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Lo sceriffo e la top model: Harmony Collezione
Lo sceriffo e la top model: Harmony Collezione
Lo sceriffo e la top model: Harmony Collezione
E-book163 pagine2 ore

Lo sceriffo e la top model: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lo sceriffo Cliff Swain ha intuito subito che Tasha, la top model che sua cognata e suo fratello gli hanno trovato come governante temporanea, non può funzionare. Ha un sex appeal irresistibile, certo, ma non sa cucinare e brucia tre camicie alla settimana! La scintilla della passione scatena presto un incendio nel cuore di entrambi, ma anche la consapevolezza che l'amore tra un cowboy e una modella non può durare. Il giorno della partenza di Tasha capita un serio imprevisto...

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2015
ISBN9788858941935
Lo sceriffo e la top model: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Lo sceriffo e la top model - Charlotte Maclay

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In a Cowboy’s Embrace

    Harlequin American Romance

    © 2000 Charlotte Lobb

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-193-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Papà! Papà!» esclamò Stevie entrando di corsa in cucina. «Riccioli d’oro sta dormendo nel tuo letto! E c’è anche sua madre con lei!»

    Clifford Swain accarezzò la testa di suo figlio. Aveva trascorso una lunga giornata nei pascoli del Double S, il ranch che apparteneva a lui e a suo fratello gemello. Non era sicuro di avere ancora energie per affrontare un altro dei voli di fantasia del suo bambino di cinque anni.

    Però la presenza di un estraneo in casa avrebbe potuto spiegare la BMW grigio argento parcheggiata nel cortile della casa. Nessuno degli abitanti di Reilly’s Gulch, la minuscola città del Montana, possedeva un’auto simile. I mezzi di trasporto preferiti erano i pick-up e i fuoristrada. L’unica eccezione era Chester O’Reilly, che all’età di novant’anni aveva acquistato una fiammante Mazda da Ella, la cognata di Cliff.

    «Andiamo, socio» disse l’uomo al figlio. La criminalità in quella città era quasi inesistente, perciò, chiunque avesse visto in casa il bambino, non avrebbe costituito un pericolo. Lui lo sapeva bene perché, oltre a essere un allevatore, era uno sceriffo in attesa di diventare sceriffo capo della contea. «Scopriamo cosa sta succedendo.»

    «Pensi che mangeranno tutti i miei cereali?»

    Cliff sorrise al ragazzino. «Stai tranquillo. Se dovesse accadere, te ne comprerò degli altri.»

    «Bene» commentò Stevie, trotterellando alle calcagna del padre. «Potresti prendere anche dei biscotti al cioccolato, allora?»

    La casa aveva stanze spaziose e un lungo corridoio. Lui e sua moglie avevano deciso di avere una grande famiglia quando si erano sposati. Purtroppo Yvonne era morta tre anni prima in un incidente d’auto, perciò Cliff non aveva mai costruito un secondo piano per ampliare l’abitazione come era nel progetto originale.

    Non avevano avuto il tempo per avere altri figli. Questo per lui era un dolore costante, paragonabile quasi a quello di aver perso la sua compagna di sempre.

    Cliff si affacciò nella stanza degli ospiti, dove aveva preso l’abitudine di dormire dalla morte della moglie, per sfuggire ai troppi ricordi e fantasmi che popolavano la camera padronale.

    «Vedi... te lo avevo detto io» sussurrò Stevie.

    Vero: Riccioli d’oro e sua madre erano distese sul letto, profondamente addormentate. Il viso della ragazzina era incorniciato da una nuvola di riccioli biondi, ma fu la donna ad attrarre l’attenzione di Cliff. I capelli color platino erano sparsi sul cuscino. Aveva un aspetto vulnerabile, ma anche decisamente attraente.

    Gocce di sudore gli imperlarono la fronte mentre provava lo strano desiderio di stendersi accanto a quella donna addormentata sul suo letto.

