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La legge del destino: Harmony Destiny
La legge del destino: Harmony Destiny
La legge del destino: Harmony Destiny
E-book148 pagine2 ore

La legge del destino: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Sebastian Wescott è nei guai seri questa volta. Accusato di un crimine che non ha commesso, si trova nell'impossibilità di trovare un alibi per l'ora del delitto. Fa infatti parte di un club esclusivo che si occupa di missioni segrete. Spetterà così all'avvocato difensore, Susan Wysocki, dimostrare la sua innocenza. Il compito non è facile, ma Susan non può permettersi di perdere un'altra causa: la sua situazione finanziaria è disastrosa e la sua reputazione professionale in bilico!

LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2016
ISBN9788858943809
La legge del destino: Harmony Destiny
Autore

Cathleen Galitz

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La legge del destino - Cathleen Galitz

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Tall, Dark...and Framed?

    Silhouette Desire

    © 2002 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Olimpia Medici

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-380-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    Prologo

    «Sebastian Wescott è stato arrestato.»

    La notizia si propagò a macchia d’olio per il Texas Cattleman’s Club. Sussurri smorzati si rincorrevano tra le teste di animali impagliati e raggiungevano il soffitto. Perfino gli splendenti candelieri Tiffany sembravano tremare per l’affronto subito dai soci. Presto un gruppetto di uomini abbandonò i tavoli da biliardo e da poker, dove ogni giorno somme enormi passavano di mano, e si trasferì silenziosamente in una raffinata stanzetta privata. Dietro quelle porte chiuse, lontano dal fumo pesante dei sigari, si svolgevano le discussioni più serie.

    Un samovar d’argento, colmo di caffè fumante, era posato accanto a un servizio di tazze di porcellana con il simbolo del club. Ma nessuno si serviva: in quella situazione e con le voci che correvano era molto più adatto un superalcolico. I membri di quel club antico ed esclusivo erano molto più che semplici conoscenti. A giudicare dalla modesta facciata, era difficile immaginare che in realtà il circolo fosse solo una copertura per una prestigiosa organizzazione che si dedicava a missioni segrete in difesa degli innocenti. I membri, che spesso dovevano fronteggiare insieme situazioni di estremo pericolo, si sentivano legati come fratelli.

    La notizia dell’incriminazione di Sebastian aveva sconvolto tutti.

    Il suo fratellastro, Dorian, sembrava inconsolabile mentre raccontava agli amici gli eventi che avevano portato all’arresto di Seb. Tutti sapevano che Dorian era in pensiero da diverse settimane. Si era parlato spesso della sua apprensione esagerata che aveva infastidito alcuni membri del club. Il circolo era un luogo dove si veniva per rilassarsi dopo una giornata di lavoro, non per ascoltare pettegolezzi infondati su un amico.

    Soltanto ora tutti si erano resi conto che le paure di Dorian non erano affatto immotivate.

    «Se solo ci fosse un modo di aiutare Sebastian senza mettere in pericolo i segreti del club» si rammaricò William Bradford. In quanto socio della Wescott Oil, era estremamente protettivo nei confronti dell’azienda e del figlio del suo vecchio amico, Jack Wescott.

    «Sebastian sostiene di essere stato fuori città per affari la notte in cui Eric Chambers è stato assassinato, ma a quanto ho capito si rifiuta di fornire un alibi preciso al suo avvocato» spiegò Dorian, con l’ansia scolpita profondamente nei lineamenti che ricordavano così tanto quelli del fratellastro.

    Era stato solo grazie alle insistenze di Sebastian se, poco tempo prima, i soci avevano ammesso all’unanimità Dorian nel club. In quanto membro a tutti gli effetti era al corrente delle attività segrete del circolo. Tuttavia non ne faceva parte da abbastanza tempo per conoscere i dettagli delle missioni che spesso vedevano impegnati gli altri componenti.

    Jason Windover, ex agente della CIA, voleva evitare a ogni costo di spiegargli che a volte Sebastian usava gli affari come copertura. Dorian non gli piaceva, e purtroppo il tempo non aveva migliorato la sua prima impressione. In effetti Jason aveva accettato malvolentieri di partecipare alla cerimonia di iniziazione del nuovo membro e aveva ceduto solo per fare un favore a Sebastian. Non voleva minare un’amicizia di così lunga data e aveva accettato la proposta dell’amico senza esprimere le sue riserve.

    Jason immaginava che quel suo atteggiamento diffidente derivasse dal suo passato di agente segreto. Guardando Dorian adesso era impossibile dubitare della sincerità dei suoi sentimenti.

    «Direi che il minimo che possiamo fare è pagargli la cauzione» propose William Bradford, senza preoccuparsi di ragguagliare Dorian sui movimenti del fratello nella notte del delitto. «È meglio che non siano coinvolti i fondi della Wescott Oil, visto che la polizia li sta passando al setaccio.»

    Dorian restò a bocca aperta quando si rese conto di che cosa stava proponendo William. «Fammi capire: stai dicendo che dovremmo racimolare mezzo milione di dollari per la cauzione?»

    «Spiccioli!» esclamò Keith Owen. Era proprietario di una ditta di computer e una cifra come quella non lo impressionava minimamente. «Io ci sto.»

    «Anch’io» confermò Jason, a sua volta ricchissimo e disposto a fare qualsiasi cosa per aiutare il suo vecchio amico.

    Quando Dorian li ringraziò, incredulo per la loro generosità, lo tranquillizzarono dicendo che non correvano nessun pericolo di perdere quei soldi. La cauzione era al sicuro, perché Sebastian non sarebbe mai fuggito. Nessuno aveva mai dubitato della sua innocenza.

