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Desiderio d'inverno (eLit): eLit
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E-book187 pagine2 ore

Desiderio d'inverno (eLit): eLit

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Info su questo ebook

La notizia del fidanzamento di Dustin Tanner, milionario taciturno e schivo, è lo scoop di cui la giornalista Shay Russel ha bisogno per risollevare la propria carriera. Pur di ottenere un'intervista esclusiva, si presenta senza invito alle porte della sua tenuta. Non appena mette gli occhi su quella donna caparbia Dustin sente odore di guai. Nonostante voglia darle il benservito, un'improvvisa tempesta di neve stravolge tutti i suoi piani. Non può certo permettere a una donna, per quanto ficcanaso, di correre rischi inutili e decide così di ospitarla nella sua casa. Costretti a una vicinanza forzata, ben presto Shay scoprirà quanta passione può nascondersi dietro a uno sguardo più freddo del ghiaccio.
LinguaItaliano
Data di uscita29 dic 2017
ISBN9788858979334
Desiderio d'inverno (eLit): eLit
Autore

Lilian Darcy

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Desiderio d'inverno (eLit) - Lilian Darcy

    successivo.

    1

    Il modo migliore per riuscire a lavorare in aeroplano è non guardare mai dal finestrino.

    Come al solito, Shay Russel aveva una tonnellata di lavoro, quindi non alzò lo sguardo neanche una volta per tutta la durata dei tre voli. Decollati dall'aeroporto di Sydney, Shay accese il portatile non appena le fu possibile, fermandosi solo il tempo necessario per chiedere un caffè e dei biscotti. O, come li chiamavano in Australia, biscuits.

    Se non avesse dovuto adeguare il suo vocabolario alle esigenze australiane... Purtroppo, il suo capo alla rivista Oggi Donna con sede a New York considerava l'Australia come un'appendice degli Stati Uniti, culturalmente. In realtà si sbagliava di grosso, ma Shay avrebbe voluto che l'Australia collaborasse, per renderle un po' più facile il lavoro.

    Tra Brisbane e Charleville si concentrò sul portatile, l'agenda elettronica e gli appunti scritti a mano. E durante l'ultima tratta verso Roscommon Downs, a bordo dell'aereo postale, si limitò a pensare alla tiratura della sua rivista fino a quando le ruote toccarono terra.

    Alzando lo sguardo solo in quel momento, si accorse finalmente delle acque argentate del vasto lago che riluceva sotto il sole ai margini della pista d'atterraggio.

    Che bello.

    Uno sfondo ideale per il servizio fotografico che aveva in mente, magari con un primo piano di Dustin Tanner e la neo fidanzata Mandy. Forse poteva approfittarne per la copertina della rivista; Shay si stava dedicando anima e corpo alla campagna Il milionario cerca moglie, ma sapeva di aver bisogno di una foto davvero speciale.

    Balzò in piedi non appena l'aereo si fermò, nell'impaziente attesa che il pilota aprisse il portellone per farla scendere. Shay era la sola passeggera, e la sua valigia era l'unica da scaricare. L'afferrò, rivolgendo un rapido grazie al pilota, e iniziò a spingerla lungo la terra battuta della pista verso il fuoristrada che l'attendeva.

    «No problem, bella» le rispose il pilota, che iniziò a scaricare alcune casse dalla carlinga.

    In quell'istante le passò accanto una donna minuta e bruna, diretta verso l'aereo.

    «Buon divertimento» disse, senza fermarsi.

    «Anche a lei.» Shay, ancora concentrata sullo schermo che teneva in mano, fu altrettanto concisa.

    Alle sue spalle, sentì il rombo assordante dei motori che si preparavano al decollo. Davanti a lei, un uomo l'aspettava accanto al fuoristrada, immobile come un tronco d'albero. Indossava una polo grigia, jeans e un paio di occhiali da sole. Non era sicura che fosse Dustin Tanner; dopotutto, si erano incontrati solo una volta, e mesi prima.

    La storia di Dustin era stata pubblicata all'inizio dell'anno, ma Shay non si ricordava assolutamente le sue fattezze.

