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Scottante ripicca: Harmony Collezione
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E-book161 pagine2 ore

Scottante ripicca: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sono cinque anni che aspetta quel momento...
Alejandro de Ramirez non ha mai dimenticato Rebecca Layton: quello che gli ha fatto, il suo tradimento, non è cosa che si può perdonare. Ma ora è giunto il momento di pareggiare i conti.

Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo.
Nel momento in cui lei è di nuovo di fronte a lui, Alejandro scopre che non solo Rebecca è ancora splendida come una volta, ma che anche il suo corpo reagisce alla stessa maniera di allora. Si tratta del compiacimento per la vendetta o di qualcos'altro?
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990285
Scottante ripicca: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Scottante ripicca - Lynn Raye Harris

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Spanish Magnate, Red-Hot Revenge

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Lynn Raye Harris

    Traduzione di Cornelia Scotti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-028-5

    1

    «Non è possibile che stia succedendo» mormorò Rebecca Layton.

    Alzò lo sguardo pieno di stupore sulla gigantesca vetrata che aveva davanti a sé e fissò, senza vederle, le eleganti palme appena piegate dal caldo vento tropicale e il blu delle onde del mare. Era tutto così incredibilmente pacifico. In netto contrasto con i sentimenti che si agitavano dentro di lei.

    Aveva appena riattaccato il telefono dopo una lunga conversazione con il responsabile finanziario della Layton International. Le notizie non erano affatto buone. Se non rientrava a New York per riprendere il controllo della situazione, rischiava di perdere tutto. Il cellulare squillò di nuovo e lei rispose d’istinto, con la mente distratta dalla gravissima situazione di grande vulnerabilità della Layton. Non aveva alcuna intenzione di perdere l’azienda creata dalla sua famiglia. «Sì?» Erano in pochi ad avere il suo numero privato.

    «Ciao Rebecca.»

    Il respiro le si fermò in gola al suono della voce che conosceva bene. Alzò di scatto la testa e l’agenda elettronica le scivolò dalle gambe. «Alejandro?»

    «Non ti aspettavi di avere di nuovo mie notizie, vero querida

    Rebecca chiuse gli occhi. Un’ondata di rimpianto mista a desiderio le si propagò nel petto. Erano passati cinque anni da quando aveva sentito quella voce pronunciare il suo nome l’ultima volta. Un tempo lui era tutto il suo mondo. E ora?

    Ora parlare con lui le metteva ansia. Il sudore le coprì i palmi delle mani. «Non è un buon momento, Alejandro. Non posso parlare.»

    La risata di lui, fredda e controllata, le riportò alla mente un’immagine. Quella di Alejandro Arrojo Rivera de Ramirez, l’uomo più sexy che avesse mai visto, nudo fino alla cintola, con rivoletti di acqua che gli scorrevano lungo il torso mentre usciva dalla piscina. La sua risata sensuale mentre la sollevava da terra e la portava in camera da letto senza nemmeno perdere tempo ad asciugarsi. La notte trascorsa tra le sue braccia e lui che le dimostrava quanto la trovasse bella.

    «Devi solo ascoltare.»

    Qualcosa nel tono della voce di lui la mise in agitazione e la indusse a restare in silenzio.

    «Voglio che tu sia a Madrid entro ventiquattro ore. Potrai trascorrere il tempo del viaggio a pensare come convincermi a tenerti nel consiglio di amministrazione della Layton International

    Rebecca scattò in piedi, raggelata. «Sei tu che stai cercando di rubarmi la società?»

    «Hai preso decisioni discutibili, Rebecca. Stai per pagarne le conseguenze.» La voce di Alejandro era fredda come il ghiaccio.

    Rebecca si passò una mano tra i capelli. Stava tremando. Mio Dio! Non era stata lei a prendere quelle decisioni, ma ormai cosa importava? Suo padre non aveva mai ascoltato i suoi consigli, e ora era troppo tardi.

    A quanto pareva in quegli ultimi cinque anni le cose erano molto cambiate. L’ultima volta che aveva visto Alejandro, era stata lei, tra loro due, l’esperta di affari. Lei, che aveva alle spalle una società che fatturava diversi milioni di dollari, mentre lui era solo il nuovo arrivato, che aveva ancora molto da imparare.

    C’era ancora tempo, pensò con coraggio Rebecca. Era ancora possibile riuscire a fermarlo. Si sforzò di imporsi una calma che non provava. «Non è ancora finita. Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso.»