    Dorian si scusò di poter contribuire solo con una piccola somma e aggiunse: «Vorrei fare di più. Vorrei convincere quella testa calda di mio fratello a non affrontare tutti i suoi problemi da solo. Be’, lo conoscete tutti, sapete quanto odi dipendere dagli altri. Preferisce arrangiarsi piuttosto che accettare una mano da gente più ragionevole di lui, anche quando sarebbe necessario. Negli ultimi tempi è stato più irritabile e scontroso del solito. Vi giuro che se non lo conoscessi bene sarei tentato di credere che...».

    Dorian si interruppe a metà della frase, come se si fosse accorto di avere detto più di quel che voleva.

    «Mi dispiace di essere andato così a ruota libera» si scusò con aria contrita. «È solo che sono preoccupato, credo che...»

    Ansioso di concludere la conversazione, Jason lo interruppe e cambiò rapidamente discorso. «Non c’è bisogno di scusarsi. Adesso abbiamo un problema più urgente. Dal momento che l’organizzatore del nostro annuale ballo di beneficenza è in prigione, credo che per quest’anno sarebbe meglio annullare la festa.»

    Nessun alcolico riuscì a cancellare il gusto amaro che quell’annuncio aveva lasciato nella bocca di tutti. A parte il fatto che dei meritori enti di beneficenza avrebbero risentito di quella scelta, nessuno se la sentiva di dire a mogli e fidanzate che l’evento dell’anno era stato annullato per una decisione dei soci. A Royal non c’erano molte occasioni di sfoggiare diamanti e abiti da sera e per le signore sarebbe stata senz’altro una grande delusione. William non era insensibile a questo aspetto. Tra i suoi cinque più cari amici era stato il primo a cedere alle lusinghe del matrimonio e non gli piaceva affatto l’idea di comunicare la notizia alla sua giovane moglie, Diana, che non vedeva l’ora di partecipare al ballo.

    «Accidenti! Seb l’ha studiata proprio bene per evitare di pagare la scommessa!» esclamò Keith, sperando di risollevare il morale del gruppo.

    Dei cinque amici presenti quando Seb aveva lanciato la scommessa su chi sarebbe stato l’ultimo scapolo, soltanto tre non si erano ancora sposati.

    «Avresti perso in ogni caso» commentò Jason, che era considerato il playboy del club e non aveva la minima intenzione di farsi accalappiare da una donna.

    Le battute che seguirono furono meno allegre del solito. Il pensiero di Seb dietro le sbarre gettava un velo di tristezza su quella che era iniziata come una piacevole serata. Non potevano fare molto per aiutare il loro amico, oltre a pagare la cauzione il più presto possibile e pregare.

    E ognuno pregava a modo suo, mentre passava sotto l’insegna di ferro che sovrastava l’ingresso ed esibiva orgogliosamente il motto del club: Potere, Giustizia e Pace. Uomini pronti a rischiare la vita per seguire quegli ideali, adesso non sapevano cosa fare per aiutare uno di loro.

    Forse, mormorò Jason tra sé, avrebbero dovuto aggiungere la parola Fede a quell’antica insegna carica della gloria del suo onorevole passato.

    1

    Dopo la prima occhiata a quello squallido ufficio, Sebastian Wescott scosse la testa costernato. Non riusciva a spiegarsi perché il suo fratellastro avesse scelto uno studio così scadente. Immaginò che potesse avere qualcosa a che fare con la biondina seduta di fronte a lui o con la parsimonia di Dorian. Suo fratello, che era cresciuto senza un soldo, non riusciva ancora ad accettare l’idea di spendere grandi cifre, quando poteva procurarsi lo stesso servizio a un prezzo stracciato. Sebastian aveva apprezzato il suo gesto di pagare di tasca propria il modesto onorario di Susan Wysocki, ma non si fidava troppo delle offerte speciali quando si trattava di scegliere un rappresentante legale.

    Soprattutto quando in gioco c’erano la sua libertà e la sua stessa vita.

    Il solo fatto di presentarsi in quello studio andava contro il suo buonsenso. Dorian lo aveva praticamente trascinato lì con la forza. Seduto sul bordo della sedia, sembrava pronto a scattare in piedi per impedire a Seb di fuggire prima di sentire quel che aveva da dire l’avvocato. Se Sebastian fosse stato più simile a suo padre gli sarebbe bastato parlare con le persone giuste e allungare un assegno al giudice per evitare di comparire davanti alla corte. Ma fin da ragazzo aveva fatto tutto il possibile per non assomigliare a quell’uomo senza scrupoli. Perfino adesso che era entrato con enorme successo nell’azienda di famiglia, sentiva ancora sul collo l’alito gelido del fantasma del padre.

    Il suo profondo bisogno di prendere le distanze da Jack Wescott lo aveva portato a entrare nel Texas Cattleman’s Club. Il circolo più esclusivo dello stato contava tra i suoi membri gli uomini più ricchi e affermati di tutto il Texas. Quasi nessuno sapeva che dietro l’elegante facciata del club si nascondeva un’organizzazione segreta, votata a salvare vite innocenti. Quando non erano coinvolti nelle loro missioni, i membri si adoperavano per mantenere prospera e accogliente la loro vivace cittadina.

    Nessuno avrebbe mai proposto a Jack Wescott di unirsi a un’associazione del genere. L’unica missione segreta a cui Jack avrebbe aderito sarebbe stata una spedizione al Pussy Cat, un night a una settantina di chilometri da Royal. Jack era molto più interessato a soddisfare i propri desideri che al bene dei suoi figli, generati o meno all’interno del matrimonio.

    Lo sapeva bene il povero Dorian, che qualche mese prima si era presentato alla porta di Sebastian e

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