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Rivincita a suon di baci: Harmony Collezione
Rivincita a suon di baci: Harmony Collezione
Rivincita a suon di baci: Harmony Collezione
E-book166 pagine1 ora

Rivincita a suon di baci: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Si sarebbe preso la sua rivincita, in un modo o nell'altro...
Era il matrimonio dell'anno. Le foto di Alexandros Kouros, ricco armatore, e Kallie Demarchis, la sua giovane e bella sposa, hanno riempito le prime pagine della stampa rosa, trasmettendo l'immagine di una coppia follemente innamorata. Ma dietro quella felice apparenza si cela una realtà ben differente, con la quale l'amore c'entra poco. Anni prima, Kallie ha involontariamente provocato uno scandalo che ha arrecato immensi danni finanziari ad Alexandros, che ora ha l'occasione di vendicarsi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506053
Rivincita a suon di baci: Harmony Collezione
Autore

Abby Green

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Rivincita a suon di baci - Abby Green

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Kouros Marriage Revenge

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Abby Green

    Traduzione di Cornelia Scotti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-605-3

    Prologo

    «Kallie, devi dirgli che lo ami. Questa sera stessa. Se non lo farai, non lo saprà mai. Tra due giorni tu tornerai a casa e l’anno prossimo chissà dove sarai. All’università, oppure avrai un lavoro... insomma, questa è la tua ultima possibilità per dire ad Alexandros che cosa provi per lui.»

    Le mani di sua cugina Eleni le stringevano le braccia con forza e impedivano a Kallie di evitare lo sguardo scuro e intenso che affondava nei suoi occhi. Per un breve istante, Kallie si domandò perché Eleni insistesse tanto, ma poi si vergognò di quel pensiero così ostile. Per quante estati la cugina aveva ascoltato con pazienza i suoi sfoghi e i sogni a occhi aperti, le sue dichiarazioni di amore eterno nei confronti di Alexandros? Era chiaro che voleva solo aiutarla.

    La voce di Kallie tremò per l’agitazione. «Ma, Eleni, sono secoli che non lo vedo. Lui è sempre ad Atene...» Rabbrividì al pensiero di come lo aveva sentito distante, le ultime e rare volte che lo aveva incontrato. Prima, invece, non era stato così...

    Eleni scosse la testa con enfasi. «Non ha importanza. Ha sempre avuto un debole per te e non è cambiato affatto. L’unica differenza è che ora è ricchissimo.»

    Kallie deglutì. Oh, una differenza c’era, eccome. Lui era più grande, e certo avrebbe riso di lei.

    «Su, Kallie. Non essere vigliacca.»

    L’espressione impaziente della cugina la spaventò un po’ e Kallie annuì in fretta, mentre il cuore le batteva frenetico nel petto. Da sopra la testa di Eleni vedeva chiaramente l’oggetto della sua adorazione, Alexandros Kouros. Venticinque anni e bello da mozzare il fiato. Al sole i suoi capelli neri avevano bagliori bluastri. Erano appena un po’ troppo lunghi, e gli si arricciavano alla base della nuca. La pelle olivastra del viso metteva in risalto gli zigomi sporgenti e molto virili, che attiravano lo sguardo di Kallie come una calamita.

    Era molto alto, con le spalle larghe e il torace possente. Il solo pensare di poter appoggiare la testa contro quel grande corpo le fece tremare le ginocchia. Le reazioni, sconosciute ed estranee, che provava ogni volta che gli stava vicino, a volte la spaventavano...

    In quel momento erano tutti riuniti nella sontuosa villa della famiglia di Alexandros, che si trovava proprio di fronte a quella appena più modesta della nonna di Kallie, sulle colline sopra Atene. Lei trascorreva lì tutte le sue vacanze estive sin da quando era bambina e conosceva bene Alexandros. Due anni prima, lui aveva perso il padre e si era ritrovato con la responsabilità di dirigere l’immensa azienda navale di famiglia.

    «Kallie, se non ti dai una mossa continuerà a pensare a te come a una bambina.»

    «Lo so.» Kallie era in preda all’ansia. L’insistenza con cui la cugina la incitava a compiere quel passo era angosciante. Non aveva mai fatto nulla di tanto audace nella sua vita! Lei, che di solito amava restarsene in disparte a leggere un buon libro o a fantasticare dondolandosi sull’amaca, all’ombra degli alti alberi del giardino della nonna.

    In effetti non era poi così certa di volersi buttare in quell’impresa, ammise tra sé mentre con la coda dell’occhio vedeva Alexandros che afferrava una bottiglia e si allontanava. Anche Eleni aveva notato la fuga del ragazzo e si voltò verso la cugina.

