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Seduttrice indolente
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E-book196 pagine1 ora

Seduttrice indolente

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Info su questo ebook

INDOLENZA - Il secondo peccato. Riluttanti ad agire, timorosi di cambiare. È pericoloso desiderare qualcosa, o qualcuno, perché si rischia di ottenerlo.

Grace Lockhart ha passato tutta la vita a cercare di essere scialba e compassata. Ha nascosto il suo corpo peccaminoso sotto vestiti castigati e ha bandito ogni esuberanza dal suo comportamento. Ma quando scopre che l'occasione di svolta della sua carriera si cela dietro un incarico sotto copertura dove dovrebbe impersonare una disinibita maggiorata, non sa che fare.

Logan Pierce ha una missione da compiere: trasformare la rigida e titubante Grace in una dea del sesso. Gli basta un'occhiata per capire che il materiale a disposizione è di prima scelta e il solo pensiero lo eccita da morire. Dopo un avvio incerto, l'allieva sembra ansiosa di imparare.

I romanzi della serie:

1) Amante superbo (in vendita a marzo 2016)

2) Seduttrice indolente

3) Maestra di lussuria

4) Mirabile peccatrice (in vendita a marzo 2016)

5) Goloso di te

6) Venere invidiosa

7) Piacere dolceavaro

LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2016
ISBN9788858944141
Seduttrice indolente

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    Anteprima del libro

    Seduttrice indolente - Julie Miller

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Intimate Knowledge

    Harlequin Blaze

    © 2002 Julie Miller

    Traduzione di Maddalena Milani

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-414-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Da questo momento sei assegnato alla divisione per la lotta alla criminalità organizzata, agente Pierce. Insegnerai alla signorina Lockhart ad agire sotto copertura. Lavorerete in coppia con l’obiettivo di inchiodare Harris Mitchell.»

    «Che cosa?» Logan Pierce fulminò con lo sguardo l’alto funzionario dell’FBI che gli stava davanti, il comandante Sam Carmody. «Harris Mitchell?»

    In associazione con quel nome gli si presentarono alla mente parole sgradevoli come furto, riciclaggio di denaro sporco e omicidio.

    Ancora incredulo per quanto gli era appena stato comunicato, lasciò vagare lo sguardo nella stanza fino a posarlo sulla giovane donna seduta in un angolo, intenta ad annotare su un blocco stenografico ogni singola parola che veniva detta.

    Si era vestita in modo da apparire più vecchia dei suoi anni, legandosi i capelli in un severo chignon, mettendosi un paio di occhiali dalle lenti spesse come fondi di bottiglia e tralasciando completamente di truccarsi.

    Nonostante quegli stratagemmi, però, Grace Lockhart dimostrava non più di ventitré, venticinque anni al massimo. Aveva bisogno di fare pratica con qualche missione da matricola prima di affrontare un osso duro come Mitchell.

    Logan scosse il capo con aria decisa e tornò a rivolgersi a Carmody. «Io lavoro sempre da solo, lo sa.»

    Non faceva coppia con un partner da due anni, due mesi e undici giorni. Roy Silverton era stato fresco di accademia, proprio come Grace. Veloce nell’apprendimento e desideroso di riuscire.

    Troppo giovane per morire.

    Logan era in grado di badare a se stesso. Aveva imparato a farlo tra le strade malfamate di Chicago molto prima di essere reclutato dall’FBI. C’era stato praticamente costretto, con un padre straziato dal dolore e incapace di prendersi cura di sé e del proprio figlio.

    La vita di Larry Pierce era andata in pezzi quando sua moglie era rimasta uccisa durante una rapina nella banca in cui lavorava. Aveva cercato conforto nella bottiglia. E anche la vita del piccolo Logan, che allora aveva solo sei anni, ne era uscita distrutta.

    Senza la guida di un padre, si era praticamente educato da sé. Forse non aveva sempre compiuto le scelte più sagge, ma aveva comunque trovato il modo di sopravvivere.

