I ristoranti di Puntarella Rossa 2015
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Anteprima del libro
I ristoranti di Puntarella Rossa 2015 - Puntarella Rossa
234
Prima edizione: novembre 2014
© 2014 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
© Puntarella Rossa, 2014
© Manifesto del critico incappucciato
,
Valerio M. Visintin e Puntarella Rossa
© Filosofia della Puntarella Rossa
, Laura Mancini
Illustrazioni: © Matteo Franco
ISBN 978-88-541-7616-4
www.newtoncompton.com
frontespizioRINGRAZIAMENTI
Si ringraziano Valerio M. Visintin, Laura Mancini, la redazione di Puntarella Rossa
(Margherita Bianchini e Viviana Spinella) e i collaboratori del sito (Stefano Ciavatta, Lorenzo Coletta, Lavinia Martini, Ilaria Mazzarella, Chiara Molinu, Guglielmo Valia).
Introduzione
Puntarella Rossa, nata e prosperata sul web cinque anni fa, sbarca sulla carta. È arrivato il momento di trarre frutto dall’esperienza in rete, che in questi anni ci ha consentito di creare una comunità di lettori vivace e attiva, una famiglia straordinaria che è la nostra vera forza. Una forza fatta di passione, professionalità e partecipazione che oggi abbiamo deciso di portare anche fuori dal web, con questo libro, il naturale complemento di un percorso che andrà avanti in parallelo: sul sito puntarellarossa.it ci saranno tutti gli aggiornamenti e le novità nel corso del 2015, sulla guida cartacea ogni anno si farà il punto dei migliori locali romani, per avere un quadro completo e stabile del panorama della gastronomia.
Inutile dire che la filosofia di Puntarella rimane intatta, così come l’avete conosciuta sul web. Parleremo ai lettori, innanzitutto. Perché non amiamo le affettuosità reciproche che si scambiano spesso i critici, pensando ai loro amici chef, ai proprietari dei locali, agli sponsor. E lo faremo con gli strumenti che conoscete: la passione, l’onestà intellettuale e una naturale irriverenza. Questa guida vuole differenziarsi dalle altre sul mercato, naturalmente rispettabilissime, perché vuole offrirvi gli strumenti per orientarvi e scegliere il meglio. Niente elenchi infiniti di ristoranti, niente lodi sterminate e indiscriminate.
In apertura, abbiamo assegnato le Puntarelle d’Oro
: dieci riconoscimenti a quei locali che, secondo il nostro parere, rappresentano il meglio dell’offerta romana.
La parte centrale del libro è costituita dalle recensioni, con i consueti voti e i bonus e malus, dei migliori ristoranti di Roma. Considerando che i locali capitolini sono migliaia, evidentemente già questa selezione è frutto di una scelta accurata, inevitabilmente soggettiva. Non puntiamo alla completezza enciclopedica, ma a dare suggerimenti mirati. E siccome teniamo, oltre che alla soddisfazione del vostro palato, anche al vostro portafoglio, per ogni ristorante esplicitiamo anche i costi: non solo il prezzo generico (non si è mai capito cosa voglia dire costo medio 40 euro
), ma anche quello dei singoli piatti in menu. Non ce ne vogliano gli esclusi. Tra gli assenti eccellenti
, ci sono ristoranti notissimi e spesso molto costosi: abbiamo scelto di segnalarne pochi in questa fascia, privilegiando quelli che in qualche modo rientrano nel mood
di Puntarella Rossa.
Oltre alle schede, c’è un’ampia sezione dedicata allo street food e ai locali che non possono essere definiti ristoranti tout court, ma nei quali si può mangiare, e bene.
L’altro elemento distintivo della guida di Puntarella Rossa sono le classifiche e le liste, oltre venti, sparse qui e là nel libro. Perché vogliamo rispondere alle vostre curiosità, che sono anche le nostre. Qual è la migliore gelateria di Roma? Dove si mangia il supplì più gustoso? E dove sorseggiare un buon tè? Le liste provano a fare ordine nel magma di una proposta spesso troppo eterogenea e a fornire una prima bussola per orientarsi.
Infine ci sono gli approfondimenti tematici. Perché non volevamo fare un libro che contenesse solo un elenco arido di schede e di giudizi. E così abbiamo pensato di arricchirla con alcuni focus, per raccontare ad esempio i quartieri della periferia – troppo spesso trascurati da guide e siti – o Ponza e il litorale romano. Ma, prima di cominciare, vogliamo presentarvi un contributo esterno
. Il primo è il Manifesto della nuova critica incappucciata
, che abbiamo scritto a quattro zampe
con il grande Valerio M. Visintin, critico controcorrente del «Corriere della Sera» e saltuario collaboratore di Puntarella. Con Valerio, penna puntuta, astuta e talvolta velenosa, condividiamo lo spirito e la lettera. Tanto che, in ossequioso rispetto del suo quarto comandamento, abbiamo scelto di comprendere nella guida anche alcuni ristoranti che non ci hanno convinto. Una scelta forte, atipica, ma coerente e, ne siamo certi, apprezzata, quantomeno da quei lettori a cui avremo salvato la serata. Infine, per capire meglio la filosofia di Puntarella, la simpatica e brava Laura Mancini, autrice di Roma underground
e di A spasso per Roma
, ha scritto un suo personale omaggio a questa guida.
