattan vivono nella parte più famosa e importante della città, e molte di queste persone, al mattino, prima di recarsi al lavoro puntano la sveglia, indossano tuta e scarpe da ginnastica e partono da casa per correre nei lunghi sentieri di Central Park. Questo è sicuramente il più grande parco nel distretto di Manhattan, situato proprio nella Uptown, in mezzo ai due quartieri residenziali, Upper West Side e Upper East Side, a poche centinaia di metri dal lussuoso appartamento di Phil.
Per lui Central Park, come per la maggior parte degli abitanti di New York, è una vera e propria oasi: il polmone verde di New York
come viene soprannominato. All’interno si trovano due laghi artificiali, due piste di pattinaggio su ghiaccio, parchi giochi per bambini. Ciclisti, corridori, pattinatori a rotelle, transitano tutti in mezzo a quel verde, soprattutto quando nel fine settimana è vietato il passaggio delle auto.
Phil ama correre ogni mattina, mentre il cielo albeggia e tutto intorno si risveglia. Per lui è un modo per rigenerare il suo corpo, e non vorrebbe né riuscirebbe a farne a meno, perché lo prepara ad affrontare al meglio una nuova giornata. Percorre chilometri, il sudore gli imperla la fronte, le spalle, il petto. Controlla l’ora sul telefono ma appena lo afferra squilla, richiamandolo all’ordine. Dà uno sguardo allo schermo: è sua madre.
Se n’era proprio scordato! Questa sera gli spetterà la solita cena mensile a casa dei genitori, dove gli toccherà sorbirsi i discorsi del padre sull’ultima acquisizione di clienti che ha decretato un ulteriore punteggio alla sua azienda già così tanto quotata in borsa. Per quanto riguarda sua madre, la donna si lancerà in un monologo il cui tema principale sarà il figlio e la sua sistemazione per la vita. Piuttosto che partecipare a quel momento conviviale Phil farebbe qualsiasi cosa; d’altronde non gli è concesso rinunciarvi o non presentarsi. La madre gli rinfaccia spesso che razza di figlio sia, per niente devoto e affettuoso, tutto dedito al lavoro e alle donne nel tempo libero. Questo potrebbe anche andare bene, se non fosse che nessuna di quelle ragazze le è mai stata presentata in qualità di futura nuora. La donna è convinta che il motivo è che il povero Phil non ha ancora incontrato la donna giusta, perciò si è impegnata a risolvere il problema in prima persona, cercando di accasarlo e annoverandosi il diritto di effettuare una selezione in prima persona, al posto del diretto interessato. Ultimamente si è incaponita con una certa Mary, che sta facendo praticantato come avvocato presso lo studio di suo padre. Fresca di laurea, sebbene fuori corso, è l’orgoglio dei suoi genitori e a quanto pare anche della madre di Phil, Rebecca, che non vede l’ora di vederli sull’altare.
Phil non rallenta il passo per rispondere, semplicemente accetta la chiamata e parla con gli auricolari.
«Pronto, mamma?» chiede con un sospiro volto a celare uno stato d’animo leggermente irritato.
«Phil? Quando pensavi di richiamare?!».
«Non sapevo che avrei dovuto richiamare… riguardo a cosa, poi?».
«Non essere sempre scocciato quando ti parlo… ti aspettiamo stasera a cena, ricordi?».
«Certo, come potrei dimenticarmene!».
«Dove sei? Hai il fiatone… mai una volta che riesca a parlare con te al telefono per più di due minuti!».
«Mamma, non c’è niente da dire in realtà… e sì, mi ricordo della cena, come potrebbe essere il contrario?!».
Il tono della voce oscilla tra l’arrogante e il risentito. Fatto sta che quando sente sua madre succede sempre che gli sale il sangue al cervello e un certo sentore di bile gli raggiunge la lingua.
«Phil, senti, riguardo a questa sera…».
«No mamma, ascoltami. Non vedo come tu a quest’ora del mattino abbia voglia di intavolare una qualsiasi discussione».
Phil attraversa il viale che costeggia il Jacqueline Kennedy Onassis Reservoir e scorge sopraggiungere dalla parte opposta una bella e giovane mamma che spinge il passeggino correndo. Lei lo saluta ammiccando più del dovuto e lui le risponde divertito con un cenno. Scuote la testa. Quel piacevole intermezzo lo ha distolto dagli sproloqui della madre, appena in tempo. Se la donna non avesse avuto quelle quattro ruote al seguito, sarebbe tornato certamente sui suoi passi per seguirla e finire la corsa insieme, magari con una bella doccia sul finale, nel suo appartamento.