    Alla fine aveva messo la testa a posto quel tanto che bastava per diventare poliziotto, finché l’FBI non aveva notato il suo talento. Era stato scoperto e arruolato da Carmody stesso, che gli aveva procurato un posto all’accademia dove si addestravano i futuri agenti, a Quantico, in Virginia.

    Dal momento in cui aveva ricevuto il distintivo, Logan aveva pronunciato un voto solenne. Aveva giurato di proteggere gli innocenti, come sua madre.

    Come Roy Silverton.

    E ora gli si chiedeva di accollarsi la responsabilità di un’altra vita... Di un’altra recluta inesperta.

    Come Roy Silverton.

    Davvero l’ultimo punto della lista dei suoi desideri.

    Logan si sentì stringere il petto da un dolore che ormai conosceva bene. Riuscì a dissimulare quel momento di vulnerabilità sfoderando un sorriso arrogante. «Sono bravo nel mio lavoro» dichiarò.

    «Non c’è nemmeno bisogno di dirlo» convenne Carmody.

    «Lei stesso mi ha reclutato, proprio perché conosco bene le dure leggi della strada.»

    «Hai dimostrato le tue doti in svariate occasioni.»

    «L’FBI è la mia unica casa e famiglia, da tredici anni.»

    Carmody si appoggiò allo schienale della poltroncina girevole che occupava e assottigliò gli occhi in due fessure sospettose. «Vieni al dunque, Pierce.»

    Per tutta risposta, Logan si sporse verso di lui attraverso il piano della scrivania. «Comandante... Sam» esordì, ricorrendo al tono di voce più pacato e razionale di cui era capace, «non merito di ritrovarmi tra i piedi una recluta. Penso di essermi guadagnato il diritto di scegliere i casi a cui lavorare.»

    «Lei ha già esperienza.»

    «Ah, sì?» A fare cosa? Battere a macchina, archiviare pratiche?

    Logan si rivolse un’occhiata sbrigativa alle spalle. Nel momento stesso in cui Grace Lockhart si accorse di essere oggetto della sua attenzione, si portò una mano al volto per aggiustarsi quegli orribili occhiali. Poi tornò a scrivere freneticamente sul suo blocco, con le guance paonazze.

    Interessante, pensò Logan. Una forte propensione ad arrossire. Si domandò se reagisse con altrettanta rapidità anche ad altri stimoli. L’eccitazione, per esempio. Sorpreso di aver anche solo potuto intrattenere quel pensiero, Logan si sforzò di allontanarlo. Quella ragazza era il ritratto dell’innocenza. Anzi, forse proprio per quello aveva attratto la sua curiosità di uomo vissuto.

    Rimase a fissare quella sagoma del tutto priva di femminilità, chiedendosi se Grace Lockhart avesse mai avuto un orgasmo. Sempre che sapesse che cosa fosse. Sembrava davvero senza speranza. Imbevuta di teorie e di sterili nozioni imparate in classe, ma senza un giorno di pratica sul campo e tantomeno di esperienza nel lavorare sotto copertura in mezzo a criminali incalliti.

    Era mai uscita dal suo guscio, dal bozzolo che si era intessuta tutt’attorno, rinnegando la sua femminilità? Come poteva una donna giovane e intelligente alzarsi la mattina e decidere di indossare un tailleur tanto informe da farla sembrare un sacco di patate?

    Non sapeva che agli uomini piaceva ammirare le curve femminili? Che poteva apparire professionale ma al tempo stesso anche affascinante? Qualunque fosse la forma del suo corpo, magra o robusta non si poteva dire, sepolta com’era dagli abiti, c’erano dei trucchi sartoriali per poterla valorizzare, noti a ogni donna che ci tenesse al proprio aspetto.

    Ma ovviamente non a Grace Lockhart.