    «Allora Kallie, o adesso o mai più. Se non lo farai, sai che te ne pentirai per sempre. Quando lo vedrai la prossima volta sarà sposato, e magari avrà anche tre figli!»

    Il pensiero provocò la nausea a Kallie. Ma forse era colpa del vino che Eleni le aveva fatto bere per darle coraggio. Ora le girava anche la testa!

    «Vai, Kallie, adesso!»

    Spinta da qualcosa di più grande di lei, forse dal vino, o dal senso di ineluttabilità che provava, Kallie iniziò a muoversi tra i gruppetti di persone, poi uscì all’aperto e si ritrovò sul patio. L’aria calda della sera sembrò schiarirle le idee all’improvviso, tanto che per un istante provò l’impulso di tornare sui propri passi. Si voltò, e nel vedere Eleni ferma sulla porta cambiò di nuovo idea. Ormai non poteva più rinunciare.

    Dapprima non vide Alexandros. Era nascosto dai rami di un grande albero, quasi avesse voluto cercare rifugio dalla confusione che regnava nella villa. Poi lo individuò. Era senza giacca, appoggiato al muro di cinta che separava il patio dal giardino di ulivi, in una posa quasi di sconforto che fece traboccare il cuore di Kallie di una dolcissima e intensa emozione.

    Lentamente iniziò ad avvicinarsi a lui, mentre nella sua testa si ripeteva una cantilena. O adesso o mai più. Se non lo faccio ora, lui non saprà mai cosa provo... O adesso o mai più...

    Trattenne il fiato e si intrufolò anche lei tra i rami bassi dell’albero, in quella sorta di luogo magico dove esistevano solo loro due.

    Il leggero rumore delle foglie attirò l’attenzione di Alexandros, che si voltò di scatto, con una bottiglia stretta in mano.

    «Chi è?» esclamò lui e il cuore di Kallie iniziò a battere freneticamente. «Kallie, sei tu?»

    «Sì.»

    Lui si girò di nuovo. «Dovresti tornare dentro.»

    Il desiderio di lui di restare solo la ferì. Soltanto in quel momento si rese conto dello strano stato d’animo di Alexandros. A pensarci bene, era tutta la sera che sembrava distaccato, quasi imbronciato. Con tutto il coraggio che aveva già dovuto racimolare per arrivare fin lì, però, non aveva più alcuna intenzione di fare dietro front.

    «Se non ti dispiace vorrei restare» gli disse, mentre il cuore non accennava a rallentare.

    Alexandros scrollò le spalle e mandò giù un’altra sorsata dal collo della bottiglia. Kallie gliela tolse di mano senza preavviso e, sotto lo sguardo stupito di lui, ingurgitò un lungo sorso di quello che, a sue spese, scoprì essere un liquore fortissimo.

    «Non dirmi che pensavi fosse vino!» esclamò Alexandros divertito, mentre lei tossiva e lui le batteva pacche energiche sulla schiena.

    «Ma cos’è?» chiese Kallie, col viso inondato di lacrime.

    «Ouzo

    All’improvviso lui l’afferrò per la vita e la issò a sedere sul muretto della terrazza. Poi le si sedette accanto.

    La vicinanza dei loro corpi e il calore delle cosce di lui che le premevano contro procurarono alla ragazzina un tremito profondo. Che lui travisò.

    Alexandros allungò la mano, prese la giacca che aveva posato sul muretto e gliela drappeggiò sulle spalle. Kallie si fece forza per resistere all’istinto di chiudere gli occhi e di lasciarsi andare alle sensazioni inebrianti che provava, limitandosi a inspirare il profumo familiare che emanava dal corpo forte di Alexandros.

    Restarono seduti a lungo l’uno vicino all’altro, in silenzio. Tra loro l’aria era carica di tensione e lei non sapeva bene cosa fare per spezzare la cappa di angoscia che l’aveva avvolta. Fu infine Alexandros a parlare per primo.

    «Kallie, perché sei venuta qui fuori? Dovresti rientrare, si sta facendo buio.»

    Lei lo guardò negli occhi, con espressione ferita. «È solo che... mi piace restare qui seduta, con te.»

    Lui sbuffò piano e si passò una mano tra i capelli. «Scusa. Il fatto è che non sono molto di compagnia questa sera.»

    Kallie gli posò una mano sul braccio e lo guardò. «Ti va di parlarmene?»

    Lui restò a fissarla a lungo, intensamente, con una luce che non gli aveva mai visto negli occhi. Una luce che le procurò sensazioni incredibili e sconosciute. Anche lui sembrava fosse impegnato in una lotta interiore. Poi passò, e Alexandros le afferrò una ciocca di capelli con leggerezza, lasciando che gli scivolassero lentamente tra le dita.

    «Hai dei colori incredibili, lo sai?»

