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Desiderio inaspettato: Harmony Destiny
Desiderio inaspettato: Harmony Destiny
Desiderio inaspettato: Harmony Destiny
E-book150 pagine2 ore

Desiderio inaspettato: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Alexander Stanton, milionario e playboy, crede fermamente nella sacralità delle avventure di una notte. Nessuna donna è mai riuscita a resistere al suo fascino malandrino e all'aura di potere che emana, e proprio per questo il disinteresse che Gwen Wright dimostra nei suoi confronti è uno smacco che non riesce a dimenticare. Decide così di portarla a letto per umiliarla e riscattare il suo orgoglio ferito. Ma quando la prende fra le braccia durante un ballo, in lui si scatenano le fiamme indomabili della passione e la vendetta viene presto dimenticata. Ora gli serve solo un'opportunità per farla capitolare e una location romantica per mettere in atto la sua opera di seduzione.
LinguaItaliano
Data di uscita9 nov 2018
ISBN9788858990384
Desiderio inaspettato: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Desiderio inaspettato - Andrea Laurence

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    More Than He Expected

    Harlequin Desire

    © 2012 Andrea Laurence

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-038-4

    Prologo

    Sabato, 20 Ottobre

    Ricevimento di nozze di Will e Adrienne Taylor

    Era un luogo comune che il testimone di nozze seducesse la damigella d’onore, e per quanto Alex non avesse alcuna intenzione di approfittare del matrimonio del suo migliore amico per rimorchiare, doveva ammettere che Gwen Wright era davvero un bel bocconcino.

    I matrimoni erano solitamente gremiti di romanticone dagli occhi lucidi in cerca di qualcosa che lui non era in grado di offrire. Pertanto, la sua idea per la giornata era quella di provare lo smoking e salutare al volo un altro dei suoi amici che aveva deciso di passare dall’altra parte della barricata.

    Ma la minuta biondina dai grandi occhi marroni e la pelle di pesca gli aveva scombussolato i piani non appena aveva fatto la sua comparsa il giorno delle prove generali. Gli aveva lanciato un’occhiata fugace, incurvando le labbra in un piccolo sorriso di apprezzamento, e quando i loro sguardi si erano incrociati, la luce impertinente che vi aveva scorto lo aveva subito stregato.

    Will li aveva presentati qualche minuto dopo e Alex aveva scoperto con piacere che era la damigella d’onore e, di conseguenza, lui sarebbe stato il suo accompagnatore per il gran giorno. Le aveva educatamente stretto la mano, apprezzando subito la setosa consistenza della sua pelle. Avrebbe trascorso volentieri più tempo a chiacchierare con lei, ma non era stato possibile. L’amica della sposa era stata risucchiata dal vortice dei preparativi e la magia del momento si era infranta.

    Non aveva più avuto modo di parlare con lei, tanto meno di testare ancora la sua morbida epidermide, e aveva trascorso il resto della giornata in uno stato d’animo di attesa costante. Aveva cercato quindi di distrarsi, concentrandosi su Will e su ciò che il suo ruolo di testimone di nozze contemplava, come mettere a punto gli ultimi dettagli per la festa di addio al celibato prevista per la serata.

    Il gran giorno era arrivato, e mentre si trovava sotto l’arco ornato di rose accanto all’amico e osservava Gwen incedere verso di lui, strizzata nel suo abito rosa da damigella, aveva pensato che non ce la faceva più ad aspettare. Doveva darsi concretamente da fare. Alla fine della funzione religiosa, l’aveva quindi trascinata da una parte, sussurrandole all’orecchio un dopo denso di promesse. Il rossore che era affiorato sulle sue guance gli aveva dato la conferma che il messaggio era stato recepito forte e chiaro.

    La prima opportunità che aveva avuto di parlare con lei era stata durante il ballo di rito tra la damigella d’onore e il testimone dello sposo, ma pur tenendola fra le braccia, l’aveva sentita distante, con la testa altrove – al taglio della torta e alle bomboniere, probabilmente – e lui non aveva fatto alcun progresso nel suo programma di corteggiamento.

    Ora, però, che gli sposi se n’erano andati e la folla cominciava ad assottigliarsi, bisognava stringere. Adesso o mai più...

