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L erede segreto: Harmony Collezione
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E-book154 pagine3 ore

L erede segreto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La dinastia Sauveterre 2/4
Quando Cinnia Withley scopre che la sua bollente avventura con il famoso milionario Henri Sauveterre non è stata senza conseguenze, decide di tenere segreta la gravidanza. Portare in grembo l'erede di un Sauveterre significherebbe restare legata a Henri per sempre, e dopo il modo in cui è finita la loro storia, quello è esattamente ciò che vuole evitare.

Quando Henri scopre l'inganno di Cinnia è furioso. Lui non ha mai desiderato una famiglia, ma non può permettere che un Sauveterre cresca senza un padre. Gli rimane un'unica cosa da fare, e per convincere Cinnia ad accettare la sua proposta dovrà solo dimostrarle quanto può essere piacevole diventare sua moglie!
LinguaItaliano
Data di uscita21 set 2020
ISBN9788830518995
L erede segreto: Harmony Collezione
Autore

Dani Collins

Dani Collins ha scoperto la letteratura rosa alle scuole superiori e ha immediatamente capito che cosa avrebbe voluto fare da grande.Dopo aver sposato il suo primo amore, ha cominciato a cercare la propria strada nel mondo dell'editoria, non rinunciando al suo sogno di fronte ai primi ostacoli, così due figli e due decenni dopo l'ha finalmente trovata grazie a un concorso per nuove autrici.Quando non è immersa nella scrittura, chiusa nel proprio fortino come i suoi famigliari chiamano il suo studio, Dani occupa il tempo scarrozzando i propri figli da un'attività all'altra oppure con un po' di giardinaggio.Visita il suo sito www.danicollins.com

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    Anteprima del libro

    L erede segreto - Dani Collins

    successivo.

    Prologo

    Mentre entrava nella clinica da un ingresso secondario, Cinnia Withley andò quasi a sbattere contro una donna. Mormorò delle scuse distratte, pensando di averla già vista da qualche parte, anche se non lì. Di certo si sarebbe ricordata di una persona così alta, rigida e all'erta. Era per caso una guardia del corpo? Forse era per quello che le sembrava familiare. Dopo avere trascorso due anni ad averne una che controllava ogni suo movimento, probabilmente aveva riconosciuto non tanto l'aspetto, quanto l'atteggiamento.

    Se fosse stata in attesa di una parente, avrebbe potuto aspettarla nella comoda sala d'attesa collocata all'ingresso principale. Quell'entrata, invece, era per donne come lei, che speravano di mantenere strettamente confidenziale la visita dal proprio ginecologo.

    Cinnia non si soffermò a fare supposizioni su chi potesse essere la paziente. Aveva altro cui pensare. Era lì per fare un'ecografia che confermasse i suoi sospetti sul perché stesse ingrossando così rapidamente. Si rifiutava di prendere in considerazione il motivo più probabile. Aveva moltissimo lavoro da sbrigare nelle ventidue settimane successive e aveva già fatto fatica a trovare il tempo per quella visita. Se il ginecologo aveva visto giusto, allora il suo futuro avrebbe dovuto essere ricalibrato.

    Gemelli? Davvero? Non era possibile. Eppure il padre aveva un fratello gemello identico e così pure due sorelle gemelle identiche, quindi non era da escludere.

    Henri faceva sempre quello che voleva e lei lo sapeva benissimo. Non gli mancava la sua arroganza o il suo stile di vita, sempre circondato da guardie del corpo che seguivano ogni suo passo.

    Ma allora perché trascorreva intere mattine a consultare riviste online che parlavano di lui? Leggere di Henri era da masochisti. Perlomeno non raccontavano di appuntamenti con altre donne. Ci pensava suo fratello Ramon a rubargli la scena su quel fronte, passando di continuo da un'amante all'altra, quando non era impegnato a vincere qualche gara automobilistica.

    I Sauveterre erano molto riservati, malgrado l'interesse dei media su di loro. A ogni modo, durante il tempo in cui era stata legata a Henri, aveva notato che Ramon sembrava sempre voler attirare deliberatamente su di sé una maggiore attenzione quando succedeva qualcosa alla sua famiglia.

    La sua rottura con Henri risaliva a due mesi prima. Ormai non facevano più notizia. Quindi doveva essere Angelique che stava cercando di proteggere.

    I due fratelli erano incredibilmente protettivi con le sorelle più giovani, il che era comprensibile dal momento che Trella era stata rapita da bambina. Angelique era l'unica delle due che si vedeva in pubblico e stava diventando abbastanza gettonata dalla stampa per via della sua relazione con il principe Kasim o meglio sia lui sia il principe di Elazar, stando a quello che veniva riportato dai giornali.

