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La redenzione del milionario: Harmony Destiny
La redenzione del milionario: Harmony Destiny
La redenzione del milionario: Harmony Destiny
E-book164 pagine2 ore

La redenzione del milionario: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il prezzo dei segreti 4/4
In un mondo spietato dove il denaro è potere non tutti gli uomini sono in vendita.

Se l'organizzatrice di eventi Teresa St. Claire porterà a termine in maniera impeccabile il matrimonio dell'anno, salverà allo stesso tempo la sua carriera e suo fratello. A mettersi in mezzo tra lei e il successo c'è però il suo ex, il sexy e ricchissimo uomo d'affari Liam Christopher. Lui vuole a tutti i costi aiutarla - e riaverla nel suo letto! - ma questo è un incarico di cui Teresa deve occuparsi da sola, o il prezzo da pagare sarà troppo alto. Peccato che spezzare il legame con quell'uomo carismatico e irresistibile si riveli più difficile del previsto.
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788830517882
La redenzione del milionario: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    La redenzione del milionario - Joss Wood

    successivo.

    1

    Liam Christopher sollevò il viso verso il cielo e seguì le luci intermittenti di un jet sopra di lui. Per quanto ne sapeva, quello poteva essere l'aereo di Brooks Abbingdon che portava Teresa lontano da lui. L'immagine di Teresa rannicchiata a piangere tra le braccia di Brooks – perché, accidenti, se c'era una che meritava di piangere quella era Teresa St. Claire – e quest'ultimo che la consolava apparve nella sua mente. Strinse d'istinto le dita intorno al bicchiere che aveva in mano. Udì uno schiocco secco e, un secondo dopo, il cocktail gli scorreva sul palmo e sotto il cinturino dell'orologio.

    Aprì la mano e guardò il bicchiere rotto e le schegge affilate. Sorprendentemente, non c'era sangue. Posò quel che restava del bicchiere sopra il tavolino sul balcone e scosse la mano per liberarsi delle gocce di Manhattan, prima di asciugarsi con un fazzoletto.

    Un buon cocktail buttato al vento. Un vero peccato. Spostò lo sguardo verso l'interno della lussuosa suite presidenziale del Goblet Hotel e vide il suo amico Matt Richmond misurare a grandi passi il soggiorno come un animale in gabbia. Matt era fuori di sé e ne aveva tutte le ragioni. La serata di gala era stata rovinata e sarebbe stata ricordata per i motivi sbagliati.

    Ed era tutta colpa di Teresa. Be', non proprio sua – lei non sapeva che sarebbe comparso il fratello a rovinare mesi di lavoro – ma in quanto organizzatrice dell'evento, la responsabilità ricadeva su di lei.

    La sua società si sarebbe ripresa da quel disastro? Ne dubitava. Teresa era una tosta, ma nell'ultimo periodo aveva ricevuto un paio di duri colpi. Quando Matt le aveva chiesto di lasciare l'albergo, portandosi con sé il fratello, Teresa sapeva che la sua reputazione stava per subire un'altra botta e Liam capiva il bisogno di scappare via. Perché sarebbe dovuta restare, sopportando le occhiate di commiserazione, le risatine dietro le spalle e i commenti caustici?

    Teresa, però, aveva voluto anche scappare via da lui. E Liam non poteva certo biasimarla.

    Con la coda dell'occhio percepì dei movimenti nella stanza, e girata la testa vide Nadia avvicinarsi a Matt. Quest'ultimo era al telefono ma le porse la mano, che Nadia si affrettò a prendere per poi lasciargli scivolare il braccio intorno alla vita e accoccolarsi contro di lui. Matt le sfiorò la testa con un bacio e proseguì la telefonata. Lo stomaco di Liam si contrasse. Era gelosia? Non aveva mai creduto nell'amore vero – non lo aveva mai sperimentato nella sua famiglia – eppure forse esisteva; forse era semplicemente molto raro. Matt aveva trovato il suo Santo Graal in Nadia, tuttavia lui non era così ingenuo da credere che tutti, lui per primo, potessero essere così fortunati.

    L'amore, ne era convinto, non faceva per lui.

    Matt gettò il cellulare sul divano dietro di sé e strinse la moglie, affondandole il viso nell'incavo del collo. Sebbene Nadia fosse una quindicina di centimetri più bassa di Matt, Liam sapeva che lui stava traendo forza da lei, che si appoggiava a lei.

    Erano una cosa sola, una squadra affiatata in cui si avvicendavano a guidare e a seguire, a dare e a ricevere forza. Erano due alberi che crescevano insieme, condividendo aria, acqua e terreno, i rami e le radici che si intersecavano.

