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L amnesia del capo: Harmony Collezione
L amnesia del capo: Harmony Collezione
L amnesia del capo: Harmony Collezione
E-book153 pagine2 ore

L amnesia del capo: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il capo...

Amy Kelly ha da tempo perso la testa per il suo irresistibile capo, ma quando scopre che lui è fidanzato non può fare altro che presentare le dimissioni e allontanarsi da lui. Convinta che la passione che hanno condiviso rappresenti l'inizio di una vita insieme, si ritrova invece a dover salvare quello che resta del proprio cuore.



... e il suo bambino.

Dopo essere sopravvissuto a un grave incidente, Cesar Montero non ha alcun ricordo delle ore ar-denti trascorse con la sua sensuale assistente personale, ma quando scopre la verità, e quello che la loro avventura gli ha regalato, è deciso a reclamare ciò che gli spetta.
LinguaItaliano
Data di uscita19 lug 2017
ISBN9788858967768
L amnesia del capo: Harmony Collezione
Autore

Dani Collins

Dani Collins ha scoperto la letteratura rosa alle scuole superiori e ha immediatamente capito che cosa avrebbe voluto fare da grande.Dopo aver sposato il suo primo amore, ha cominciato a cercare la propria strada nel mondo dell'editoria, non rinunciando al suo sogno di fronte ai primi ostacoli, così due figli e due decenni dopo l'ha finalmente trovata grazie a un concorso per nuove autrici.Quando non è immersa nella scrittura, chiusa nel proprio fortino come i suoi famigliari chiamano il suo studio, Dani occupa il tempo scarrozzando i propri figli da un'attività all'altra oppure con un po' di giardinaggio.Visita il suo sito www.danicollins.com

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    Anteprima del libro

    L amnesia del capo - Dani Collins

    successivo.

    Prologo

    Otto mesi prima...

    Amy Kelly entrò in ospedale decisa. Ormai erano passate tre settimane. Dovevano farglielo vedere, specialmente adesso che sapeva di essere incinta.

    Fino a quel momento la famiglia di Cesar Montero l'aveva considerata soltanto come la sua devota assistente personale. Tutti apprezzavano la sua dedizione e senza di lei non avrebbero potuto trasferire di nuovo nelle capaci mani del padre la gestione della società di progettazione multinazionale.

    Il suo aiuto era stato fondamentale durante i primi difficili giorni dopo l'incidente, ma restava pur sempre la sua assistente personale. Cesar era in coma e le visite erano limitate ai familiari più stretti. E alla sua fidanzata naturalmente.

    Ma come poteva un uomo incosciente essere fidanzato? Era proprio quello che Amy voleva scoprire. A parte in occasione di alcuni eventi familiari, Cesar non si vedeva mai con Diega. L'accordo tra le due famiglie a un'unione dei rispettivi patrimoni, tramite matrimonio, era più che altro un'aspettativa e non un contratto scritto. Era soprattutto la madre di Cesar a spingere per formalizzare il fidanzamento.

    Cesar le aveva confidato la sua riluttanza al riguardo quell'ultimo giorno. Ovviamente la sua famiglia non sapeva che la sera dell'incidente lui aveva deciso che non ci sarebbe stato nessun matrimonio.

    Cesar aveva visto Diega; la donna aveva dichiarato alle autorità che lui era stato a casa sua e che poi se ne era andato, ma allora perché si comportava come se i piani nuziali fossero ancora validi? Come aveva fatto a passare da amica di famiglia a fidanzata nel brevissimo tempo che Cesar aveva passato in una macchina accartocciata?

    Quella domanda aveva torturato Amy ogni singolo istante del giorno e della notte mentre aspettava che Cesar si svegliasse e potesse darle una spiegazione.

    Era stato in coma talmente tanto tempo che aveva iniziato a pensare che il bambino che aspettava avrebbe potuto essere di conforto alla famiglia.

    Alla fine si era svegliato e Amy sapeva che lui avrebbe dichiarato che era lei che doveva stargli accanto e non Diega. Solo che non era successo. Suo padre era passato in ufficio spiegando che Cesar aveva perso la memoria riguardo tutto ciò che era successo la settimana prima dell'incidente. Non rammentava di avere tagliato il nastro di inaugurazione del ponte a Madrid, aveva spiegato corrugando la fronte, lasciando intendere di essere esasperato dalla fragilità umana.

    Amy aveva fissato incredula il duca di Castellon. Il festeggiamento privato per l'inaugurazione del ponte che Cesar aveva fatto insieme a lei, una volta tornati a Valencia, aveva dato origine a un'intensa unione fisica che stava per cambiare la sua vita. Possibile che Cesar non ricordasse nulla? In quell'istante aveva sentito un enorme vuoto dentro di sé, come se il loro magico pomeriggio non fosse mai esistito.

