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Ubi Mytistraton fuit, Mistretta manet
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E-book179 pagine1 ora

Ubi Mytistraton fuit, Mistretta manet

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Info su questo ebook

Da oltre un secolo a questa parte l'opinione di storici e archeologi diverge sulla effettiva ubicazione di Mytistraton che, trovandosi occupata dai Cartaginesi, nei primi anni della guerra punica resistette oltre sette mesi all'assedio dell'esercito romano e che quando nel 258 avanti Cristo, a seguito dell'abbandono della postazione da parte dei Cartaginesi, si arrese venne incendiata dagli assalitori che fecero 5 mila prigionieri per venderli come schiavi. Gli storici Tito Livio, Polibio, Diodoro Siculo, narrando gli eventi, descrissero genericamente Mytistraton come piccola città dell'interno della Sicilia. Mettendo insieme i vari tasselli storici, letterari, e archeologici successivi, questo libro ricompone un mosaico che mette in risalto la unicità di ubicazione delle antiche Mytistraton e Amestratos con la odierna Mistretta, sfatando illazioni che nel tempo intercorso le avevano dislocate in molteplici, lontane aree del vasto hinterland della regione siciliana.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2020
ISBN9788831665896
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    Anteprima del libro

    Ubi Mytistraton fuit, Mistretta manet - Filippo Giordano

    633/1941.

    Alcune considerazioni sull’ubicazione dell’antica ΜΥΤΙΣΤΡΑΤΟΝ

    La que­stio­ne dell’iden­ti­fi­ca­zio­ne dell’an­ti­co cen­tro di Μυτίστρατον, ha di­vi­so da sem­pre le opi­nio­ni de­gli stu­dio­si e dei ri­cer­ca­to­ri, in quan­to non esi­sto­no del­le pro­ve in­con­tro­ver­ti­bi­li di una sua pos­si­bi­le ubi­ca­zio­ne nel si­to do­ve og­gi sor­ge il mo­der­no cen­tro di Mi­stret­ta.

    Al­cu­ni stu­dio­si, so­prat­tut­to in tem­pi re­cen­ti, han­no pun­ta­to la lo­ro at­ten­zio­ne sul­la te­ma­ti­ca ine­ren­te la to­po­no­ma­sti­ca. È no­to, in­fat­ti, co­me mol­ti au­to­ri del­la clas­si­ci­tà ci­ti­no spes­se vol­te nel­le lo­ro ope­re i no­mi di Άμήστρατος e Μυτίστρατον, ap­pel­la­ti­vi che in ef­fet­ti sem­bra­no ri­chia­ma­re il to­po­ni­mo dell’at­tua­le cen­tro.

    Ci­ce­ro­ne, nel­le sue Ver­ri­ne, col­lo­ca Άμήστρατος vi­ci­no al cen­tro di Καλὴ Άκτή e te­sti­mo­nia chia­ra­men­te co­me i Ca­lac­ti­ni aves­se­ro l’ob­bli­go di ver­sa­re le de­ci­me agli Ame­stra­ti­ni: «Agli abi­tan­ti di Ca­lat­te, per­ché or­di­na­sti, nel ter­zo an­no del tuo go­ver­no, di con­se­gna­re all’esat­to­re Mar­co Ce­sio, ad Ame­stra­to, le de­ci­me del lo­ro ter­ri­to­rio, che so­li­ta­men­te con­se­gna­va­no a Ca­lat­te? non lo ave­va­no mai fat­to pri­ma del tuo go­ver­no, e tu stes­so, nei due an­ni pre­ce­den­ti, non ave­vi sta­bi­li­to ta­le di­spo­si­zio­ne»¹.

    La te­sti­mo­nian­za di Mar­co Tul­lio Ci­ce­ro­ne e i ri­tro­va­men­ti di al­cu­ne mo­ne­te con la leg­gen­da ΑΜΗΣΤΡΑΤΙΝΩΝ nei pres­si del ca­stel­lo di Mi­stret­ta, han­no con­vin­to gli stu­dio­si sull’ubi­ca­zio­ne dell’an­ti­ca Άμήστρατος nel si­to che ospi­ta l’odier­na cit­tà².

    Inol­tre, que­sta cit­tà pre­se par­te ad un’im­por­tan­te sym­ma­chia (al­lean­za di ti­po mi­li­ta­re), che coin­vol­se al­tri tre cen­tri vi­ci­ni: Ale­sa, Her­bi­ta e Ca­lac­te³.

    Tut­ta­via, se da una par­te la que­stio­ne dell’ubi­ca­zio­ne di Άμήστρατος sem­bra ri­sol­ta, re­sta an­co­ra da chia­ri­re tut­ta la pro­ble­ma­ti­ca re­la­ti­va all’iden­ti­fi­ca­zio­ne di Μυτίστρατον con il si­to dell’odier­na Mi­stret­ta.

