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Bagliori nella notte (eLit): eLit
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Bagliori nella notte (eLit): eLit
E-book190 pagine2 ore

Bagliori nella notte (eLit): eLit

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Info su questo ebook

La faccenda scotta, e Annie Ryan è invischiata fino al collo, ormai. Pensava di fare solo il proprio dovere ad arrestare quel ladro che era mancato al controllo della libertà vigilata. Ma non si tratta di un ladro comune, bensì di un infiltrato dell'F.B.I. che doveva smerciare un prezioso zaffiro e incastrare un trafficante della mafia russa. Ora Matt Logan, agente federale, le sta alle calcagna. In tutti i sensi. Finché la nipotina di Annie scompare e...
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2018
ISBN9788858985311
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    Anteprima del libro

    Bagliori nella notte (eLit) - Harper Allen

    successivo.

    1

    Annie non sopportava l'idea di lasciarselo sfuggire. Non aveva mai voluto così ferocemente un uomo come voleva Lucky Logan.

    La sua andatura pigramente disinvolta avrebbe potuto ingannare, ma quelle gambe lunghe e forti, avvolte nei jeans scoloriti che disegnavano ogni guizzo dei muscoli, dettavano un passo che lei cominciava a trovare sfibrante. Non poteva rivelarsi finché non fosse arrivato il momento giusto, e così era spesso costretta a mimetizzarsi tra i passanti, a fermarsi, a indugiare davanti a una vetrina, per poi riguadagnare frettolosamente il terreno perduto.

    Non era l'unica donna a tributargli molto più di un'occhiata di sfuggita. Mentre si soffermava su questa irritante considerazione, una ragazza vestita con una tutina attillata da jogging invertì il senso della corsa sventolando la coda di cavallo e tornò verso Lucky.

    È mio, ragazzina, pensò lei aggressiva. Quindi porta il tuo corpicino scolpito dall'aerobica da un'altra parte. La ragazza lanciò a Lucky uno sguardo ammiccante e passò oltre, avanzando verso Annie. Mentre lui si girava per guardare la giovane atleta, lei si inginocchiò, fingendo di allacciarsi una scarpa.

    Erano vicini, troppo. Certo, l'attenzione di Logan era concentrata sulla giovane ammiratrice, ma questo non poteva escludere che il suo sguardo fosse caduto per un istante anche sulla biondina in jeans e maglietta. Doveva stare più attenta, si disse Annie.

    Azzardò uno sguardo verso l'alto e vide che lui aveva ripreso a camminare lungo il sentiero che costeggiava il fiume, le mani in tasca, la testa voltata a osservare gli equipaggi delle canoe che affondavano i remi nell'acqua con perfetta sincronia. Si alzò in piedi e riprese a seguirlo mantenendosi a debita distanza. Lucky procedeva piano, come una persona che non ha un pensiero al mondo e nessuna meta.

    Ovviamente non poteva sapere di avere un appuntamento, quella sera... con lei.

    Era davvero un uomo, pensò Annie. Durante l'inseguimento l'aveva visto soprattutto da dietro e non era stato certo spiacevole. Spalle da ginnasta, muscoli scolpiti. Qualche ora prima, si era fermata davanti a un'edicola fingendo di osservare delle cartoline e lo aveva guardato di sottecchi. Seminascosta tra i turisti aveva avuto modo di studiare i suoi lineamenti. Il verde intenso dei suoi occhi era enfatizzato dalle ciglia nerissime e folte. Immerso in chissà quali pensieri, il bel volto finemente disegnato aveva un'espressione meditabonda, che tuttavia non intaccava la linea sensuale della bocca. Lucky era stato bruscamente strappato alle sue riflessioni da un bimbetto che era andato a sbattere contro le sue ginocchia, e subito il suo volto si era aperto nel più luminoso dei sorrisi, mettendo in mostra due file di denti bianchissimi. Incurante del fatto che il piccolino avesse stampigliato impronte di cioccolato sui suoi pantaloni, lo aveva aiutato a rimettersi in piedi, sotto lo sguardo estatico della giovane mamma.

    Bello. Tenero con i bambini. Quell'uomo era quasi perfetto, ammise lei con un sospiro. Non le capitava spesso di incontrare tipi del genere, nel suo lavoro. E prima che la notte fosse giunta al termine avrebbe avuto modo di conoscerlo meglio, considerò tra sé.

