Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

L essenza del desiderio: Harmony Collezione
L essenza del desiderio: Harmony Collezione
L essenza del desiderio: Harmony Collezione
E-book166 pagine2 ore

L essenza del desiderio: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Alix Saint Croix, re in esilio dell'omonima isola, aspetta con trepidazione di poter tornare sul proprio trono trascorrendo le giornate fingendosi il classico playboy perditempo. La sua passione per la bella Leila Verughese, però, non è affatto una finzione, e continua a travolgerlo anche dopo averla sedotta.

Leila ha un negozio di profumi in uno dei luoghi più chic di Parigi, di fronte al quale ha visto passare gli uomini più ricchi e affascinanti della città. Nessuno, però, è paragonabile ad Alix, la cui bellezza e il cui profumo risvegliano in lei sensazioni mai provate e la spingono a gettare al vento ogni cautela.
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2017
ISBN9788858960356
L essenza del desiderio: Harmony Collezione
Autore

Abby Green

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Abby Green

Autori correlati

Correlato a L essenza del desiderio

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su L essenza del desiderio

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    L essenza del desiderio - Abby Green

    successivo.

    1

    Leila Verughese stava rimuginando tra sé su cosa sarebbe successo quando le scorte di profumi, ormai ridotte all'osso, fossero finite del tutto e fu improvvisamente distratta da un movimento all'esterno del negozio. Felice di poter mettere da parte quei pensieri cupi, si concentrò sull'arrivo di una vera e propria parata di limousine nere che passavano in quel momento da Place Vendôme, proprio davanti al negozio che aveva ereditato da sua madre lì, a Parigi.

    Guardò con più attenzione, e vide che sul cofano della prima auto sventolava una bandierina che però non riconobbe, nonostante avesse passato buona parte della sua vita a identificare le personalità che andavano e venivano dall'esclusivo Hotel Ritz, situato proprio dall'altra parte della piazza.

    Un uomo, una guardia del corpo, a giudicare dall'auricolare che si intravedeva tra i capelli scuri, scese dalla prima auto e aprì la portiera posteriore. Ne emerse un uomo imponente che Leila non aveva mai visto prima ma che catturò la sua attenzione per il fascino e per la mascolinità, così intensi da emanare una carica di energia quasi palpabile.

    Era alto almeno un metro e ottanta, con un fisico possente e spalle larghe evidenziate da un lungo e ampio cappotto scuro. Per un momento sembrò diretto verso il negozio di Leila, poi si bloccò di colpo con un'espressione di fastidio sul viso, e si voltò a parlare con qualcuno che era probabilmente rimasto nell'auto. Una moglie, forse? O una fidanzata? Appoggiò il palmo della mano sul tetto della limousine e si chinò leggermente verso la portiera.

    Leila ebbe la visione di una lunga gamba abbronzata e di una capigliatura bionda, poi lo sconosciuto si raddrizzò di nuovo e riprese a camminare verso il negozio insieme a un gruppetto di altri uomini.

    Fu solo in quel momento che Leila notò il suo viso. In tutta la sua vita non aveva mai visto nulla di tanto bello. La pelle olivastra denotava probabili e lontane origini arabe, gli zigomi erano marcati e le labbra sensuali. Il viso si sarebbe potuto dire gradevole, se non fosse stato per gli occhi cupi sotto le dritte sopracciglia scure, e per la mascella volitiva che, in quel momento, era serrata in una morsa rigida e irritata.

    L'uomo aveva capelli corti e scuri, e la forma della testa era perfetta come quella del viso.

    Leila rimase immobile a lungo, mentre lo guardava avvicinarsi con passo svelto. Per un istante, prima che la porta del negozio si aprisse, i loro occhi si incontrarono e lei fu avvolta dalla bizzarra sensazione di trovarsi di fronte a un uccello predatore pronto ad afferrarla tra le zampe.

    La commessa dai capelli scuri ferma dall'altra parte della vetrina non distrasse Alix Saint Croix dalle sue elucubrazioni. L'uomo spinse la porta ed entrò nel negozio. Sorprendimi aveva detto Carmen. Serrò le labbra. Gli sarebbe piaciuto poter pensare lo stesso della serata prima... una serata niente affatto piacevole. Se la sua amante l'avesse soddisfatto, sarebbe stato più disposto a ubbidirle, anche se non era affatto tipo da ricevere ordini. L'unico motivo per cui aveva assecondato il capriccio di Carmen di volere un nuovo profumo era che sperava di liberarsi di lei al più presto.

    Era arrivata alla sua suite la notte precedente, e l'amplesso che ne era seguito era stato... adeguato. Alix si era ritrovato a cercare di ricordare quando era stata l'ultima volta che una donna gli aveva fatto perdere il controllo o gli aveva procurato vero piacere. Mai, aveva sussurrato una vocina mentre la ragazza al suo fianco si era alzata dal letto per andare in bagno ancheggiando in modo provocante.

