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Rivincita di una notte
Rivincita di una notte
Rivincita di una notte
E-book151 pagine2 ore

Rivincita di una notte

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Info su questo ebook

Tra tutti gli uomini del mondo, perché doveva essere proprio lui l'unico in grado di aiutarla?
L'ultima volta che Gabriel Diaz ha sentito la parola no è stata quando Lucy Robins ha respinto il suo invito a cena, un invito che nei suoi programmi preludeva a ben altro che una semplice cena.
Quel rifiuto pesa ancora come un macigno per lui e ora che Lucy ha un disperato bisogno d'aiuto lui è ben felice di darglielo. Il loro accordo però servirà a ripagarlo dell'offesa subita due anni prima, quindi il prezzo da pagare sarà elevato. Quello che Gabriel non aveva previsto era di restare prigioniero del fascino di Lucy dopo una sola notte insieme.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mag 2020
ISBN9788830513884
Rivincita di una notte
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Rivincita di una notte - Cathy Williams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Notorious Gabriel Diaz

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Cathy Williams

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-388-4

    1

    «Cosa significa? Spiegatemelo di nuovo perché non ho capito.» Lucy Robins guardò i suoi genitori prendendo tempo mentre il suo cervello cercava di venire a patti con quello che le avevano appena rivelato. Freddy, il carlino che aveva adottato tre anni prima, si sdraiò sulla schiena per attirare la sua attenzione. «Non ora, Freddy» gli disse dandogli una carezza. Incoraggiato da quel gesto il cane bianco e nero le saltò in grembo fissandola adorante.

    Non appena aveva sentito la voce della madre al telefono aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Celia Robins non la chiamava mai al lavoro, anche se lei le aveva ripetuto più volte di farlo dal momento che non se ne stava seduta in ufficio controllata da un capo esigente. Il grande vivaio in cui era stata assunta era in realtà un ambiente molto rilassante e informale.

    Lucy lavorava in parte come giardiniere e in parte come artista, nel senso che usava il suo recente diploma in arte grafica per realizzare accurate illustrazioni per un libro sulla flora e la fauna del centro.

    La telefonata era arrivata proprio mentre stava rinvasando un gruppo di orchidee che erano state consegnate sei mesi prima.

    «Cara, potresti venire a casa? C’è una emergenza...» le aveva detto la madre e lei era corsa subito da loro dopo avere avvertito rapidamente Victor dove era diretta.

    «Cosa vuoi dire che sei nei guai con i conti della società?» chiese fissando il padre.

    Nicholas Robins, un uomo piccolo e tondo, alzò affranto lo sguardo sulla figlia.

    «Ho preso in prestito dei soldi alcuni anni fa. Non molto. Quando tua madre ha avuto l’ictus. Ero convinto che l’avremmo persa e volevo realizzare il suo sogno di fare una crociera. Non pensavo razionalmente...»

    Lucy accarezzò la pancia di Freddy. Quando il padre le aveva annunciato che sarebbero partiti in crociera le aveva detto di avere ricevuto un inaspettato bonus in busta paga. La società era appena stata acquistata da un gigante dell’elettronica e lei gli aveva creduto, felice per quella bella notizia.

    «Volevo portare tua mamma in un posto speciale dopo il suo recupero, così ho pensato di prendere in prestito del denaro... Non posso credere di essere stato tanto stupido.»

    Lucy guardò preoccupata la madre. Celia Robins era una donna fragile che non sarebbe stata in grado di gestire quella catastrofe. L’ictus che l’aveva colpita l’aveva privata di ogni energia e sia lei che il padre vivevano nel costante terrore che potesse capitargliene un altro.

    «Pensavo che non sarebbe cambiato niente quando è subentrata la GGD» continuò il padre con voce scossa. «Prima ero l’unico contabile, invece poi è arrivato un team di esperti finanziari. Ho cercato di nascondere l’ammanco il più possibile restituendo poco alla volta i soldi, ma questa mattina mi hanno convocato per dirmi che avevano riscontrato delle discrepanze e che sarebbe stata una buona idea se mi fossi preso un permesso finché non fosse stata risolta la questione.»