    Una volta giunta di fronte a quella figura solitaria, decise di buttarsi e gli tese la mano. «Piacere, Shay Russel.»

    «Shay...» Borbottò sottovoce, poi imprecò. «La rivista!»

    «Esatto.» Gli sorrise. «Ci siamo conosciuti...»

    «A Sydney, durante il party organizzato dalla sua rivista» proseguì l'uomo, con grande sollievo di lei. Alzò gli occhiali da sole per strofinarsi gli occhi prima di riabbassarli. «Ne è passato, di tempo.»

    «Già, proprio così» convenne lei.

    Dunque quell'uomo alto e possente, scuro di capelli e abbronzato in viso era proprio Dustin. Ottimo.

    Shay adottò subito la parlantina che impiegava sul lavoro. «La ringrazio molto per la sua disponibilità a essere intervistato per il seguito all'articolo, Dustin.»

    «Dusty. Diamoci pure del tu. Ma...»

    «Dusty. Alla rivista siamo tutti emozionatissimi. Un fidanzamento, addirittura! È davvero fantastico. I nostri lettori saranno entusiasti di sapere del successo strabiliante della campagna.» Odiava parlare così e, a giudicare dall'espressione di Dustin, neanche lui sembrava apprezzare quelle smancerie, quindi Shay decise di cambiare tattica. «Ehm, va bene se metto la valigia nel bagagliaio?»

    A una cinquantina di metri di distanza, sentì l'aereo che iniziava a rullare lungo la pista. Il rumore dei motori rendeva difficile qualunque conversazione.

    «Come, scusa?» L'espressione su quel viso dai lineamenti marcati era perplesso.

    «La – valigia – nel – bagagliaio!» scandì a gran voce.

    «Ma... non vi siete parlate?» Lo sguardo era quasi assente. Dischiuse le labbra, né troppo piene, né troppo sottili, mostrando una fila di denti bianchissimi.

    «No, ho detto...» Shay alzò ulteriormente la voce.

    Lui la interruppe. «Mi riferisco al fidanzamento. Tra noi è finita. Proprio oggi.» Si strofinò di nuovo gli occhi, stavolta scostando appena gli occhiali da sole. «Era lei. Vi siete parlate. Non te l'ha detto?» Indicò qualcosa alle sue spalle.

    Shay si voltò, seguendo il suo gesto, e vide l'aereo che iniziava il decollo.

    «Lei?» gli fece eco Shay. «Mandy? La tua fidanzata? Cioè... la donna di prima? Sta partendo?»

    «Esatto. La mia ex fidanzata. È finita. Non tornerà.»

    Shay si guardò in giro con un senso d'impotenza.

    «Avete rotto il fidanzamento?»

    «Sì» rispose lui, passandole accanto per sollevare le casse lasciate a terra dal pilota.

    Quando tornò indietro, le casse sottobraccio, Shay lo osservò meglio.

    Mmh.

    La fuga di Mandy non era poi così sorprendente.

    Il vecchissimo cappello di feltro appallottolato in mano forse era la causa dei capelli spettinati. La polo era sfilata dalla cintura dei jeans da una parte, mentre dall'altra sembrava infilata a forza. Guardandolo, Shay avvertì un insolito impulso materno di risistemarlo da capo a piedi.

    Ma... si trattava davvero di un impulso materno? Improvvisamente consapevole, percepì che, in altre circostanze, quell'uomo avrebbe potuto essere molto attraente. La struttura ossea del viso era ottima e vantava un ventre straordinariamente piatto, ma avrebbe dovuto sfoggiare tutto il suo tatto per convincerlo a mettersi un po' in ordine prima del...

    Accidenti!

    Si ricordò all'improvviso la notizia disastrosa. Non aveva più un servizio, non ci sarebbe stato alcun articolo.

    Era stata lei stessa a presentare Dustin a Mandy a febbraio, in occasione del party organizzato dalla rivista Oggi Donna per lanciare la seconda fase della campagna Il milionario cerca moglie. Sembravano essere entrati subito in sintonia, trascorrendo insieme il resto della serata e scambiandosi gli indirizzi email e i numeri di telefono.

