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Seduzione illegale: Harmony Privé
Seduzione illegale: Harmony Privé
Seduzione illegale: Harmony Privé
E-book185 pagine2 ore

Seduzione illegale: Harmony Privé

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Info su questo ebook

"Sarai mia per le prossime due settimane." Licenziarsi potrebbe essere la cosa più eccitante che abbia mai fatto.

Simon Kramer, avvocato senza scrupoli, ha solo due settimane per scoprire la talpa che ha passato informazioni riservate alla concorrenza. Lui un'idea se l'è già fatta: la sua assistente personale, Bette Monroe, sembra nascondere un segreto compromettente. Segreto che lui è pronto a strapparle in qualunque maniera, insieme a quei castigati vestiti che lei si ostina a indossare. La verità però è molto diversa da come Simon la immagina, e Bette dovrà decidere se rivelargliela subito o lasciare che lui continui a cercare gli indizi... sul proprio corpo.
LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2018
ISBN9788858991312
Seduzione illegale: Harmony Privé

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    Anteprima del libro

    Seduzione illegale - Lisa Childs

    successivo.

    1

    Quattro bicchieri pieni di champagne tintinnarono l'uno contro l'altro e una cascata di bollicine si rovesciò al di là dei bordi scivolando lungo lo stelo dei calici.

    «Cin cin!» esclamò Simon Kramer, pieno di orgoglio per il successo dello studio legale. «Allo Street Legal

    Sedici anni prima, adolescente in fuga, non avrebbe mai pensato né tanto meno immaginato che, dal vivere sulle strade, sarebbe arrivato a possederle, quelle strade. Metaforicamente parlando, ovviamente.

    «A noi!» replicò Ronan, uno dei suoi soci, toccando con un sorriso compiaciuto i bicchieri degli altri con il proprio.

    «Complimenti, Trev!» si congratulò Stone rivolto a Trevor, che aveva appena vinto una delle cause più importanti che il loro studio avesse mai trattato. E ne avevano avute tante importanti da quando si erano laureati in Legge e messi in società, aprendo lo Street Legal.

    Dopo quella vittoria, avrebbero anche potuto chiudere lo studio e vivere di rendita. Ma Simon sapeva che gli altri la pensavano come lui. Erano troppo giovani e troppo ambiziosi per smettere di guadagnare e avere successo. E tuttavia aveva insistito affinché tutti e quattro si prendessero un po' di tempo per godersi la vittoria. Così aveva convinto gli amici a lasciare l'ufficio e andare a festeggiare al Meet Market, il nuovo bar aperto a un paio di isolati dallo studio.

    Tra l'altro aver vinto quella causa era stata una soddisfazione ancora più grande perché Trevor aveva avuto la meglio, nonostante il fatto che la controparte avesse messo le mani su informazioni riservate custodite nei loro file. E Simon, come socio di maggioranza, aveva già escogitato un piano per evitare che una cosa del genere succedesse di nuovo. Se la talpa era nel loro ufficio, l'avrebbe scoperta e annientata.

    «Ancora non riesco a spiegarmi come Anderson sia riuscito a procurarsi quel rapporto» mormorò Trevor.

    «Non pensarci più» gli suggerì Simon. Aveva di proposito organizzato quell'incontro celebrativo per poter stemperare un po' la rabbia.

    Ronan distolse lo sguardo dalle giovani donne che stava occhieggiando. «Ha ragione, non preoccuparti. Per fortuna non si tratta di una vera e propria fuga di notizie. Non con Simon che si occupa personalmente di assumere i nostri impiegati. Nessuno può imbrogliare un truffatore. E il nostro socio dirigente è il più grande imbroglione al mondo.»

    Invece di sentirsi offeso, Simon ridacchiò. Del resto se non lo fosse stato, non sarebbe mai sopravvissuto né sarebbe mai riuscito a fare tanti soldi per sé e per i suoi compagni di avventura. Anche loro erano stati come lui ragazzi in fuga e, prima di incontrarli, ne aveva conosciuti tanti di truffatori e imbroglioni patentati.

