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Nella villa del vizio: Weekend a luci rosse 3
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Nella villa del vizio: Weekend a luci rosse 3
E-book132 pagine1 ora

Nella villa del vizio: Weekend a luci rosse 3

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Info su questo ebook

Romance - romanzo breve (86 pagine) - Brett continua a esplorare il mondo scandaloso che Mauro le ha fatto conoscere, traendone piacere e un assaggio di libertà.


Brett non può più tornare indietro. L’allettante proposta di Mauro di mettere a frutto la sua naturale sensualità la stuzzica molto e si prospetta come una intrigante alternativa alla monotona estate da studentessa e a un ragazzo incapace di donarle piacere. Il provino per Mr. Sileo rimarrà una parentesi peccaminosa o si rivelerà un primo passo verso una nuova vita dissoluta?


Theo Lee è un musicista con l'hobby della scrittura, a cui dedica saltuariamente un po’ di tempo libero. Ha pubblicato quattro racconti erotici, un romanzo breve di argomento sentimentale e una raccolta di aforismi.

LinguaItaliano
Data di uscita27 ott 2020
ISBN9788825413526
Nella villa del vizio: Weekend a luci rosse 3

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    Anteprima del libro

    Nella villa del vizio - Theo Lee

    A cura di Aina Sensi

    Theo Lee

    Nella villa del vizio

    ROMANZO BREVE

    ISBN 9788825413526

    © 2020 Theo Lee

    Edizione ebook © 2020 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.0

    Collana a cura di Aina Sensi

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Copertina

    Il libro

    L'autore

    Nella villa del vizio

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    VII

    VIII

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    Il libro

    Brett continua a esplorare il mondo scandaloso che Mauro le ha fatto conoscere, traendone piacere e un assaggio di libertà.

    Brett non può più tornare indietro. L’allettante proposta di Mauro di mettere a frutto la sua naturale sensualità la stuzzica molto e si prospetta come una intrigante alternativa alla monotona estate da studentessa e a un ragazzo incapace di donarle piacere. Il provino per Mr. Sileo rimarrà una parentesi peccaminosa o si rivelerà un primo passo verso una nuova vita dissoluta?

    L'autore

    Theo Lee è un musicista con l'hobby della scrittura, a cui dedica saltuariamente un po’ di tempo libero. Ha pubblicato quattro racconti erotici, un romanzo breve di argomento sentimentale e una raccolta di aforismi.

    Dallo stesso autore

    Theo Lee, Un bollente venerdì Senza sfumature ISBN: 9788825411171 Theo Lee, Un gioco pericoloso Senza sfumature ISBN: 9788825413069

    I

    Mi sveglio all’improvviso, con la voce di Marisa che rimbomba per casa. Se urla, di sicuro è al telefono con qualcuno. Un classico. Ma che ore sono? Però, le dieci passate! Devo aver fatto tutta una tirata, dopo le due ore trascorse con Lory e Giulia. Ci siamo sganasciate dal ridere, e sono tornata a casa intorno all’una con le mascelle fuori uso.

    Mi do una sistemata e scendo in cucina. In effetti, Marisa è al telefono. Sta parlando con qualcuno di uffici, pratiche, documenti.

    – Beh… mo tengo da fa’. Tu va allu Cummune e parla co’ quille che sta allu corridoio. Si chiama Tommaso. È lu cugnate di zi’ Rocco. Tu digli che ti mando io, capito? Ciao, ciao – conclude, vedendomi arrivare. – Bongiorno, signori’. Era mio figlio, Giuseppe. Ci sta ’na questione di nu terreno a lu paese nostre e gli stavo a spiega’ ’na cosa. Quille è grande e grosse ma senza la mamma certe vote ’n ce se raccapezza – dice, con il volto che le si illumina improvvisamente.

    – Ah. Ho capito. Tutto bene in famiglia? – chiedo; per cortesia, ma anche perché un’attenzione se la merita. Marisa è troppo brava e buona.

    – Sì, sì, tutto bene. Mia nuora è incinta e mo arriva pure lu sesto nipote – dice, raggiante.

    – Oh, Marisa, come sono contenta!

    – Eh, sì. Tre da Gisella, la prima figlia che sta in Svizzera, e tre da Giuseppe. Mo stanno pari – ribadisce, orgogliosa.

    Prolifici, non c’è che dire.

    – Signori’, so preparate la colazione. Ci sta lu latte e lu cafè ancora caldo. E pure li biscotti casarecci. Quille della commara mi’ de lu paese.

    Non la faccio neanche finire di parlare che sono già davanti al vassoio, mentre lei mescola nella tazza latte e caffè ancora fumanti. Non resisto e addento un biscotto. Li ho già mangiati altre volte, e sono una vera delizia. Grossi, spugnosi, croccanti e morbidi allo stesso tempo; e sta qui il mistero. Immersi nel latte e caffè, poi, diventano una goduria indescrivibile.

    – Mo vado sopra a rassetta’ le camere, allora – infaticabile come sempre.

    – Mauro penso che stia ancora dormendo – l’avverto, concentrata sull’inzuppamento.

    – Eh, vabbo’. Aspetto. Intanto faccio l’atre cose – risponde quando è già a metà scalinata.