«Hai capito? Questa sera ti voglio al massimo della cordialità, ci sarà Mary con noi…».
Phil alza gli occhi al cielo e rallenta l’andatura. Controlla l’ora, sono le sei e quarantacinque del mattino e deve rientrare per prepararsi a un’altra giornata in ufficio. Ora che ci pensa stamane aspetta la nuova signora delle pulizie, che si presenterà a casa sua nel giro di tre quarti d’ora al massimo. La vecchia signora Simpson ha dato forfait a quanto sembra, ma l’agenzia gli ha assicurato che la nuova domestica sarà all’altezza della situazione, anche perché da quanto ha capito deve essere parecchio più giovane della donna che l’ha preceduta.
«Mamma ascolta, devo salutarti. E inoltre ti dico chiaramente che non mi interessa niente né di Mary né di chiunque tu pensi di propormi per infilarle un anello al dito. Ci vediamo!».
Phil chiude la comunicazione e si immette sulla strada di ritorno verso casa. È proprio vero, sembra che New York non dorma mai. Di notte i rumori della strada sopraggiungono ovattati ma ininterrotti e ora, da quando è uscito di casa verso le sei, c’è già una colonna di macchine per strada e i taxi gialli sono schierati, pronti ad accompagnare a destinazione chiunque ne abbia bisogno. I clacson fanno il loro lavoro. Sembra mattino già inoltrato eppure Phil non è uscito da molto per effettuare la sua solita corsa: se si sbriga farà sicuramente in tempo a fermarsi per prendere un caffè da qualche parte prima di recarsi a casa, fare la doccia e accogliere la sua nuova donna di servizio. Alle otto e trenta ha già il primo cliente da incontrare. Lavora per la Cooper Brothers da diversi anni oramai, una società attiva in servizi finanziari, specializzata soprattutto in ricerche di mercato e trading e lui è la punta di diamante. Ha iniziato proprio lì la sua carriera, dopo aver conseguito una laurea con lode in Economia. Ignorando le richieste del padre di unirsi alla sua prestigiosa agenzia pubblicitaria, (tirandosi dietro le conseguenti recriminazioni da parte del genitore) si è dato anima e corpo nella sua attività professionale, fino a scalarne ogni gradino e giungere alla vetta. I soci comproprietari, i fratelli Cooper, hanno una profonda stima in lui e si aspettano grandi cose, tanto che hanno già avanzato la proposta di includerlo a tutti gli effetti nella società; a giorni dovrebbero definire termini e condizioni.
Accelera il passo e si affretta a raggiungere il suo appartamento. Deve fare in tempo per farsi una doccia prima che arrivi la signora delle pulizie. Phil entra e appoggia le chiavi nel vassoio, sul tavolino d’entrata. Il loft dove vive è il massimo del lusso e dell’eleganza; cinquecento metri quadri a disposizione solo per lui: ampio soggiorno con pavimenti in parquet di legno scuro, circondato da vetrate che danno proprio sul Central Park; gli infissi sono tutti in legno bianco, così come le pareti; i due divani in pelle nera a sei posti sono posati a elle intorno a un tavolino di vetro ampio e rettangolare. Di fronte, due maxi poltrone moderne sempre in pelle nera e dietro di esse un generoso mobile pieno di ripiani e cassetti, in legno bianco come le finestre. Il tappeto adagiato di fronte ai divani, oltre a essere notevole per dimensioni, di un color latte immacolato, pare adatto per sprofondarci i piedi dopo un’intera giornata vissuta in tensione a trattare di investimenti e migliori strategie di guadagno con i clienti più diffidenti. L’impianto stereo di ultima generazione della Bose, gli permette di ascoltare la musica in wireless con il sound touch, così che può azionarlo da qualsiasi camera desidera farlo. Il televisore invece consiste in uno schermo da 46 pollici che integra 16 altoparlanti e offre un suono Dolby Surround. Il massimo per un uomo che all’età di appena trent’anni è riuscito ad affermarsi in poco tempo come il migliore nel suo campo e nella società in cui lavora. Inoltre il suo stato di single gli permette di godere appieno dei vantaggi della sua vita agiata. Il suo non dover rendere conto a nessuno, i ritardi, le uscite, le cene, le vacanze e soprattutto gli incontri occasionali. Questo aspetto della sua vita non lo cambierebbe per niente al mondo. Alla faccia di sua madre.
Esce dal bagno ancora gocciolante, con il telo di spugna avvolto intorno ai fianchi ed entra nella cabina armadio per scegliere il completo da indossare; ha avuto perfino il tempo di radersi. Ottimizzare i tempi, questo è uno dei suoi obiettivi. Questo lo rende vincente.