Buona lettura
e buon appetito.
Vi aspettiamo sul sito
www.puntarellarossa.it
per lodi e rimbrotti.
Legenda
aperto la domenica
cucina tradizionale
cucina creativa
cucina di pesce
tavoli all’aperto
cucina etnica
carta dei vini
aperto fino a tardi
pizzerie
Puntarelle d’Oro
I MAGNIFICI DIECI
DEL PANORAMA ROMANO
I locali romani che, nell’anno in corso,
si sono distinti per qualità e novità,
meritandosi il nostro premio,
la Puntarella d’Oro
NUOVO RISTORANTE
–Trattoria Epiro –
MIGLIOR RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO
– Cesare al Casaletto –
TRATTORIA
– Lo’Steria –
wine bar
– Litro –
COCKTAIL BAR
– Co.So –
STREET FOOD
– Pianostrada –
GELATERIA
– Otaleg –
FORNO
– Boulangerie MP –
ORIGINALITÀ
– Mariolina –
PIZZERIA
– Emma –
Manifesto del critico
gastronomico incappucciato
DI VALERIO M. VISINTIN E PUNTARELLA ROSSA
Siamo critici gastronomici. Gente che recensisce ristoranti.
Ma che gente siamo? Uomini e donne dalle fauci avide e smisurate.
Un popolo di epuloni che gozzovigliano, serviti e riveriti come principini.
Filibustieri senza peli sullo stomaco, che pagano il conto con le lodi che infioretteranno il loro prossimo articolo.
Cicisbei dediti allo scrocco.
Reginette del selfie con lo chef di grido.
Scienziati delle pubbliche relazioni.
Funamboli del tornaconto personale.
Siamo tutto questo e pure di peggio.
E non ci consola la certezza che abbia domicilio, nel mucchio, anche una minoranza laboriosa di gente perbene.
Causa principale di tale scempio etico è l’immaturità della categoria.
Sporadica e marginale sino a qualche anno fa; gonfiata senza misura, oggi, da un improvviso eccesso di attenzioni.
Ma noi ci ribelliamo.
Alla faccia di chi prosegue sulla cattiva strada, abbiamo pensato invece a un documento programmatico del Critico Gastronomico Incappucciato (CGI).
Ecco i suoi doveri:
1. Visiterà i ristoranti senza annunciarsi. E senza rivelare mai la propria identità. Perché non c’è altro modo di fugare il sospetto d’aver ricevuto un trattamento di favore e perché, d’altra parte, bisogna poter valutare il ristorante senza vincoli (più o meno consapevoli) di riconoscenza o di amicizia. Il cappuccio sarà virtuale, naturalmente, ma servirà a proteggerlo dalla tentazione della benevolenza amicale o della gratitudine per le inevitabili cortesie sul conto finale.
2. Dovrà avere un’unica avvertenza stampata nella mente e ripetersela come un mantra: dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. D’accordo, sarà una versione soggettiva, parziale nella forma e nel tempo. Ma sarà sincera, schietta, libera da condizionamenti, debiti morali o economici. Altrimenti, la sua recensione è carta straccia.
3. Scriverà a beneficio esclusivo dei lettori. E di nessun’altra categoria professionale. Rispetterà sì chef, proprietari, operatori del settore, critici, addetti al marketing e sponsor, ma considererà il lettore/cliente il primo e imprescindibile destinatario del suo lavoro.
4. Non avrà timore di sottolineare manchevolezze nella dinamica di un ristorante, né di produrre giudizi severi, ove fosse necessario. Considererà deprecabile la tendenza a rimuovere le critiche negative alle recensioni. Molti dicono: «Noi scriviamo solo dei ristoranti che meritano». Invece è suo dovere segnalare i locali degni, ma anche avvertire i lettori dei rischi nei quali può incorrere incappando nel ristorante sbagliato.
5. Non accetterà regalie, omaggi, cene gratis e ogni altra forma di benevolenza chiaramente atta a produrre un giudizio edulcorato, se non proprio favorevole. Sarà sua cura evitare che si producano situazioni imbarazzanti: per lui, per i ristoratori e, come effetto finale, per i lettori.