    Dustin era tornato a Sydney per rivedere Mandy, e lei poi l'aveva seguito a Roscommon Downs. La rapidità con cui si erano innamorati aveva soddisfatto tutti e, quando Dustin le aveva fatto la proposta di matrimonio, Mandy – commossa ed emozionata – aveva telefonato subito a Shay per annunciarglielo, chiedendole poi di continuare a seguire la vicenda per la rivista. Quella donna aveva dimostrato di essere disposta a tutto per un po' di pubblicità, ma Shay non aveva alcuna intenzione di rinunciare a uno scoop del genere.

    E ora Mandy aveva mandato tutto all'aria.

    La notizia fu per Shay un pugno nello stomaco.

    Era andata fino a lì per niente. L'umidità del lago le stava già increspando i capelli... e, per qualche motivo incomprensibile, né a Dusty né a Mandy era venuto in mente di avvertirla prima che intraprendesse un viaggio a vuoto, peraltro molto impegnativo.

    Respirò a fondo, pronta a lasciar perdere il tutto e informarsi su come andarsene il prima possibile, visto che, sfortunatamente, non poteva più contare sull'aereo su cui era salita Mandy. Shay aveva prenotato un posto sull'aereo postale del pomeriggio successivo, ma l'opportunità di partire la mattina presto avrebbe limitato i danni di un viaggio sprecato per una storia d'amore andata a rotoli.

    Ma un'intuizione improvvisa le bloccò le parole prima di fare una gaffe.

    Forse Dustin l'aveva presa davvero male e, travolto dal dolore, non aveva pensato di avvisarla.

    Shay non aveva cuore di tempestarlo di domande sugli orari di volo in un momento del genere.

    «Mi dispiace, il mio tempismo è pessimo» gli disse. Dusty aveva caricato le casse nel vano bagagli, scostando di nuovo gli occhiali da sole. I suoi occhi scuri, dall'incredibile colore del brandy caldo, lasciavano trasparire la sofferenza che quell'uomo cercava di reprimere. «Di sicuro preferiresti stare da solo in questo momento.»

    «Mmh, sì. Cioè, va bene.» Parlava quasi senza muovere le labbra, e la mascella squadrata era contratta.

    «In realtà non va bene. Ci sono passata anch'io, so come si sta. L'unica cosa che hai voglia di fare è leccarti le ferite e mangiare schifezze.»

    «Schifezze?»

    «Be', sì... patatine fritte, cioccolata. Un cuore infranto tende ad affogare i dispiaceri nel cibo.»

    Ma lui non sorrise. Evidentemente, non era ancora pronto ad aprirsi con un'estranea.

    Nel frattempo, nella mente di Shay si era scatenata una serie di ricordi tristi.

    Ripensò ai chili che aveva messo su due anni prima in seguito alla rottura con il più recente dei suoi ragazzi, il curatore di museo non-certo-perfetto-come-sembrava Adam, che per lasciarla aveva filosofeggiato sugli incontri fra due menti e le fratture di percezioni. Concetti che si era sforzata a lungo di capire, prima di mandarlo al diavolo.

    Il suo cambio di atteggiamento era stato dovuto alla scoperta, due settimane più tardi, che Adam andava già a letto con un'altra. Dapprima ferita e poi infuriata, si era buttata a capofitto nel lavoro, cercando nel successo la via migliore per la guarigione. Non era più uscita con nessuno, ed era contenta così.

    Una volta scottati...

    «Lasciamo stare l'articolo per un attimo» lo tranquillizzò. «Quindi è appena successo? Mi dispiace davvero.»

    «È uscita dalla camera da letto venti minuti fa con i bagagli in mano» le rivelò. «Io credevo che fosse felice... che volessimo le stesse cose dalla vita.»

    «Quindi in realtà non ne avete proprio parlato?»