    «Infatti» intervenne Ronan col suo abituale cinismo. «È molto più probabile che Trev si sia portato a casa un bel bocconcino e, dopo essersela spassata alla grande, si sia addormentato lasciando alla figa di turno la possibilità di copiare le carte che il nostro ingenuo amico si era portato dietro.»

    Simon rise divertito. «Perché, voi ragazzi dopo vi addormentate?»

    Per quanto lo riguardava, non riusciva a dormire accanto a qualcuno. Vivere sulla strada gli aveva insegnato a non fidarsi di nessuno. Soltanto quei tre uomini avevano superato il suo test. Erano riusciti a sopravvivere ai pericoli e alla criminalità delle strade insieme. Adesso avevano più denaro, case lussuose, macchine veloci e le donne più belle e passionali che nessuno di loro avrebbe mai sognato di potersi permettere.

    «Sono contento per quanto è successo» confessò Trev. «Ma questo dannatissimo caso ha portato un casino di scompiglio nella mia vita sentimentale.»

    «Ecco perché ho pensato che fosse una buona idea venire a provare questo bar» dichiarò Simon. Cercare di capire chi potesse essere la talpa aveva messo in crisi anche la sua di vita sessuale.

    Il Meet Market era esattamente quello che la pubblicità sbandierava. Il ritrovo più esclusivo di Manhattan. Tutte le persone più in, più famose e più ricche si ritrovavano lì. Modelle, attori, attrici, scrittori, stilisti...

    E loro, naturalmente. Gli avvocati più in gamba, di successo e noti di quella splendida città.

    Simon toccò il bordo del bicchiere di Trevor col proprio. «Hai vinto la causa, quindi mettila nel dimenticatoio e divertiti.»

    L'amico storse la bocca in una smorfia. «In effetti è questo il mio programma. Però Ronan ha ragione. Dobbiamo stare attenti a chi ci portiamo in casa, o almeno a chi si avvicina alle nostre pratiche.»

    Stone annuì. «Esatto. Infatti, se esce fuori la voce che c'è stata una fuga di notizie, dovremo ricorrere a quell'esosa agenzia di public relation per riabilitare la nostra immagine.»

    Era l'era dei social media e la maggior parte dei processi veniva pubblicizzata e discussa in quella sede prima ancora che le cause arrivassero davanti alla Corte di Giustizia. Ragion per cui abitualmente si servivano di quell'agenzia per indirizzare l'opinione pubblica a loro favore.

    Ronan ridacchiò. «Come se avessimo bisogno di qualche aiuto...»

    Non aveva tutti i torti. Erano conosciuti per essere piuttosto spregiudicati sia in aula di tribunale che in camera da letto. Avevano la fama di arrivare sempre alla vittoria usando qualsiasi mezzo fosse necessario. Ma secondo la sua opinione quello era motivo di orgoglio, non qualcosa di cui vergognarsi.

    «Ragazzi, non vi preoccupate. Siamo a posto» li rassicurò in tono sereno indicando le belle ragazze presenti nel locale. «E ora, lasciamo che una di loro...»

    «Soltanto una?» chiese Ronan con espressione maliziosa guardando una splendida bionda che gli passava vicino, la massa dorata di capelli che sfiorava la curva dei fianchi. Prima di seguirla batté una mano sulla spalla di Trevor. «Vuoi che le domandi se ha un'amica? Simon ha ragione. Hai bisogno di scaricare lo stress accumulato.»

    Trevor però aveva altre idee per la testa, lo sguardo puntato su una testolina rossa poco distante. «Non ho bisogno del tuo aiuto.» Tirò un grosso respiro. «Però è vero. Devo rilassarmi.»

    Stone a quel punto diede una leggera gomitata a Simon. «Mi sa che invece al nostro amico qui serve un po' di aiuto.»