Capitolo 2
Hell’s Kitchen è un quartiere situato nella zona occidentale di Midtown Manhattan; è un quartiere ricco di attrattive turistiche e locali notturni. I ristoranti, da una parte e dall’altra della Ninth Avenue propongono specialità tipiche di ogni parte del mondo. Proprio in uno di questi ristoranti, Bella Italia
, Sandy ha prestato servizio fino alla settimana prima. Purtroppo, a causa di un ridimensionamento del personale hanno dovuto fare a meno di lei. In realtà conosce la vera motivazione del suo licenziamento, cioè l’aver respinto le avances del figlio del proprietario.
Sandy è rimasta senza lavoro e si è data da fare il più possibile per trovare alla svelta un altro impiego. L’agenzia di collocamento le ha consigliato di iscriversi presso un’impresa di pulizie di alto livello: la gamma di clienti da cui attinge è gente di tutto rispetto, danarosa e senza alcun pensiero su come arrivare a fine mese. Situazione opposta alla sua, in poche parole.
Sandy si maledice per la sua irresponsabilità: ieri sera è andata a letto tardi e si è dimenticata di puntare la sveglia. Ora realizza che se non si sbriga ad alzarsi dal letto non arriverà mai in tempo all’appuntamento: sono le sette e dieci e deve essere dal cliente alle sette e trenta puntuali. Si prende la testa tra le mani. Fortunatamente il bisogno impellente di andare al bagno l’ha costretta a svegliarsi, altrimenti avrebbe dormito tranquillamente sino a mezzogiorno. Non ha tempo di fare la doccia. Scosta le coperte e scende dal letto ma impreca subito dopo per aver sbattuto il piede contro lo spigolo del comodino e si reca in bagno saltellando per gettarsi un po’ di acqua fredda sul volto. Risveglio d’urto. Si passa le mani tra i capelli: sono un disastro. Questa mattina sembrano impossibili da gestire, allora pensa che la soluzione migliore sia legarli in uno chignon dietro alla nuca, un’acconciatura comunque molto professionale. Sandy riflette che non ha tempo per prendere la metropolitana, deve assolutamente chiamare un taxi. Ha venti minuti soltanto per raggiungere l’East Side e affrontare il colloquio. Che stupida, se ieri sera non fosse uscita per festeggiare il compleanno dell’amica Janet a quest’ora avrebbe riposato a sufficienza e sarebbe in viaggio per la sua destinazione, sicura di fare bella figura e superare il colloquio, ottenendo l’assunzione.
Dieci minuti dopo è sul taxi. Indossa un paio di occhiali scuri, nonostante il sole non sia ancora alto nel cielo. Sandy ha ripiegato all’ultimo momento per un jeans e una maglia larga con la stampa di un viso di donna e sopra di essa indossa il suo inseparabile giacchino in pelle. Ripassa mentalmente il discorso che si è preparata per giustificare il suo imperdonabile ritardo mentre si stritola le mani per il nervosismo e la tensione. Da quello che ha capito comincerà oggi stesso e il suo operato verrà preso in esame in modo meticoloso da parte dell’agenzia che la assumerà, in base alle recensioni del cliente sul lavoro da lei svolto.
Il taxi si ferma alle sette e trentacinque davanti a un grattacielo poco distante da Central Park. Sandy tira un sospiro di sollievo, paga la corsa e scende dall’auto che riparte nel giro di pochi secondi. Deve dare il massimo, deve fare buona impressione e giocare bene le sue carte. La ragazza alza il mento, raddrizza le spalle ed entra nell’immenso palazzo dove viene accolta dal portiere.
Sandy gli si presenta come la nuova governante del signor Miller. L’uomo la studia percorrendola con lo sguardo da capo a piedi, l’occhio severo e professionale di chi non può permettersi di lasciare libero accesso a chiunque all’interno di quel lussuoso palazzo. Terminato l’accurato esame, il portiere in livrea la invita a seguirlo e le chiama l’ascensore che le permetterà di raggiungere l’appartamento. Lei controlla l’ora e nota che sono le sette e quaranta, così fa un profondo respiro e deglutisce a vuoto cercando di ripristinare un po’ di salivazione che ora è azzerata.
