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Il gusto della vendetta
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E-book157 pagine2 ore

Il gusto della vendetta

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Info su questo ebook

In amore, e per vendetta, ogni cosa è concessa.
L'intera vita di Jesse Moriarty è stata dedicata a un unico scopo, far pagare a suo padre tutto il dolore che le ha causato. Ma proprio quando l'obiettivo è a un passo dall'essere raggiunto, una persona si frappone tra lei e il pieno successo: Luc Sanchis.
Trattenuto contro la propria volontà su un'isola greca, Luc non ha altra scelta per tornare alla propria vita che scoprire il segreto della sua sexy carceriera per usarlo a proprio favore. E l'unica arma in suo possesso è la seduzione.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2021
ISBN9788830526532
Il gusto della vendetta
Autore

Abby Green

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il gusto della vendetta - Abby Green

    Copertina. «Il gusto della vendetta» di Green Abby

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Exquisite Revenge

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2012 Abby Green

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-653-2

    Frontespizio. «Il gusto della vendetta» di Green Abby

    1

    «E quella chi è?» La voce di Luc Sanchis risuonò artificiosamente annoiata. Soltanto in questo modo avrebbe potuto nascondere l’improvvisa e irrazionale punta di interesse che lo aveva appena sorpreso. La donna in questione non era neppure lontanamente il suo tipo.

    «Quella dai capelli biondo ramato?»

    Luc annuì conciso, irritato per aver solo posto la domanda e dal fatto che lei si fosse accorta che la stava guardando. Perché? Il suo avvocato lo conosceva fin troppo bene; sapeva che non avrebbe mai chiesto qualcosa se non fosse stato in qualche modo rilevante.

    «È Jesse Moriarty. Della JM Holdings

    Luc si accigliò mentre indugiava sulla minuta figura di lei. Diversamente dalle altre donne nella sala, indossava un completo grigio scuro, ma a distinguerla era soprattutto il fatto di sembrare profondamente a disagio, lì da sola. Colse la sua espressione afflitta e le nocche bianche della mano strette intorno al calice di champagne ancora intatto. Stava fissando qualcuno in lontananza.

    L’avvocato proseguì con la sua spiegazione. «Dicono che, quando decide di muoversi per qualcosa, non sia mai sotto i cinquantacinque milioni. Non male per una che è emersa sulla scena solo qualche anno fa.»

    «Perché, da dove viene?»

    «Ha ottenuto una borsa di studio a Cambridge e, mentre studiava informatica ed economia, ha progettato un sistema anti pirateria informatica ora utilizzato ai più alti livelli di sicurezza nelle compagnie di tutto il mondo, inclusa la tua. C’è chi la reputa addirittura un genio.»

    Gli occhi di Luc si strinsero sulla sua esile figura. Non sembrava propriamente un genio. Piuttosto appariva persa. E fragile. Sola tra la folla. Si sentì sorpreso per quell’inaspettato senso di protezione, qualcosa che lo spingeva ad andarle incontro e a prenderla per mano.

    «I suoi collaboratori l’hanno soprannominata La Macchina. In ambito professionale si dice sia positivamente artica, per non parlare degli affari di cuore... qualcuno mormora addirittura che sia gay.»

    L’avvocato si interruppe solo quando fu accostato da una persona che conosceva. Si allontanò con uno sguardo di scuse, ma a Luc non dispiacque. Non gli interessavano i pettegolezzi, e non era il tipo d’uomo che si sentiva a disagio nel rimanere da solo. Sentì addosso l’improvviso interesse delle donne nella stanza, eppure sembrava non riuscisse a distogliere lo sguardo da Jesse Moriarty.

    Aveva sentito parlare della JM Holdings. Era naturale che fosse così. Il sistema di sicurezza apparentemente inattaccabile che lei aveva ideato era geniale. Non avrebbe mai immaginato che la persona schiva dietro la JM Holdings fosse quella esile e giovane donna.

    Proprio in quel momento lei distolse lo sguardo da dove lo aveva rivolto e si girò a fissarlo. Lui rimase ipnotizzato. A dispetto degli abiti maschili che indossava, il suo viso era davvero femminile e affascinante. Sembrava pallida, lievemente traumatizzata. La vide appoggiare il bicchiere ancora intonso sul vassoio di un cameriere e iniziare a muoversi verso di lui tra la folla.