    E quel momento stava per arrivare.

    Sul sentiero, pattinatori, corridori e passanti si erano ormai diradati. Annie rischiava di trovarsi allo scoperto, ma per fortuna era giunta l'ora del crepuscolo e già una nebbiolina grigia e fine saliva dal fiume. Lucky era solo una sagoma confusa a qualche decina di metri da lei, ma la luce dei lampioni che si accendeva la aiutava a non perderlo di vista.

    Un brivido le corse lungo la schiena. Se avesse deciso di non assecondare i suoi piani e la situazione si fosse fatta difficile, nessuno avrebbe potuto aiutarla. Poteva contare solo su se stessa.

    Era più che sufficiente, si disse riprendendo coraggio. Voleva Lucky Logan. Lo avrebbe preso. Non avrebbe avuto altra scelta che andare con lei, su questo non aveva dubbi. Quando voleva, sapeva essere estremamente convincente, pensò.

    Senza rendersene conto, Lucky stava già collaborando per renderle tutto più facile.

    Alla luce del giorno, il ponte di mattoni che sovrastava il fiume Charles nel punto in cui questo si stringeva appariva un affascinante anacronismo, una mezzaluna inarcata sull'acqua all'altezza di circa cinquanta piedi. Ma a dispetto di quell'aria da favola, proprio in quel punto la corrente acquistava un vigore quasi rabbioso, tale da impensierire i vogatori più esperti. Una volta era venuta qui con Mary Margaret, e avevano seguito la lotta delle pagaie contro i flutti, l'espressione tesa degli atleti.

    Annie non avrebbe potuto immaginare un luogo migliore in cui affrontare Lucky Logan. Era finito nella trappola di sua spontanea volontà.

    Lo seguì sul ponte con passo felpato, forte della protezione della nebbia e dell'oscurità ormai fitta. Quando Logan si fermò nel centro, lei stessa si arrestò con un sussulto. Era stata imprudente? L'aveva sentita, o aveva percepito in qualche modo la sua presenza?

    Sembrava di no, concluse sollevata mentre lui si sporgeva a guardare l'acqua nera sotto di sé. Annie riprese ad avanzare, il cuore ancora in tumulto.

    Lucky alzò gli occhi dal fiume, e la sua espressione passò dalla disinvolta tranquillità a una vigile allerta, come un lupo che ha fiutato il pericolo molto prima di percepirne i segnali visibili. Annie trasalì violentemente. Ma questa volta Lucky si girò dall'altra parte del ponte dandole le spalle, come se avesse sentito un rumore proveniente dall'oscurità della riva. Teneva le braccia lontane dal corpo, in un atteggiamento che sembrava volesse apparire innocuo.

    Annie non ebbe bisogno di altro. Il suo uomo era vulnerabile, la situazione perfetta. Il momento era... adesso.

    Fece due passi avanti, si piantò a gambe divaricate e portò entrambe le braccia davanti a sé, tese, le mani premute insieme in una stretta ferma.

    «Fermo là, bastardo!»

    Era un approccio che funzionava sempre... soprattutto grazie alla Glock 19 semiautomatica che stringeva in pugno. Lucky Logan piroettò su se stesso, l'espressione sorpresa.

    «Fermo, ho detto!» L'aria fredda le aveva preso la gola e la sua voce sembrava incerta. Tossicchiò con impazienza e avanzò.

    «Tieni le mani lontane dal corpo, Logan. Voltati e appoggiale alla ringhiera.»

    «Che cosa...» Logan scoccò un'occhiata oltre la spalla, come se volesse valutare le possibilità di fuga. «Chi diavolo sei, ragazza?»

    «Sei in arresto.» Senza staccargli gli occhi di dosso Annie cercò con una mano le manette che teneva nascoste sotto la giacca a vento. «Sono l'agente privato Annie Ryan, e sono qui per portarti dentro.»

    Gli era ormai abbastanza vicina da leggere sul suo volto le emozioni che si succedevano in lui: sorpresa, incredulità, e poi la consapevolezza che ciò che lei aveva detto era vero. Ma quel che voleva vedere nei suoi occhi era un segno di accettazione.