    Pensando a se stesso e a Teresa, l'immagine che gli si parò innanzi fu quella di due pini piantati uno dietro l'altro in una lunga fila. Entrambi stavano bene eretti, affrontavano il vento, non si piegavano mai. Tuttavia erano stati piantati troppo lontani, e troppo era accaduto a loro e tra di loro, per colmare la distanza e poter anche solo provare a esplorare qualcosa di più profondo di qualche appassionato incontro di sesso.

    Si girò e raggiunse l'estremità del balcone, le dita che si chiudevano con forza intorno alla balaustra. Forse la partenza di Teresa, la rottura per sempre tra loro era – come aveva affermato lei stessa – meglio per lei, per lui, per la Christopher Corporation. Per tutti quelli coinvolti.

    Se era davvero così, però, allora perché si sentiva un bastardo?

    Si girò e scorse l'amico dirigersi verso di lui con una bottiglia di bourbon in mano. Matt sollevò le sopracciglia nel vedere il bicchiere rotto e, senza dire una parola, porse la bottiglia a Liam. Quest'ultimo la prese e buttò giù una lunga sorsata prima di abbassarla lungo il fianco, tenendola ben stretta tra le dita. Per quando fosse sorto il sole, lui e quella bottiglia sarebbero diventati grandi amici.

    «Dov'è Nadia?»

    Matt si lasciò andare con la schiena contro la balaustra e cominciò a ruotare il collo da una parte all'altra per liberarsi della tensione.

    «È andata a letto» rispose Matt. Guardò l'ora. «Sono quasi le tre.»

    «È stata una notte d'inferno.» Liam bevve un altro sorso, ignorando la mano appiccicosa. Sollevò lo sguardo verso il cielo, vide un altro aereo e si obbligò a incontrare lo sguardo di Matt. «Vorrei scusarmi.»

    «E per che cosa?» chiese l'altro, occhi e tono di voce esausti. «Non è colpa tua se il fratello di Teresa ha rovinato la serata.»

    «Nemmeno di Teresa» replicò Liam, sentendo il bisogno di difenderla.

    «Parlami di suo fratello» lo spronò Matt, lasciandosi cadere sul divanetto e posando i piedi sul tavolino.

    In una situazione normale Liam non si sarebbe sognato di andare a parlare dei segreti di un altro, tuttavia quello era Matt, il suo migliore amico e si fidava ciecamente di lui.

    «È un vero casino, comunque ti dirò quello che so, e che ho messo insieme da quello che Teresa mi ha raccontato e da quello che l'investigatore ha scoperto... Allora, alcuni anni fa Joshua, il fratello di Teresa, si mise nei guai con personaggi poco raccomandabili a causa della sua passione per droghe e alcol. Per ripagare i debiti, gli offrirono un lavoro. Venne ingaggiato come autista...»

    «E consciamente o inconsciamente trasportava droga» finì Matt per lui.

    «Esatto. Finì beccato e fu messo dentro. Grazie a un suo contatto, Teresa assoldò il Risolutore...»

    Matt contorse la bocca in una smorfia. «Ne ho sentito parlare. Pare sia...»

    Liam sollevò un sopracciglio. «Efficace?»

    «Stavo per dire spietato, però direi che rende ugualmente bene.»

    «Comunque» proseguì Liam, «riuscì a fare cadere le accuse contro Joshua, a farlo scarcerare e a spedirlo dall'altra parte del paese. Pare, però, che il ragazzo non abbia imparato la lezione e che si sia ritrovato invischiato in un debito di gioco. Un'organizzazione mafiosa ha rilevato quel debito dalla banda originale e l'ha portato a una somma praticamente impossibile.»

    «Sarebbe a dire?»

    «Sette milioni di dollari. Alcune settimane fa Teresa ha ricevuto una telefonata anonima e ha saputo che il fratello era stato rapito; in realtà non era vero. Però le è stato intimato di pagare il debito di Joshua. Lei non ha tutti quei soldi, però, per quanto ne so, nessuno si è più fatto vivo.»

    «Paga tu per lei, riavrai i soldi quando lei ti cederà le azioni al termine dei dodici mesi vincolanti all'interno del consiglio della Christopher Corporation» suggerì Matt. «Come ha stabilito tuo padre nel testamento.»

    «Teresa spera di poter rimandare il pagamento a quella gente a dopo che avrà venduto le azioni. Vuole tenermi fuori dalla faccenda. Accidenti, magari sta cercando un acquirente migliore.» Il pensiero di Teresa che vendeva la sua quota azionaria a qualcun altro gli fece chiudere lo stomaco. Se lo avesse fatto, lui avrebbe perso il controllo della Christopher Corporation. «Nessuno ha dato a Teresa, o a Joshua, una data ultima entro la quale pagare il debito.»

