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Follia d'amore: Harmony Jolly
Follia d'amore: Harmony Jolly
Follia d'amore: Harmony Jolly
E-book169 pagine2 ore

Follia d'amore: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Grace McKinnon mai avrebbe immaginato di tornare in quella piccola cittadina del New England. Giornalista giramondo, allergica ai legami, Grace sa per certo che il soggiorno a casa di sua nonna sarà molto breve e soprattutto molto noioso. O forse no. Chi sarà mai quell'affascinante bellimbusto che sta attraversando la strada con passo deciso e scattante? No, non può essere, è J.C. Carson, il suo primo amore, il ragazzo che le ha spezzato il cuore e per il quale avrebbe fatto follie. Avrebbe fatto? Grace, per il quale faresti follie. Forse la vacanza sarà meno noiosa del previsto.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2019
ISBN9788858996065
Follia d'amore: Harmony Jolly
Autore

Shirley Jump

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Follia d'amore - Shirley Jump

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Mistletoe Kisses with the Billionaire

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2012 Shirley Kawa-Jump, LLC

    Traduzione di Laura Polli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-606-5

    1

    La busta rimase per qualche ora su un tavolino dell’hotel di Santo Domingo prima che Grace McKinnon si decidesse a prenderla in mano e a dare un’occhiata al timbro postale.

    Beckett’s Run. Massachusetts.

    A quanto pareva, sua nonna aveva deciso di rintracciarla a tutti i costi, e quel particolare non la sorprese affatto. Quando Mary McKinnon voleva qualcosa non la fermava nessuno. Un tratto del carattere che lei aveva ereditato.

    La testardaggine era un grave difetto, le diceva sempre sua madre. Una benedizione, replicava sua nonna ridendo.

    Comunque fosse, in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare, concluse Grace, posando la lettera senza aprirla.

    «Ti ho inviato l’articolo su Santo Domingo» disse Grace. «Qual è la prossima meta?»

    Il collegamento era disturbato e Grace uscì sul balcone dell’hotel, nella speranza che il suo cellulare captasse meglio la linea. Dal decimo piano, osservò un istante il traffico della capitale dominicana.

    Non notando alcun miglioramento nella linea, rientrò in camera e maneggiò distrattamente la busta mentre ascoltava il suo capo che sbraitava a migliaia di chilometri di distanza.

    «Per il momento rimani dove sei» le intimò Paul Rawlins da Manhattan. «Ho letto l’email che mi hai inviato. L’articolo su Santo Domingo va bene. La solita lista per turisti di luoghi da visitare... Ma quello dalla Nuova Zelanda era un disastro. Hai inserito un mucchio di particolari inutili, come quello del campeggio dei senzatetto. Quelli sono particolari che interessano riviste come Social Issue, non i turisti. Non ti ho assunta per fare la cronista, e mi avevi detto che certe questioni non ti interessavano.»

    «Esatto» gli confermò Grace.

    «E allora perché diamine continui a mandarmi articoli da attivista che vuole cambiare il mondo?» ribatté Paul Rawlins.

    Grace sospirò. «Non pensi che sia interessante cercare di descrivere la realtà delle mete turistiche da un altro punto di vista?»

    «Maledizione, no!» ribatté Paul. «Ai nostri sponsor non interessa, e nemmeno ai nostri lettori. Per cui voglio che gli articoli siano come ti ho chiesto.»

    «Okay» annuì Grace. Erano due anni che collaborava con una rivista di viaggi e scrivere articoli zuccherosi su località turistiche cominciava a darle sui nervi. A dire il vero, aveva inviato alcuni suoi scritti a Social Issue. Steve Esler, il direttore del giornale, era stato un suo insegnante all’università e poi un amico. L’aveva incoraggiata a dedicarsi al giornalismo e a scrivere qualcosa di graffiante e significativo. Per quella ragione gli aveva inviato alcuni articoli. Steve li aveva esaminati, ma le aveva invariabilmente risposto che non lo erano abbastanza. Aveva scosso il capo, seduto dietro alla scrivania del suo ufficio.

    «Puoi fare molto meglio di così, Grace. Devi metterci la testa e il cuore nelle storie che scrivi, in modo che chi legge rida e pianga con te. Questi articoli... Danno l’impressione che tu abbia paura a scavare più in profondità.»

    Così lei aveva continuato a collaborare con la rivista di viaggi, descrivendo resort, hotel, attrazioni turistiche e argomenti attinenti. Tutte cose di cui non le importava nulla. Cercando di convincersi che era contenta così, che non ci teneva affatto a fare parte di quella categoria di giovani giornalisti che si illudevano di cambiare il mondo a colpi di penna.