    Cinnia aggrottò la fronte, pensando che ci fosse qualcosa che non quadrava riguardo la foto di Angelique e il principe di Elazar.

    In realtà le era sembrata Trella, anche se era impossibile visto che viveva praticamente in isolamento.

    L'infermiera la salutò e lei le sorrise, cercando di non pensare a Henri e ai gemelli. Si tolse la sciarpa e si sbottonò il cappotto, contenta di essere al caldo e all'asciutto, quando fuori c'era un tempo terribile persino per gli standard londinesi di fine febbraio.

    Alle sue spalle si aprì la porta della stanza delle ecografie, facendola sobbalzare.

    «Mi scusi...» mormorò una donna.

    «È colpa mia» rispose lei, voltandosi. «Oh, santo cielo!» esclamò riconoscendo il fisico da modella e i tratti aristocratici. «Stavo giusto pensando a te.»

    «Cinnia!» Angelique si illuminò e si abbracciarono con calore, anche se lei avrebbe dovuto mostrarsi più cauta. La realtà della sua situazione la colpì per i secondi successivi.

    Cinnia sentì la sorella di Henri irrigidirsi quando notò il suo ventre ingrossato sotto gli strati di vestiti.

    Non dirglielo, pensò in preda al panico. Si staccarono e sul suo volto apparve un'espressione terrorizzata benché fosse felice del bambino e di vedere...

    «Accidenti...» sussurrò. «Credevo fossi tua sorella.»

    Cinnia era sempre stata in grado di distinguere le due gemelle. L'aveva confusa il fatto che Trella non lasciava mai la tenuta spagnola senza essere accompagnata da uno dei fratelli. Significava per caso che Henri era lì? Si guardò attorno allarmata, ma vide solo la sua guardia del corpo. Ecco perché le era sembrato di conoscerla. L'aveva vista a Sus Brazos, la villa di famiglia dei Sauveterre in Spagna.

    Era Trella quella che aveva davanti. Benché le due gemelle fossero identiche, era consapevole che ci fosse qualcosa di diverso nel loro atteggiamento. Angelique possedeva lo stesso tipo di riservatezza di Henri, mentre Trella aveva la calda radiosità che emanava Ramon.

    Poi realizzò che non solo Trella si trovava in pubblico senza alcun membro della sua famiglia, ma anche che era in una clinica prenatale.

    Cosa ci faceva a Londra con una confezione di vitamine in mano e lo sguardo di chi si sentiva in colpa? Com'era possibile che una donna, che viveva come una suora, circondata da guardie del corpo femmine, fosse rimasta incinta? Henri avrebbe perso la testa.

    Trella nascose la scatola dietro la schiena. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma le uscì soltanto un verso.

    «Stai... bene?» le chiese Cinnia quasi smettendo di respirare. Non era al corrente di cosa le fosse successo di preciso mentre era nelle mani del suo rapitore, tuttavia sapeva che l'aveva lasciata con il terrore degli uomini per tantissimo tempo. In realtà con la paura di molte cose.

    Trella, essendo una persona con uno spiccato senso dell'umorismo, si mise a ridere poi alzò gli occhi al soffitto, come per dire: guarda dove sono, lasciando intendere che stava affrontando una gravidanza non pianificata che però non le stava procurando particolare stress.

    «E tu?» le chiese abbassando lo sguardo sul suo ventre prominente. «È...?» Di Henri, stava per aggiungere.

    Per favore non dirglielo, la implorò lei silenziosamente.

    Trella raddrizzò la schiena e disse: «Faremo finta che questo non sia successo». Era una bellissima donna di ventun anni, ma in quel momento sembrava una bambina di nove che aveva appena rubato una caramella e fingeva che non fosse nella sua mano.

    Quella era la sorellina di cui Henri le aveva raccontato e che da piccola lo aveva fatto impazzire perché si cacciava sempre nei guai e aveva bisogno del fratellone per risolvere la situazione.

    Cinnia avrebbe voluto abbracciarla di nuovo. Era così orgogliosa di Trella, anche se superare il suo passato evidentemente aveva portato a un futuro complicato. Avrebbe tanto desiderato condividere quel momento con Henri sapendo che, superato lo shock iniziale, avrebbe accolto con gioia quel segno di guarigione da parte della sorella.

    O forse no. Sulle sue spalle gravava la responsabilità della famiglia ed era per quello che aveva deciso di non sposarsi e di non mettere al mondo bambini.

    Era ironico volergli stare vicino mentre assorbiva la notizia della gravidanza di Trella, con la certezza che sarebbe uscito di testa una volta scoperto che lei aspettava suo figlio.