    Kallie corrugò la fronte, in imbarazzo sotto quel suo sguardo intenso. «Orrendi, dirai. Mi scotto come niente e arrossisco per nulla.»

    Le sue insicurezze riemersero con prepotenza. E sono troppo grassa...

    Lui scosse la testa. «Non sono d’accordo. Hai la stessa carnagione di tua madre. Sei una perfetta rosa inglese...»

    «Mio padre sostiene di essersi innamorato di lei proprio per questo.»

    L’espressione cupa che gli attraversò il viso la fece ammutolire. Il momento di magia era svanito e Kallie capì che non avrebbe mai avuto il coraggio di portare a termine l’impresa per cui era uscita sul patio. Sarebbe stato meglio lasciarlo in pace, a combattere da solo i demoni che lo tormentavano.

    «Adesso vado...» Si alzò in piedi e fu colta da un giramento di testa che le fece perdere l’equilibrio.

    Fu Alexandros a evitarle la caduta. Allungò le braccia e l’afferrò per la vita e il desiderio di Kallie di andarsene di lì svanì come neve al sole per lasciare posto a un calore intenso che l’avvolse totalmente. Incapace di dire anche una sola parola, si abbandonò al profumo intenso che emanava dal massiccio corpo di lui, tanto vicino al suo. Alzò la testa e affondò lo sguardo nelle iridi scure di Alexandros, senza rendersi conto della luce di desiderio che le si era accesa negli occhi tanto espressivi. Stava galleggiando su una nuvola di sensazioni pure, e aveva completamente perso il senso della realtà, dello spazio e del tempo.

    Kallie sollevò una mano e, con dita tremanti, seguì il contorno delle labbra carnose di lui. Il suo alito caldo le sfiorò il palmo della mano.

    «Kallie, cosa stai facendo?»

    Di nuovo lo fissò, e per la prima volta nella sua vita, si sentì audace, colma di un inspiegabile e misterioso potere femminile. Senza neppure sapere da dove traesse tanto coraggio, si limitò a sussurrare: «Questo...».

    Poi si alzò sulla punta dei piedi, chiuse gli occhi e posò le labbra, calde e morbide, contro quelle di lui.

    Per un lungo momento, Alexandros restò immobile. Kallie provò una bramosia intensa, un desiderio di cui non riusciva ad afferrare appieno il significato, poi un improvviso esplodere di gioia. Lui non la stava respingendo. Avrebbe anche ricambiato il suo bacio? Lo desiderava così tanto. Con titubanza mosse di nuovo le labbra contro la bocca di lui e... di colpo il sogno si infranse.

    Alexandros l’afferrò per le spalle scostandola da sé quasi con violenza e Kallie rischiò di cadere in preda al capogiro.

    «Cosa diamine credi di fare?»

    Fu l’orgoglio che la aiutò a rimanere in piedi. Seppure con il viso in fiamme per l’imbarazzo, Kallie restò a testa alta a guardarlo. Sapeva che ogni centimetro del suo corpo doveva essere ormai dello stesso colore. Rosso intenso.

    «Io... ti stavo baciando» trovò la forza di dire, anche se con la voce che le tremava.

    Lui era furioso. «Questo lo so, Kallie. Non sono stupido.»

    Lei ormai provava solo vergogna. «Mi dispiace, io... non so cosa...» Scosse la testa e arretrò di qualche passo.

    Lui la fermò. Le appoggiò una mano contro la schiena e le impedì di allontanarsi. «No, Kallie, voglio che mi spieghi cosa pensavi di fare. Perché hai provato a baciarmi?»

    «Perché...» Lo guardò con intensità. Era bello da mozzare il fiato e il solo guardarlo la colmava di struggimenti dolcissimi. Non era il momento di farsi guidare dalla paura. Doveva dirglielo, subito, senza esitazioni. «L’ho fatto perché... ti amo, Alexandros.»

    Lui si raddrizzò all’istante. Il suo corpo si tese come una corda di violino. «Tu cosa

    «Sono innamorata di te.» Kallie vide che Alexandros la guardava con espressione di totale incredulità. Quindi la sua confusione si trasformò in un altro sentimento, che ferì Kallie come una pugnalata al cuore. Disgusto.

    Lui la lasciò andare come se si fosse scottato. «Senti, non so a che gioco stai giocando Kallie, però non mi piace. Questa sera annuncerò il mio fidanzamento e se qualcuno ci avesse visto... Maledizione! Ora vattene.»

    Le parole di lui penetrarono a fatica la sua mente. Di cosa stava parlando? Fidanzamento? Stava per sposarsi? Ma con chi?

    Per un istante Kallie provò l’impulso di scoppiare in una risata isterica, poi si sentì davvero sciocca. E molto

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