La salita sembra interminabile; Sandy si ritrova a strizzare gli occhi e a incrociare le dita, sperando che vada tutto bene e pregando di non ritrovarsi davanti il solito signore anziano, fissato con la puntualità. Si rilassa un attimo e controlla la sua immagine allo specchio, si liscia la giacca e si passa una mano tra i capelli castani per sistemare l’acconciatura. Quando si è preparata quella mattina non ha fatto in tempo nemmeno a mettere un filo di trucco. Poco importa, d’altronde deve essere assunta come colf e non come ragazza immagine.
La corsa si arresta e le porte si aprono, permettendole di uscire e raggiungere l’atrio dove troverà la porta del signor Phil Miller. Sandy trattiene il respiro, poi lo rilascia e suona il campanello.
Nella camera da letto l’immagine riflessa dallo specchio rimanda quella di un uomo sicuro di sé. Phil sistema il nodo alla cravatta. Il completo scuro che indossa questa mattina è perfetto per affrontare il cliente che lo attende da lì a un’ora scarsa. Guarda il Rolex al polso e sospira passandosi le mani tra i capelli: il ritardo della nuova governante non ci voleva proprio, è un inconveniente che rischia di ripercuotersi sulla sua giornata lavorativa. Ha poco tempo per raggiungere la Cooper Brothers e visto il traffico di Manhattan a quell’ora sarà un’ardua impresa. Si chiede spazientito dove sia mai finita la signora inviata dall’agenzia. Pensa di afferrare il cellulare e contattare la Cleaned Now a cui si è rivolto, quando sente suonare il campanello. Si affretta a raggiungere la porta ma appena la apre rimane un attimo interdetto: quella che ha di fronte non è di certo la classica signora delle pulizie di mezza età. Apre la bocca senza emettere alcun suono, come preso alla sprovvista, poi si ricompone e alza il sopracciglio verso l’alto, accompagnando il gesto con uno sguardo freddo e distaccato che non fa presagire nulla di buono.
Sandy trattiene il respiro. Il discorso che si è mentalmente preparata per giustificare il suo ritardo svanisce all’istante dalla sua mente. Non se lo aspettava così il signor Miller: pensava di ritrovarsi davanti un signore attempato, avanti con gli anni e non un ragazzo che all’apparenza sembra avere su per giù la sua età, oltre che a essere appena uscito direttamente da una copertina di «GQ». Alto, spalle larghe che riempiono perfettamente la giacca del completo che indossa. I capelli sono scuri e mossi, gli occhi di un blu intenso e la bocca carnosa al punto giusto, ma tirata in una linea di disappunto nella sua direzione.
Sandy si ritrova ad allungare una mano tremante verso Phil e balbetta qualcosa che ha il sapore di una richiesta di scuse ma che si disperde come un soffio nell’aria. Lui ricambia la stretta in modo deciso e gliela rilascia, infilandosi poi le mani nelle tasche.
«Lei è la signora dell’agenzia? Lo sa che è in ritardo vero?! In forte ritardo, per essere precisi». L’occhiata di Phil è tagliente ma è in netto contrasto con la sua voce che perde un colpo verso le ultime battute della frase, incrinandosi leggermente e lasciando trasparire un fugace senso di smarrimento. Phil non si aspettava che la nuova governante fosse così e deve ammettere suo malgrado che d’aspetto è molto carina, anzi è bella nel vero senso del termine. Il ragazzo riacquista un po’ del risentimento che ha provato fino a poco prima di aprire la porta, si schiarisce la gola e la squadra dall’alto al basso con gli occhi blu chiusi a fessura nel tentativo di identificarla, o addirittura di farsi un’idea di lei nel minor tempo possibile.
Sandy, data l’agitazione, non coglie la fugace titubanza del suo potenziale datore di lavoro e si limita a presentarsi.
«Salve, sì sono io. Mi chiamo Sandy Brown, sono la sua nuova colf. Mi scuso per il ritardo, purtroppo ho avuto un piccolo contrattempo ma le prometto che non si ripeterà più, può starne certo».
Sandy accompagna la presentazione con un sorriso forzato che lui apertamente non ricambia.
«Lo spero vivamente per lei. Dovrei già essere su un taxi a quest’ora. Venga dentro, le faccio vedere l’appartamento». Sandy lo segue come un cane bastonato; Phil le volta le spalle dando per scontato di averla dietro di lui e comincia a mostrarle sommariamente le stanze della casa. Lei le osserva a occhi sgranati ma per farlo deve guardare oltre quelle ampie spalle e le risulta un’impresa ardua.
«Questa è la sala; l’aspirapolvere va passata una volta al giorno in tutte le stanze ma qui in particolare, poiché come può vedere, c’è un enorme tappeto. I mobili devono essere spolverati e i vetri puliti. Troverà i prodotti necessari nello sgabuzzino. Mi segua