Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il prezzo della vendetta: Harmony Collezione
Il prezzo della vendetta: Harmony Collezione
Il prezzo della vendetta: Harmony Collezione
E-book178 pagine2 ore

Il prezzo della vendetta: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Ogni cosa ha un prezzo. Anche la vendetta.
Nelle vene di Sienna De Piero scorre sangue blu, ma lei non ha mai amato né inseguito quel lussuoso stile di vita, che le ha sempre suscitato solo tanto squallore. Ora che le fortune di famiglia si sono volatilizzate, però, le è rimasta una sola cosa di valore, e ha intenzione di venderla a caro prezzo...
Andreas Xenakis non ha mai dimenticato Sienna. Sono passati anni dal loro primo incontro, e per tutto quel tempo ha atteso il momento della propria vendetta. Non importa quanto cara sarà: pagherà qualunque prezzo pur di poterla assaporare!
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2020
ISBN9788830513327
Il prezzo della vendetta: Harmony Collezione
Autore

Abby Green

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Abby Green

Autori correlati

Correlato a Il prezzo della vendetta

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il prezzo della vendetta

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il prezzo della vendetta - Abby Green

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Forgiven but not Forgotten?

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Abby Green

    Traduzione di Laura Premarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-332-7

    Prologo

    Sienna De Piero stringeva forte la mano di sua sorella mentre lasciavano il palazzo in cui vivevano. Anche se lei aveva solo dodici anni e Serena quattordici, istintivamente si cercavano per sostenersi a vicenda. Quel giorno il loro padre era di un umore ancora più imprevedibile del solito. L’automobile era accanto al marciapiede e un autista in uniforme attendeva impettito di fianco alla portiera spalancata. Anche le guardie del corpo di suo padre si trovavano lì accanto. D’un tratto, a pochi passi dalla macchina, sembrò sbucare dal nulla un giovane alto dai capelli scuri che bloccò la strada al padre. L’uomo gesticolava e lo chiamava papà. Sienna e Serena si erano fermate di colpo, con le guardie corpulente immobili tra loro e quel confronto. Sienna sbirciò oltre le guardie e, immediatamente, riuscì a cogliere la rassomiglianza tra suo padre e quel giovane uomo. Avevano la stessa forma del viso e quegli inconfondibili occhi un po’ infossati. Ma com’era possibile? Come poteva essere imparentato con lui quello sconosciuto? Improvvisamente udì un suono sordo e il giovane venne scaraventato a terra. Lo vide alzare lo sguardo, scioccato, mentre il sangue gli scorreva copioso dal naso. Suo padre lo aveva colpito. Davanti a tanta violenza, lei strinse terrorizzata la mano di Serena. In quell’istante suo padre si voltò e fece loro un cenno rabbioso di seguirlo. Il sentiero era così stretto che dovettero scavalcare le gambe del giovane. Sienna era troppo spaventata per guardarlo e subito vennero sospinte dentro la macchina, poi lei sentì suo padre impartire ordini concisi ai propri uomini. Proprio allora si udì l’urlo del giovane. «Sono Rocco, tuo figlio... il tuo bastardo!»

    Quando si allontanarono, Sienna non riuscì a fare a meno di voltarsi a guardare. Vide le guardie del corpo che trascinavano via il ragazzo e si sentì male. Serena, impassibile, teneva lo sguardo fisso in avanti, ma la mano era ancora avvinghiata alla sua. Il padre afferrò Sienna per un orecchio, facendole male e costringendola a voltare la testa. Lei serrò la bocca per tenerla chiusa, sapeva che era meglio non emettere un suono. Lui la costrinse a guardarlo. «Cosa pensi di fare?»

    «Niente, papà.»

    «Bene, perché sai cosa succede se mi fai arrabbiare.»

    La stretta di Serena divenne così forte che lei quasi gridò e rapida rispose: «Sì, certo, papà».

    Dopo un lungo momento di tensione, suo padre la lasciò andare e guardò di nuovo in avanti. Sienna sapeva molto bene cosa accadeva quando lo faceva irritare. Lui non puniva mai lei, ma sempre sua sorella, perché questo lo divertiva. Sienna non guardò più Serena, ma entrambe continuarono a tenersi strette per mano durante il resto del viaggio.