    Anche se una parte di lei ci aveva sempre creduto.

    E continuava a crederci.

    Anche se forse non aveva la stoffa per farlo.

    «Le vacanze sono un momento di svago e relax. Per cui non voglio questioni spinose o storie strappalacrime inserite qua e là negli articoli della rivista» ribadì Paul. «Voglio che i nostri lettori pensino che nel luogo scelto per le loro ferie non esista un problema al mondo e possano divertirsi senza sensi di colpa.» Tacque un istante prima di continuare. «Mi hai deluso di nuovo, Grace. Mi hai confermato che non posso contare su di te.»

    «Si tratta solo di un articolo, e le fotografie...»

    «Non è il primo» la interruppe Paul. «Da qualche tempo scrivi in modo piatto, senza ispirazione. Al punto che fai sembrare un luogo noioso persino le Isole Fiji. Santo cielo, le Fiji, non il Bronx... Che ti succede? Fino a qualche mese fa eri la mia migliore reporter.»

    «Non è successo niente» asserì Grace.

    Invece qualcosa era accaduto, aggiunse fra sé. Qualcosa che era scattato in lei l’ultima volta che era stata in Asia e aveva visto una bambina vagare per strada in pieno inverno vestita con abiti leggeri, cercando di vendere giornali che nessuno voleva.

    Le aveva scattato una foto e, grazie a un interprete, aveva raccolto abbastanza informazioni per scrivere una storia, sperando che Steve la considerasse degna di essere inserita nel prossimo numero di Social Issue e qualcuno si prendesse a cuore la causa degli orfani in quella nazione.

    Ma la storia non aveva fatto colpo sul redattore capo di Social Issue e lei aveva concluso che Paul aveva ragione. Non riusciva a commuovere i lettori perché non metteva il cuore in quello che scriveva. Non riusciva a rompere la cortina di ghiaccio dietro alla quale si era rinchiusa una parte di lei. Forse avrebbe fatto meglio a rassegnarsi e a smettere di cercare di diventare quello che non era... A scrivere articoli per la rivista di viaggi, gettandosi a capofitto nel lavoro cercando di non pensare.

    «Che ne dici di prenderti una pausa, Grace?» replicò Paul.

    «Una pausa? Adesso che sono a un punto cruciale della carriera nella rivista?»

    «Quale carriera?»

    Quella domanda, brutale e diretta, azzerò di colpo le sue speranze. Una parte di lei, tuttavia, riconobbe che Paul aveva ragione.

    Non sapeva dove o quando aveva perso l’entusiasmo per il suo lavoro. Per anni aveva viaggiato per il mondo in lungo e in largo, contenta e felice come un’ape in un giardino pieno di fiori. Convinta che la sua carriera come giornalista per una delle maggiori riviste statunitensi di viaggi le andasse a pennello. Nessun legame stabile, senza impegni familiari e orari fissi. Una professione nella quale dipendeva solo da se stessa.

    Ma da qualche tempo sentiva il bisogno di una evoluzione professionale, di un cambiamento. Era alla ricerca di un’opportunità che le permettesse di scrivere di questioni più serie che viaggi e vacanze, ma fino ad allora i suoi tentativi erano andati tutti a vuoto. Forse se sua sorella l’avesse raggiunta quando glielo aveva chiesto, avrebbe potuto corredare i suoi articoli con delle foto speciali, che riscattassero le descrizioni un po’ piatte. Hope era la migliore fotografa che conoscesse, e riusciva a trovare sempre delle inquadrature insolite. Ma sua sorella aveva declinato l’invito e lei non aveva ancora digerito quel rifiuto. L’unica volta che aveva bisogno di Hope e...

    Sua sorella le aveva detto no, chiaro e tondo.

    «Aspetta almeno che vada in Svizzera la settimana prossima» proseguì Grace. «Ho intenzione di scrivere un articolo su quel treno che trasporta i turisti in alta quota. Un percorso davvero fantastico e...»

    «Lascia perdere, Grace» tagliò corto Paul. « Manca poco a Natale, prenditi un po’ di tempo libero. Ci risentiamo dopo le feste. E se... Ripeto, se avrai ancora voglia di lavorare per la rivista, allora discuteremo della Svizzera.»