    A quel punto aveva cercato di inghiottire il nodo che le si era formato in gola e gli aveva chiesto se era possibile vederlo.

    «Non è necessario» le aveva detto il duca.

    Amy avrebbe creduto alla perdita di memoria di Cesar soltanto se glielo avesse confermato lui, soprattutto adesso che la prova del loro atto d'amore era stata testimoniata da una piccola striscia rosa su un test di gravidanza. Sicuramente si sarebbe ricordato se l'avesse vista.

    Quando le porte della clinica privata si richiusero alle sue spalle, si sentì seccare la bocca e iniziò a sudare a causa della tensione. Il duro trattamento ricevuto da ragazzina le aveva insegnato come mantenere una maschera di fiduciosa indifferenza. E aver lavorato con Cesar in quegli ultimi tre anni le garantiva un certo diritto, quindi avanzò con passo deciso.

    «Signorina?» la bloccò un'impiegata all'ingresso.

    «Bon dia» disse lei in valenciano, che aveva imparato da Cesar. «Amy Kelly per Cesar Montero» aggiunse con un sorriso che voleva dire che erano praticamente gemelli.

    L'impiegata digitò qualcosa al computer, dopodiché le disse: «Il suo nome non è sulla lista».

    «Sono sicura che se chiama in reparto il signor Montero le confermerà che vuole vedermi.»

    L'impiegata sollevò il ricevitore e stava per comporre il numero interno quando si aprirono le porte dell'ingresso per lasciare entrare Diega Fuentes. Per essere precisi, Diega Fuentes y Losa de Mateu, figlia dei marchesi de Los Jardines de Las Salinas. E in effetti aveva l'aria di essere ricca abbastanza da avere più nomi di quanti lei avrebbe potuto usare. La sua figura alta e snella era fasciata da un abito blu a pois bianchi di qualche famoso stilista. I capelli neri, sapientemente pettinati, incorniciavano il suo bellissimo viso.

    Amy, invece, non era riuscita a coprire del tutto le vistose occhiaie e indossava ancora gli abiti da ufficio: un tailleur grigio con sotto un top di seta bianco. Considerando la sua preoccupazione e le nausee mattutine, probabilmente il suo incarnato era più verde dei suoi occhi.

    La fidanzata di Cesar sussultò leggermente, colta di sorpresa, dopodiché avanzò.

    Amy la detestava e non solo perché sosteneva di essere fidanzata con Cesar. Il vero motivo era che tutto in quella donna era falso e calcolato. Lei sapeva come non mostrare i propri sentimenti, per cui si stampò in viso un caldo sorriso che aveva perfezionato per le numerosissime conquiste del suo capo. Ignorando la sua insicurezza andò incontro a Diega.

    «Signorina Fuentes, per fortuna è qui così posso salire con lei per vedere Cesar.»

    «Te lo ha chiesto lui?» ribatté la donna con una punta di disagio.

    Amy era per natura sincera, ma in quel momento la posta in gioco era troppo alta.

    «Suo padre mi ha riferito che voleva essere aggiornato sul lavoro.» Ovvio che ha bisogno di me.

    Diega sospirò e le rivolse un sorriso tirato, come se si stesse preparando a una conversazione difficile.

    «Ti dispiace se parliamo un attimo in privato?» le chiese guidandola verso una piccola sala accanto all'ingresso.

    La stanza era occupata da autisti e da altro personale che dovevano aspettare i propri datori di lavoro e non potevano salire nei reparti.

    Amy ricacciò indietro una sensazione di amarezza che non aveva più provato dal giorno della morte di suo padre, quando la vita di sua madre era cambiata drasticamente nel piccolo paese irlandese in cui era cresciuta. Riuscì a controllare un'ondata di panico assumendo un'espressione di finto interesse, mentre Diega chiudeva con cura la porta.

    «Ti rendi conto che Cesar ha perso una parte di memoria?» le disse la donna con un tono falsamente gentile.

    «Ho lavorato con lui quasi tre anni. Non credo che se lo sia dimenticato.»

    «Certo che no, però non è in grado di occuparsi di lavoro. Il suo medico ha suggerito che stia lontano dall'ufficio per alcuni mesi. Se c'è qualche problema è meglio che ti rivolga a Javiero.» Diega dava del tu al padre di Cesar e non usava mai il suo titolo.

