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Attrazione greca: Harmony Collezione
Attrazione greca: Harmony Collezione
Attrazione greca: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

Attrazione greca: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Calda come il sole di Corfù, antica come le rovine di Creta, dolce come il nettare degli antichi dei. La passione, nel sangue di ogni uomo greco, scorre veloce fin dalla notte dei tempi...

Nick Papaeliou esce solo con donne sofisticate e incredibilmente belle. Perché quindi si senta così attratto da Rose, il cui aspetto è ben lontano da questo cliché, è per lui un vero mistero. Forse la risposta sta nel fatto che lei è la prima donna che non si getta ai suoi piedi, ma a questo Nick può rimediare molto in fretta.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2020
ISBN9788830506992
Attrazione greca: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Attrazione greca - Cathy Williams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Taken by Her Greek Boss

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Cathy Williams

    Traduzione di Maria Elena Vaccarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-699-2

    1

    Per Nick Papaeliou la serata incominciava a prendere una piega strana, quasi surreale.

    Tanto per cominciare, non era il tipo che amava le scenate in pubblico. Gli piaceva avere il controllo di ogni aspetto della propria vita, soprattutto delle proprie emozioni. Invece, che cos’era successo meno di un’ora prima? La sua ragazza, ormai relegata al ruolo di ex ragazza, dopo aver bevuto troppo aveva dato inizio a un battibecco che aveva preannunciato la fine della loro relazione. Certo, sapeva già da un po’ di tempo che avrebbe dovuto rompere con Susanna. Il campanello d’allarme aveva cominciato a suonare quando le sue allusioni erano passate dal generico avere una relazione seria al più specifico volersi sistemare prima che il suo orologio biologico cominciasse a scandire realmente il tempo. Ma le aveva dato retta? No. L’intenzione di chiudere con lei gli ronzava da un po’ in qualche remota parte della mente, ma era nel bel mezzo di un affare molto complesso e, stupidamente, l’aveva accantonata.

    E poi il ricevimento di quella sera. Non solo la consueta e noiosa festa sfrenata di modelle a cui aveva accettato di partecipare di malavoglia, sapendo che sarebbe stata l’ultima insieme a lei, ma un’elegante cena privata organizzata da una coppia di stilisti con un vivo interesse per l’arrampicata sociale.

    Il vino era scorso generosamente, e quanto era vero che l’alcol scioglieva la lingua!

    Nick ripensò con disgusto a Susanna: le lacrime, le grida, le suppliche... e tutto di fronte a un pubblico di una quarantina di persone.

    Naturalmente se n’era andato, deciso a tornare subito nel proprio attico di Mayfair, dove avrebbe potuto scordare davanti al computer portatile quelle ultime due ore da incubo. Sarebbe stato il modo migliore di concludere una serata aberrante, ma...

    Guardò di sottecchi la giovane donna seduta al suo fianco sul sedile posteriore del taxi. Eccolo lì. Abbordato da una bionda dal viso fresco che aveva lavorato come cameriera alla festa e che, per coincidenza, era andata via nel suo stesso momento.

    Si era ritrovato a bere un caffè insieme a lei nel bar vicino e, davanti a una tazza di caffè nero e forte, con la guardia momentaneamente abbassata dopo la sgradevole baruffa in pubblico con Susanna, si era dedicato al raro passatempo di stare seduto davanti a una bella donna dalla quale non era minimamente attratto, ascoltando quello che aveva da raccontare, nonostante fosse in gran parte una storia che aveva già sentito un migliaio di volte. La ragazza attraente che aspirava a diventare un’attrice. L’ottimismo le sprizzava da tutti i pori, fluendo intorno a lui nelle ondate della sua conversazione eccitata e del pressante linguaggio del corpo.

    Cielo, se l’aveva sfinito! Quando l’aveva informata, con tutta la gentilezza e il tatto possibili, di non essere disponibile, gli era sembrato di avere cent’anni.