    «Strano» commentò Matt. «Perciò è di vitale importanza che lui tenga la testa bassa, meglio ancora che sparisca dalla circolazione per un po'. Allora perché si sarebbe messo in mostra in un evento trasmesso in streaming? Teresa che cosa ne pensa?»

    «Non lo so. Mi ha scaricato ed è tornata a Seattle con l'aereo privato di Abbingdon» borbottò Liam in tono secco. Estrasse il cellulare dalla tasca e premette il numero per la chiamata diretta a Teresa. Il fatto che avesse spostato il suo assistente personale, Duncan, al numero due di quella lista e Teresa al numero uno non significava niente.

    Assolutamente niente...

    Ascoltò il telefono squillare pregando che lei rispondesse. Aveva bisogno di sapere che stava bene, che Joshua stava bene. Accidenti, quando se n'erano andati il ragazzo aveva un aspetto terribile. Per non parlare del pugno che gli aveva sferrato sulla guancia. Appena gli rispose la segreteria telefonica, lasciò un chiamami in tono imperativo.

    Posò la bottiglia sul tavolino, si sedette su una delle sedie di fronte a Matt e appoggiò i gomiti sulle ginocchia. A bassa voce, sciorinò una serie di imprecazioni.

    «Quelle riassumono i miei sentimenti nei confronti di questa serata» commentò Matt. «Ho cercato di limitare i danni, d'altra parte non si può fare molto se tutto viene trasmesso in diretta streaming.»

    Liam trasalì. «Quante visualizzazioni?»

    «Troppe.» Matt sollevò il bicchiere in un sarcastico brindisi. «Devo ammettere che quando Teresa fa casino, lo fa proprio bene.»

    «Non sapeva che il fratello fosse in città e ancor meno che avesse intenzioni simili» replicò Liam.

    «A quanto pare questa sera non sai fare altro che difenderla» osservò Matt, mettendo un dito nella piaga.

    Liam lo fulminò con lo sguardo. «Che cosa ne pensi, Matt?»

    «Con lei ce n'è sempre una, a cominciare dal fatto che pensavi avesse avuto una storia con tuo padre.»

    «Be', quella me l'ha spiegata. Mio padre era il suo mentore e un buon amico.»

    Matt sollevò gli occhi al cielo. «Dovevano essere davvero molto amici perché lui le lasciasse il venticinque per cento del valore azionario della Christopher Corporation

    Bastarono quelle parole perché le paure e le insicurezze di Liam, relative al rapporto con Teresa, salissero in superficie.

    Lo stava raggirando? Poteva credere alla versione dei fatti di Teresa? Prima di morire, suo padre gli aveva confermato che il loro era stato solo un rapporto di amicizia e Liam aveva voluto credergli. Eppure con la sua educazione gli era stata inculcata la convinzione che tutti mentissero, perciò come poteva fidarsi di quello che dicevano lui e Teresa? Di quello che diceva chiunque?

    Aveva creduto di potersi fidare almeno dei genitori invece l'ultima bugia era stata la più grande della sua vita. Il padre era in punto di morte quando lui aveva scoperto che era scientificamente impossibile che i genitori, con il loro gruppo sanguigno, avessero generato un figlio con il suo gruppo sanguigno. Quindi, o solo uno di loro era il genitore biologico o lui era stato adottato. Di certo non una bella novità da scoprire a trentadue anni.

    C'era da stupirsi che fosse così incasinato quando si parlava di rapporti interpersonali?

    Era tardi ed era stufo di parlare. Voleva mettere fine a quella conversazione, così disse a Matt che Teresa non voleva avere più niente a che fare con lui. Colse un'espressione di sollievo sul volto dell'amico. «Ne sei felice?»

    Matt scosse la testa. «Felice è la parola sbagliata.» Si drizzò, togliendo i piedi dal tavolino. «È solo che un rapporto non dovrebbe essere così complicato. Nel corso degli ultimi mesi hai pensato che lei fosse una bugiarda, una cacciatrice di dote e un'opportunista. Sei andato a letto con lei e poi con altre donne.»

    No, non era vero.

    «Ho provato ad andare con altre donne per togliermi Teresa dalla testa.»

    Matt liquidò quelle parole con un gesto della mano. «Sono dettagli. È finita sulle riviste di pettegolezzi, trascinandoti con lei. Quella feccia di giornalisti ha informato il mondo che aveva una relazione con tuo padre e che è andata a letto con

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