    Ronan sbuffò in maniera esagerata. «Quando si tratta di donne, lui non ha bisogno dell'aiuto di nessuno. Tra noi quattro, è il peggior donnaiolo, o il migliore se guardiamo i risultati.»

    Simon non sapeva se fosse un complimento o un insulto. Arrivando da uno dei migliori avvocati divorzisti di New York, con ogni probabilità si trattava del primo caso. Ma prima che riuscisse a chiederlo, Ronan si era precipitato a raggiungere la bionda che lo aspettava non lontano dalla porta d'ingresso.

    «Sarà anche così» mormorò Stone, «ma è un po' che non ti vedo in dolce compagnia.»

    Lui scrollò le spalle con noncuranza. «Sono stato occupato.» A stilare contratti, stipulare fondi fiduciari, preparare la sua trappola. Ma in realtà supponeva che fossero soltanto scuse.

    Si guardò intorno riconoscendo alcune attrici di teatro e modelle tra le più richieste del momento. Ma nessuna lo attirava particolarmente. Sapeva che avrebbe potuto portasene a casa una senza problemi. Anche due, come aveva suggerito Ronan. Tuttavia non provava alcuna eccitazione. Nessuna voglia di mettersi a caccia.

    Erano tutte facili prede.

    Come la rossa che stava salutando Trevor in quel momento.

    «Vai da lei» lo incalzò Simon.

    «Senza dubbio è una compagnia migliore di noi due per festeggiare la tua vittoria» sottolineò Stone ridendo.

    «Parla per te» ribatté Simon fingendosi offeso.

    Con i folti capelli biondi e gli occhi di un azzurro intenso e luminoso, spesso gli dicevano che era molto più bello di un attore. Ma in fondo restava sempre il ragazzo fuggiasco e squattrinato di una volta.

    Stone rise. «Senti amico, ho bisogno che tu ti sieda in aula accanto a me in occasione della mia prossima causa... per influenzare i giurati come hai fatto con Trevor.»

    Simon alzò gli occhi al cielo. «Ehi ragazzi, è ora che vi diate da fare da soli per gestire una giuria e portarla dalla vostra parte. Io ho una sacco di lavoro da terminare e una marea di denaro da gestire» aggiunse con una smorfia compiaciuta.

    Denaro che non era soltanto dei clienti ma anche loro. Il che importava molto di più a lui che ai soci. Probabilmente perché gli unici soldi che aveva posseduto crescendo erano appartenuti ad altre persone.

    «Guarda che riusciamo a influenzare da soli le donne della giuria» si risentì Trevor con orgoglio e un po' sulla difensiva. «Il problema sono i giurati maschi a cui piacciono i ragazzi carini.»

    Simon ricacciò indietro una risata. Non voleva che l'amico capisse quanto fosse divertente, così si finse offeso. «Va' a quel paese! E sono educato.»

    Trevor scosse la testa. «Non prendertela. Non sei il mio tipo, mentre la rossa laggiù...» E senza terminare la frase si allontanò verso la bella ragazza.

    «Mi sa che tocca anche a me cercarmene una» si lamentò Stone. «Altrimenti andrà a finire che dovrò finire la serata a casa tua.»

    «Ti piacerebbe ma non avresti mai una simile fortuna» ribatté Simon mentre l'amico si allontanava. Diede un'occhiata in giro. Non che gli seccasse tornarsene a casa da solo. O almeno non si trattava soltanto di quello. Aveva bisogno di distrarsi, di staccare la mente dal problema della talpa che si era introdotta nel loro studio.

    Non poteva essere stato ingannato a tal punto da assumere qualcuno di inaffidabile. Assolutamente no. Come aveva detto Ronan, non si poteva imbrogliare il re degli imbroglioni. La trappola che aveva teso non avrebbe catturato nessuno dei loro impiegati, perché la talpa veniva da fuori.