    Ti ho detto fin dall'inizio che non ti avrei mai sposata.

    «Signorina Withley» la chiamò l'infermiera. «Tocca a lei.»

    «È stato bello vederti» disse Cinnia a Trella dandole un rapido abbraccio. «Mi siete mancati tutti.» La maggior parte delle sue interazioni con la famiglia di Henri era sempre avvenuta via tablet, tuttavia sentiva nel profondo la perdita di connessione con i Sauveterre. «Mi piacerebbe tanto chiederti di salutarmi gli altri, ma...»

    Trella si staccò e la fissò negli occhi. «Noi due possiamo restare in contatto» ribatté sorridendole con fare cospiratorio. «Ti posso telefonare? Mi piacerebbe sapere perché...»

    Cinnia sapeva bene che nascondere la sua gravidanza a Henri era una battaglia persa. Doveva pensare a un piano prima che lui lo scoprisse, così non si sarebbe sentito in trappola.

    Trella era troppo vicina ai fratelli per riuscire a mantenere segreto il suo stato interessante ancora a lungo, ma se lei fosse riuscita a guadagnare un po' di tempo per organizzarsi e magari scoprire esattamente quanti bambini aspettava...

    «Se sei ancora a Londra nel prossimo weekend perché non ceniamo insieme?»

    1

    Due anni prima...

    Cinnia non era un'arrivista ma la sua coinquilina, Vera, sì e non si faceva problemi ad ammetterlo. Quindi, quando ottenne dal proprietario i biglietti per l'inaugurazione di uno dei locali notturni più in voga del momento, le chiese di accompagnarla.

    «Gli ho detto del tuo titolo» le disse l'amica. «Ecco come sono riuscita a farci inserire tra gli invitati.»

    «Il titolo che appartiene al mio prozio che non ho mai conosciuto e che non sa della mia esistenza?»

    «Magari ho esagerato un po' riguardo alla vostra vicinanza, però gli ho raccontato della tiara vintage di tua nonna dal momento che il tema dell'inaugurazione è Bulli e pupe. Vuole che ci mischiamo agli ospiti, che siamo le prime a lanciarci sulla pista da ballo. Insomma, cose così» continuò Vera.

    Cinnia era restia. I weekend erano l'unico momento che aveva lontano dal lavoro, presso una società di gestione patrimoniale, per elaborare il suo progetto di mettersi in proprio. Si era fissata come obiettivo settembre e aveva ancora tantissime cose da fare prima di quella data.

    «Lavori troppo» gemette Vera. «Considerala come una possibilità per conoscere potenziali clienti. Ci sarà gente di altissimo livello.»

    «Non è così che funziona.»

    La madre di Cinnia la pensava diversamente quando la figlia la chiamò.

    «Dimmi che non posso indossare la tiara così confermo a Vera che non l'accompagnerò.»

    «Sciocchezze. Tireremo fuori anche il mio vestito. È ora di usare sia l'una sia l'altro.»

    «Non hai voluto prendere la tiara dalla cassetta di sicurezza quando avevamo bisogno di soldi e volevo venderla e adesso mi permetti d'indossarla per una festa in un locale notturno?»

    «È per questo che l'ho conservata, affinché voi ragazze poteste metterla in occasioni speciali. Vai e divertiti. Magari conoscerai qualche uomo carino.»

    «Intendi potenziali mariti ricchi? Non li vendono al bar, mamma.»

    C'era un motivo se lei e le sue sorelle chiamavano la loro madre signorina Bennet.

    Cercava sempre di trovare alle figlie un buon partito. In realtà c'era una ragione per cui era determinata a farlo.

    I Withley discendevano da una famiglia aristocratica, anche se con il tempo il sangue blu si era alquanto diluito, ma Milly Withley aveva deciso che le sue bambine dovessero concludere ottimi matrimoni, così che potessero riacquistare la posizione sociale di cui avevano goduto prima che il loro padre morisse e le sue fragili finanze rovinassero attorno a loro.

    «Oserei dire che potresti trovare corteggiatori migliori rispetto ai tuoi soliti studenti in difficoltà» aggiunse la madre.

    Ciò di cui tutte loro avevano bisogno era un uomo pieno di soldi. O come lei aveva ripetuto un'infinità di volte, avrebbero potuto trovarsi un lavoro come tutte le persone normali.

    Due delle sue sorelle consideravano quel suggerimento una bestemmia.

    Priscilla era una modella. Era carina, ma non particolarmente richiesta. Aveva finito la scuola da due anni e in pratica non aveva mai lavorato.

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