    La cit­tà si tro­va ada­gia­ta sul fian­co di un al­to col­le cir­con­da­to da due val­li, po­sto a cir­ca mil­le me­tri sul li­vel­lo del ma­re; quin­di in una po­si­zio­ne as­so­lu­ta­men­te stra­te­gi­ca. Non è un ca­so, in­fat­ti, che il si­to sia sta­to oc­cu­pa­to fin dai tem­pi più re­mo­ti.

    La pri­ma no­ti­zia su Μυτίστρατον, sem­bra es­se­re sta­ta ri­por­ta­ta dal­lo sto­ri­co gre­co Li­co di Reg­gio, au­to­re vis­su­to tra il IV e il III se­co­lo a. C., di cui ci so­no per­ve­nu­ti al­cu­ni fram­men­ti del­le sue ope­re sul­la Li­bia e sul­la Si­ci­lia.

    In un fram­men­to ci­ta­to da Karl Mül­ler nel­la sua rac­col­ta in­ti­to­la­ta Frag­men­ta Hi­sto­ri­co­rum Grae­co­rum, si ac­cen­na all’esi­sten­za nell’an­ti­co cen­tro, di una fon­te si­mi­le all’olio: «Nel ter­ri­to­rio dei Si­ca­ni, una fon­te tra­spor­ta ace­to del qua­le si ser­vo­no per le vi­van­de, e un’al­tra in Mi­ti­stra­to, si­mi­le all’olio sgor­ga; e que­sto nel­le lu­cer­ne si bru­cia, e può i gon­fio­ri e la scab­bia gua­ri­re e vie­ne de­no­mi­na­to Mu­ti­stra­tio»⁴.

    Nel­la se­con­da me­tà del XIX se­co­lo, Adol­fo Holm, nel­la sua Sto­ria del­la Si­ci­lia nell’an­ti­chi­tà, ave­va as­so­cia­to que­sto stes­so luo­go all’an­ti­co cen­tro di Μυτίστρατον: «Più en­tro ter­ra era Ame­stra­to o Mi­ti­stra­to se, co­me io non du­bi­to, que­sti due no­mi de­no­ta­no lo stes­so luo­go, luo­go non pri­vo d’im­por­tan­za, seb­be­ne lo si tro­vi qual­che vol­ta chia­ma­to Ca­stel­lo o pic­co­la cit­tà; è la at­tua­le Mi­stret­ta, che sor­ge in mez­zo ai mon­ti, vi­ci­no al fiu­me Rei­ta­no»⁵.

    So­lo in un se­con­do tem­po, a cau­sa del ri­tro­va­men­to di al­cu­ne mo­ne­te pres­so Mon­te Ca­stel­laz­zo di Ma­ria­no­po­li⁶, in cui vie­ne ri­por­ta­to l’et­ni­co ΜΥΤΙΣΤΡΑΤΙΝΩΝ, lo sto­ri­co cam­biò opi­nio­ne, col­lo­can­do pro­prio in que­sto si­to la cit­tà di Μυτίστρατον.

    Le fon­ti ci di­co­no che Μυτίστρατον fu as­se­dia­ta dai Ro­ma­ni nel 261 a.C., con lo sco­po di li­be­ra­re le co­ste set­ten­trio­na­li del­la Si­ci­lia dal­la pre­sen­za car­ta­gi­ne­se. Pa­re che  la cit­tà ab­bia re­si­sti­to all’as­se­dio per ben set­te me­si, fin­ché i Ro­ma­ni, do­po aver per­so nu­me­ro­si sol­da­ti, de­si­stet­te­ro dal lo­ro in­ten­to⁷.

    Tut­ta­via, già nel 259 a.C., Aqui­lio Flo­rio ri­pre­se ad in­va­de­re la roc­ca­for­te an­co­ra con più for­za. Ciò no­no­stan­te, que­st’ul­ti­ma fu pre­sa so­la­men­te nel 258 dal­le trup­pe di A. At­ti­lio Ca­la­ti­no⁸.

    Stan­do al­le fon­ti, al­la con­qui­sta del­la cit­tà se­gui­ro­no i sac­cheg­gi e le di­stru­zio­ni, e i suoi abi­tan­ti fu­ro­no ven­du­ti co­me schia­vi⁹.

    Per­ché i Ro­ma­ni im­pie­ga­ro­no co­sì tan­to tem­po per pie­ga­re la fie­ra re­si­sten­za dei Mi­ti­stra­ti­ni?