    In altre parole, prenditi una vacanza. O peggio. Almeno non era stata licenziata in tronco, cercò di consolarsi Grace. Avrebbe potuto riprendere a lavorare dopo le feste natalizie. Ne avrebbe approfittato per fare a sua volta la turista su qualche spiaggia tropicale, prendendo il sole e bevendo frullati di frutta. Dopodiché avrebbe telefonato a Paul per dirgli che era pronta per l’incarico in Svizzera. Del resto, quali alternative aveva? Aveva bisogno di lavorare, e se Paul pensava che una pausa di riposo le avrebbe fatto bene, non le restava che accettare la proposta.

    «Okay, farò come dici» si arrese.

    «Bene» approvò il suo capo, prima di riagganciare.

    Grace posò il cellulare e si guardò intorno. Era a Santo Domingo, temporaneamente senza lavoro e con un futuro professionale incerto. Erano almeno... dieci anni che non provava quel senso di vuoto e incertezza.

    Dalla finestra aperta proveniva il suono del traffico e la brezza che spirava dal mare.

    Santo Domingo era uno dei luoghi al mondo che preferiva, ricco di fascino e di contrasti.

    La memoria della sua fotocamera era piena di immagini per la sua raccolta personale, in nessuna delle quali erano immortalate le splendide spiagge di Punta Cana o di altri paradisi tropicali. No, le sue foto documentavano le condizioni di estrema povertà in cui vivevano gli abitanti di certe zone delle centinaia di mete turistiche in cui lei aveva soggiornato per lavoro.

    Il genere di foto che il suo datore di lavoro si rifiutava di visionare, che non avrebbero mai corredato i suoi articoli sulla rivista di viaggi, per non turbare e scoraggiare i turisti.

    Foto che invece sarebbero state più che degne di apparire in riviste come Social Issue e...

    Perché non riusciva a rinunciare all’idea di fare giornalismo in modo meno superficiale ed edulcorato? A essere felice svolgendo un lavoro che le dava la possibilità di recarsi nei luoghi più belli del mondo? Perché continuava a sognare ciò che non poteva ottenere?

    Con un sospiro, cominciò a fare i bagagli chiedendosi dove poteva andare ad aspettare il nuovo anno. Su una spiaggia? Da sola? A Natale? A guardare famiglie e coppie felici in vacanza?

    Okay, voleva stare da sola, ma non in un luogo dove tutti erano ben assortiti come sull’Arca di Noè.

    Aveva bisogno di una località che servisse a due scopi... Primo, le concedesse la pausa di relax che Paul le aveva espressamente richiesto. Secondo, le desse l’opportunità di scrivere un articolo memorabile, per dimostrare al suo capo che aveva ancora tutti i numeri per continuare a svolgere il suo lavoro.

    Di sicuro, una vera vacanza le avrebbe fatto bene. Niente voli da prendere, niente bagagli, niente stress, niente jet-lag.

    Ma dove poteva andare?

    Si guardò intorno e vide la lettera di sua nonna di cui si era quasi dimenticata. La aprì, immaginando si trattasse del classico biglietto di auguri natalizi o di una carta regalo da spendere in qualche centro commerciale.

    Invece, conteneva un biglietto aereo e un foglio scritto con la grafia svolazzante di sua nonna

    Carissima Grace,

    spero tu stia bene. Mi spiace molto che per due anni consecutivi tu non sia tornata a casa per Natale. Ma quest’anno spero tanto di potere vedere riunita tutta la mia famiglia a Beckett’s Run.

    Quest’anno, in coincidenza con le feste natalizie, ci saranno una serie di celebrazioni per i duecento anni dalla fondazione della città. Parecchi eventi che promettono di essere molto allegri e divertenti.

    Insieme a questo messaggio, ti invio il biglietto aereo. Così non avrai scuse per non tornare a casa, tesoro.

    Ti voglio bene.

    Nonna Mary.

    Grace fissò un istante il biglietto aereo.

    Tornare a Beckett’s Run per Natale.

    A molte persone non sarebbe di sicuro dispiaciuto visitare in pieno inverno una graziosa cittadina del Massachusetts, con i viali innevati e un’atmosfera natalizia da cartolina. Ma per lei...

    Sarebbe stata una vera e propria tortura.

    Beckett’s Run.

    Un luogo in cui c’erano cose e persone dalle quali era letteralmente fuggita anni prima. Se la sentiva di tornarci?

    Grace rilesse la lettera di sua nonna. Celebrazioni per i duecento anni dalla fondazione della città. Parecchi eventi in coincidenza con le feste natalizie. Il cliché classico per una piccola città in festa.

    Quei dettagli le accesero di colpo una specie

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