    La risata sarcastica di lui le grattò sui nervi. Poi lo sentì parlare con qualcuno in spagnolo. «Ormai l’affare è concluso, Rebecca. La Layton International appartiene alla Ramirez Enterprise

    «Non ti credo» gli disse piano.

    «Va bene, resta pure alle Hawaii mentre io mi trovo un nuovo amministratore delegato. Se invece venissi qui, potresti discutere in consiglio di amministrazione come verrà gestita l’acquisizione. Decidi tu.»

    Sapeva che lei era alle Hawaii! Sapeva anche dell’accordo che aveva appena concluso per acquisire una catena di villaggi su quelle isole? L’accordo che sarebbe servito per salvare la situazione entro pochi mesi.

    Con le gambe che le tremavano, Rebecca si lasciò cadere su di una sedia di rattan. E se aveva ragione lui? Allora non c’erano più speranze.

    «Lo sai? Credo di odiarti» gli disse.

    «Allora siamo pari.» Il telefono divenne muto.

    Rebecca si appoggiò senza forze allo schienale di pelle del sedile della Mercedes che era venuta a prenderla all’aeroporto Barajas di Madrid. I suoi occhi fissavano il paesaggio che scorreva veloce senza in realtà vedere nulla.

    Le aveva detto di odiarla. Non avrebbe dovuto sorprenderla, eppure un po’ era così.

    Non lo incontrava da cinque lunghi anni. Di lui aveva visto molte fotografie su giornali economici o riviste scandalistiche. Per un mese era stato tutto per lei. Era stato lì quando si svegliava, quando nuotava o andava a fare shopping, o quando mangiava. Aveva riso insieme a lei, e fatto l’amore con lei. L’aveva fatta sentire la donna più speciale del mondo.

    E ora? Si strinse le tempie con la mano. Chissà cosa sarebbe successo ora. Era un uomo privo di scrupoli, e aveva preso il controllo della Layton International. Si era impossessato di tutte le quote azionarie. Ne aveva avuto conferma durante quel viaggio dalle Hawaii che era durato un secolo.

    Lei non aveva più nulla. Se lui la licenziava... Il solo pensiero la raggelò. Al massimo aveva ancora soldi abbastanza per pagare il mutuo per i prossimi tre mesi, e per mangiare. Se non avesse trovato un lavoro al più presto, avrebbe perso anche l’appartamento, oltre a tutto il resto.

    Eppure l’idea della perdita di quei beni materiali non la faceva soffrire quanto il pensiero di non provare più il rispetto per se stessa, e di avere bruciato ciò che la sua famiglia aveva costruito negli anni. Lei non sapeva fare niente altro che occuparsi di alberghi. Era stata cresciuta, educata, per quello, anche se contro il parere di suo padre. Lui aveva sempre voluto un figlio maschio a cui lasciare l’attività di famiglia, e invece aveva dovuto accontentarsi di una figlia femmina. L’idea della delusione che avrebbe provato riempì Rebecca di una grande angoscia. Sembrava proprio che avesse avuto ragione lui.

    L’auto intanto stava percorrendo le strade caotiche della città e passò davanti all’entrata imponente della Villa de Musica. Era lì che aveva incontrato Alejandro la prima volta. Il cuore le faceva male per tutti i ricordi che le si affollavano nella mente.

    Rebecca allontanò da sé l’immagine dell’affascinante spagnolo che le stava per rovinare la vita. Lo avrebbe rivisto fin troppo presto! Lo stomaco le si contrasse in una morsa di tensione. Doveva ricordare che si trattava solo di lavoro. Non doveva assolutamente farsi intimidire. Né lasciare che lui la sconvolgesse come aveva fatto in passato.

    L’auto superò l’entrata dell’hotel senza fermarsi, ma Rebecca non ne fu del tutto sorpresa. Aveva immaginato che lui non le avrebbe concesso il vantaggio di una notte di sonno in una delle sontuose stanze dell’albergo. Di certo aveva intenzione di affrontarla subito, sfruttando la situazione di vulnerabilità creata dalla tensione e dalla stanchezza per quelle ore trascorse in macchina.

    Finalmente, dopo quello che le sembrò un viaggio interminabile, l’auto svoltò in una strada privata sulle colline di Madrid. Non era mai stata da quelle parti, e Rebecca guardò con piacere fuori dal finestrino la folta vegetazione dei giardini che appartenevano a ville sontuose.

    La macchina si fermò e, come per incanto, una mano aprì la portiera mentre un’altra afferrava la sua valigia. Senza indugi Rebecca fu accompagnata all’interno di un atrio che splendeva di marmi preziosi e, quindi, in un ufficio ampio e severo che si affacciava su una piscina dalle dimensioni notevoli. Negli ultimi cinque anni Alejandro aveva davvero fatto molta strada.

