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Dolce scandalo: Harmony Jolly
Dolce scandalo: Harmony Jolly
Dolce scandalo: Harmony Jolly
E-book159 pagine2 ore

Dolce scandalo: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Ti vedo e ti amo. Il mio amore per te è nato nello spazio di un attimo, ma durerà in eterno.

Nikki Lucas e il tennista Max Conway si sono conosciuti mentre lui aiutava lei a fuggire da un elegante matrimonio. Nulla di sconvolgente, se non per il fatto che Nikki fosse la sposa e Max il testimone dello sposo. Travolti dall'inevitabile scandalo, nessuno dei due ha più intenzione di rivedere l'altro!
Sei mesi dopo, il caso li fa però nuovamente incontrare in un paradisiaco resort in Indonesia, e nonostante i tentativi di negarlo Nikki e Max si scoprono irresistibilmente attratti l'uno dall'altra.
Sebbene quell'avventura dovesse durare soltanto il tempo di quella vacanza, al momento di separarsi i sentimenti sono diventati più profondi e un amore ancora non confessato unisce ormai i loro cuori. Tornare alla propria vita, ora, non è così facile come pensavano.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2019
ISBN9788830504080
Dolce scandalo: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Dolce scandalo - Kandy Shepherd

    successivo.

    1

    Dov'era la sposa? Sarebbe dovuta essere in chiesa mezz'ora prima, pensò Max Conway camminando avanti e indietro sul sagrato dello storico edificio in pietra arenaria. In qualità di testimone dello sposo, era stato mandato fuori a fare da vedetta e lanciò di nuovo un'occhiata all'orologio. La sposa arriva sempre in ritardo, ma non così tanto. Di sicuro in quel momento lo sposo, in piedi tutto solo davanti all'altare, si stava agitando.

    Anche le note della musica che gli giungevano alle orecchie attraverso le finestre ad arco della chiesa tradivano una certa esasperazione. Il che non era affatto strano visto che l'organista aveva appena attaccato la marcia nuziale per la terza volta. E all'interno della chiesa l'attesa degli invitati stava diventando sempre più spasmodica.

    Max consultò l'app del traffico sul suo cellulare per controllare che non ci fossero problemi. Non ce n'erano. Tutte le strade che portavano alla chiesa attraversando l'elegante periferia est di Sidney erano sgombre e le damigelle erano arrivate senza alcun problema. Ma non la sposa. Stava per voltarsi e rientrare per aggiornare lo sposo infuriato – un compito a cui avrebbe rinunciato volentieri – quando l'auto della sposa si avvicinò. Eccola, finalmente!

    Attraverso il finestrino oscurato della lussuosa limousine Max intravide una nuvola di velo bianco che incorniciava un adorabile viso femminile. Nikki Lucas. La riconobbe immediatamente, anche se l'aveva incontrata per la prima volta alle prove del matrimonio solo due sere prima. Capelli color miele. Dolci occhi castani. Alta e slanciata. Una sposa davvero meravigliosa. Valeva l'attesa del fortunato sposo.

    Alle prove Max era rimasto abbagliato dal sorriso con cui lo aveva salutato. Era stata calorosa e ospitale con il testimone del suo fidanzato, che per lei era un totale sconosciuto. Se aveva capito chi era – chi era stato una volta – era stata troppo educata per accennarvi. Le prove erano andate lisce come l'olio e Max aveva avuto l'impressione che la signorina Lucas fosse una donna efficiente e organizzata. Di sicuro, non il tipo di donna che arriva con così tanto ritardo al proprio matrimonio.

    C'era anche il suo ricchissimo padre con lei, sul sedile posteriore e Max si chiese perché non le avesse fatto fretta. Trovava imperdonabile una simile mancanza di puntualità. Se si fosse trattato del suo matrimonio – non che avesse alcuna intenzione di prendere moglie nell'immediato futuro, beninteso – sarebbe stato furioso, pensò mentre la limousine rallentava e si fermava davanti alla chiesa. Era certo che Nikki Lucas, non appena lo avesse visto, si sarebbe profusa in scuse. Ma lui l'avrebbe interrotta e trascinata subito in chiesa, decise, correndo verso l'auto e aprendo bruscamente la portiera.

    «Sei qui, finalmente» sibilò a denti stretti, evitando di aggiungere: dove diavolo sei stata?

    Come risposta non ottenne nemmeno un sorriso. Anzi, nonostante avesse torto marcio, la sposa sembrava furibonda. Il suo viso era bianco come il tulle del suo abito nuziale e aveva le labbra serrate. Scese dalla macchina, scansando la mano che lui le offriva per aiutarla e, quando finalmente aprì bocca, non si scusò, né diede spiegazioni, ma gli ordinò: «Portami via di qui».