    1

    Ad Andreas Xenakis non piacque il brivido di trionfo che gli serpeggiò dentro. Significava che quel momento era molto più significativo di quanto volesse ammettere. Amaramente, dovette constatare che forse era così. Finalmente, a distanza ravvicinata, c’era proprio la donna che cinque anni prima aveva gridato allo stupro, accusandolo solo per divertimento e per preservare la propria immagine innocente agli occhi del padre. Quel gesto gli aveva procurato una violenta dose di botte, la perdita del lavoro, la segnalazione su una lista nera di ogni albergo d’Europa e, soprattutto, l’aveva costretto a ricominciare tutto daccapo dall’altra parte del mondo, lontano da chiunque lo conoscesse.

    Lei era ancora stupenda e anche di più. Andreas aveva spesso immaginato che in fondo non potesse essere tanto irresistibile come lui l’aveva considerata, e invece era così. Adesso era una donna, non più una ragazzina. Aveva i capelli talmente biondi da sembrare bianchi alla luce soffusa di quel centinaio di lampadari. Li portava raccolti in uno stretto chignon e si presentava con lo stesso naturale portamento regale che Andreas aveva notato la prima volta in quella scintillante sala da ballo a Parigi. La sua bocca si serrò. Quella creatura era come un purosangue in mezzo a dei ronzini ed era lampante come le altre donne d’istinto tendessero a escluderla, quasi che avvertissero che era impossibile competere con lei. Spostò lo sguardo sul suo viso. La linea patrizia del naso non faceva che confermare il retaggio di sangue blu dei suoi antenati italiani, indebolito in parte dalla madre, mezza inglese, imparentata con i reali. La sua pelle era ancora diafana e sembrava morbida come quella di un petalo di rosa. Il ventre di Andreas si serrò forte, mentre il ricordo di quel velluto sotto le sue dita lo travolse. L’aveva toccata quasi con reverenza, come se si fosse trattato di una dea e gli era sembrato quasi di marchiarla, di macchiare la sua purezza con quel tocco. Le mani gli si serrarono in due pugni lungo i fianchi, mentre ripensava a come lei lo avesse esortato con sospiri e suppliche sensuali all’orecchio: Ti prego, Andreas, voglio che mi tocchi... per poi attaccarlo quasi nello stesso sospiro, accusandolo di averla aggredita.

    Lei voltò il viso dalla sua parte e di colpo quella rabbia fremente sparì, mentre il sangue gli affluiva ardente alla testa e all’inguine, rendendolo furioso e confuso allo stesso tempo. Andreas non poteva sfuggire all’impatto di quegli enormi, luccicanti occhi azzurri, ma era la sua bocca ad attrarre e trattenere il suo sguardo. Peccaminosamente voluttuosa e rosa, sembrava chiedere solo di essere baciata. Soffocò un moto di desiderio più intenso che mai. In un attimo era stato ridotto schiavo degli istinti più animali e la odiava per l’effetto che aveva ancora su di lui. Ancora e per sempre, lo schernì una vocina nella sua testa. No. Andreas la respinse fieramente. Non per sempre. Solo finché non l’avesse posseduta, finché non avessero concluso ciò che lei aveva iniziato, quando gli aveva sconvolto la vita in modo così crudele e radicale. Quella donna curiosa e annoiata, allora aveva potere e Andreas, invece, non era nessuno. La determinazione gli serrò le viscere. Adesso era tutt’altro che una nullità e grazie a un crudele gioco di circostanze, invece, Sienna De Piero era ridotta a ben meno di quanto lui fosse mai stato, il che la rendeva vulnerabile ed esposta. La testa bionda sparì alla vista per un momento e lui si sentì contrarre le viscere da qualcosa di indefinibile. Non gli piaceva il fatto di essere sgradevolmente consapevole dell’interesse degli altri uomini, dei loro sguardi avidi e addirittura lascivi. Lo facevano sentire possessivo e questo non gli piaceva. Sienna aveva avuto la sfacciataggine di giocare con lui una volta e Andreas la desiderava, questo era tutto. I suoi occhi scorsero di nuovo la sua testa bionda e rimase a osservarla, aspettando che gli si avvicinasse di più.