6. Non passeggerà a braccetto con i cuochi d’alto (o basso) bordo. Eviterà peana e poemi in lode dell’ultima star televisiva, occasionalmente ai fornelli. Valuterà senza pregiudizi il prodotto finale senza farsi influenzare dalle mode. Non accetterà comparsate a pagamento e collaborazioni retribuite dai destinatari delle sue critiche.
7. Giudicherà l’esperienza di una cena al ristorante nel suo complesso. Non considerando come criterio unico e decisivo il grado di cottura di un uovo, l’uso e l’abuso di concetti come chilometro zero e biologico, troppo spesso strumenti di marketing. Guarderà dietro le etichette e darà una valutazione complessiva di una cena al ristorante, descrivendo con cura il cibo, l’ambiente, il servizio, i clienti e il personale.
8. Rifuggirà come la peste dall’abuso di termini come tipico
e tradizionale
. Perché sa che il parmigiano viene prodotto in parte con latte straniero, la porchetta di Ariccia è spesso fatta con maiali spagnoli e la nostra amata pasta con grano canadese. Ma considererà oltremodo necessario chiarire al lettore la provenienza dei prodotti e dei piatti, senza indulgere in retoriche patriottiche o antimoderniste e senza cedere alla tentazione del sapere nostalgico. Compito del critico è quella di smascherare i trucchi del marketing e di fornire al cliente gli strumenti necessari di conoscenza.
9. Saprà che l’essersi incappucciato è condizione necessaria ma non sufficiente per essere un buon critico. Occorreranno studio e dedizione, conoscenza e passione, disponibilità a imparare e onestà intellettuale.
10. Dovrà svolgere il suo lavoro seriamente, ma senza prendersi troppo sul serio. Perché chiunque è fallibile e l’esperienza è soggettiva e, entro certi limiti, arbitraria. Saprà dunque ricredersi, se necessario, e correggersi. E saprà dare il giusto peso al suo lavoro, sperando di avere contribuito a creare le condizioni perché il lettore sia sazio e soddisfatto.
fronteAcquolina Hostaria in Roma
Via Antonio Serra 60 (Fleming)
Tel. 06.3337192 – 06.3337629
www.acquolinahostaria.it
Orari: dalle 20 alle 23:30
dal lunedì al sabato.
Chiuso la domenica
CHEF
Giulio Terrinoni
PREZZI
Il crudo (10 assaggi di
mare) 38 euro; crudo
degustazione 25 euro;
primi da 24 a 26 euro,
secondi da 24 a 38 euro
MENU DEGUSTAZIONE
voglio quasi tutto
(9 portate), 95 euro;
voglio tutto
, 120 euro
PIATTO CONSIGLIATO
il superspaghettone
alla carbonara di mare
SE VI PIACE
Il Sanlorenzo
BONUS | le porzioni
in degustazione e la
terrazza
MALUS | il pesce buono
costa
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina 7,5
Ambiente 7
Servizio 7
Se siete di Roma, amate il pesce e siete disposti a spendere per mangiar bene, è molto probabile che conosciate già l’Acquolina. Del resto, da anni è uno dei punti di riferimento imprescindibili in città. Il bravo chef Giulio Terrinoni (nel 2003 ha pubblicato L’importanza del riccio
) promuove i suoi piatti con uno slogan efficace: «Il rassicurante gusto della semplicità». E in effetti il menu è il trionfo della semplicità, che non fa rima con banalità, ma con bontà. Ogni piatto è offerto in porzione intera o degustazione: un’ottima idea. C’è il crudo, naturalmente, dieci assaggi dal mare a 38 euro (25 degustazione). La zuppa di mare (35 o 23 euro). E a seguire, palombo, mazzancolle, seppioline, triglie, baccalà. Se volete primi, ecco la lasagnetta tricolore, con gallinella, totani, melanzane e salsa di scamorza (26 o 17). E naturalmente il piatto storico di Acquolina, il superspaghettone alla carbonara di mare 2006 (24 o 16). Se volete esagerare – come ultimo desiderio prima di morire, modello Grande Abbuffata
– buttatevi sul voglio tutto
: menu a degustazione da 120 euro per togliervi ogni capriccio. E ripetervi per l’ennesima volta: meglio i rimorsi dei rimpianti.
All’Oro
Via del Vantaggio 14
(Centro storico)
Tel. 06.97996907
www.ristorantealloro.it
Orari: dalle 12:30 alle 14:30
e dalle 19 alle 22:45.