    Dal lato opposto della stanza, la osservò dirigersi verso alcuni uomini incaricati di portare a casa i regali di nozze. Ogni suo gesto, ogni suo sorriso esercitava su di lui un potente magnetismo. Alex voleva scoprire che cosa ci fosse in quella donna di tanto speciale da attrarlo così. L’impatto era stato diretto e immediato sin dal primo istante. Se aveva una specie di polverina magica in grado di indebolire i suoi sensi, be’, voleva saperlo.

    Era riuscita a monopolizzare la sua attenzione per le ultime trentasei ore e probabilmente non se n’era neppure resa conto.

    Che fosse una bella donna era fuori discussione. Alex adorava come quei suoi capelli biondo cenere le incorniciassero l’ovale e gli occhi scuri lo scrutassero intensi da sotto le folte ciglia. La sua figura minuta era messa in risalto dal vestito da damigella che le valorizzava le morbide curve. Un vero concentrato di armonia e seduzione.

    Ma c’era dell’altro. Un qualcosa che lo attirava come una calamita e non gli faceva staccare gli occhi da lei. E lui era deciso a scoprirlo.

    «Eccoci qua.»

    Gwen era seduta da meno di trenta secondi quando udì una voce maschile echeggiare alle sue spalle. Mezzo minuto non era sufficiente per riprendersi da ore e ore trascorse in piedi.

    Era la damigella d’onore e rientrava nei suoi compiti assicurarsi che tutto procedesse per il verso giusto. Ma era stanca morta. Qualunque cosa volesse il tizio dietro di lei, non gli avrebbe dato retta. Persino la possibilità ballare con il Principe Azzurro in persona la attirava meno, in quel momento, che sfilarsi le scarpe e allungare le gambe sul divano.

    Poi, però, ruotò il capo e si trovò trafitta dagli occhi perforanti del testimone dello sposo. Alex Stanton. Era incredibilmente bello nel suo smoking Armani e i capelli biondi domati per l’occasione. Il bello scapolo dagli occhi nocciola era stato molto carino con lei negli ultimi due giorni, ma, come lei, era stato assorbito dalle responsabilità che imponeva il suo ruolo di testimone di nozze.

    Si era sforzata di ignorare la scossa elettrica che aveva avvertito quando lui l’aveva presa a braccetto per percorrere insieme la navata, dopo la cerimonia religiosa, o quando le si era accostato all’orecchio per sussurrarle quella semplice parola... dopo. Quante sensuali promesse sintetizzate in quel bisillabo. Era come se le avesse detto Ti voglio, stanotte sarai mia, o roba del genere. E aveva accompagnato il giuramento con un sorrisetto ammiccante prima di staccarsi da lei per andare ad abbracciare gli sposi.

    «Signorina Wright, permette un ballo?»

    Gwen non era sicura di riuscire a sopravvivere a un altro ballo con Alex. Al loro primo round in pista, aveva sentito sprigionarsi un’intensa elettricità che l’aveva spinta a premere il corpo al suo in maniera sconveniente, mentre ondeggiavano a tempo di musica. Per tutta la canzone aveva cercato di distrarsi, ripetendosi mentalmente stupide filastrocche per bambini. Non voleva che Alex pensasse che si stesse offrendo a lui spudoratamente. Nonostante l’inequivocabile messaggio insito in quel dopo, aveva ballato con lui perché la tradizione lo imponeva e non sarebbe stato cortese tirarsi indietro.

    Spesso, nelle ultime ore, aveva avvertito un fremito dietro la nuca e sorpreso Alex che la fissava dall’altro lato della stanza con espressione rapita. Più di una volta una vampata di calore le aveva investito le guance. Ma invece di avvicinarsi, lui si era limitato a lanciarle sorrisi e occhiate insistenti, sparendo poi tra la folla come uno squalo che gira intorno alla sua preda, aspettando il momento giusto per attaccare.

    La festa volgeva al termine e a lei non restava che chiamare un taxi e tornare a casa perché, a suo dire, quel dopo era ormai abbondantemente passato.

    E invece adesso lui le stava chiedendo di ballare. Il suo sguardo acceso le procurò un brivido di eccitazione che sconfisse il dolore ai piedi e le produsse un violento batticuore.