    «Un agente privato? Vuol dire che lavori per un'agenzia di cauzioni? Sei un cacciatore di taglie!» esplose lui. Gettò un'altra occhiata oltre la propria spalla e avanzò di un passo verso di lei. «Senti, non puoi immaginare quale guaio stai combinando...»

    «Resta dove sei, Logan!» Annie smise di cercare le manette e tornò a impugnare la pistola con entrambe le mani. «Un'altra mossa e uno di noi si ritroverà con una brutta ferita da qualche parte... e non sarò io. Probabilmente stai pensando che non sarebbe difficile avere la meglio con una donna come me. Bene, sappi che sarebbe l'errore più grande della tua vita.»

    Vide che i suoi occhi si stringevano in due fessure. Per un attimo temette di essere costretta a usare la pistola. Tutto il suo corpo si tese, il dito accarezzò il grilletto.

    In quell'istante, lo sguardo di Lucky assunse l'espressione che lei aveva sperato di vedervi.

    «Stai cercando di farmi capire che ho saltato qualche stupida udienza?» La bella bocca sensuale si incurvò in un mezzo sorriso.

    «Dovevi comparire oggi dinanzi al giudice Deakin. Non ti sei fatto vedere, ed eccomi qui.» Annie riprese a cercare le manette. «Niente di personale, Logan.»

    Questo non era del tutto vero, ma lui aveva posato le mani sulla ringhiera del ponte dandole la schiena e dunque non poteva vedere il lieve rossore che le colorì il viso mentre si lasciava sfuggire quella bugia. Ammettilo, Ryan. Ti sei interessata a lui fin dal primo momento, si rimproverò mentre liberava le manette dalla sua cintura. L'ultimo criminale romantico. In comparabilmente diverso dalle canaglie con cui hai a che fare di solito. Non c'è da stupirsi che tu abbia chiesto a Lew di affidare Logan a te.

    Ladro di gioielli, ricercato in molte capitali europee e in una mezza dozzina di stati in America, Lucky Logan era una leggenda, un mito affascinante. In più era bello da togliere il fiato, il che non guastava affatto. Ma per quanto fosse attraente, per lei Lucky era soprattutto un mezzo per incrementare il suo conto in banca.

    «Tieni la mano sinistra sulla ringhiera e metti la destra dietro la schiena, Logan» gli ordinò.

    La sua reazione l'aveva sorpresa. Si era aspettata che opponesse resistenza, o che tentasse di scappare. Dopotutto, era il famoso Lucky Logan, no?

    «Il nastro d'argento del fiume, un ponte, la luna...» Il tono di Lucky era pensoso, ma dietro le sue parole si indovinava un sorriso. «E una giovane bionda accanto a me.»

    Si era voltato a guardarla, gli occhi lucenti sotto la pallida luce lunare. «È incredibile, no? Uno scenario così romantico, e tu mi punti una pistola contro.»

    La sua voce era bassa, suadente, leggera come una carezza. Annie stava per protendersi in avanti per sentire meglio, ma subito si rese conto della trappola. Si ritrasse bruscamente.

    Lo aveva sottovalutato.

    Lucky non si era affatto rassegnato all'arresto. Aveva soltanto cercato di guadagnare tempo mentre valutava le possibili vie di fuga.

    «Non sei il primo ricercato che arresto, Logan. Conosco tutti i trucchi e tutte le scuse. Non ci provare nemmeno.»

    Per la prima volta, l'uomo di fronte a lei la guardò come se la vedesse veramente.

    Ciò che vedeva, tuttavia, non doveva incutergli molto timore. Sotto la giacca a vento semiaperta compariva la maglietta che aveva preso in prestito da Mary Margaret, quella mattina, dopo aver scoperto che tutte le sue erano a lavare. Un folletto sorridente disegnato sul fondo bianco, e la scritta Baciami, sono irlandese. Nemmeno il resto doveva apparire molto professionale, rifletté. Ciocche di capelli biondi, che incorniciavano disordinatamente il viso e scendevano fino al collo, in quello che sua sorella Bridie si ostinava a definire un taglio alla Tom Sawyer. E l'espressione che irradiava dai suoi occhi viola era troppo giovane e sbarazzina. Ma quell'aspetto innocuo e persino scanzonato era un'ottima copertura per passare inosservata durante gli inseguimenti, e non le aveva certo impedito di catturare ricercati che per altri suoi colleghi si erano rivelati inafferrabili.