    Sienna De Piero stava facendosi strada tra la folla con un pesante vassoio, cercando di non rovesciarne il contenuto, quando un petto possente le si parò davanti agli occhi, impedendole di proseguire. Lei alzò lo sguardo ed ebbe l’impressione di un uomo molto alto e dalle spalle ampie. Uno smoking immacolato con un cravattino bianco lo distingueva dagli altri ospiti. Mentre apriva la bocca per mormorare delle scuse, i suoi occhi gli raggiunsero il viso e di colpo il cuore le si fermò nel petto. Non era uno sconosciuto. Andreas Xenakis. Lì. Lo riconobbe all’istante e la consapevolezza fu simile a un cataclisma. Fu come se fossero passati solo pochi minuti da quando lo aveva visto l’ultima volta, eppure erano trascorsi cinque anni. Sembrava più alto, più snello e più scuro. Istantaneamente gli lesse un’inconfondibile luce di gelido odio negli occhi e le viscere le si contrassero dolorosamente. Tra tutta la gente che avrebbe potuto incontrare lì... nessuno avrebbe dovuto trovarsi più distante da Andreas Xenakis. Ma poteva forse biasimarlo?, le domandò sarcastica una vocina.

    «Bene, bene, bene.»

    La sua voce era dolorosamente familiare e lo stomaco le si serrò in una morsa di tensione.

    «È fantastico incontrarti qui.»

    Sienna avvertì i suoi occhi che la scrutavano da capo a piedi, soffermandosi sulla sua divisa da lavoro, con la camicia bianca, cravattina e pantaloni neri. Quell’uomo aveva su di lei lo stesso effetto devastante di cinque anni prima. Era come se di colpo fosse stata collegata a una presa di corrente e l’elettricità le stesse scorrendo nel sangue, rendendola fremente, turbandola e sconvolgendola proprio come allora, specialmente alla luce di ciò che era accaduto. Si irrigidì. Folte sopracciglia incorniciavano gli incredibili occhi blu dell’uomo e gli zigomi alti mettevano in risalto il suo mento risoluto. E la sua bocca... quella meravigliosa bocca sensuale, tutto a un tratto era divenuta sexy e beffarda. Lui ammiccò, chiaramente in attesa di una risposta. Lottando per mantenere una certa compostezza, quando invece si sentiva come una piccola barca in balia dell’oceano, Sienna cercò di ritrovare la voce e osservò, gelida: «Signor Xenakis, che piacere incontrarla di nuovo».

    L’espressione di lui divenne ancora più sarcastica e gli sfuggì una risatina. La sua voce non aveva più un accento così marcato, adesso possedeva una cadenza a metà fra l’inglese e l’americano. «Sembra quasi che tu mi stia ricevendo a una tua cena e non mentre stai servendo da bere a persone che un tempo non ti saresti nemmeno degnata di guardare in faccia.»

    Sienna trasalì. Non era necessario essere telepatica per riconoscere che l’uomo che le stava davanti, ora era una creatura molto più dura e spietata del ragazzo che aveva conosciuto a Parigi. La fulminea ascesa di Xenakis, divenuto uno degli albergatori più importanti del mondo all’incredibile età di trent’anni, era stata ben documentata dalla stampa.

    «Sono lusingato che ti ricordi di me» sibilò lui. «Dopotutto ci siamo incontrati solo una volta, per quanto memorabile si sia rivelata.»

    La stava deridendo. Sienna provò l’impulso di precisare che in realtà le volte erano state due, lei lo aveva rivisto anche la mattina dopo quella catastrofica serata, ma in quel momento aveva già abbastanza a cui pensare. «Sì» replicò, a disagio sotto quello sguardo oscuro. «Certo che mi ricordo di lei.» Di colpo fu troppo. Il vassoio di bicchieri iniziò a traballarle pericolosamente tra le mani, mentre l’impatto di rivederlo la colpì di nuovo. Sorprendendola, Andreas glielo tolse dalle mani e lo posò su un tavolo lì accanto, prima che lei potesse obbiettare. Proprio allora furono interrotti dal capo di Sienna, che la stava guardando in cagnesco, sorridendo ossequioso ad Andreas. «Signor Xenakis, ci sono problemi? Se il mio personale è stato negligente...»

