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Libri, amori e segreti. Estate
Libri, amori e segreti. Estate
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E-book118 pagine1 ora

Libri, amori e segreti. Estate

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Info su questo ebook

Unisciti al gruppo di lettura: sei donne che si incontrano regolarmente per parlare di libri

Le sei donne del villaggio in riva al mare di Little Sanderton aspettano con ansia il loro appuntamento con il gruppo di lettura per parlare del loro amore per i libri.

Suonano le campane… Ci sono nozze in arrivo! Ma chi sarà la sposina? Il gruppo di lettura lascia Little Sanderton per una vacanza che profuma di fiori d’arancio: sono tutte invitate, infatti, al matrimonio. Ma anche questa volta il destino non perderà la sua occasione per mettersi in mezzo, e creare un po’ di scompiglio nel piccolo circolo di amiche lettrici. Sarà forse per colpa del nuovo membro – un uomo! – temporaneamente ammesso? Per ora solo in prova, al ritorno a casa… Si vedrà.

Questa estate il bookclub commenterà Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald e parteciperà alla festa più scintillante di tutte!
Della Parker
vive in un villaggio del Dorset con i suoi due cani. Prima di diventare scrittrice ha lavorato come manager del servizio clienti per una compagnia idrica. Quando non è impegnata a scrivere ama correre maratone e andare in palestra. Sfortunatamente, non ha tempo di dedicarsi a questi hobby quanto vorrebbe, perché preferisce di gran lunga scrivere.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2018
ISBN9788822717184
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    Anteprima del libro

    Libri, amori e segreti. Estate - Della Parker

    1844

    Titolo originale: The Reading Group: Summer

    Copyright © 2017 by Della Parker

    Traduzione dall’inglese di Elena Papaleo

    Prima edizione ebook: maggio 2018

    © 2018 Newton Compton editori s.r.l, Roma

    ISBN 978-88-227-1718-4

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Della Parker

    Libri, amori e segreti

    Estate

    Indice

    Capitolo uno

    Capitolo due

    Capitolo tre

    Capitolo quattro

    Capitolo cinque

    Capitolo sei

    Capitolo sette

    Capitolo otto

    Capitolo nove

    Capitolo dieci

    Capitolo undici

    Capitolo dodici

    Capitolo tredici

    Capitolo quattordici

    Capitolo quindici

    Capitolo sedici

    Capitolo uno

    Non voglio sposarmi. Anne Marie sapeva che non era affatto un bel pensiero, quando stavi per sposarti.

    Be’, a essere precisi, non stavano per sposarsi. La vera cerimonia era prevista per sabato, ed era solo lunedì… più o meno. Lanciò un’occhiata al display del cellulare: mezzanotte meno cinque. In un certo senso, però, avevano superato il punto di non ritorno.

    Non sarebbe stato poi così male, se fossero stati solo lei e Thomas. Peccato che non era quello il piano… In quel momento, infatti, stipati insieme a loro a bordo di un jumbo jet lanciato a quasi novecento chilometri orari verso l’aeroporto internazionale di Orlando, c’erano dieci invitati alle nozze, compreso Michael Collins – il testimone dello sposo – suo padre e parecchie delle sue amiche più care.

    Poi si sarebbero diretti verso uno dei migliori hotel fuori dal Disney World Resort, dove avrebbero alloggiato tutti fino al giorno del suo matrimonio da favola che, come da programma, avrebbe avuto luogo al Castello di Cenerentola alle tre del pomeriggio di quel sabato.

    Suo padre l’avrebbe ammazzata se non fosse andata così. L’intera spedizione gli stava costando un occhio della testa. Non che il denaro fosse il problema principale… Suo padre sarebbe rimasto molto più deluso dal fatto che lei avesse cambiato idea riguardo al matrimonio con Thomas, che era un amico di famiglia e il suo osteopata.

    Anne Marie aveva così paura da sentirsi male. Perché non aveva fermato tutto prima?

    Lanciò un’occhiata a Thomas che dormiva sul sedile accanto. Il suo volto pacato era molto bello. Lui era dolce. Benestante. E le faceva sentire le farfalle nello stomaco. No, non era vero. Non più. Per quanto a gennaio sì, quando era pazza di lui… ed erano passati soli sei mesi. Cosa diamine era andato storto?

    Thomas si agitò nel sonno. Arricciò le labbra in quello che poteva essere un sorriso. Anne Marie chiuse gli occhi. Oddio, che ho combinato? E, cosa un milione di volte più importante, che diamine farò?

    Non era l’unica a non riuscire a dormire. Anche Michael Collins, per gli amici Mikey, era sveglio. Era seduto sul sedile vicino al corridoio della fila davanti a quella di Anne Marie, vicino a un uomo con un cappuccio nero da boia tirato giù sulla testa. Subito dopo il decollo, l’uomo, con un sorriso affabile, gli aveva detto: «Ah, bene. A quanto pare, anche lei si sta preparando per dormire. Per un attimo ho temuto che volesse guardare un film».

    Mikey, le cui intenzioni erano state proprio quelle, aveva scosso il capo. «Ehm… no, amico. Non stasera».