    Doveva aver fatto qualche rumore perché la sconosciuta si svegliò, inarcando la schiena come un gatto pigro. Aprì gli occhi, blu come il cielo del Montana. Un sorriso incurvò le sue labbra.

    Lo guardò, poi si girò verso suo figlio.

    «Ciao. Tu devi essere Stevie.» Aveva una voce armoniosa e seducente, resa un po’ roca e calda dal sonno.

    Il bambino annuì. «Stai dormendo nel letto di mio padre» la informò.

    «Davvero?» Con un agile movimento, la donna si mise a sedere, lasciando dondolare le gambe dal letto. Raccolse i lunghi capelli alla sommità della nuca e li fermò con un nodo. Il suo sguardo si soffermò sulla figlia che dormiva tranquilla. «Siamo in viaggio ormai da giorni» spiegò. «Infine mi sono persa.»

    Tutto in lei, dalle unghie lunghe laccate di rosso al viso perfettamente ovale, confermava che si era persa, perché la sua destinazione avrebbe dovuto essere Hollywood e non quella piccola città del Montana, pensò Cliff.

    La donna si alzò dal letto, calzò un paio di sandali di cuoio e gli tese la mano. «Sono Tasha Reynolds» si presentò. «La tua nuova governante. In via temporanea, ovviamente» spiegò.

    Cliff sgranò gli occhi. Non si era aspettato nulla del genere quando aveva cercato qualcuno che sostituisse Sylvia Torres, la sua governante abituale, che in quel momento era assente perché era nato da poco il suo terzo nipote. Aveva chiesto a Ella se conosceva qualcuno...

    «Sei la sorella di Ella?» chiese, notando una lieve somiglianza con sua cognata. Se Ella Papadakis Swain era bella, Tasha era... mozzafiato! Alta e snella, si muoveva con grazia innata che solo un uomo che la superasse in altezza avrebbe potuto apprezzare. Un uomo come lui.

    «Proprio io.» Gli passò davanti, poi prese Stevie per mano. «Perché non lasciamo dormire Melissa ancora un po’? Quattro giorni di viaggio sono stati estenuanti per lei.»

    Cliff la guardò camminare lungo il corridoio... no, danzare lungo il corridoio, si corresse. La lunga gonna che indossava ondeggiava al ritmo del suo passo, un effluvio di fiori selvatici aleggiava nell’aria per testimoniare il suo passaggio. Per nessun motivo al mondo avrebbe potuto permetterle di restare in quella casa con la qualifica di governante, decise. A meno che non fosse stata disposta a dormire ogni notte nel suo letto.

    Ma poiché lui aveva un bambino di cinque anni molto sensibile, e Tasha una figlia più o meno della stessa età, questo non gli sembrava un piano realizzabile.

    L’unica altra possibilità era chiederle di andare via al più presto possibile, perché non avrebbe potuto vivere con lei sotto lo stesso tetto senza cercare di sedurla.

    Una cosa che non poteva assolutamente permettersi, soprattutto adesso che la sua reputazione era fondamentale in previsione dell’elezione a sceriffo capo di contea.

    Tasha lasciò la mano di Stevie quando entrarono nel grande salone, arredato in stile western, con un ampio camino di pietra che dominava un’intera parete.

    «Tua zia Ella mi ha detto che hai cinque anni» gli disse.

    «Ne ho quasi sei» la corresse il bambino, che era in tutto e per tutto una versione in miniatura di suo padre. Capelli arruffati color sabbia, occhi blu, mascella forte e labbra incurvate in un naturale sorriso.

    «Melissa fra poco compierà sette anni. Era ansiosa di giocare con te.»

    «Allora non è davvero Riccioli d’oro» commentò il ragazzino, deluso.

    «No, ma Riccioli d’oro e i tre orsi è sempre stata una delle sue favole preferite.» Tasha si voltò percependo la sguardo di Cliff fisso su di lei.