    La mattinata trascorre senza un vero perché. Ho leggiucchiato, telefonato, cazzeggiato con i messaggi, trascorrendo quasi tutto il tempo in giardino. Forse avrei fatto meglio a starmene in spiaggia spalmata sul lettino; ma qualcosa mi ha trattenuto. A pochi minuti dall’ora di pranzo, Fulvio, il mio ragazzo, si è limitato a mandarmi solo un messaggio per descrivermi le bellezze del lago e mia madre non si è ancora fatta sentire.

    Di mio cugino Mauro, neppure l’ombra. A questo punto, dubito che sia in casa. Ma no, eccolo che entra in cucina preceduto da Marisa con scopa, secchio e ramazza. Si gira verso la veranda, mi vede, mi saluta con la mano addentando qualcosa: forse uno dei biscotti irresistibili. Ricambio il saluto ma non lo raggiungo. Non ne ho ancora il coraggio, soprattutto in presenza di Marisa.

    Che ci fosse in me una gran porca tutta da scoprire, ne avevo avuto più di un sospetto. Essendo il mio timido, insicuro e indeciso Fulvio poco idoneo a farla emergere, mi ero ormai rassegnata al ruolo di fidanzatina vogliosa, insoddisfatta, e tuttavia fedele. Impossibile pensare che avrei dovuto attendere le voglie di un cugino bello e prestante, in un caldo pomeriggio estivo, per farmi travolgere in un gioco perverso di complicità, desiderio, esibizionismo, come mai mi era accaduto prima. Con quella telecamera che, ciliegina sulla torta, ha indagato la più intima esplosione della mia lascivia; e dopo avergli concesso senza limiti il bollente calore della mia fica, della mia bocca, mi ha fatto fremere, contorcere, impazzire, a un passo dal prendersi il mio culo vergine. Glielo avrei dato senza esitazioni, ma forse gli è bastato quanto già aveva ottenuto.

    Credo che abbia recepito, perché lo vedo allontanarsi dopo aver bevuto qualcosa. Immagino vada a rinchiudersi nella sua tana.

    Mi decido a varcare la soglia della veranda solo dopo una mezz’ora abbondante. Marisa sta ancora armeggiando tra pentole e fornelli, con un effluvio di odori marini che pervade tutto l’ambiente.

    – Ah signori’. So fatte la pasta e tonno che ti piace e le triglie co’ le patate. Le so purtate fresche e pulite stamatine – mi dice, spegnendo il fuoco sotto il tegame del pesce.

    – Sì, grazie, buonissime – rispondo per farle piacere, anche se in questo momento mangiare è l’ultima delle mie preoccupazioni. E un po’ mi dispiace, perché il menu odierno è piuttosto invitante.

    – Allora io mo me ne vado. Ci vediamo domani che ritorna pure la signora – dice, togliendo il grembiule.

    – Ciao Marisa, a domani.

    Già, da domani tutto normale. Ma normale per chi? Con quello che ho fatto e che sto per fare, penso che il mio lunedì avrà ben poco di normale. Ed è un pensiero quasi terrificante, di cui non mi ero ancora resa conto fino al che ritorna pure la signora pronunciato da Marisa nel suo italiano non proprio da manuale, ma comunque sempre efficace. Mia madre, mio padre; zio Nino e zia Elena; mia cugina Claudia. Tutti in giro per casa. E poi a pranzo, a cena. Ovunque e a qualunque ora. Che passi presto, questo dannato agosto.

    – Ciao, sei pensierosa?

    La voce di Mauro spezza il flusso delle angosce. Mi volto di scatto, abbozzando un sorriso.

    – Ehi, ciao. Bene alzato – cerco di mostrarmi disinvolta.

    – Non dirmi niente. Sono tornato alle 3.40. Frank ieri non sapeva più cosa chiederci.

    È rilassato, ma parla con un lieve risentimento nei toni.

    Lo guardo inespressiva, perché non saprei cosa rispondere.

    – Sì, insomma. Tre provini in più del previsto; e poi foto da fare, riprese da visionare. Pablo era incazzato nero. Poi lui s’era già fatto anche tutta la mattina. Bene, cose che possono succedere. Dopotutto fra cinque giorni si sbaracca e poi si vedrà.

    La solita disinvoltura. Immagino a quali provini alluda; a quali foto, a quali riprese. Certo, scoprire che tuo cugino, ottimo fotografo e video-maker, frequenti con disinvoltura set porno, riuscendo anche a coinvolgerti in questa sua divagazione professionale, non è stato proprio uno scherzetto da niente. E se ancora devo abituarmi all’idea, a sentirlo parlare sembra che stia facendo un normale resoconto di una qualsiasi giornata di lavoro. Solo un po’ più intensa di altre.

    È immune da emozioni forti, tutto qui.

    – Vuoi pasta e tonno? – chiedo, per la pura necessità di cambiare discorso.

    – No, grazie. Magari un secondo, se c’è.

    – Triglie con patate. Buonissime. Marisa le sa fare meglio di uno chef – e sollevo il coperchio del tegame.

    – Siedi che ti servo io.

    – Volentieri. Un’ottima occasione per guardarti da dietro mentre prepari – dice, tornando colui che ben conosco.

    – Evitiamo commenti – dico mentre inizio a fare le porzioni.

    Ma non sono arrabbiata. Anzi, è un modo per alleggerire una certa tensione.

    – Pablo viene a prenderci alle cinque – dice, quando siamo ormai a fine pranzo.

    Io sono ancora occupata con una triglia. Bevo un sorso d’acqua, riprendo fiato e cerco di darmi un’aria

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