    Mentre gli si avvicinava, Luc notò che indossava una camicia bianca sotto la giacca. Il look era classico e fresco, ma non lo si poteva definire appariscente, soprattutto se paragonato a quello delle donne in haute couture che la circondavano. Era come se fosse capitata nel posto sbagliato, ma l’intento della sua espressione diceva invece che si trovava esattamente dove voleva essere.

    Adesso le era talmente vicino da riuscire a coglierne la tensione, il sottile velo di sudore che le imperlava la fronte. Sul suo viso non c’era la minima traccia di trucco, ma non ne avrebbe avuto bisogno con quella pelle perfetta... e una simile constatazione gli scatenò una scossa di consapevolezza in tutto il corpo. Non riusciva neppure a ricordare quando era stata l’ultima volta in cui aveva visto una donna senza makeup. Il che era curiosamente intimo.

    Luc non si mosse di un millimetro ma, mentre Jesse Moriarty gli si avvicinava, qualcuno indietreggiò di un passo facendole perdere l’equilibrio. Istintivamente lui allungò le mani e la trattenne per entrambe le braccia.

    Due enormi occhi catturarono i suoi; erano di un grigio talmente scuro da sembrare quasi blu navy – e per un attimo Luc dimenticò qualsiasi cosa. Chi era. Dove si trovava. Tutto ciò che riusciva a vedere erano quegli occhi – e la donna sotto le sue mani.

    C’era qualcosa di inspiegabilmente affascinante in lei, capace di insinuarsi sotto la ferrea armatura che si era costruito negli anni e che indossava ormai come una seconda pelle.

    Quella donna era riuscita ad affascinarlo. Ma le uniche donne che lo avessero mai affascinato erano quelle a cui lui aveva permesso di farlo. Non c’era niente di spontaneo in tutto ciò. Per cui, quel bizzarro interludio con una perfetta estranea rese la sua voce istintivamente severa.

    «Dovrebbe guardare dove mette i piedi.»

    Improvvisamente il dolore e l’umiliazione che aveva scorto in quegli enormi occhi cedettero il posto a un’espressione assolutamente gelida. Le parole dell’avvocato gli tornarono subito in mente: Positivamente artica.

    Lei lo fissò dall’alto in basso: «È stato un incidente». Lo sguardo con cui lo congedò avrebbe raggelato persino il Sahara. E poi scomparve tra la folla, mentre Luc provava il curioso impulso di correrle dietro e... cosa? Scusarsi? La sua stessa coscienza si prendeva gioco di lui. Possibile che il passare degli anni lo stesse addolcendo? Sapeva bene che le donne che popolavano il suo mondo, fossero colleghe o mercenarie in cerca di denaro, non erano vulnerabili creature con il cuore in mano o gli occhioni espressivi. Certo, esistevano anche quelle, ma la maggior parte delle volte si trattava di una messinscena che aveva come unico scopo quello di ingannare. E lui era già stato ingannato una volta. Non sarebbe accaduto mai più.

    Se ripensava al modo in cui Jesse Moriarty lo aveva fulminato con lo sguardo si rendeva perfettamente conto che lei era certo del tipo più invulnerabile. Perché allora gli riusciva tanto difficile togliersi dalla mente quegli occhi e la minuta figura dall’abbigliamento così poco lusinghiero?

    Un anno dopo...

    «Dunque, mi chiarisce qual è esattamente il suo interesse per le Costruzioni O’Brien, signor Sanchis?»

    Luc appoggiò la schiena alla poltrona e fissò la donna che era appena piombata nel suo ufficio come fosse il proprio e che ora lo fissava con le mani appoggiate alla scrivania e il mento sollevato con aria di sfida. Nessuno aveva mai osato tanto.

    Era trascorso un anno da quando l’aveva vista e, in quel lasso di tempo, il ricordo di quei grandi occhi grigi non l’aveva mai abbandonato.

    Rendersi conto di una simile debolezza lo riempì di irritazione. Nonostante quello fosse solo il loro secondo incontro, Jesse Moriarty stava dimostrando di avere una vera abilità nell’approcciarlo nel modo sbagliato. Si alzò a sua volta e appoggiò le mani sul piano della scrivania, affermando agevolmente la propria superiorità fisica.

    «Signorina Moriarty, le conviene sedersi se vuole che questa conversazione continui.»