    Ma al momento doveva trovare qualcuno su cui far convergere la propria attenzione. Non gli piacevano particolarmente le bionde e preferiva stare alla larga dalle rosse che portavano sempre guai. Aveva bisogno di una brunetta raffinata e di classe. Una ragazza con una certa personalità, in grado di mettere alla prova il potere del suo fascino.

    Fu proprio allora che il cellulare cominciò a vibrare nella tasca della giacca. Non si trattava di una telefonata ma di una sorta di segnale rilevatore legato al sistema di sicurezza dello studio. Lanciò un'occhiata agli amici sparsi nel locale affollato constatando come fossero totalmente presi dalle donne che erano con loro.

    Estrasse il telefonino e imprecò a denti stretti quando lesse il messaggio sullo schermo. La trappola era scattata. La talpa aveva abboccato. Qualcuno si era introdotto nello studio e poteva esserci soltanto una ragione. Così si precipitò verso l'uscita.

    «Che succede? Problemi?» Lo bloccò Trevor.

    Lui forzò un sorriso. «Soltanto un messaggio.» Dal sistema di allarme. «Devo andare.»

    Il socio ridacchiò. «Ovviamente non ti sei nemmeno dato da fare per riceverlo, eh!»

    Anche gli altri lo stavano fissando ma preferì che pensassero avesse fretta di spogliarsi per fare sesso. Non aveva tempo di dare spiegazioni. Doveva riuscire a cogliere la spia con le mani nel sacco.

    Era chiaro che, chiunque fosse, aveva il codice del sistema di sicurezza; per questo non era scattato l'allarme vero e proprio collegato alla guardia giurata presente nel palazzo e alla stazione di polizia.

    Nel giro di pochi minuti Simon stava uscendo dall'ascensore all'ultimo piano, occupato interamente dalla sede dello studio legale. Tutto era immerso nel buio e nel silenzio. L'unica luce era quella che filtrava da sotto la porta di un ufficio. Il suo.

    Attraversò l'ingresso camminando sul pavimento in legno pregiato. Perché diavolo quel farabutto si trovava nel suo ufficio? Intendeva sottrarre segreti per rubare denaro dai conti dei clienti? La porta per fortuna era socchiusa così da consentirgli di sbirciare all'interno.

    Una donna. China sulla sua scrivania, la stoffa nera della gonna aderente che le fasciava le curve armoniose. Immediatamente il suo polso accelerò i battiti quando riconobbe il notevole fondoschiena che aveva ammirato di nascosto per due anni. Da lontano. Non avrebbe potuto comportarsi diversamente, visto che poteva rischiare un'accusa di molestie, mettendo a rischio la reputazione dello studio. Del resto la ragazza non aveva mai mostrato il minimo interesse nei suoi confronti. E adesso sapeva perché. Non voleva sesso. Voleva denaro.

    Si sentì afferrare da un'ondata di collera che accelerò ulteriormente il suo battito. Non solo era incredibilmente sexy, Bette Monroe era anche scaltra. Era riuscita a ingannare il genio della truffa.

    «Che diavolo sta facendo?»

    Bette sobbalzò impaurita e la penna le scivolò di mano rotolando sul ripiano della scrivania e finendo a terra. Si premette una mano sul cuore impazzito prima di girarsi verso la porta. Appena vide il suo capo in piedi sulla soglia, il cuore parve scoppiarle nel petto, e non solo perché l'aveva colta di sorpresa.

    Vedere Simon Kramer era sempre uno shock per il sistema nervoso di una donna. Con quei capelli biondo oro e gli occhi di un azzurro intenso, i lineamenti marcati e un fisico muscoloso e scattante, era talmente bello e affascinante da rappresentare un'ingiustizia nei confronti sia delle donne sia degli uomini. Gli altri avvocati dello studio avevano un bell'aspetto ma nulla a che vedere con Simon. E nessuno sapeva portare un completo da

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