    Non reagiva quasi mai così a un uomo; ma doveva convenire che quello non era un uomo qualunque. Non fosse altro perché Alex Stanton, il ricco investitore, era decisamente fuori della sua portata.

    Mentre le tendeva la mano, era evidente ciò che le stava offrendo. Voleva adempiere alla sua promessa di prima... Alex era interessato a qualcosa di più di un semplice ballo e, poggiando la mano nella sua, lei non avrebbe fatto altro che accondiscendere a ogni suo peccaminoso volere. Il languore al ventre e l’improvvisa stretta al petto le dicevano che era ansiosa di accettare il suo invito. Ma era titubante.

    Gwen concentrò lo sguardo sul suo corteggiatore. Era bello, affascinante, ricco... Quando le sarebbe capitata un’altra occasione come quella? Aveva avuto svariati pretendenti in vita sua, ma nessuno che potesse competere con Alex. Godeva della reputazione di grande amatore e lei avrebbe mentito a se stessa se avesse detto di non voler sperimentare le sue doti di persona.

    L’idea di una notte selvaggia con uno strepitoso amante era innegabilmente allettante. Tra i turni in ospedale e i preparativi per le nozze di Adrienne, era veramente esausta, ultimamente. E l’aspettava un anno difficile, se il suo progetto fosse andato in porto. Un anno senza uomini. Se la meritava proprio una nottata di svago con un acclamato playboy.

    Una specie di ultima sbornia prima dell’astinenza.

    Incatenò gli occhi ai suoi, la risposta chiara mentre allungava il braccio per poggiare la mano nella sua. Con un sorriso di trionfo, lui gliela strinse, la sollevò dalla sedia e la condusse in pista.

    Senza esitare, Alex le cinse il braccio attorno alla vita e la premette a sé. Le palme si appiattirono sulla curva del fondoschiena e il calore di quel contatto intensificò in lei il desiderio pulsante.

    Rimase colpita da quella reazione. Era come se si fosse improvvisamente aperta una diga. Dovette prendere dei lunghi respiri per camuffare il fremito che accompagnò l’impeto di adrenalina che le pompava nelle vene. L’aroma speziato della sua colonia le stordiva i sensi, mescolandosi al dolce profumo delle rose e delle candele, e a lei non restò che aggrapparsi alle sue spalle mentre ondeggiavano al suadente ritmo della musica.

    A un tratto si bloccarono, nonostante la musica proseguisse, ma non si staccarono. Alex si chinò verso la sua bocca e poggiò le labbra sulle sue. Gliele sfiorò appena, all’inizio, poi gliele assaggiò, mordicchiò, leccò, cercò la sua lingua e il fuoco divampò.

    Gwen inarcò la schiena e si premette contro il suo solido corpo. Un gemito roco gli vibrò in gola, sollecitando le punte turgide dei dolenti capezzoli.

    Poi, le ultime note languirono del tutto, rompendo l’incantesimo e dissolvendo quel bozzolo di sensualità che li aveva per qualche istante isolati dal resto del mondo.

    Ma Alex non la lasciò andare, così come si aspettava. Fissò lo sguardo nel suo, le pagliuzze dorate negli occhi luccicanti di passione. La mascella era contratta e le spalle si sollevavano e abbassavano in sintonia con il respiro concitato.

    Era ora di andare via. Una serie di domande su come, dove, quando erano rimaste sospese nell’aria, ma non potevano rimanere sulla pista da ballo per sempre. «Vado a prendere le mie cose» disse lei con un filo di voce.

    Alex annuì, sciogliendola dal suo abbraccio, e Gwen si avviò lungo il buio corridoio sul retro della casa galleggiante.

    «Bella mia, riprenditi» si disse, mentre abbassava la maniglia ed entrava nel piccolo spogliatoio dove si era vestita la sposa.

    Si controllò velocemente i capelli e il trucco allo specchio e con mani tremanti ficcò nella borsetta la cipria e il mascara che aveva lasciato sulla toeletta. Era ansia, la sua, o eccitazione?

    Aveva appena allungato la mano sulla spazzola quando udì lo

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