Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Incontro con il destino: Harmony Collezione
Incontro con il destino: Harmony Collezione
Incontro con il destino: Harmony Collezione
E-book154 pagine2 ore

Incontro con il destino: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tempi difficili...

Sophie Granton non ha alternative, deve inventarsi qualcosa per far fronte alla difficile situazione economica nella quale si trova. Peccato che già alla prima sera del suo nuovo lavoro le cose vadano a rotoli nell'istante in cui si ritrova di fronte Nikos Kazandros.



... richiedono misure drastiche.

Nikos è sconvolto nel vedere Sophie, quella che è stata la sua Sophie, dare sfoggio di sé in quel modo. Deve assolutamente toglierla da quell'impiccio, e l'unico modo sembra essere quello di pagarla per stare lontana dal suo letto!
LinguaItaliano
Data di uscita11 dic 2017
ISBN9788858975312
Incontro con il destino: Harmony Collezione
Autore

Julia James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Julia James

Autori correlati

Correlato a Incontro con il destino

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Incontro con il destino

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Incontro con il destino - Julia James

    1

    Sophie stava in piedi immobile davanti alla toletta fissando la sua immagine riflessa nel lungo specchio del bagno dell’albergo. La donna che vedeva aveva uno sguardo inespressivo.

    Indossava un abito da sera aderente e a vita bassa. I capelli biondi, resi rigidi dalla lacca, erano raccolti in un’elaborata acconciatura. Il trucco degli occhi, con un ombretto luccicante e chili di mascara, era pesante come la pelle del viso nascosta dal fondotinta e le labbra coperte da un rossetto scarlatto.

    Quella non sono io!

    Il grido le provenne dal profondo, come da una tomba.

    La tomba della persona che era stata e che non sarebbe più esistita.

    Nel vedere l’immagine disgustosa che la fissava dallo specchio, Sophie avvertì un senso di nausea.

    «Mi scusi...»

    Una donna dal tono seccato, infastidita dalla sua presenza, la guardò con disprezzo. Sophie sapeva cosa aveva visto quella sconosciuta. Sapeva perché l’aveva guardata con palese disapprovazione. Di nuovo Sophie avvertì lo stomaco andarle sottosopra. Aveva la bocca secca e così si versò un bicchiere d’acqua trangugiandolo in un sol fiato, come se ciò potesse acquietare il tumulto interiore. Poi, dopo essersi specchiata un’ultima volta, afferrò la borsetta da sera e uscì dalla toilette con un’andatura rigida a causa dei tacchi vertiginosi sui quali era issata.

    Dall’altro lato della hall, al bar, il suo cliente la stava aspettando.

    Nikos Kazandros si guardò intorno. L’ampio atrio della reception, riccamente decorato, era illuminato da una luce soffusa. C’era molta gente che parlava a voce alta e si udiva una musica martellante. Era esattamente il tipo di party che Nikos evitava con cura... tutte quelle persone equivoche in cerca di emozioni che inevitabilmente finivano sotto le lenzuola delle camere di quell’albergo. Nikos si rabbuiò.

    La sua compagnia non era altrettanto riluttante.

    «Su, Nik. La festa si sta riscaldando!» esclamò Georgias biascicando un po’.

    Essendo il figlio di un vecchio amico di suo padre, Nikos si era offerto di badare al ventiduenne durante la loro breve sosta a Londra. Per Nikos, uno spettacolo e una cena sarebbero stati sufficienti per trascorrere la serata ma Georgias aveva insistito per andare a una festa. Per evitare che il ragazzo commettesse qualche sciocchezza, Nikos aveva acconsentito a patto che si fossero fermati solo per un’ora. In tal modo avrebbe potuto controllare che Georgias bevesse solo alcol.

    Non che le droghe fossero l’unica tentazione in quel posto. C’erano decine di ragazze disponibili, di quelle che, solitamente si accalcano dove ci sono uomini ricchi. Lui e Georgias erano già stati adocchiati e dopo qualche momento una bionda con più capelli che vestito li stava invitando a ballare. Georgias accettò subito mentre lui declinò l’approccio di una brunetta che si allontanò imbronciata. Non vedeva l’ora di andarsene da quel posto infernale.

    Quelle ragazze non lo attraevano minimamente. A un passo dall’essere delle prostitute, facevano capire che il loro unico interesse per un uomo era il portafoglio. Barattavano il sesso per una vita lussuosa.

    La loro unica virtù era la franchezza. Alcune, però, non avevano neppure quella e tentavano di nascondere il vero interesse...