Chiuso la domenica
CHEF
Riccardo Di Giacinto
PREZZI
Primi da 26 a 32 euro,
secondi da 32 a 36
euro, dolci da 16 euro
MENU DEGUSTAZIONE
78 euro (4 portate), 95
(6 portate)
PIATTO CONSIGLIATO
Rocher
di coda alla
vaccinara con gelée di
sedano
SE VI PIACE
Metamorfosi
BONUS | la terrazza
MALUS | prezzi da
ristorante stellato
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina 7
Ambiente: 7,5
Servizio: 7
Uno chef stellato, una terrazza splendida, una cucina innovativa. All’Oro è una delle migliori realtà nella gastronomia romana e, da quando si è trasferita dai Parioli alla sede all’interno del First Luxury Art Hotel, a pochi metri da piazza del Popolo, ha fatto un ulteriore passo avanti. Merito anche di Di Giacinto, chef che ha collaborato in passato con Ferran Adrià e Marco Pierre White, e di sua moglie Ramona Anello, sommelier e responsabile di sala. È cresciuto negli anni, ottenendo una messe di riconoscimenti, forchette, cappelli, stelle, medaglie e altre suppellettili. All’Oro è uno e trino, perché al ristorante all’interno dell’hotel (che sconta l’atmosfera da albergo a 5 stelle, con un eccesso di biancore e di lusso), si aggiungono il locale del sesto piano, lo 0° 300° Cold and Grill Restaurant-Bar e Misceliamo, un food&cocktail bar. Al di là della girandola di nomi, è sempre Di Giacinto che propone le sue creazioni. Tra gli antipasti troviamo Panna cotta
tiepida di mozzarella di bufala affumicata con crocchette di astice e patate (28 euro) e Rocher
di coda alla vaccinara con gelée di sedano (26). Tra i primi, spaghettone con seppia sporca
e ventricina (28) e won ton di castrato al vapore con verza e pecorino. Secondo di carne: maialino da latte al tegame con patate, cardoncelli e salsa al tartufo nero (34). Secondo di pesce: baccalà in tempura alla pizzaiola e cipolle rosse di Tropea (34). Piatti creativi, che innestano un tocco di originalità nella tradizione: è il caso dei cappelletti asciutti
, con il brodo inserito all’interno della pasta.
Antica Schiacciata Romana
Via Folco Portinari 38 (Monteverde)
Tel 06.536112
Orari: aperto tutti i giorni
dalle 17 all’1
PREZZI
La schiacciata costa tra
8 e 10 euro
PIATTO CONSIGLIATO
la schiacciata
SE VI PIACE
Fermentum
BONUS | locale affollato
e pieno di vitalità
MALUS | il parcheggio,
assolutamente
introvabile in zona
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina: 6,5
Ambiente: 6,5
Servizio: 7
Una pizzeria, anzi una schiacciateria, di tutto rispetto, a Monteverde Nuovo, fuori dagli schemi e fuori dai tradizionali circuiti turistici. Per arrivare all’Antica Schiacciata Romana si percorre la circonvallazione Gianicolense, si va a sinistra per via Ramazzini e si sbuca in un’anonima viuzza, via Portinari, nella quale campeggia, sui muri del ristorante Corno d’Africa, l’appassionata dichiarazione d’amore: «Ti amo ’na cifra». Per schiacciata si intende un’antica pizza dotata di alta digeribilità, basso contenuto calorico e zero grassi animali. L’ideale per chi la sera vuole godersi una pizza senza trovarsi un mammuth indigeribile a turbare le rêveries notturne. La schiacciata ha una tradizione bimillenaria: inventata dagli antichi romani, fu fatta prima con il miglio, poi con orzo e avena, poi con farro e con il frumento. Senza farla troppo lunga, oggi abbiamo questa sorta di pizza bislunga e non croccante, di dimensioni limitate, con un impasto maturato, e non lievitato, per 48 ore (poco olio, niente grassi animali, molta acqua). Teoria a parte, la schiacciata è buona e poco calorica. Tra gli altri piatti, ci sono vari sfizi
(orrida parola che solitamente gronda olio esausto, falsa simpatia e furbizia, ma passiamo oltre): crocchette di ricotta e spinaci, salsiccette di cinghiale, lampascioni, soppressata, bufala campana, affettati, zola, lonzino del Brenta, coppa di cinghiale, salame di capriolo. Naturalmente la schiacciata ha numerose varianti, con o senza mozzarella, con o senza pomodori, e numerosi ingredienti (bufala, gorgonzola, speck). Da bere c’è la classica Menabrea. Per finire, dolci non indimenticabili.
Antico Arco
Piazzale Aurelio 7 (Gianicolo)
Tel. 06.5815274
www.anticoarco.it
Orari: dalle 12 alle 24.