    «Intendi dire che vuoi che ti porti in chiesa, immagino» replicò Max accigliandosi. «È gremita di invitati che ti aspettano. Per non parlare dello sposo.»

    «Lui» disse Nikki scuotendo la testa con tanta forza che il lungo velo le frustò il viso. «Non ho nessuna intenzione di sposare quell'uomo. Pensavo che sarei riuscita a passarci sopra, ma non ce la faccio.»

    In quel momento anche suo padre scese dalla macchina e poco dopo la limousine ripartì a tutta velocità.

    «Pensaci bene, cara» raccomandò a sua figlia porgendole il bouquet di rose bianche che aveva lasciato sul sedile dell'auto. «È il tuo matrimonio. Non puoi andartene così.»

    «Sì, che posso. Non riuscirai a convincermi del contrario, papà. Se non mi aiuterai tu, lo farà Max.» Pronunciò il suo nome come se fosse una parolaccia e soggiunse: «È il minimo che può fare come testimone del verme che mi ha convinto a sposarlo con l'inganno.» Guardò Max in cagnesco e precisò: «A meno che, ovviamente, non sia anche tu un lurido bugiardo».

    Di solito Max non rimaneva a corto di parole. Ma era sbalordito: non capiva da dove arrivasse quell'insulto, né dove fosse andata a finire l'affascinante e sorridente donna delle prove. Dietro il trucco perfetto, Nikki aveva un'espressione cupa e lo sguardo glaciale.

    «Non sono un lurido bugiardo» le assicurò a denti stretti quand'ebbe ritrovato la voce. «Ma il mio dovere di testimone è di portarti in chiesa dove sarà celebrato il tuo matrimonio.»

    «Non ci sarà nessun matrimonio» ribadì lei. «E il tuo dovere di essere umano è di aiutarmi ad andarmene da qui. Adesso.»

    La prima reazione di Max fu di fare un passo indietro. Non sapeva trattare con i pazzi. E Nikki era preda di qualcosa di più del normale nervosismo di chi sta per sposarsi. Ne era sicuro, anche se non avrebbe saputo dire di che cosa si trattasse esattamente. Paura, ansia, delusione o forse un mix di tutte e tre. Non sapeva che cosa dirle, anche perché non conosceva bene lo sposo. Aveva giocato a tennis con lui al liceo, ma si erano ritrovati giusto qualche settimana prima del matrimonio ed era rimasto sorpreso quando gli aveva chiesto di fargli da testimone. Poteva darsi benissimo che fosse un verme e un lurido bugiardo. Ma aveva accettato di fargli da testimone e doveva stare dalla sua parte.

    «Suvvia, cara» insistette il padre di Nikki, posandole una mano sul braccio. «Non c'è bisogno di...»

    «Mi dispiace, papà» lo interruppe lei con voce tremante, voltandosi a guardarlo. «Non ce la faccio proprio.» Indicò la chiesa con un cenno della mano e un raggio del sole che splendeva nel cielo di quel bel pomeriggio d'estate fece scintillare l'enorme diamante dell'anello di fidanzamento che portava all'anulare, mentre continuava: «Per favore, di' agli invitati che festeggino senza di me. Non voglio che il cibo e il vino del rinfresco vadano sprecati. Sarebbe un peccato. E poi, forse qualcuno avrà la bella idea di tirare la torta nuziale in faccia ad Alan».

    «O forse no» intervenne Max, cercando di impedire che un sorrisetto divertito gli curvasse gli angoli della bocca al pensiero dello sposo con la faccia ricoperta di glassa. «È naturale che tu sia nervosa» soggiunse in tono conciliante.

    Ansia da prestazione. Ecco di che cosa si trattava. Uno stato d'animo che lui conosceva fin troppo bene. Non c'era nulla di più angosciante dell'entrare in campo a Wimbledon con gli occhi del mondo puntati su di lui, il campione che difendeva il suo titolo.

    «Ma io non sono nervosa!» sbottò Nikki con le guance in fiamme e gli occhi che mandavano lampi. «Sono furiosa! E per l'ennesima volta ti ripeto che il matrimonio è annullato!»

    «Dimmi almeno perché» replicò Max scuotendo la testa. Proprio non capiva: alle prove gli era sembrato che toccasse il cielo con un dito dalla felicità.

    «Se è una ragione che vuoi, te ne posso dare addirittura quattro» affermò Nikki in tono sprezzante. «Due ex-mogli e due figli.»

    «Ma lo sapevi che Alan aveva un divorzio alle spalle» le fece notare Max accigliandosi.

    «Uno, non due» precisò lei. «E non mi aveva mai detto di avere dei figli. Mi ha mentito. Se penso che uno dei motivi per cui mi sono innamorata di lui era che mi aveva confessato di volere tantissimo dei bambini. Come... come me.» La voce le morì in gola e Max provò all'improvviso una gran pena per lei.