    «Cesar è più di un datore di lavoro» rispose lei. «Quando lavori a stretto contatto con una persona, ci tieni al suo benessere. Vorrei sapesse che gli auguriamo tutti di riprendersi in fretta» proseguì con un tono abbastanza perentorio. Purtroppo non poteva farci niente. Le tre settimane lontana da lui, senza quei bellissimi occhi che incrociavano i suoi e che non facevano nulla per nascondere la propria ammirazione, erano state durissime.

    «Amy» iniziò Diega sedendosi e indicandole una sedia di fronte.

    Non chiamarmi così, avrebbe voluto gridare lei. E visto che doveva rivolgersi a quella strega chiamandola signorina Fuentes, allora anche Diega doveva chiamarla signorina Kelly.

    «Preferirei stare in piedi.»

    Diega si sistemò meglio. «Capisco perché sei così preoccupata e perché ritieni che ci sia una certa confidenza tra di voi» le disse incenerendola con lo sguardo. «Cesar si sentiva molto in colpa quando è venuto a trovarmi quella sera.»

    «Davvero?» riuscì a ribattere Amy. Cesar poteva anche non essere innamorato di Diega, però era un uomo d'onore.

    «Non dovrei farlo» le aveva confidato lui un istante prima di avere superato il punto di non ritorno. Poi le aveva mandato un messaggio sul telefono mentre dormiva in cui le comunicava che stava andando a parlare con Diega. L'aveva addolorata svegliarsi da sola, ma dopo tutto ciò che si erano detti e che li aveva portati dritti a letto, o meglio sul divano dell'ufficio, si era convinta che fosse andato da Diega per troncare con lei. Era sicurissima che fosse quello che aveva fatto. E invece, adesso, quella donna era lì e sosteneva che erano fidanzati.

    «Non mi va di tirare in ballo questa faccenda» le disse Diega con una certa fermezza nella voce. «Che senso ha macchiare reputazioni quando ci sono preoccupazioni più importanti? Soprattutto dal momento che Cesar mi ha assicurato che si stava solamente divertendo.»

    «Cosa?» Era quello che era stata per lui? Un divertimento? Il persistente dolore nel petto di Amy si espanse fino a diventare insopportabile. «Non...»

    «Non occorre che neghi. Apprezzo che tu stia cercando di tutelare i miei sentimenti.»

    Diega provava delle emozioni? Per quanto ne sapeva lei, l'ego di quella donna era tale che niente sarebbe riuscito a scalfirlo.

    «Avevo sperato di risparmiare a entrambe questa conversazione, ma... Cesar mi ha riferito che avevi intenzione di licenziarti una volta che ci fossimo sposati. È giusto, no?»

    Amy la fissò negli occhi per cercare di capire quale fosse il suo trucco, perché sicuramente c'era.

    «Gli hai detto che non ti importa di me» continuò Diega. Il suo sorriso adesso era imperturbabile. «Mi spiace che tu abbia questo atteggiamento nei miei confronti.»

    «Non ho mai affermato nulla del genere» dichiarò Amy. Quello che aveva detto a Cesar era che un conto era gestire le modelle o le hostess con cui usciva, un altro mettersi in mezzo tra moglie e marito anche se in quel caso si trattava di una potenziale fidanzata. Tuttavia, più passava il tempo e più avrebbe desiderato essere lei la donna più importante nella vita di Cesar.

    Davvero lui aveva detto a Diega che non le piaceva? Era inquietante.

    «A ogni modo, una volta che Cesar ha realizzato che te ne saresti andata, ha fatto ciò che ha fatto, non è vero?»

    «Cosa intende dire?»

    Il sorriso compassionevole di Diega fu una risposta più che sufficiente.

    «Non è affatto così» mormorò Amy con il cuore che precipitava nell'abisso. Per Cesar aveva significato più di una tacca sulla colonnina del letto. Lei era una persona onesta, specialmente con se stessa. Non si era immaginata i sentimenti di lui nei suoi confronti. Ma davvero aveva pensato che si sarebbero sposati e sarebbero vissuti felici e contenti per sempre?

    Avevano fatto l'amore in modo impetuoso. Era stato inevitabile. Alla fine aveva ceduto al desiderio che l'aveva afferrata fin da subito. Possibile che avesse immaginato che quell'atto d'amore sarebbe stato l'inizio di qualcosa di più serio? Di una vita con Cesar? Nel suo profondo sapeva di non essere il genere di donna che un uomo del suo stampo avrebbe sposato. Quel pensiero la fece sentire di nuovo piccola e insignificante. Aveva creduto che Cesar tenesse davvero a lei.

    «Ormai sei una leggenda in ufficio. L'assistente personale che ha mantenuto il suo posto di lavoro per ben tre anni.»

    Detta così sembrava uno scherzo, ma per Amy,

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