    Lucy non sapeva cosa dire. Di certo suo padre non era un ladro, tuttavia era consapevole che nessun avvocato avrebbe ragionato nello stesso modo. La verità era che aveva sottratto dei fondi alla società. Non c’era spazio per storie strappalacrime, o scuse. Non era così che operavano le grandi compagnie. Di sicuro non Gabriel Garcia Diaz, l’uomo che aveva fondato la GGD portandola a essere leader mondiale nel settore dell’elettronica in soli otto anni.

    Gabriel Diaz era una squalo che non avrebbe degnato di uno sguardo un pesciolino d’acqua dolce come suo padre.

    Sospirò affranta. Aveva cercato di togliersi dalla mente quell’uomo negli ultimi due anni, ma adesso il passato tornò prepotente a riaffacciarsi abbattendo le difese che aveva eretto per tenere a bada i ricordi.

    Lo aveva conosciuto per caso. Per settimane in città non si era fatto altro che parlare dell’acquisto della Sims Electronics da parte della GGD, trasformandola in un colosso che avrebbe creato centinaia di posti di lavoro.

    Ovviamente lei era stata contenta perché quell’operazione avrebbe alleggerito il problema della disoccupazione che affliggeva quella parte del Somerset. Fortunatamente aveva appena ottenuto un posto al vivaio e aveva conservato tutta la sua eccitazione per il suo nuovo impiego. Amava le piante e amava lavorare all’aria aperta. Inoltre aveva anche qualcos’altro da festeggiare: infatti le avevano affidato il compito di illustrare un libro su tutte le specie di fiori rari ed esotici coltivati nelle imponenti serre.

    Sinceramente si era dimenticata del fatto che il grande capo sarebbe arrivato in città. Era così eccitata per quell’incarico, che le avrebbe dato la possibilità di utilizzare il suo diploma in arte, che era montata sulla bicicletta per correre a dare la notizia a suo padre. Era stato solo quando aveva intravisto la limousine scura parcheggiata nel piazzale della Sims Electronics che si era ricordata che quello era il gran giorno.

    Era una bella giornata di sole e tutti i dipendenti si erano riuniti fuori dal palazzo. In mezzo, circondato da personale della sicurezza vestito di nero, un uomo sovrastava in altezza tutti gli altri.

    Lei lo aveva fissato e anche a quella distanza aveva percepito la forza della sua personalità. L’attenzione di tutti i presenti era rivolta a lui. Alcuni lo ascoltavano a bocca aperta.

    Al di là dell’aura di potere che emanava, era di sicuro l’essere umano più incredibile su cui avesse mai posato gli occhi. Alto, con i capelli corvini, i tratti del volto cesellati e una pelle abbronzata che gli conferiva un aspetto esotico, assomigliava, quanto a bellezza, a una divinità greca.

    Suo padre si trovava all’interno del cerchio e per l’occasione aveva indossato il suo abito migliore. Fortunatamente il gran capo poi era entrato nell’edificio circondato dal suo staff, così lei aveva potuto raggiungerlo con la bicicletta e dargli la buona notizia.

    Sinceramente Lucy non aveva idea di come fosse riuscito a notarla in mezzo alla folla di gente. L’aveva vista arrivare pedalando? Aveva comunicato via radio con uno dei suoi uomini rimasti fuori? Un tipo muscoloso si era avvicinato chiedendole chi era e che cosa stesse facendo lì.

    Non volendo rivelare il suo legame con il padre, dato che non sapeva se era contro le regole per un dipendente parlare con estranei durante il lavoro, aveva risposto che era venuta a controllare per conto del vivaio che le piante portate per la visita del presidente fossero state sistemate a dovere.

    Era stato solo più tardi che aveva avuto il primo contatto reale con Gabriel Garcia Diaz.

    Pronta per tornare a casa, si era chinata a togliere il lucchetto alla bicicletta e quando si era rialzata se lo era ritrovato di fronte. Due guardie del corpo erano rimaste accanto all’auto scura.