Sempre aperto
CHEF
Fundim Gjepali
PREZZI
Antipasti da 14 a 20
euro, primi da 15 a 20
euro, secondi da 28 a
35 euro, dolci 12 euro
MENU DEGUSTAZIONE
7 portate a 75 euro
(bevande escluse)
PIATTO CONSIGLIATO
rosso d’uovo poché
SE VI PIACE
Arcangelo
BONUS |attenzione
ai celiaci e utilizzo di
pane e pasta cotti con
farine senza glutine
MALUS | i prezzi non
sono modici
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina: 7
Ambiente: 7
Servizio: 7+
Un locale moderno e luminoso, perfetto per un appuntamento romantico. Un ristorante di qualità con un ambiente raffinato ma non stucchevole. Prima o dopo cena, si può scegliere di far ammirare alla lei o al lui di turno Roma dal belvedere del Gianicolo e magari mostrare il Fontanone, spiegando che è lì che Sorrentino ha girato la prima scena de La grande bellezza
. Ma, a parte la suggestione ambientale, l’Antico Arco propone una cucina eccellente – con lo chef albanese Fundim Gjepali – e un’accoglienza gentile, con Patrizia Mattei, che ha aperto il ristorante insieme al marito Maurizio Minore e all’amico Domenico Caliò. Il menu è ricco e non banale. Tra gli antipasti, crudo di ricciola con lime, zenzero e agretti (20 euro), parmigiana di melanzane al pesto (14), rosso d’uovo poché, ricotta, asparagi e mille punti di tartufo nero (16); petto di piccione con farcia di fichi caramellati al Porto; crosta di pistacchi e insalatina di germogli, capesante rosolate con peperoni rossi arrostiti (17). Tra i primi ci sono i classici della tradizione (magari con una marcia in più, come la carbonara al tartufo nero, 19), ma anche il risotto con rana pescatrice, asparagi e maggiorana (18) e i ravioli di rombo, patate leggermente piccanti e fagiolini (20). Per la carne, segnaliamo il filetto di vitello glassato al miele di corbezzolo e caponata di melanzane (30) e, per il pesce, il trancio di gallinella di mare in brodetto di scarola e fagioli corallo (30). L’estro non si smentisce neanche nei dolci (tutti a 12 euro): la Catalana (lemon grass, crumble caldo di banana), l’Island (mousse di gianduia, crema cotta al torbato e spuma affumicata alla vaniglia), il Mojito ghiacciato e il Dolce non dolce (pan di banana, ganache di cioccolato Caraibe 66% e caramello al limone).
LE LISTE DI PUNTARELLA ROSSA
Gli aperitivi
Pastificio Cerere
Via Tiburtina 196 (San Lorenzo)
Tel. 06.97273519
Questo ex pastificio, trasformato in un locale trendy in chiave moderna, offre il miglior aperitivo della zona San Lorenzo: ricette creative ed elaborate, varietà di stuzzichini, come mini tapas, chips cacio e pepe, caramelle di pere e gorgonzola, in un’atmosfera piacevole. Si beve appollaiati sul lungo bancone o ai tavolini. L’aperitivo inizia dalle 19 e può proseguire direttamente con la cena, ottima ma un po’ cara.
Prezzi: 10 euro.
Abitudini e Follie
Via Pavia 28 (Piazza Bologna)
Tel. 06.4441459
Barman qualificati vi preparano un buon cocktail o un bicchiere di vino e vi servono, compresi nel prezzo, un piattino di stuzzichini: minihamburger, torte salate, pizza calda e qualche altra preparazione espressa giornaliera. E se non avete voglia di andarvene, restate a cena e ordinate una cacio e pepe alla vaniglia o una gricia con le pere. Specialità: la Pinsa Romana, un impasto derivato dalla lunga lavorazione (48 ore), l’utilizzo di farine altamente selezionate di frumento, soia e riso abbinate a una piccola quantità di olio extravergine. Niente grassi animali. Grazie all’elevato contenuto d’acqua, le calorie totali risultano notevolmente inferiori alla media.
Prezzi: 7 euro
Il Gelato Bistrò
Circonvallazione Trionfale 11/13 (Cipro)
Tel. 06.39725949
Dalla brillante idea di Andrea Puddinu, allievo di Claudio Torcè, di coniugare il gusto salato con la cremosità del gelato, nasce Il Gelato Bistrò, un locale che vi propone ogni giorno un aperitivo curioso, il cosiddetto ape rigelato
: un mix di tre assaggi di gelato e tre appetizer, secondo le disponibilità del giorno e con combinazioni diverse. Il tutto accompagnato da una flute di prosecco o, in alternativa, un calice di vino bianco.
Prezzi: 7 euro
Pescheria dei Consoli
Viale dei Consoli 21-23 (Quadraro)
Tel. 06.45423991
Dal martedì al sabato, dalle 18:30 alle 21, questa pescheria del Tuscolano offre un aperitivo a base di fritture di calamari e gamberi, cartoccio di alici, carpacci di orata, spigola e tonno, gamberi rossi alla frutta. Il pesce è fresco e viene direttamente da Terracina, Anzio e Gaeta. Buona la scelta di etichette per accompagnare le crudité.
Prezzi: 6 euro (tre ostriche e una flute di prosecco).