    L'unico problema forse era... il versante uomini. Annie aveva l'impressione che non la guardassero come si guarda una donna. I pochi maschi liberi del vicinato la consideravano ancora la ragazzaccia con i capelli spettinati e le ginocchia sbucciate con cui avevano giocato da bambini. Solo gli uomini che avevano la fedina penale poco pulita non riuscivano a sfuggirle.

    Proprio come Lucky Logan. Sul suo volto, il sorriso aveva lasciato il posto all'irritazione. «Senti, in qualsiasi altro momento sarei stato pronto a trotterellare alle tue calcagna come un toro mansueto e a consegnarmi alle autorità, ma non questa sera. Ho già preso impegni.»

    «Oh, certo. Una cena dai Kennedy? O magari una riunione con i tuoi compari nel quinto distretto? Forza, andiamo, Logan. Dovrai saltare l'appuntamento di questa sera, ma vedrai che con un buon avvocato riuscirai a recuperare domani. Al momento sei in arresto.»

    «Sembri un mastino in miniatura.» Lui scosse il capo con estrema lentezza. «Non c'è modo di farti desistere, vero?»

    «Assolutamente no.» Annie si impose di non replicare al paragone con il mastino. Mostrò le manette e gli indicò la ringhiera. «Facciamola finita.»

    «Già, immagino di non avere scelta» osservò Logan, in tono così cupo che per un attimo Annie ebbe compassione di lui. Fissò l'acqua nera del fiume. «Un modo veramente bastardo di concludere la serata.»

    Sapeva come toccare i tasti giusti, pensò Annie. Lei stava solo facendo il proprio dovere, eppure era riuscito a farla sentire in colpa. Se non sopportava l'idea di finire dietro le sbarre, perché diavolo non si trovava un lavoro onesto?

    Falla finita, Ryan. Mettigli le manette, consegnalo alla polizia e dimenticati di quegli occhi verdi.

    Successe tutto in un attimo.

    Con un agile balzo Lucky Logan si issò sulla ringhiera. Per un istante la sua figura si stagliò contro il cielo illuminato dalla luna, e mentre Annie si lanciava in avanti arrivando a sfiorargli i jeans...

    Un salto nel vuoto.

    «Logan, no!» Il grido le lacerò le corde vocali. Annie si sporse dal parapetto giusto in tempo per vederlo scomparire tra i flutti impetuosi.

    Era completamente pazzo!

    Perché? Perché l'aveva fatto? Perché aveva compiuto un gesto così folle, così disperato?

    Che sapesse o meno nuotare, Logan non poteva immaginare cosa avrebbe trovato sotto il ponte. Poteva essere morto, o avere perso conoscenza. Con dita gelate Annie rimise la pistola nella fondina sotto l'ascella e infilò le manette nella cintura, senza mai staccare lo sguardo dalla massa nera che ribolliva diversi metri più in basso, nella speranza di intravedere un movimento umano.

    Lucky non aveva motivo di saltare, di mettere a repentaglio la propria vita. Doveva sapere molto bene che il giorno dopo il giudice avrebbe fissato una nuova cauzione, e che sarebbe quindi tornato libero immediatamente. Non era un assassino o un terrorista, era un ladro. Un ladro molto speciale, dalla tecnica affinata e sottile, ma pur sempre un ladro.

    Era per questo che era finito in galera. Il furto dello zaffiro denominato Rubicone.

    Annie si massaggiò il volto congelato dal freddo. Non poteva farcela. Era più di un minuto che era sott'acqua, ormai.

    Rischiare la vita per una pietra. Una pietra che era nelle sue mani da poche ore appena. La futilità di quel gesto le ispirò un moto di rabbia impotente.

    Secondo quanto riferito dalla polizia, il furto del Rubicone aveva richiesto una sorprendente abilità nel neutralizzare un sistema d'allarme a infrarossi definito inespugnabile, una buona dose di sangue freddo per un incontro non previsto con il servizio di sicurezza del museo

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