    Era abituata a essere ammirata - dopotutto, era una delle indossatrici più famose del momento - ma Cliff la stava guardando in modo diverso. Sembrava interessato, certo, ma uno scintillio nei suoi occhi suggeriva anche una certa diffidenza, come se non la giudicasse adatta a quel posto. In realtà non lo era, ma aveva bisogno di un luogo tranquillo e sicuro dove rifugiarsi per un po’. La soluzione gliel’aveva offerta sua sorella, proponendole di sostituire temporaneamente la governante di Cliff.

    Anche se aveva incontrato il marito di Ella l’anno prima, Tasha non si era aspettata che il suo fratello gemello potesse avere un tale impatto su di lei. Con le spalle larghe, le gambe lunghe e muscolose, il cappello calcato in testa, Cliff Swain aveva un aspetto tanto virile da fare impallidire al suo confronto tutti gli altri uomini che aveva conosciuto.

    Se non fosse stata ancora così profondamente turbata per il fallimento della sua ultima relazione sentimentale, avrebbe preso in considerazione la possibilità di provarci con lui.

    Ma ormai aveva voltato pagina. L’attrazione sessuale non sarebbe più stata la base di una sua possibile unione. In fin dei conti, essere una madre single era meglio che accontentarsi di giocare un ruolo di secondo piano rispetto a una fotomodella diciottenne, il cui viso appariva sulle copertine di tutte le più famose riviste di moda.

    «Hai detto di esserti persa» esordì Cliff. «Come mai?»

    «Ella mi ha spiegato come arrivare a casa sua, ma devo avere imboccato la strada sbagliata. E non solo» ammise Tasha sorridendo. «Potrei giurare di essere passata accanto alla stessa mucca almeno sei volte.»

    «Le mucche sembrano un po’ tutte uguali» confermò Cliff.

    «Infine ho letto il tuo nome sulla cassetta della posta. Melissa era inquieta e io molto stanca, così ho deciso di entrare. La porta era aperta.»

    «Da queste parti siamo molto ospitali. Ti accompagno io, se vuoi vedere tua sorella questa sera» si offrì lui.

    «Non voglio svegliare Melissa. Potrei telefonare a Ella per dirle che sono arrivata. In fin dei conti, io abiterò qui» replicò Tasha, poi si voltò verso Stevie. «Riccioli d’oro e la sua mamma hanno bisogno di un posto dove stare. Che cosa ne pensi se ci fermiamo a casa tua?»

    Il bambino rise. «Non credo che tu voglia dormire nel letto del mio papà» affermò. «Non è grande abbastanza per due persone.»

    «Mi dispiace, pensavo fosse la stanza degli ospiti...»

    «Lo è» confermò Cliff. «Ma io dormo lì da quando...» Scrollò le spalle e non concluse la frase. «Ascolta, puoi prendere quella stanza. Io mi trasferirò in quella padronale e Melissa...»

    «Melissa può dormire con me, papà» lo interruppe Stevie. «Ci sono due letti nella mia camera. Potrebbe spaventarsi se restasse tutta sola.»

    «Sì, penso che Melissa sarebbe molto contenta» replicò Tasha, commossa per la generosità del bambino.

    Stevie intanto si era seduto sul divano, ma nel farlo aveva urtato la borsa che Tasha aveva lasciato lì, facendola rovesciare.

    «Fai più attenzione, figliolo» lo rimproverò Cliff, chinandosi per raccogliere le cose che si erano sparse sul pavimento. Prese una rivista e osservò l’immagine di Tasha in copertina.

    Indossava un vestito color salmone che le lasciava scoperta una spalla. Immediatamente la temperatura del suo corpo si alzò, fino a raggiungere quella di una calda giornata estiva.

    «Guarda, papà! È Tasha in quella foto!» esclamò Stevie, eccitato.

    «Ho comprato questa rivista in un supermercato qui vicino» replicò lei, prendendo il giornale dalle mani di Cliff. «Ti piace la foto, Stevie?»

    «Sì, sei molto carina» confermò il ragazzino.

    «Grazie, tesoro» rispose Tasha con un sorriso dolce.

    «Sei una fotomodella»

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