    L’uomo aveva annuito con approvazione e poi, come per incanto, aveva tirato fuori una sfilza di pacchettini e li aveva disposti sul tavolino a scomparsa di fronte a lui. Mikey lo aveva osservato stupito mentre liberava un cuscino di gommapiuma che era tornato nella sua forma naturale appena rimosso l’involucro, una coperta rossa della compagnia aerea, una mascherina per gli occhi, tappi per le orecchie e paraorecchie insonorizzanti. Dopodiché aveva inclinato al massimo all’indietro il sedile, indossato i tappi per le orecchie, i paraorecchie insonorizzanti e la mascherina, e per finire il cappuccio da boia sopra la testa infagottata.

    Quella strategia per dormire doveva funzionare a meraviglia, visto che dieci minuti dopo quel tizio russava. Non così forte da dovergli sferrare una gomitata e chiedere di smetterla, si era detto Mikey; col passare delle ore, però, l’uomo aveva cominciato con degli strani grugniti, che si presentavano a cadenza regolare ogni dieci o undici russate. Senza volerlo, Mikey aveva cominciato a contarli nella speranza che sortissero lo stesso effetto della conta delle pecore e l’aiutassero a addormentarsi, ma… niente. Ogni volta che pensava di essere sul punto di appisolarsi, a quell’uomo sfuggiva un grugnito leggermente più forte e lui si ritrovava più sveglio che mai.

    Comunque non era tutta colpa di quel suo strano compagno di viaggio se non riusciva a entrare tra le braccia di Morfeo. Aveva sempre avuto il sonno leggero, anche se per un breve periodo, quando usciva con Annabel, aveva dormito della grossa. Che soddisfazione, pensò, con una leggera punta di tristezza. Un senso di beatitudine divenuto inimmaginabile, da quando lei lo aveva lasciato.

    Quanto avrebbe desiderato non pensare ad Annabel. Soprattutto in quei giorni lei era bandita dalla sua testa. Sì, era quella la strategia migliore. Il guaio era che quello starsene là dentro, in quella scatoletta che ruggiva nel vuoto sconfinato del cielo notturno, l’aveva fatta ricomparire come per magia. Un vero e proprio chiodo fisso, in prima linea nella sua mente. In fondo, non c’era da stupirsi: l’ultima volta che aveva viaggiato su un aereo, era stato con Annabel.

    Michael Collins e Annabel Harrington sono lieti di invitarvi al loro matrimonio a Long Island.

    Sì, benissimo! Al solo pensiero del loro matrimonio immaginario, sentì una fitta al cuore. Inutile, provava ancora qualcosa per lei.

    «È il vostro capitano che vi parla. A breve sarà servita la colazione».

    La voce dagli altoparlanti s’insinuò nei sogni di Anne Marie e lei si svegliò di soprassalto. E chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe addormentata? Eppure ci era riuscita. Si era persino aggrappata alla vaga speranza che fosse solo un incubo… Che non si trovasse davvero su un aeroplano e che gli atroci dubbi che aveva sul proprio matrimonio fossero spariti.

    Mmm, no… era di sicuro in aereo. Il chiacchiericcio mattutino la circondava. Si sentiva la bocca secca come per i postumi di una sbronza e nell’aria aleggiava il leggero odore di sudore degli altri passeggeri.

    Poco prima di prendere sonno, aveva provato a consolarsi dicendosi che forse quello che stava provando era solo un po’ d’ansia prematrimoniale. Capitava a un sacco di gente, no? E, come le succedeva spesso negli ultimi tempi, desiderò che sua madre fosse ancora viva, o almeno di essere più vicina a sua sorella. Parlarne con loro sarebbe stato più semplice che con una delle sue amiche? Magari si sarebbe svegliata, avrebbe guardato Thomas dritto negli occhi e, colta da un potentissimo impeto d’amore, sarebbe stata sicura che in fin dei conti voleva sposarlo.

    Non era successo neppure quello. Di una cosa, però, era certa: doveva andare in bagno.

    «Ti spiace se esco?», gli domandò. Era seduto dal lato del corridoio.

    «Certo che no, bellissima». Sbadigliò e si stiracchiò. «Verrei con te a lavarmi i denti ma immagino ci sia un po’ di fila».

    E infatti c’era. Anne Marie si mise in coda, tenendo stretto il borsello da bagno. Lanciò un’occhiata fuori dal finestrino più vicino: il cielo era della sfumatura più intensa di azzurro. Una giornata perfetta. Avrebbe dovuto sentirsi tutta eccitata.

    Qualcuno picchiettò sulla sua spalla e lei si girò di scatto. Era Grace e stava sorridendo. «Ciao, splendore, come stai? Sei riuscita a dormire?»

    «Un pochino. E tu?»

    «Ho dormito come un sasso. Che fortuna, eh? Sono sempre riuscita a dormire sugli aerei. Inoltre», aggiunse tutta sorridente, «quando vivi con tre gemelli, impari a dormire appena puoi. Ma, ehi, immagino che non vedi l’ora, eh?». Doveva aver colto lo sguardo di terrore di Anne Marie, perché si affrettò ad aggiungere: «Bambini, voglio dire, non tre gemelli…», si interruppe. «Non che ci sia alcuna fretta, dico, siete giovani. Passeranno anni prima di dovervi preoccupare di mettere su famiglia…».

    Anne Marie non si considerava giovane. Si sentiva almeno il doppio dei suoi ventidue anni. Si strinse le braccia al petto e rispose con un «Fiu!», sforzandosi di sembrare oziosa, consapevole, però, di non aver sortito l’effetto sperato… a giudicare dall’espressione di Grace.

    Fortuna che in quel momento si aprì la porta del bagno

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