    «No.» La sua voce era gelida, sbrigativa. Lui trasudava potere, sicurezza e un carisma sensuale tangibile. Sentendosi un po’ stordita, Sienna tornò a sintonizzarsi sulla voce di Xenakis, che si stava rivolgendo al suo capo. «È tutto a posto, stavo familiarizzando con la signorina...»

    Lei si affrettò a interromperlo, prima che potesse pronunciare il suo odiato nome. «Signor Xenakis, come ho detto, è stato bello rivederla. Tuttavia, se adesso vuole scusarmi dovrei tornare al lavoro.» Afferrò di nuovo il pesante vassoio e senza guardare né Andreas Xenakis, né il suo capo, si allontanò sulle gambe malferme. Andreas seguì l’avanzare della bella testa bionda, più seccato che mai per l’interruzione. Subito l’ometto rotondo aggiunse, con voce melliflua: «Sono davvero spiacente, signor Xenakis. Il nostro personale ha ordine preciso di non soffermarsi a parlare con gli ospiti, ma la signorina Mancini è nuova...».

    Lui replicò, gelido: «In realtà sono stato io a rivolgerle la parola». Esitò un istante, fissando l’uomo. «Ha detto che il suo nome è Mancini?» domandò poi.

    «Sì» confermò l’uomo e poi sorrise ancora più viscidamente, mormorandogli sottovoce: «È troppo bella per lavorare qui. Potrebbe fare la modella, se vuole il mio parere. Non so perché faccia la cameriera, ma certo non mi lamento. Non ho mai avuto così tante richieste per il suo numero di telefono».

    Andreas rinunciò a informarlo che se quella donna faceva la cameriera era soltanto perché non era più persona gradita nel jet set europeo. Sentì qualcosa di simile alla collera montargli dentro e fissò il manager con uno sguardo che avrebbe intimorito molti. «Naturalmente, presumo che lei non lo dia?»

    L’uomo divenne paonazzo e balbettò: «Ebbene, io... certo che no, signor Xenakis. Non so che genere di servizi lei pensa che io gestisca, qui, ma posso assicurarle...».

    «Non si preoccupi» tagliò corto lui in tono sferzante. «Me ne assicurerò io stesso effettuando un controllo scrupoloso della vostra società.»

    Detto questo si voltò e si diresse verso il punto in cui aveva visto Sienna l’ultima volta. Adesso aveva qualcosa di ben più urgente di cui occuparsi: assicurarsi che Sienna De Piero non svanisse nel nulla.

    Un paio di ore dopo Sienna camminava svelta per le strade illuminate dalla luna attorno a Mayfair. Non aveva ancora del tutto realizzato di avere visto Andreas Xenakis lì a Londra, dove era andata a nascondersi e a cercare di proseguire la sua vita. Con suo grande sollievo, non si era più imbattuta in lui, ma era stata spaventosamente consapevole della sua alta sagoma e aveva cercato di assicurarsi di rimanere per tutto il tempo dalla parte opposta della sala. In quel momento, mentre camminava, esausta, si maledisse per avere permesso a Xenakis di avere quell’influsso devastante su di lei. Sì, avevano avuto una storia, trasalì, e non certo bella. Preferiva non ricordare lo sguardo ardente di ira e delusione sul viso di Andreas, quando cinque anni prima lei, ritta accanto a suo padre e stringendosi tremante il vestito al petto, aveva dichiarato: Sì, è lui che mi ha aggredita, papà. Io non riuscivo a fermarlo...

    Andreas l’aveva interrotta, furioso, con il suo forte accento greco. «Questa è una bugia bella e buona! Sua figlia mi stava supplicando...»

    Suo padre aveva alzato la mano in un gesto imperioso, interrompendolo. Poi si era voltato verso Sienna e lei lo aveva guardato, terrorizzata dalla punizione che avrebbe inflitto a Serena, se avesse scelto di credere ad Andreas. Con naturalezza, le aveva domandato: «Sta mentendo, non è vero? Tu non permetteresti mai a un uomo del genere di toccarti, no?

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1