    Rebecca si avvicinò alla porta finestra e si strinse le braccia intorno al corpo. Stava tremando. Forse era la stanchezza per il lungo viaggio, o forse la consapevolezza della propria vulnerabilità. Oppure il pensiero dello stato pietoso in cui si trovava, con il tailleur spiegazzato che le cadeva addosso senza alcuno stile e i capelli che avevano ormai perso la loro consueta piega. Purtroppo dubitava che Alejandro le avrebbe concesso il vantaggio di un paio d’ore per rimettersi in sesto.

    Quando la porta dietro di lei si aprì, Rebecca calò sul viso la maschera della perfetta donna d’affari pronta a ogni evenienza, e si voltò.

    Era sempre l’uomo più bello e affascinante che avesse mai visto! Alla vista di lui, le ginocchia quasi le cedettero e, per un assurdo istante, Rebecca provò l’impulso di correre tra le sue braccia. Come era solita fare cinque anni prima. Invece, strinse forte i pugni lungo i fianchi e restò immobile dove era. Non toccarlo le costò uno sforzo enorme.

    Perché?

    Non sapeva nemmeno lei se quella domanda silenziosa era diretta a se stessa o a lui.

    Perché Alejandro? Perché mi hai ingannata quando io ti amavo tanto? Perché ora mi stai facendo questo?

    Quasi gli avesse parlato a voce alta, Alejandro si fermò e le puntò addosso gli occhi grigi e freddi come il ghiaccio. La mancanza di calore colpì Rebecca come un pugno nello stomaco. Era sciocca a sentirsi così, lo sapeva, eppure non riusciva a farne a meno. Era così netto il contrasto con gli sguardi carichi di passione che era solito lanciarle cinque anni prima!

    Lui era come lo ricordava. Alto, quasi un metro e novanta, e muscoloso. Anzi, gli anni erano stati clementi con lui. Il suo corpo era solido e forte, quasi non fosse passato neppure un giorno. Era ancora il guerriero vestito Armani, come lo aveva soprannominato allora.

    A ripensare adesso alle ore che avevano trascorso a esplorarsi reciprocamente, a quante volte aveva accarezzato la pelle abbronzata di lui, a come aveva tremato sotto le sue carezze esperte, le sembravano passati mille anni.

    Rebecca appoggiò una mano allo stipite della finestra per trovare sostegno. Alejandro non sembrò accorgersene. Era del tutto indifferente alle tensioni che permeavano la stanza.

    «Ti ho preparato una serie di incombenze» le disse mentre raggiungeva la scrivania e afferrava una busta da un cassetto. «Devi leggere queste carte ed essere pronta a incontrare il consiglio d’amministrazione domani mattina presto. In quell’occasione discuteremo i tuoi incarichi.»

    Rebecca fece un passo avanti e prese la busta, sollevata di avere qualcosa a cui pensare. Una rabbia sorda intanto iniziò ad agitarsi dentro di lei, fino a quando non fu più capace di trattenersi. «È tutto qui? Né ciao, né come stai? Niente? Nessuna spiegazione?»

    Lui la guardò quasi con sufficienza. «Non ti devo alcuna spiegazione, Rebecca. Anzi, non ti devo niente. Dovresti essermi grata per quello che ti offro.»

    «Sono stata bene, grazie per avermelo chiesto, Alejandro» gli disse, ignorandolo. «O per lo meno, fino a ieri è stato così. E tu? Come stai? Hai sposato la donna di cui ti eri casualmente dimenticato di parlarmi?»

    «L’ho fatto» rispose lui freddo.

    Rebecca ricacciò indietro le lacrime. Era assurdo soffrire ancora per qualcosa che era successo tanto tempo prima. O aspettarsi una spiegazione, dopo tanti anni. Lui era Alejandro Arroyo Rivera de Ramirez, un playboy internazionale e un faccendiere milionario. Le donne gli erano sempre corse dietro, e lo avrebbero fatto sempre.

    Nemmeno lei era stata diversa, dopo tutto. Cinque anni prima, lui non era tanto ricco. Era semplicemente un uomo affascinante, famoso nel suo paese, che si stava facendo strada in una nuova attività. Allora era lei quella privilegiata. Lei che apparteneva a una famiglia che gestiva alberghi da due generazioni. Poi si era innamorata di lui e lui l’aveva tradita nel modo più crudele. Di quello non lo aveva

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