    Per quanto tempo ancora, si era chiesto, avrebbe potuto mantenere quello stile di vita da scapolo? Suo padre era morto quando lui era poco più che ventenne e la madre l’aveva seguito otto anni addietro. Era forse questo? La mancanza della pressione dei genitori a comportarsi nel modo rispettabile, creandosi una famiglia? Oppure la sua risoluta e fulminea scalata al successo gli aveva fornito tutto ciò che la ricchezza e il potere potevano comprare, creando crudelmente un mondo nel quale a nessuno era consentito insediarsi a lungo?

    In tutta onestà, Nick non lo sapeva. Ciò che invece sapeva era che Lily, la modella part-time che sbarcava il lunario come poteva mentre credeva ancora nei propri sogni, aveva suscitato inaspettatamente in lui un interesse quasi paterno.

    Ecco perché si trovava in quel taxi con lei, dopo aver accettato di riaccompagnarla a casa per bere un bicchierino, divertito nel vederla inorridire quando le aveva spiegato che sarebbe dovuto realmente tornare a casa a sbrigare un po’ di lavoro.

    «Nessuno lavora a mezzanotte di sabato in pieno inverno!» aveva esclamato scandalizzata, e lui si era quasi messo a ridere per quel candore. La ragazza era sicuramente convinta di fargli un favore offrendogli la propria compagnia dopo lo sgradevole episodio al party, a cui aveva assistito, come tutti gli altri. Aveva anche soggezione di lui, come rivelavano i grandi occhi azzurri. Come la maggior parte delle persone d’altronde. Era qualcosa che ormai dava per scontato, anche se, almeno in questo caso, era abbastanza sicuro che la ragazza non volesse niente da lui.

    Dopo aver percorso una miriade di strade deserte, tutte identiche nelle loro file di case a schiera buie, finalmente il taxi si fermò. Lily lo divertì ancora di più rifiutandosi di lasciarlo pagare, nonostante sapesse sicuramente che era un miliardario.

    «Non è granché...» si scusò, rovistando nella borsetta in cerca della chiave di casa.

    Nick mormorò qualcosa di doverosamente cortese quando finalmente lei aprì la porta. Era una casa in una zona che forse un tempo era stata abbastanza decorosa ma che gli anni avevano reso squallida e ben poco invitante. Entrare non fece che confermare la sua prima impressione.

    Nick non veniva in un posto del genere da moltissimo tempo. Aveva lavorato come uno schiavo per ottenere le qualifiche necessarie che gli avevano consentito di sottrarsi a un’esistenza mediocre nei dintorni di Londra, dove suo padre aveva sbarcato il lunario facendo lavori manuali nelle Grandi Case, come amava chiamarle. Il genere di casa che non si sarebbe mai potuto permettere. Era stato un greco senza istruzione e non aveva mai osato aspirare a qualcosa che andasse al di là del proprio ambiente modesto.

    Nick non aveva avuto alcuna intenzione di seguire le orme del padre. Dopo essersi distinto all’università, aveva fatto una rapida ascesa nel mondo della finanza, lasciando senza parole i suoi coetanei, che provenivano per lo più da quelle stesse Grandi Case. Ora non lavorava più per nessuno, ma possedeva il proprio impero finanziario e comandava. Quando apriva bocca, il mondo ascoltava e gli dava retta.

    E con la ricchezza e il potere erano arrivati tutti i simboli del successo. Il posto al sole, dove si recava di rado. La casa in campagna, dove andava solo quando le esigenze del lavoro gli lasciavano un po’ di tempo libero. L’auto con l’autista, l’elicottero per quando doveva spostarsi più in fretta che col treno o con l’auto, il lussuoso appartamento nel cuore di una delle zone più esclusive di Londra.

    Si era lasciato alle spalle da lungo tempo case come quella dove si trovava in quel momento, con il suo minuscolo fazzoletto di giardino e, perfino nel buio, i segni della disperazione.

    Nel piccolo ingresso, nonostante gli evidenti tentativi di rendere più luminoso l’interno, la vivace pittura color giallo primula combatteva una battaglia persa contro le parti in legno malferme e la logora moquette.

    Mentre Lily si slacciava gli stivali, sospirando di sollievo togliendosi il primo, Nick si girò per chiudere la porta. Non sentì il suono dei passi e non si rese conto che c’era qualcun altro in casa finché Lily non emise un gridolino.