Comò Bistrot
Viale Gottardo 95 (Montesacro)
Cell. 333.4395280
Aperitivi a buffet bio, vini naturali, birre artigianali in questo bistrot aperto da quasi un anno e mezzo in zona Montesacro. Per accompagnare il drink, nidi di spaghettini al pomodoro, coppettine di pasta, paninetti al pomodoro, muffin salati, quiche lorraine, tarte tatin salate, lasagnette vegetali. Durante la settimana, restate per ascoltare buona musica dal vivo.
Prezzi: 7 euro (birre artigianali a 5 euro e Menabrea alla spina a 3,5 euro).
Charlie, Vini e Cucina
Via Flaminia 450 (Ponte Milvio)
Tel. 06.64010535 – Cell. 334.8181620
Charlie è un’istituzione a Ponte Milvio: nel comodo spazio esterno è possibile ordinare un ottimo vino e un tagliere di salumi, in particolare quelli iberici, e formaggi. Menzione particolare merita la burrata al tartufo.
Prezzi: 15 euro circa (drink e tagliere).
Kosher Bistrot Caffè
Via Santa Maria del Pianto 68 (Ghetto)
Tel. 06.6864398
La cucina kosher conosciuta dai più quasi solo di nome, in realtà è guardata spesso con scetticismo. Perché allora non approfittare di un giro al Ghetto per gustare un aperitivo differente? Le specialità spaziano dalla carne secca al salame di manzo, fino ai carpacci di carne (non tutto è di grande qualità). C’è una discreta selezione di vini kosher. Atmosfera rilassata e conviviale. Venerdì chiuso a cena e sabato tutto il giorno, nel rispetto delle regole dello shabbat.
Prezzi: 18/20 euro circa
Momart
Via xxi Aprile 19 (Nomentano)
Tel. 06.86391656
Il locale si articola su tre livelli, due per l’aperitivo e uno per il ristorante. Ha anche un patio esterno, molto piacevole in estate. Giovane e alla moda, frequentato per lo più da studenti e spesso affollato, il Momart prepara cocktail alcolici e analcolici di qualità e offre un ricco buffet adatto a tutti i gusti. Specialità: sforna pizza cotta a legna in continuazione durante tutto l’arco dell’aperitivo.
Prezzi: 10 euro (6 la successiva consumazione).
Tiki Bar
Viale America 117-123 (eur)
Tel. 06.54220086
Proprio davanti al laghetto dell’EUR, questo lounge bar propone ottimi cocktail, in particolar modo i Tiki Style, preparati con frutta fresca, che potete accompagnare con i molti stuzzichini disponibili al buffet (accesso illimitato). Buona anche la carta dei vini.
Prezzi: 8 euro.
Magnebevo e sto al Pigneto
Via Macerata 3-5 (Pigneto)
Cell. 327.5576311
Situato in una traversa dell’isola pedonale del Pigneto, questo locale ha una buona scelta di birre artigianali (anche alla spina), altrettanti vini e cocktail, che potrete accompagnare con cartocci di fritti e taglieri di affettati. L’atmosfera è rilassante e informale, il personale gentilissimo. Andate presto perché il locale è piccolo.
Prezzi: 5 euro.
Fafiuchè
Via della Madonna dei Monti 28 (Monti)
Tel. 06.6990968
Un’enoteca con cucina dove è davvero piacevole bere un bicchiere, sempre che si riesca ad accaparrarsi uno dei tre tavolini che danno su via Madonna dei Monti. Nato come bottega di prodotti gastronomici di qualità nel 2007, Fafiuchè è un antico modo piemontese per definire chi fa cose talmente strane da far nevicare (fiuchè
, fioccare): i bambini troppo vivaci, i giocosi perditempo, i tipi un poco strani. Cucina piemontese e pugliese con qualche piatto curioso, come la bruschetta al cioccolato. Non tutto è all’altezza, ma per un aperitivo è più che consigliabile.
Arcangelo
Via Giuseppe Gioacchino Belli 59 (Prati)
Tel. 06.3210992
Orari: dalle 12:30 alle 14:30 e dalle 20 alle 23 dal lunedì al venerdì;
dalle 20 alle 23:30 il sabato.
Chiuso la domenica.