    Con il rossore che le si stava diffondendo dalle guance alla gola, si schiarì la voce e finalmente si decise a sollevare gli occhi per ricambiare lo sguardo con cui lui la stava scrutando insistentemente. «Posso esserle d’aiuto, agente Pierce?»

    Il tono di quella voce fece, per un attimo, vacillare l’immagine che Logan si era già creato di lei. Era una voce roca, bassa. Peccaminosa. Con quella voce avrebbe potuto sedurre un uomo per telefono. Farlo eccitare semplicemente leggendogli la lista della spesa.

    «Quanta esperienza ha sul campo?» le chiese.

    «Nessuna. Finora mi sono occupata prevalentemente di ricerca. Questo è il mio primo incarico.»

    Logan imprecò a mezza voce. Poi si alzò, affondò le mani nelle tasche dei jeans e si portò dal lato opposto della stanza prima di voltarsi per trafiggerla con lo sguardo. Dannazione, parlava sul serio!

    Come poteva pensare di ingannare un boss criminale se non sapeva neanche come vestirsi?

    «Non posso crederci! Una novellina!»

    Subito le dita di lei tornarono a posarsi sugli occhiali, aggiustandoseli sul naso. Un gesto dettato esclusivamente dal nervosismo.

    Forse avrebbe potuto insegnarle qualche trucco per rendersi più attraente, rifletté Logan. Di sicuro sarebbe stato quello il punto di partenza con Grace Lockhart. Doveva prendere controllo della propria sessualità prima di poter anche solo pensare di affrontare criminali, traffici illeciti e chissà quant’altro.

    Con deliberata lentezza, Logan lasciò vagare lo sguardo dallo stretto chignon fino alla punta delle sue pratiche scarpe nere, dal tacco basso e largo e la punta squadrata. Con un certa sorpresa si rese conto che quell’idea lo intrigava non poco. Logan Pierce amava le sfide. E quale sfida poteva essere più eccitante di scoprire che cosa si nascondeva dietro quella voce suadente e quel look monacale?

    Quando era stata l’ultima volta che aveva fatto l’amore con una donna inesperta? Anzi, gli era mai capitato?

    «Agente Pierce.» La voce sexy di lei gli scivolò lungo la schiena come la carezza di un’amante, reclamando, e ottenendo, la sua attenzione. «Perché continua a fissarmi? Sembra quasi che il mio aspetto possa influenzare la sua decisione di accettare l’incarico o meno.»

    «Certo che no» mentì, volgendosi poi verso Carmody. «Non è giusto esporla a un pericolo così grande.»

    Ma il comandante era deciso a non mollare. «Tiene d’occhio Mitchell da quasi un anno. È stata lei stessa a ideare il piano. Ed è eccellente.»

    «Teoria e pratica non vanno sempre d’accordo. Mi rifiuto di lavorare con lei.»

    Poteva quasi immaginarsi il corpo privo di vita di Grace, abbandonato in una delle molte discariche di New York.

    Proprio come Roy. Logan chiuse gli occhi, torturato dai ricordi. Avrebbe dovuto salvare quel povero ragazzo. Non aveva saputo proteggerlo.

    No, non avrebbe lavorato in coppia con una neofita armata di patetico zelo, ansiosa di mescolarsi ai cattivi e uscirne morta.

    Aprì gli occhi e presentò a Carmody la sua offerta finale. «Se vuole mi occuperò io di Harris Mitchell. Ma da solo.»

    Logan marciò fino alla porta, deciso a porre fine a quell’inutile conversazione.

    «Pierce, non rendere tutto più difficile.» Anche Carmody si era alzato. «Non abbiamo molto tempo a disposizione. Mitchell ha intenzione di estendere le proprie operazioni anche alla costa occidentale. Ha già avviato dei contatti a Los Angeles. Voglio coglierlo con le mani nel sacco a New York, prima che abbia modo di espandersi.»