    Alcune avevano un’aria innocente, anche se per tutto il tempo...

    No. Nikos s’impose di non lasciarsi andare ai ricordi. Aveva commesso un errore. Era stato uno sciocco, ma per fortuna se ne era accorto in tempo.

    Per una frazione di secondo, si lasciò andare alla desolazione. Poi l’attimo passò e rimpiazzò quel sentimento con una durezza che traspariva in ogni lineamento del viso, dalle mascelle serrate agli occhi neri circondati da lunghe ciglia.

    Un’altra ragazza lo avvicinò ma lui liquidò anche quella. Il suo sguardo era fisso sulla pista da ballo per tenere d’occhio Georgias. Mentre cercava il ragazzo, però, si creò un vuoto tra la folla che gli permise di vedere fino al lato opposto del locale.

    All’improvviso tutto si fermò. Ogni facoltà in suo possesso smise di lavorare. Tranne una.

    La vista.

    E un’altra. La memoria. Una memoria vivida e scottante.

    Nikos iniziò ad avanzare come uno zombi, il viso una maschera inespressiva.

    Avanzò in quello stato puntando dritto verso l’occhio del ciclone.

    Verso l’unico essere umano che non avrebbe più voluto rivedere per il resto della vita ma che era lì davanti a lui sull’altro lato della stanza che lo fissava con un’espressione scioccata. Quella visione fu una coltellata nella carne e lo sguardo corse all’uomo che le stava accanto.

    Che diavolo...? Nikos lo riconobbe ma non ne fu contento. Cosmo Dimistris era un uomo che frequentava abitualmente feste come quella. E altrettanto abitualmente frequentava le donne che partecipavano a quei party. Poi Nikos tornò a fissare la ragazza e, a giudicare dal modo in cui si stringeva a lui, era chiaro che cosa stesse facendo.

    Erano i soldi di Cosmo a dirgli esattamente perché lei fosse lì.

    Dunque, stava ancora giocando allo stesso gioco... Adescava sempre uomini ricchi.

    Nikos avvertì delle emozioni sgorgargli dal profondo, da un posto che aveva seppellito molto tempo prima. Era ancora sotto shock ma ora era nel pieno dominio di sé e in grado di affrontare l’unica persona sulla quale si era sbagliato.

    Sophie Granton.

    Sotto lo spesso strato di fondotinta, Sophie sbiancò. No!, pensò in preda al panico. Non poteva essere lui! Non lì e non in quel momento.

    Eppure era proprio lui. Nikos Kazandros. Il nome le riecheggiò nella mente come un presagio di sciagura.

    Non riusciva a staccare lo sguardo da lui. Non riusciva a distogliere gli occhi da quel viso che sembrava scolpito nel marmo, dai capelli scuri a quegli occhi cupi come la notte. O da quel metro e novanta di muscoli scattanti o, ancora, da quelle gambe lunghe che si muovevano con la grazia di una pantera.

    Nikos Kazandros sembrava uscire dal passato facendole dimenticare tutto. Infatti, si era scordata persino dell’uomo accanto a lei, del quale non poteva certo affermare di gradire la compagnia.

    Si erano incontrati al bar dell’albergo dove avevano bevuto numerosi drink. In seguito erano stati a cena fuori e, per tutto il tempo, non aveva fatto altro che vantarsi della sua ricchezza e dei suoi possedimenti mentre Sophie si era sforzata di sorridere e di fargli domande come se non le fosse importato altro. Poi erano arrivati a quel party allucinante dove Sophie aveva l’impressione di avervi trascorso chissà quante ore. Le tempie le pulsavano e avvertiva un senso di nausea nel rendersi conto di ciò che stava facendo e perché.

    Ma, nel momento esatto in cui riconobbe l’uomo che le stava andando incontro, non ebbe più tempo di pensare.

    Nikos Kazandros.

    Che ci faceva in un posto come quello?

    Le erano bastati pochi secondi per rendersi conto che in quel locale circolavano alcol e droga a fiumi, uomini come quello che aveva accanto e donne truccate come lei...

    Vedere Nikos Kazandros a una festa del genere era una vera sorpresa.

    Nella mente le balenò la scena di alcuni anni prima.

    Una serata di gala al Covent Garden: gli uomini in smoking e le donne in abiti firmati che sfoggiavano i loro gioielli mentre i più grandi tenori e soprani del mondo si esibivano sul palcoscenico.