    Lui le aveva letteralmente tolto il respiro. Mai nella sua vita aveva sentito un simile desiderio di fissare una persona. Da vicino quell’uomo era ancora più sconvolgente e quando le aveva parlato aveva scoperto una voce bassa e sensuale. Lui le aveva domandato come si chiamava e le aveva confessato di essere rimasto così colpito da cambiare programma, e invece di partire l’avrebbe portata fuori.

    Lei era rimasta senza parole, oltre che sconvolta e vagamente terrorizzata. Che razza di uomo era uno che avvicinava una donna che non conosceva invitandola a cena con un tono che non avrebbe ammesso un rifiuto?

    Il suo aspetto straordinario e l’apprezzamento che aveva scorto nei suoi occhi scuri le avevano procurato un giramento di testa. Arretrando aveva rifiutato non riuscendo a immaginare cosa mai potesse volere una persona simile da una come lei. La risposta poteva essere soltanto una: sesso.

    Aveva continuato a respingerlo per tutto il resto della settimana malgrado i fiori bellissimi e costosi che le aveva inviato al vivaio attirando l’attenzione dei colleghi, nonché un braccialetto d’oro che si era rifiutata di accettare. A quel punto Gabriel non l’aveva più avvicinata di persona, ma quel bombardamento, destinato a erodere le sue difese, l’aveva confusa spingendola a nascondersi ancora di più. Alla fine aveva lasciato un messaggio nella segreteria telefonica del numero di cellulare che lui le aveva dato dicendogli che aveva un fidanzato.

    E Gabriel non l’aveva più cercata.

    Stranamente, la fine delle sue attenzioni l’aveva prostrata per settimane, ma poi, poco alla volta, era tornata a essere se stessa lasciandosi il ricordo di quell’uomo alle spalle.

    Inoltre, l’intenso lavoro al vivaio non le aveva dato la possibilità di analizzare l’impatto inquietante che Gabriel Diaz aveva avuto su di lei. Oltretutto lui non era più tornato a visitare gli uffici dove suo padre aveva continuato a lavorare.

    E adesso, mentre guardava i suoi genitori terrorizzati, l’immagine di Gabriel Garcia Diaz si riaffacciò nella sua mente simile a un angelo vendicatore.

    «Forse vi posso aiutare» si offrì con il cuore che le batteva forte. «Al vivaio mi danno un buon stipendio e potrei chiedere un anticipo del compenso per le illustrazioni che ho già fatto per il secondo volume del libro. Sono sicura che non avranno nulla da obbiettare. Il Kew Garden è interessato a commissionarmi un lavoro e...»

    «Non è giusto, tesoro.» Nicholas Robins scosse la testa disperato. «Ho cercato di parlare con loro e di spiegare le circostanze. Mi sono offerto di ridurmi lo stipendio per ripagare il debito, ma non sono interessati. Mi hanno risposto che non è così che conducono la società. Un errore e sei fuori.»

    «E hai parlato personalmente con... Mr Diaz?» gli chiese lei. Il solo pronunciare quel nome le procurò un brivido. Inevitabilmente ricordò i suoi affascinanti occhi scuri e il modo in cui l’avevano guardata.

    «Oh, no» sospirò il padre. «Ho chiesto di poterlo vedere, ma questa faccenda non è abbastanza importante per un uomo come lui. Senza contare che è spesso all’estero.»

    «Allora cosa succederà?» volle sapere Lucy spaventata, consapevole che non era mai una buona idea tentare di nascondere la verità. Cercò di trattenere le lacrime. I genitori erano già abbastanza affranti. Lei era la loro unica figlia e l’avevano avuta in tarda età per cui l’avevano sempre protetta. Vederla infelice per loro sarebbe stato terribilmente doloroso.

    «Nel migliore dei casi perderemo la casa. In quello peggiore, invece...» confessò il padre lasciando in sospeso la frase. Era evidente, però, che la conclusione sarebbe stata la prigione. L’appropriazione indebita era un reato grave giudicato pesantemente dai tribunali.

    Lucy aprì la bocca per suggerire che

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