    «Rosie! Che cosa ci fai alzata?»

    «Chi... è quello?» La voce era insolitamente roca per una donna.

    Nick si voltò, trovandosi a fissare un paio di occhi azzurri socchiusi che lo guardavano con astio. Poi notò il resto della donna: piccola, soprattutto accanto a Lily, con una figura che non aveva niente della modella, nonostante fosse difficile scorgerla perché era avvolta in una vestaglia informe dalla quale spuntava un orrendo pigiama dai curiosi disegni.

    «Sul serio, Rose, continuo a ripeterti di non aspettarmi alzata! Ormai sono grande. So badare a me stessa!»

    L’espressione di questa Rose, chiunque fosse, rivelava che dubitava seriamente di quell’affermazione.

    «Come puoi dirlo, Lily, quando ti sei appena portata appresso un completo estraneo? È quasi l’una di notte. Credevo avessi promesso di tornare presto.»

    «Era presto, ma... Rose, lui è Nick. Nick Papaeliou. Forse ne hai sentito parlare.»

    «Naturalmente no» ribatté Rose. «Lo sai che non conosco nessuno di questi modelli di cui ti circondi.»

    «Modello?» Nick non credeva alle proprie orecchie. Così come stentava a credere al modo sprezzante in cui lo liquidavano quegli occhi azzurri furibondi. «Crede che io sia un modello?»

    «E che altro?»

    «Oh, Rosie! Devi scusarla, Nick. Rose è troppo protettiva nei miei confronti. Teme che mi farò sbranare da un grosso lupo cattivo uno di questi giorni. Ma è normale. Ehi, a che altro servono le sorelle maggiori?»

    «È tua sorella?» Nick fissò la donna piccola e florida che lo fissava ancora con astio, anche se notò che era leggermente arrossita.

    «Non c’è bisogno di avere quell’aria sbalordita» osservò freddamente Rose.

    «In realtà siamo sorellastre» spiegò Lily, sorridendo. «Non è sorprendente? Cioè, si sentono raccontare tante storie sulle sorellastre che non vanno d’accordo, ma io e Rose non potremmo essere più unite se fossimo vere e proprie sorelle.» Abbracciò affettuosamente Rose. Anche senza scarpe, era più alta di almeno quindici centimetri. «Rosie, Nick è passato solo per un bicchierino... ti dispiace? Devo andare in bagno.»

    Sì che le dispiaceva, ma Lily stava già salendo le scale a due gradini alla volta, come aveva sempre fatto fin da bambina. La dolce e solare Lily che si fidava di tutti, perfino di quelli che avevano scritto in faccia rischio salute. Come quel tipo, che la fissava ancora incredulo, incapace di accettare il fatto che quella bionda dalle gambe lunghe e i capelli che le arrivavano alla cintura, quella che probabilmente si era aspettato di accompagnare in una casa opportunamente vuota, fosse imparentata con qualcuno fisicamente così diverso.

    Rose ricambiò il suo sguardo. L’uomo la sovrastava con la sua statura ed era pericolosamente bello, con il viso dai lineamenti forti e sensuali, i capelli nerissimi, le lunghe ciglia e gli occhi meditabondi. Le ci volle un notevole sforzo di volontà per non lasciarsi turbare da quello sguardo imperturbabile. Si disse che doveva essere solo un attore di serie B, abituato a interpretare il ruolo di protagonista in assurdi telefilm, e che non sapeva quando abbandonare la parte. Chissà perché in un primo tempo l’aveva scambiato per un modello. Non era abbastanza bello.

    «Allora, sorellastra Rose, aspetta sempre alzata Lily quando esce?»

    Rose gli lanciò un’occhiata sprezzante. Avvertiva il sarcasmo nella sua voce ma non intendeva reagire. Gli voltò le spalle e si diresse verso la cucina.

    «Non mi scuserò di essere stata sgarbata, signor Papaeliou» ribatté quando furono in cucina e lui si fu accomodato su una sedia accanto al tavolo di pino, «ma Lily è stata presa in giro da troppi uomini belli e vuoti e non voglio che succeda di nuovo...»

    Doveva essersi appena preparata qualcosa di

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