    Una ri­spo­sta po­treb­be es­se­re ri­cer­ca­ta nel­le ca­rat­te­ri­sti­che geo­mor­fo­lo­gi­che del si­to do­ve sor­ge­va la ve­tu­sta Μυτίστρατον.

    A tal pro­po­si­to, un di­bat­ti­to an­co­ra mol­to at­tua­le, ve­de con­trap­po­ste due opi­nio­ni, in­fat­ti, se­con­do al­cu­ni, la col­li­na do­ve si er­ge il ca­stel­lo di Mi­stret­ta con i suoi ver­san­ti mol­to ri­pi­di, sa­reb­be da iden­ti­fi­ca­re con l’an­ti­co cen­tro. Ciò av­va­lo­re­reb­be i rac­con­ti dell’as­se­dio del­la cit­tà ri­por­ta­ti da Dio­do­ro Si­cu­lo, Po­li­bio, Ti­to Li­vio e da Zo­na­ra¹⁰, men­tre per al­tri, que­sto sa­reb­be da col­lo­ca­re pres­so Mon­te Ca­stel­laz­zo di Ma­ria­no­po­li.

    Spes­so ta­le as­ser­zio­ne vie­ne giu­sti­fi­ca­ta at­tra­ver­so il ri­fe­ri­men­to a una no­ta cri­ti­ca del Mau­ce­ri, con­te­nu­ta in un suo li­bret­to in­ti­to­la­to So­pra un’acro­po­li pe­la­sgi­ca esi­sten­te nei din­tor­ni di Ter­mi­ni Ime­re­se, do­ve egli ri­por­ta la se­guen­te de­scri­zio­ne: «Sul mon­te Ca­stel­lac­cio di Ma­ria­no­po­li, che co­me l’omo­ni­mo di Ter­mi­ni Ime­re­se, co­sti­tui­sce una ve­ra acro­po­li, di­fe­sa da ogni par­te da bal­ze na­tu­ra­li, fu­ro­no sco­per­te pa­rec­chie tom­be con va­si di ter­ra cot­ta in­co­lo­ri, la­vo­ra­ti a ma­no. Po­co giù dal­la cre­sta mon­ta­gno­sa, esi­ste una sor­gi­va d’ac­qua pres­so cui gia­ce­va cer­to una sta­zio­ne Si­ca­na»¹¹.

    In real­tà, il Mau­ce­ri non at­tri­bui­sce nes­sun to­po­ni­mo al si­to, li­mi­tan­do­si sem­pli­ce­men­te ad una de­scri­zio­ne del­le evi­den­ze ar­cheo­lo­gi­che pre­sen­ti in es­so.

    Mol­ti per­so­nag­gi au­to­re­vo­li, a par­ti­re da XVI se­co­lo, vi­si­ta­ro­no la cit­tà di Mi­stret­ta, ri­por­tan­do nei lo­ro scrit­ti la de­scri­zio­ne del­le sue an­ti­che ve­sti­gia che sem­bra fos­se­ro vi­si­bi­li fi­no al XIX se­co­lo.

    Il fra­te do­me­ni­ca­no Tom­ma­so Fa­zel­lo (1498-1570), nel­la sua Sto­ria di Si­ci­lia, si di­mo­stra con­vin­to nell’as­so­cia­re a Mi­stret­ta i to­po­ni­mi an­ti­chi di Mi­si­stra­to e Ame­stra­ta: «Se­gue di­poi qua­si pres­so a due mi­glia, Mot­ta­fer­mi, e Ri­gi­ta­no a tre mi­glia, ma di so­pra lon­tan quat­tro mi­glia si tro­va Mi­si­stra­to se­con­do Po­li­bio nel I li­bro, ca­stel­lo an­ti­chis­si­mo, det­to da Ci­ce­ro­ne, e da Pli­nio Ame­stra­ta, ed og­gi vol­gar­men­te è chia­ma­to Mi­stret­ta, do­ve è una chie­sa di San­ta Ca­te­ri­na, che ri­tie­ne il no­me an­ti­co»¹².