    Logan emise un sospiro carico di frustrazione. «Quindi sono sicuro che vorrà avere i suoi migliori agenti impegnati nel caso. Uomini esperti.»

    «Appunto. Proprio per questo voglio te, il mio uomo migliore. La tua esperienza combinata con le nozioni tecniche della Lockhart.»

    «Grazie della fiducia, comandante. Sa che le sono debitore per avermi tolto dalla strada, anni fa.» Logan rivolse un altro sguardo scettico all’occhialuta signorina Lockhart. «Ma io agisco da solo.» Estrasse dalla giacca le chiavi della moto. «La relazione che mi ha domandato è sulla sua scrivania. Chieda a McCallister o ad Anderson di lavorare con lei. Io vado.»

    Detto ciò, uscì.

    «Pierce! Torna subito qui!»

    «Scusi, signore» intervenne Grace. «Lasci che gli parli io.»

    Logan aveva quasi raggiunto la fine del corridoio quando udì i passi di Grace dietro di sé. «Agente Pierce?»

    Non rispose.

    I corridoi della sede amministrativa dell’FBI erano come sempre affollati, ma era impossibile non distinguerlo dagli altri. Era così diverso dall’esercito in giacca e cravatta che occupava quell’edificio.

    Proprio ciò di cui aveva bisogno. Qualcuno di diverso che le insegnasse a diventare una donna diversa.

    Grace si fece largo tra quella folla incolore e lo chiamò di nuovo. O era sordo o la stava ignorando di proposito. Aveva la sensazione che non si trattasse della prima ipotesi.

    Logan Pierce era alto, con spalle ampie accentuate dalla giacca di pelle nera che indossava. I suoi fianchi snelli e le sue lunghe gambe muscolose sembravano essere stati creati per cavalcare una motocicletta potente. Portava i capelli castano scuro tagliati corti, come la maggior parte degli agenti che stava incrociando. Ma le tracce di barba incolta sul suo mento squadrato lo privavano di ogni parvenza di rispettabilità.

    Lui girò l’angolo e si diresse verso l’ascensore, arrestandosi solo una frazione di secondo per rivolgere una occhiata ammiccante alla spilungona bionda che gli passò accanto. Grace aprì il suo blocco degli appunti e annotò il modo in cui la donna aveva reagito a quello sguardo. Le labbra di lei si erano atteggiate in un sorriso appena percettibile. Anzi, non era stato nemmeno un sorriso, piuttosto un broncio sensuale, o forse una leggera pressione delle labbra l’una contro l’altra... Oh, al diavolo!

    Grace cancellò il commento dalla pagina con un tratto di penna. Se non riusciva nemmeno a descriverla, come poteva sperare di potersi mai esibire in un’espressione simile?

    Ma anche Logan aveva rallentato per osservare l’affascinante bionda, quindi Grace ne approfittò per raggiungerlo e affiancarsi a lui.

    «È sua abitudine uscire così dall’ufficio di un superiore?» gli domandò a bruciapelo.

    Il passo deciso di lui vacillò appena per la sorpresa di vedersi raggiunto. Poi si fermò e inspirò profondamente. La stoffa della maglietta scura che gli fasciava il torace si tese ancora di più, distraendo Grace dal proprio intento.

    Era un uomo talmente imponente. Visto da vicino lo era ancora di più. Così alto, così muscoloso.

    Così pericoloso.

    Oh, Dio, che cosa andava a pensare? Cercò di prendere fiato, e invece le narici le si riempirono del profumo di lui, cuoio misto a spezie, mandandola ancora di più in tilt.

    «No» rispose lui. «Ma non è la prima volta.» Indicò il bloc-notes che lei si era infilata sotto il braccio. «Mi raccomando, si assicuri di annotare anche questo.»

    Si voltò e riprese a camminare. Grace scacciò l’impulso di correre a rifugiarsi nell’ufficio di Carmody, lasciando che fosse lui a occuparsi di tutto. La tentazione era forte, ma

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