    Dall’altra parte della scrivania Jesse si ritrovò a fissare due occhi talmente scuri da sembrare neri ed esattamente come un anno prima, quando gli era piombata involontariamente tra le braccia, ebbe la terribile sensazione di perdere l’equilibrio.

    Il tumulto emotivo che l’aveva galvanizzata fino al punto di recarsi in quell’ufficio per affrontarlo sembrava ora dissipato, lasciandola tremante e assolutamente consapevole di ciò che le stava intorno.

    Drizzò la schiena e bruscamente si sedette sulla poltrona che aveva alle spalle.

    Lui fece altrettanto, ma non le staccò gli occhi di dosso nemmeno per un attimo. E Jesse si sentì soffocare. Aveva scoperto chi era quando l’aveva visto su un giornale qualche mese prima e aveva potuto dare un nome all’enigmatico sconosciuto in cui si era imbattuta a quel ricevimento. Il fatto che i suoi lineamenti le fossero rimasti impressi fino ad allora era a dir poco sconcertante.

    Luc Sanchis.

    Metà francese e metà spagnolo, quell’uomo era l’amministratore delegato della Sanchis Construction & Design, una delle compagnie del settore più importanti al mondo. Chiunque lo conosceva per la sorprendente capacità di sposare design innovativo e rispetto per l’ambiente.

    Ricordava quanto si fosse sentita esposta quando lui l’aveva guardata negli occhi più profondamente di chiunque altro prima. La fredda distanza di cui si era circondata per anni era sparita per tutto il tempo in cui si era trovata fra le sue braccia. Una sensazione che era poi durata per giorni.

    E, in modo ancor più inquietante, non era stata capace di dimenticare il dolore che aveva provato sentendosi allontanare, come se la sola vista di lei lo avesse disgustato.

    Adesso, sotto il suo sguardo carico di determinazione, Jesse si alzò e tentò di porre un minimo di distanza fra loro. Non aveva mai temuto di perdere il controllo come in quel momento. Era famosa per essere straordinariamente composta e, ancora di più, per essere impassibile. Eppure, nella precedente settimana, tutto ciò che aveva provato era stata una serie di emozioni, la più turbolenta delle quali l’aveva spinta proprio in quell’ufficio.

    In preda all’agitazione raggiunse la finestra che si affacciava sull’orizzonte di Londra, poi percepì un movimento alle spalle e una voce irritata.

    «Forse lei ha tempo da perdere in domande superflue, io invece no.»

    Si voltò e lo sorprese con un braccio allungato in direzione della porta. La stava invitando a uscire. Fu proprio allora che, sconvolta, comprese di non vedere altro se non una camicia tirata sul petto massiccio e i muscoli dell’addome delineati attraverso il sottile tessuto. Fu scioccante scoprirsi così fisicamente conscia di un uomo che solo recentemente aveva appreso possedere una maestria sessuale pari ai più leggendari amanti del mondo – una maestria che, a quanto vedeva, era fin troppo credibile.

    Costringendosi a tornare in sé, Jesse catturò quei grandi occhi scuri. Non si sarebbe mai tirata indietro – non quando Sanchis era l’unico ostacolo tra lei e il vedere J.P. O’Brien punito per i propri crimini. Aveva lavorato troppo duramente per questo.

    «Qualunque cosa lei stia escogitando per salvare O’Brien» proruppe dopo un profondo respiro, «io voglio rilanciare l’offerta.»

    Lo vide lasciar cadere il braccio, gli occhi stretti e lo sguardo fisso su di lei.

    «Perché la JM Holdings dovrebbe essere interessata a una ditta di costruzioni?» le chiese con un tono artificiosamente piatto che però non ingannò Jesse neppure per un attimo. «L’ultima vostra acquisizione non è stato un consorzio per il gioco d’azzardo?»

    Jesse arrossì a disagio e dovette lottare per non abbassare lo sguardo. L’ultima cosa che desiderava erano le domande di quell’uomo. Tentò di mimetizzare la propria tentennante compostezza. «Il mio interesse per le Costruzioni O’Brien non è oggetto di discussione. Dovrà solo dirmi se mi permetterà di rilanciare la sua offerta oppure no.»

    «Invece è oggetto di discussione il fatto che voglia scoprire i miei interessi?» In quel momento qualcosa vibrò nell’aria, e Jesse si ritrovò con la pelle d’oca. Luc Sanchis aveva incrociato le braccia

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