    In ef­fet­ti, lo sto­ri­co Vi­to Ma­ria Ami­co (1697-1762) ci­ta la chie­sa di San­ta Ca­te­ri­na di Mi­stret­ta, co­me chie­sa di San­ta Ca­te­ri­na da Ama­stra­ta: «Il tem­pio prin­ci­pa­le sa­cro a San­ta Lu­cia Verg. e Mart. sor­ge splen­di­do sot­to la for­tez­za ed aven­do mi­nac­cia­to rui­na, per ope­ra del ve­sco­vo Ste­fa­no di Mu­nie­ra fu ri­sto­ra­to a pub­bli­che spe­se ed am­plia­to nel 1630; è l’uni­co par­roc­chia­le sot­to l’ispe­zio­ne dell’ar­ci­pre­te; cui si com­met­te la cu­ra del­le ani­me, col­ti­va­to da 8 man­sio­na­rii per la ce­le­bra­zio­ne de­gli uf­fi­ci di­vi­ni; si ha giu­ri­sdi­zio­ne fi­nal­men­te so­pra più che 30 chie­se mi­no­ri, tra le qua­li go­de­va­no del ti­to­lo di prio­ra­to quel­le di S. Ste­fa­no e S. Vin­cen­zo, l’al­tra di San­ta Ma­ria dei Va­can­ti de­co­ra­ta di ab­ba­zia an­nes­sa og­gi­gior­no al ca­pi­to­lo ca­no­ni­co di Ce­fa­lù; e quel­la di S. Ca­te­ri­na che ri­tie­ne an­co­ra il co­gno­me da Ama­stra­ta»¹³.

    Mol­to in­te­res­san­te è la sua de­scri­zio­ne del­la cit­tà di Mi­stret­ta: «An­ti­chis­si­ma cit­tà, Ame­stra­ta un tem­po e Mu­ti­stra­tum o My­ti­stra­tum giu­sta Clu­ve­rio, che ri­pren­de que­gli scrit­to­ri che opi­na­no es­se­re la cit­tà My­ti­stra­tum di­ver­sa che Ame­stra­ta, di cui esa­mi­ne­rò in ap­pres­so le emen­de. Sie­de in un col­le ele­va­to, sot­to il mon­te do­ve sta­va un tem­po My­ti­stra­tum, di cui ba­gna le ra­di­ci il fiu­me di Pet­ti­neo o l’Ale­so. È dun­que l’odier­no si­to del pae­se nel pia­no ver­ti­ce di un col­le, in gran par­te, e nei fian­chi ver­so orien­te ed oc­ci­den­te; la roc­ca poi ne oc­cu­pa il so­prac­ci­glio a pic­co da ogni par­te»¹⁴.

    Nel­la car­to­gra­fia che va dal XVI al XIX se­co­lo, i to­po­ni­mi Άμήστρατος e Μυτίστρατον si tro­va­no spes­so as­so­cia­ti al ter­ri­to­rio di Mi­stret­ta. Ciò è mol­to evi­den­te in al­cu­ne car­te geo­gra­fi­che del­la Si­ci­lia ap­par­te­nen­ti al­la col­le­zio­ne di An­to­nio La­gu­mi­na, espo­ste al­le Ci­mi­nie­re di Ca­ta­nia. Ba­sti ci­ta­re la car­ta rea­liz­za­ta da Abra­ham Or­te­lius nel 1584, in cui com­pa­re l’in­di­ca­zio­ne Mu­ti­stra­tum ea­dem for­tè cum Ame­stra­to e quel­la sti­la­ta da Sa­muel Bo­chart nel 1651, in cui ven­go­no ri­por­ta­ti i to­po­ni­mi Mu­ti­stra­tum e Ame­stra­tus¹⁵.

    Seb­be­ne sia­no mol­to nu­me­ro­se le fon­ti che iden­ti­fi­ca­no l’an­ti­co cen­tro di Μυτίστρατον con l’odier­na Mi­stret­ta, l’as­sen­za di in­da­gi­ni ar­cheo­lo­gi­che si­ste­ma­ti­che nel ter­ri­to­rio non con­sen­te di giun­ge­re a del­le con­clu­sio­ni cer­te.

    I re­per­ti at­tual­men­te cu­sto­di­ti nel Mu­seo Ci­vi­co di Pa­laz­zo Ma­stro­gio­van­ni Ta­sca, non ri­sal­go­no ol­tre al IV se­co­lo a.C. Ciò no­no­stan­te, ad un’os­ser­va­zio­ne più at­ten­ta, al­cu­ni re­per­ti po­treb­be­ro es­se­re da­ta­ti tra il VI e il VII se­co­lo a.C, co­me nel ca­so di un δεῖνος acro­mo ri­tro­va­to in via Ser­peg­gian­te ne­gli an­ni '50 del se­co­lo scor­so du­ran­te i la­vo­ri di am­mo­der­na­men­to del­la re­te fo­gna­ria.

    Po­treb­be trat­tar­si di uno dei due δεῖνοι rin­ve­nu­ti a Mi­stret­ta, da­ta­ti dal­lo Sci­bo­na al VI se­co­lo a.C: «Da Ni­co­sia, su­pe­ra­ta ver­so Nord la sel­la del Con­tra­sto, si rag­giun­ge Mi­stret­ta, l’an­ti­ca Ame­stra­tum, sul ver­san­te set­ten­trio­na­le dei Ne­bro­di: qui le at­te­sta­zio­ni si

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