    «Come l'hai scoperto?» le chiese in tono gentile.

    «La sua prima moglie mi ha telefonato per mettermi in guardia sul suo conto. Non voleva vedermi schernita e ferita da lui come era successo a lei. Poi mi ha telefonato anche la sua seconda moglie per raccontarmi dei loro gemellini di tre anni e di come lui li avesse abbandonati. E mi ha anche detto di essere sull'orlo della bancarotta, perché prima di andarsene Alan aveva sperperato tutti i suoi soldi.»

    Max trasalì e il padre della sposa impallidì. Nikki non era solo bellissima, ma anche una donna d'affari di successo. Due caratteristiche che la rendevano la preda perfetta di un cacciatore di dote.

    «Mi fidavo del mio fidanzato e non ho preso per oro colato quello che mi ha detto, ma ho fatto fare ricerche sul suo conto da un investigatore privato» continuò lei. «E la prova che tutto ciò che mi aveva raccontato era vero mi è arrivata mentre stavo per salire a bordo della limousine. Io non... non posso sposare un bugiardo e un truffatore.»

    «Entra in chiesa e diglielo» la esortò Max.

    «Non potrei sopportare l'umiliazione.» Nikki gli lanciò un'occhiata implorante e mormorò: «Nessuno può capirmi meglio di te».

    Aveva ragione, pensò Max con una smorfia. Certo. Ancora circolavano in rete prove della sua ultima, disastrosa partita, quando si era fratturato il gomito: la racchetta lanciata, il suo contorcersi dal dolore sul prato del campo di Wimbledon. Il video era diventato virale in brevissimo tempo.

    «Sì» convenne a denti stretti.

    «Per favore, aiutami ad andare via» lo supplicò lei. «Non posso cercare un taxi conciata così.»

    Aveva gli occhi lucidi e Max non era mai riuscito a restare indifferente al pianto di una donna. Ma era anche un uomo di parola. Era il testimone. Un ruolo che implicava dei doveri che aveva preso seriamente. Delle lacrime non sarebbero bastate a portarlo dalla parte della sposa. Ma quando una di quelle lacrime le scivolò lungo la guancia dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per combattere l'impulso di spazzarla via con il pollice. E anche ricordare che lei era la promessa sposa di un altro uomo non servì a molto quando Nikki tirò su col naso e con voce tremante soggiunse: «Mi hai detto che non sei un lurido bugiardo, adesso provamelo».

    Nikki tratteneva il respiro nell'attesa della risposta di Max. Era rimasta sorpresa nel trovarlo in piedi sul sagrato, pronto per accompagnarla in chiesa.

    Aveva scoperto che il testimone dello sposo sarebbe stato Max Conway, famoso sia come tennista più volte campione del mondo, sia per la sua vita sentimentale e per la sua costante presenza in cima alle classifiche degli uomini più sexy del pianeta, solo quando l'aveva incontrato alle prove del matrimonio. Ecco un altro dei segreti del suo ex-fidanzato, pensò con una punta di amarezza.

    Dal vivo, con i corti capelli castano chiaro e gli occhi blu, era anche più bello di come sembrava alla TV o nelle foto sui giornali, ma si capiva lontano un miglio che era molto teso.

    Dentro di lui, il senso del dovere nei confronti di Alan stava combattendo una strenua lotta contro l'impulso cavalleresco di aiutare una donna in difficoltà.

    I giornalisti non lo dipingevano come un cavaliere, ma a lei non importava. Tutto ciò che voleva era che lui la portasse via da lì. Non c'era tempo da perdere. Suo padre stava entrando in chiesa per dire a tutti che il matrimonio era annullato per volontà della sposa. Perciò, se voleva fuggire, doveva farlo adesso.

    «Sei proprio sicura di volerlo fare?» le chiese Max interrompendo il filo dei suoi pensieri.

    «Sì, sì, sì!» gli rispose Nikki, incapace di nascondere la sua impazienza. In qualunque momento Alan poteva raggiungerli fuori di sé. Tremava al solo pensiero. Poi, vide i primi invitati uscire dal portone della chiesa e le prese il panico. Con o senza Max, doveva andarsene! Prima, però, decise di fare un ultimo tentativo e gli chiese: «Hai intenzione di aiutarmi sì o no?».

    «Non mi piacciono i bugiardi.»

    «È un sì?»

    Per tutta risposta lui la prese per mano e le disse: «La mia macchina è dietro l'angolo. Sbrighiamoci!».

    Cominciarono a correre, ma quasi subito Nikki inciampò. Un lungo strascico e i tacchi alti non erano l'ideale per una fuga veloce.

    «Togliti le scarpe!» le

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