    Alix si era annoiato e la donna se ne era evidentemente resa conto, visto che era diventata più compiacente e dolce. Cosa che a lui aveva dato molto fastidio. Ora, dopo una giornata trascorsa a guardare modelle troppo magre camminare avanti e indietro su una passerella, la sua sopportazione era arrivata al limite.

    Quando si era lamentato al telefono con il suo consigliere, la risposta che aveva ricevuto era stata chiara. Ci va bene così, Alix, ci serve per creare in loro un falso senso di sicurezza. Crederanno che non hai altro per la testa che donne e divertimento.

    Alix, a cui non piaceva pensare che lo si considerasse un playboy, spinse con foga la porta della profumeria e si trovò davanti alla commessa che lo stava fissando con espressione a metà tra lo shock e l'ammirazione.

    Gli bastarono pochi secondi per rendersi conto che quella era la donna più bella che avesse mai visto.

    La porta gli si richiuse alle spalle con un tintinnio, ma non vi badò. Lei aveva la pelle delicata, di una leggera tonalità olivastra, il naso dritto e labbra carnose e molto sensuali. La curva del collo era delicata e gli zigomi alti. I capelli erano una cascata di seta nera e luminosa che le arrivava alle spalle e Alix provò l'assurdo impulso di toccarli per vedere come sarebbero scivolati tra le dita.

    Furono però gli occhi a dargli il colpo finale. Erano grandi e verdi, come smeraldi, con lunghe ciglia scure e sopracciglia dall'arco perfetto. Sembrava la principessa di un paese orientale.

    «Chi sei?» gracchiò con un tono di voce che non aveva mai usato. Nel ventre iniziò ad ardere una fiamma intensa, che gli accese il sangue nelle vene.

    Ecco il fuoco che non aveva mai conosciuto prima. Il suo corpo aveva riconosciuto tanta bellezza ancor prima della sua mente.

    La giovane donna sbatté le palpebre, e per un istante i suoi occhi si spensero. «Sono la proprietaria del negozio, Leila Verughese.»

    Il nome le si addiceva. Alix riuscì a trovare la forza per allungare la mano. «Alix Saint Croix.»

    Leila arrossì, e nello sguardo color smeraldo comparve una scintilla di consapevolezza. Alix capì che la sua fama doveva averlo preceduto. Ovviamente.

    Lei fece scivolare una mano piccola in quella di lui. Era delicata e fresca, e il contatto ebbe sull'uomo un effetto dirompente e immediato. Il sangue si trasformò in lava liquida, e lui strinse le dita intorno a quelle affusolate della giovane donna.

    Alix lottò per riuscire a dare un senso a quell'improvvisa e inaspettata reazione fisica e mentale. Era abituato a vedere belle donne, a valutarle fisicamente e a tenere sotto controllo le proprie pulsioni. Quella donna... Leila... era bella, sì, ma era vestita come una farmacista, con un camice bianco sopra una banale camicetta blu e pantaloni neri. Portava scarpe basse e aveva l'aria seria. Era però piuttosto alta e gli arrivava alle spalle. D'un tratto se la immaginò con un paio di sandali coi tacchi alti... Quanto vicine sarebbero state le loro bocche se avesse voluto avvicinarsi abbastanza da...?

    Lei si riprese la mano e Alix sbatté gli occhi.

    «Sta cercando un profumo?»

    I riflessi di Alix erano rallentati. Profumo? Perché cercava un profumo? Sì! Carmen! Che lo stava aspettando in macchina. Fece una smorfia seccata e la ragazza di fronte a lui arretrò di un passo.

    Lui allungò una mano. «Mi scusi, no...» Imprecò in silenzio. Cosa diavolo aveva quella mattina? «Insomma, sì, sto cercando un profumo. Per una persona.»

    La donna lo fissò. «Ha una fragranza particolare in mente?»

    Alix distolse a fatica lo sguardo e si guardò intorno per la prima volta. Il negozio era piccolo, con le pareti coperte da specchi e i ripiani dei banconi di cristallo. Vetro e bottiglie dorate ricoprivano ogni superficie, creando la sensazione di trovarsi in un luogo surreale.

    L'ambiente era opulento senza essere opprimente. E non c'era nemmeno l'odore troppo carico che di solito aleggiava nelle profumerie. L'atmosfera era fresca, calma e serena. Come lei. Alix si rese conto all'improvviso che da quella ragazza emanava una serenità contagiosa a cui lui reagiva istintivamente.

    «Sto cercando un profumo per la mia amante» disse all'improvviso, quasi senza rendersene conto.

    Era abituato a dire quel che pensava e a ignorare le espressioni scandalizzate delle persone e, dal momento che non vi fu alcuna reazione immediata, lui guardò meglio la donna. Passato il primo momento, le era comparsa sul viso una smorfia di disapprovazione che lo prese alla sprovvista. Strano, di solito nessuno si permetteva di mostrargli cosa pensava davvero.