    «Non c'è niente da dire. Pare che questo posto non sia quello che si aspettava.» Dal suo tono aspro Shay capì che si trattava di una citazione diretta. «A che scopo discuterne?» E non sembrava intenzionato a parlarne neanche con lei. «Senti, è meglio se ci avviamo. E sopravvivrò, non ti preoccupare.»

    Le prese la valigia, caricandola insieme alle casse, poi si avvicinò al lato passeggeri, tenendole lo sportello con fare cortese, in modo che potesse issarsi sul sedile alto. Questa vicinanza le permise di rendersi conto ancora una volta del suo fisico possente. Sembrava scolpito nella roccia.

    «Ti lascerò alla tua privacy appena possibile» lo rassicurò. Sapeva di essere l'ultima persona al mondo che Dustin Tanner avrebbe voluto vedere, perché guardandola non avrebbe fatto a meno di pensare a Mandy e al modo in cui si erano conosciuti.

    Dustin salì al posto di guida e mise in moto.

    «Quand'è il prossimo volo?» gli chiese.

    «Bella domanda» grugnì, fermando il veicolo per voltarsi a guardarla di traverso. Un ulteriore guizzo di sofferenza attraversò quegli occhi color del brandy. Era al limite dell'impazienza, notò lei. «Non hai notato l'alluvione?»

    Colta alla sprovvista da quella domanda, Shay si dimenticò del cuore spezzato di Dustin. «Cioè... il lago? Il livello si è alzato?»

    Una risata secca. «Quello?» Indicò la distesa argentata. «Non è un lago, è un fiume, Cooper Creek, in piena per oltre cento chilometri e ancora in crescita. Sono giorni che l'intera contea è in allerta, bastava guardare il meteo.»

    «Mmh, certo, ma tendo a concentrarmi sul meteo dalle mie parti, ecco.»

    Che si limitava allo squarcio di cielo visibile dalla finestra di camera nel suo appartamento. E di solito le cambiava poco, visto che trascorreva la maggior parte del suo tempo in un ufficio, dove l'aria rimaneva asciutta e la temperatura si manteneva intorno ai venti gradi tutto l'anno.

    «E Grant non te l'ha detto?»

    «Grant?»

    «Il pilota.»

    «Non abbiamo parlato granché.» E non certo del tempo. «Stavo lavorando al portatile.»

    «E non hai notato la fretta con cui è ripartito?»

    «Be', sì, ma...» La sua voce si affievolì, mentre aumentava la sensazione di essere sciocca e fuori dal mondo. Pur essendo una giornalista, stavolta non aveva fatto le domande giuste. «Quindi... non ci sarà un altro volo fino a... dopodomani?» azzardò.

    Dusty riprese a guidare, facendo inversione per tornare nella direzione da cui era venuto. Indicò l'orizzonte della pista d'atterraggio, dove nel cielo azzurrissimo era ancora visibile l'aereo che era decollato con Mandy a bordo. «Lo vedi?» Ma non indicava l'aereo.

    «Dio mio...» sussurrò Shay. Una silenziosa marea argentea aveva invaso un terzo della pista, innalzando notevolmente il livello del lago rispetto a quando era atterrato l'aereo.

    «L'acqua continua a salire, ma non siamo ancora arrivati al picco d'inondazione. La pista potrebbe restare fuori uso anche per tre settimane.»

    «Tre settimane?»

    «Anche quando ricomincia a diminuire il livello dell'acqua, è difficile decollare con le ruote affossate in trenta centimetri di fango.»

    «Quindi... quindi devo prendere un autobus?» Le strade pubbliche di certo erano tenute meglio di quell'infelice pista d'atterraggio privata.

    «Credi davvero che ci sia un autobus là fuori?» L'ombra di un sorriso gli aleggiò sulle labbra prima di scomparire.

    Shay sapeva che un cuore spezzato richiedeva un trattamento speciale, ma stavolta non riuscì a frenare le parole. «Okay, non c'è un aereo. Non c'è un autobus. Ho capito. Suppongo non ci sia neanche una barca.» La sua voce si sollevò in un grido di frustrazione. «Quindi ti dispiacerebbe smettere di trattarmi come una stupida e dirmi come faccio ad andarmene da

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