CHEF
Arcangelo Dandini
PREZZI
Antipasti da 13 a 18
euro, primi 13 euro,
secondi da 20 a 25
euro, dolci 10 euro
PIATTO CONSIGLIATO
rigatoni alla carbonara
SE VI PIACE
Supplizio
BONUS | la carta dei
vini, con oltre 200
etichette
MALUS | un eccesso di
sensazionalismo negli
accostamenti
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina: 7
Ambiente: 7
Servizio: 7
Volto noto in città (lo si vede spesso nei locali che contano, oltre che nella sua Monti), Arcangelo Dandini ha da tempo moltiplicato le sue attività. Tra le altre cose, ha partecipato all’avviamento del Caffè Propaganda, ha pubblicato alcuni libri (Memorie a mozzichi
e Animelle, viaggio di un oste
) e, di recente, ha aperto Supplizio in via Banchi Vecchi. Un po’ di presenzialismo non nuoce comunque al suo ristorante, aperto nel 2003, una sicurezza della buona cucina romana, dall’atmosfera informale. La cucina è legata al territorio, di tradizione e di innovazione insieme. Come ha spiegato nel libro, Dandini guarda ad Apicio, alle ricette di Bartolomeo Scappi, cuoco del papa Pio IV, e a quelle della tradizione giudaico-romanesca. Ma non trascura qualche tocco personale e contemporaneo, talvolta bizzarro, con il sospetto più di voler stupire che piacere. I suoi piatti più noti sono stati battezzati con nomi impegnati, spesso filosofici. Come Anabasi, che unisce il torcione di foie gras con i biscotti Plasmon, il melone candito e il sale di Maldon affumicato (18 euro). O come Tormento aromatico: pane di Roscioli, con burro e alici, quaglia croccante con patate affumicate e coda di bue alla vaccinara. E naturalmente Supplizio (dal quale il nome del locale spin off): supplì di riso con crocchetta di patate e alici. Ma ci sono anche piatti più tradizionali, come gli ziti con sugo alla coda alla vaccinara o i rigatoni alla carbonara (13). E ancora: piccione, senape, mele cotte, incenso e rosmarino (25) o trippa di vitello, menta romana e pecorino (20). Al fianco di Arcangelo, la moglie Stefania, sommelier, e il fratello Fabrizio, in cucina.
Armando al Pantheon
Salita dei Crescenzi 31
(Centro storico)
Tel. 06.68803034
www.armandoalpantheon.it
Orari: dalle 12 alle 15
e dalle 19 alle 23.
Chiuso sabato sera e la domenica
CHEF
Claudio Gargioli
PREZZI
Antipasti da 5 a 10
euro, primi da 10 a 22
euro, secondi da 15 a
19 euro, dolci da 7,50 a
10 euro
PIATTO CONSIGLIATO
pollo ai peperoni
SE VI PIACE
Cesare al Casaletto
BONUS | la qualità del
cibo e la vicinanza al
Pantheon
MALUS | qualche "volo
pindarico" ogni tanto
potrebbe servire
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina: 7
Ambiente: 6/7
Servizio: 7,5
Storia antica per questo locale di gran qualità, in uno degli angoli più belli e più turistici di Roma: piazza del Pantheon. Proprio l’alto tasso di americani e di giapponesi nei paraggi potrebbe far pensare che si tratti della solita trappola acchiappastranieri: niente di più lontano dal vero. Rilevato nel 1961 da Armando Gargioli (era una vecchia bottiglieria con cucina
), il locale è stato poi fatto crescere dai figli Claudio e Fabrizio. Sul sito si elencano alcuni nomi noti che negli anni hanno apprezzato e frequentato Armando
: Jean Paul Sartre, i pittori Antoci e Cascella, gli attori Merli e Grazioli, i registi Citto Maselli e Nanni Loy e grandi musicisti come Nino Rota e Astor Piazzolla. Ma al di là della storia e del folclore, Armando vive un rinnovato splendore grazie alla cucina di Claudio, che la presenta per quello che è: «Cucina romana per eccellenza, senza sbavature e senza voli pindarici eccessivi». Ammodernato senza rovinare il fascino antico (dall’architetto Anton Cristell), il locale offre al cliente piatti che spaziano dai classici romani, compreso il quinto quarto, alle ricette della cucina «apiciana di oltre 2000 anni fa rivisitate»: tra queste, l’anatra alle prugne e la faraona ai funghi porcini e birra nera. Ma l’ingrediente vincente è anche e soprattutto l’atmosfera di casa
, che vive della passione di Claudio, Fabrizio, Fabiana e Mario. Come in ogni ristorante a conduzione familiare che si rispetti, non mancano i piatti che oggi si chiamerebbero comfort food
: tra questi, la zuppa di farro spezzettato alla romana, la bruschetta burro e alici e la cicoria saltata o all’agro. Nel menu segnaliamo, oltre ai classici della tradizione, fettuccine con le rigaglie di pollo, il pollo al vino bianco e il tiramisù all’Armando con frutti di bosco. Resistono qui, rara eccezione, le penne all’arrabbiata, piatto romano tipico in via di estinzione, immortalato anche dal film di Marco Ferreri La grande a bbuffata
. E tra i piatti tipici romani merita una menzione speciale la coratella d’abbacchio (che comprende fegato, polmone, cuore e animelle) e che qui è fatta con un carciofo alla giudìa scomposto. Anatra alle prugne (19), faraona (19), bruschetta burro e alici (8), zuppa di farro (11), fettuccine con le rigaglie (13), pollo (15).