    Nikos era perfetto nello smoking e lei gli era seduta accanto in un palchetto riservato, tremante per la consapevolezza della sua presenza. Nikos la guardava con un’espressione che le procurava un tuffo al cuore...

    Su quei ricordi scese la ghigliottina. La stessa che continuava a calare da quattro, lunghi, interminabili anni estromettendo Nikos Kazandros dalla sua mente.

    Mentre avanzava verso di lei, Nikos ebbe il tempo di studiare il suo aspetto: palpebre pesantemente truccate, capelli rigidi per la lacca, labbra rosso scarlatto, abito da due soldi. A quella vista avvertì un moto di repulsione. Ecco ciò che era diventata Sophie Granton in quattro anni. Poi, però, avvertì una ripugnanza del tutto diversa... come poteva essere diventata così!

    I ricordi del passato si fecero strada in lui ma Nikos li tenne a bada. La Sophie che lui aveva creduto di conoscere non era mai esistita. Se l’era inventata, creata nella sua mente, e quando aveva capito con chiarezza cosa cercava Sophie Granton, non lui, ma il suo denaro, era rimasto profondamente deluso.

    Quando l’ebbe raggiunta, la guardò dall’alto della sua statura. Lo shock era scomparso dal suo viso lasciando spazio a un’espressione vuota e remota. Non c’era niente in lei che lasciasse trasparire imbarazzo per il suo aspetto o per il luogo in cui si trovava. Dopo averla squadrata da cima a fondo, Nikos si concentrò sull’uomo accanto a lei.

    «Cosmo...»

    «Nik...»

    Ci fu un breve silenzio, poi Cosmo iniziò a parlare nella sua lingua con voce melliflua. «Bene, bene. Questo è un nuovo inizio per te, Nik. Ti sei deciso, finalmente. Sei qui con qualcuno o sei venuto da solo per vedere cosa offre il mercato? Ci sono ragazze ancor più invitanti di questa. Se sei da solo, non hai che l’imbarazzo della scelta.» Quindi lanciò uno sguardo avido in mezzo alla sala dove le ragazze gareggiavano nel mettersi in mostra ma, di fatto, Cosmo stringeva il polso di Sophie come se volesse marchiarne il possesso. Di nuovo, Nikos sentì un’ondata di repulsione scorrere in lui.

    Non appena lui rafforzò la stretta, Sophie deglutì. Aveva cercato di evitare ogni contatto fisico per tutta la serata ma ora non lo disdegnava visto che Nikos Kazandros era uscito dall’incubo del passato per entrare in quello presente.

    Quando aveva realizzato che l’uomo che doveva incontrare quella sera era greco, Sophie aveva avuto l’impressione che il destino si stesse prendendo gioco di lei. Si era presentata all’appuntamento amareggiata e disgustata. Tuttavia, benché greco, Cosmo Dimistris era completamente diverso dall’unico greco che aveva conosciuto. Cosmo era più basso di lei, in soprappeso, con la faccia grassoccia, gli occhi lascivi, le dita tozze e i palmi sudati.

    Be’, che cosa ti aspettavi?, si era detta tra sé. Un uomo che doveva pagare la compagnia di una donna, non poteva essere certo un Adone. Pur non volendolo, Sophie tornò a guardare l’uomo che aveva di fronte e il contrasto con quello al suo fianco divenne ancor più stridente. Nikos non era cambiato per niente! In quattro anni era rimasto esattamente lo stesso. Era sempre l’uomo più attraente che avesse mai conosciuto, anche con quell’aria disgustata stampata sul volto.

    «Sto facendo da balia a Georgias Panotis, il figlio di Anatole Panotis» spiegò in tono asciutto. «Il ragazzo è un pivellino.» Quindi fece un cenno in direzione di Georgias che stava ballando con la ragazza con più capelli che vestito.

    Cosmo scoppiò in una risata. «Hai intenzione di guastargli il divertimento?»

    «Come il tuo?» gli fece eco Nikos lanciando un’ulteriore occhiata alla donna che gli avrebbe fornito il divertimento che andava cercando.

    Nikos avrebbe voluto afferrare la mano di Cosmo e toglierla dal polso di Sophie ingiungendogli di andarsi a trovare il divertimento da qualche altra parte. Dovette lottare per sopprimere quel desiderio anche se Sophie Granton non valeva un solo grammo di emozioni, né ulteriori pensieri. Non li era valsi quattro anni prima, figurarsi adesso.

    Nikos le lanciò un’ultima occhiata. Il suo sguardo era indecifrabile. Non faceva

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1