    «È un problema per lei?» la sfidò.

    Sotto i suoi occhi affascinati, la giovane arrossì e distolse lo sguardo. Poi si irrigidì. «Non è affar mio con quali appellativi descrive la sua partner» disse seria.

    Leila si redarguì in silenzio per aver mostrato la propria reazione e si allontanò da lui, per cercare dei campioni di profumo.

    Molto tempo prima, suo padre aveva offerto a sua madre il ruolo di amante, dopo però aver messo al mondo lei, la loro figlia illegittima. Lui aveva sedotto Deepika Verughese durante un viaggio di lavoro in India, dove era andato per fare affari con il nonno di Leila. Quando Deepika era andata a cercarlo a Parigi, in disgrazia e incinta, dopo aver viaggiato sola dalla lontana Jaipur, le aveva voltato le spalle senza rimorso.

    Sua madre, orgogliosa e amareggiata, aveva rifiutato l'offerta di diventare la sua mantenuta e negli anni seguenti aveva indicato a Leila ogni singola amante di uomini famosi e ricchi che era entrata nel negozio, per insegnarle a non seguire il loro esempio.

    La mente di Leila si schiarì grazie a quel doloroso ricordo. Era delusa dalla propria reazione. Prima però di avere il tempo di ricomporsi, vide il riflesso dell'uomo negli specchi e capì che si stava avvicinando.

    Si rese conto che lui aveva gli occhi di un grigio molto scuro.

    «Sa chi sono?»

    Lei annuì. Aveva ricordato chi era non appena le aveva detto il suo nome. Era il re in esilio di una piccola isola al largo delle coste del Nord Africa, a sud della Spagna. Era un genio riconosciuto dell'alta finanza, con le mani in pasta in quasi tutte le attività economiche a cui si poteva pensare, incluso il recentissimo ritrovamento di petrolio a Burquat, in Medio Oriente.

    Giravano voci che avrebbe rivendicato il trono ma, a giudicare da quella visita, non sembrava che la politica gli interessasse molto. Il pensiero stranamente irritò Leila.

    Alix Saint Croix continuò: «Allora saprà che gli uomini come me non hanno fidanzate o partner, ma solo amanti. Donne che sanno cosa aspettarsi e che non si aspettano niente».

    Qualcosa in Leila si indurì. Conosceva bene gli uomini come lui. Era indispettita dalla loro natura cinica ed egoista, e la facevano stare male perché erano la prova vivente che ciò che lei cercava in un uomo non esisteva.

    Eppure era decisa a non lasciare che lo sconosciuto rimettesse in moto le sue angosce. Incrociò le braccia al petto. «Non tutte le donne sono ciniche come lei le dipinge.»

    Una luce dura si accese sul viso dell'uomo. «Quelle che abitano il mio mondo sì.»

    «Allora forse il suo mondo è troppo piccolo.»

    Leila non riusciva a credere di aver appena pronunciato quelle parole. Lui aveva premuto il pulsante giusto, a quanto pareva. Si aspettava di vederlo uscire di gran carriera, ma Alix Saint Croix si limitò a sorridere in modo sarcastico. L'espressione arricchì il suo viso di una luce ancora più sensuale e pericolosa.

    «Forse è proprio così.»

    All'improvviso, Leila si sentì avvampare di calore e fu afferrata da un senso di claustrofobia. Lui la stava guardando troppo intensamente, poi i suoi occhi le si posarono sul seno.

    Leila abbassò subito le braccia e afferrò la boccetta di profumo più vicina, senza nemmeno controllare quale fosse. Gliela spinse tra le mani. «Questa è una delle nostre essenze più famose. È floreale con una nota di limone. È fresca e leggera, perfetta per un abbigliamento casual.»

    Alix Saint Croix scosse la testa. «Non credo possa andare. Voglio qualcosa di più intenso, sensuale.»

    La ragazza posò la bottiglietta con energia e ne prese un'altra. «Questa dovrebbe andare meglio. Ha note fruttate ma una base muschiata e legnosa.»

    Lui inclinò la testa, pensoso. «È difficile decidere senza annusare.»

    A Leila sembrava di soffocare sotto il camice e la camicetta. Aveva bisogno di slacciare un bottone. Cosa le stava succedendo?

    Si voltò verso il bancone e prese una strisciolina di cartoncino da un barattolo di vetro, pronta a spruzzare il profumo per farglielo provare. Voleva che se ne andasse, subito, in fretta. La sua presenza la metteva in agitazione, lei, che era sempre tanto calma.

    Prima però che riuscisse a premere il tester, la mano dell'uomo si richiuse intorno alla sua.

    Un'ondata di calore le si propagò nel ventre. Alzò lo sguardo.

    «Non su un pezzo di carta. Penso sia d'accordo con me

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1