Aroma Palazzo Manfredi
Via Labicana 125 (Celio)
Tel. 06.77591380
www.aromarestaurant.it
Orari: dalle 12:30 alle 14:45
e dalle 19:30 alle 22:45.
Sempre aperto
CHEF
Giuseppe Di Iorio
PREZZI
Antipasti da 28 euro,
primi da 30 euro,
secondi da 42 euro,
dolci da 14 euro
MENU DEGUSTAZIONE
da 130 e da 200 euro
PIATTO CONSIGLIATO
tartare di chianina con
pesto di rucola gelatina
all’acqua di pomodoro
e spuma al pecorino
SE VI PIACE
All’Oro
BONUS | la vista, ça va
sans dire
MALUS | una certa
pomposità e prezzi
smisurati
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina: 7+
Ambiente: 8,5
Servizio: 7,5
L’enorme bonus è naturalmente la splendida terrazza di palazzo Manfredi, che dà sul Colosseo e, essendo dotata di vetrate, si può usare tutto l’anno. L’enorme malus sono i prezzi, davvero smisurati. Ma ragioniamo con calma. Per come si usa spesso a Roma, purtroppo, basterebbe una bella terrazza per essere felici. Della serie, godetevi la vista e pagate. E invece Aroma è un ristorante di grande qualità, oltre che di lusso, e offre una cucina del tutto commisurata all’ambiente. Ai fornelli c’è lo chef Giuseppe Di Iorio, che prepara piatti elaborati come la tartare di manzo chianina con pesto di rucola, gelatina all’acqua di pomodoro e spuma al pecorino (38 euro), tagliolini in salsa al curry con mele, scampi e noce di cocco (35), ricciola in crosta di sesamo e caffè su crema di olive nere e mango (44) e filetto di manzo chianina, al vino rosso e lamelle di tartufo nero (44). Tutte le erbe utilizzate sono coltivate sui terrazzi di Aroma. Inutile dire che il posto si presta a gente parecchio danarosa. Se siete in questa fortunata cerchia, è il momento di prenotare e di godersi una serata romantica e gourmet. Se non ne fate parte, girate al largo: troverete soddisfazione in molti altri locali più a buon mercato.
Asino d’oro
Via del Boschetto 73 (Monti)
Tel. 06.48913832 – 327.3688456
Orari: dalle 12:30 alle 14:30
e dalle 19:30 alle 22:30
dal martedì al sabato.
Chiuso domenica sera e lunedì
CHEF
Lucio Sforza
PREZZI
Antipasti da 9 a 11 euro,
primi da 10 a 13 euro,
secondi da 14 a 17 euro,
dolci 6 euro
menu degustazione a
pranzo
13 euro
PIATTO CONSIGLIATO
spuma di aringhe
SE VI PIACE
Le tre zucche
BONUS | il pranzetto
fisso a un prezzo
incredibile, per
la qualità: 13 euro
(compreso un calice di
vino)
MALUS | la mestizia
della sala interna di cui
sopra
I VOTI DI PUNTARELLA
Cucina: 7
Ambiente: 6,5
Servizio: 6+
Ormai da 4 anni il ristorante di Lucio Sforza si è trasferito nel cuore di Monti, in via del Boschetto. Un locale con qualche pecca estetica nella sala interna (una certa mestizia causata da colori non proprio vivaci) ma con una grande vivacità creativa. Merito dello chef, l’uomo barbuto che ogni tanto si vede aggirarsi in sala: un cuoco che non concede nulla alla verve istrionica e piaciona degli chef TV, ma che riversa nei piatti il suo estro, producendo una cucina di ottima qualità a prezzi decisamente accettabili. Alcuni sono di origine umbra, giacché il primo Asino d’oro era a Orvieto, fino al ’98 (prima con la Volpe e l’Uva e poi con un locale chiamato come quello romano). Di rilievo gli antipasti, oltre all’amuse bouche (l’omaggio iniziale, che cambia spesso: noi abbiamo assaggiato, tra gli altri, una gustosa tartina con purè di fave): frittata di fichi acerbi cotta al forno su crema di cavolfiore (10), bianco mangiare
con latte di mandorla, broccoli e rafano (9), salsiccia stufata con uva moscato (10), lumache in umido piccante con finocchietto (11). Attenzione al baffo
, che poi sarebbe il guanciale fritto (9 euro): saporito ma pesantissimo. Tra i primi, lombrichelli con rancetto (una sorta di amatriciana con guanciale e ricotta, 12 euro), zuppa cremosa tiepida di funghi (10 euro), chitarre con pesto di fichi e pecorino (13). Tra i piatti con accostamenti arditi (che non sempre piacciono), menzioniamo il famoso cinghiale in dolceforte al cioccolato (17), lo spezzatino carciofi e radici di