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Passione rivale: Harmony Destiny
Passione rivale: Harmony Destiny
Passione rivale: Harmony Destiny
E-book162 pagine2 ore

Passione rivale: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Potere e segreti nell'alta società 5
Dove ci sono potere e ricchezza, ci sono segreti. A volte intrecciati in un'unica famiglia.

Da campione di nuoto a immobiliarista di successo, Micheal Kelly è un uomo competitivo, da sempre abituato a vincere ed essere desiderato da qualunque donna. Lo sa bene Charlotte Locke, la sua sensuale ex, divenuta ora la sua principale concorrente in ambito immobiliare. Per Charlotte, però, non sarà facile dimostrare le proprie capacità e tenere allo stesso tempo sotto controllo la passione che ancora la lega a lui. Quando la loro attrazione diventa incontrollabile, anche il segreto che Charlotte custodisce non può più essere celato, e nel momento in cui Micheal saprà la verità non gli resterà altro da fare che decidere che tipo d'uomo vuole essere.
LinguaItaliano
Data di uscita21 gen 2019
ISBN9788858992845
Passione rivale: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Passione rivale - Karen Booth

    successivo.

    1

    Con il suo sapone francese, lo shampoo al profumo di lavanda e la luce soffusa, il bagno della suite del Grand Legacy Hotel era probabilmente il luogo più accogliente, dove Charlotte Locke potesse sentirsi male. Chiuse gli occhi, si costrinse a rialzarsi dal fresco del pavimento di marmo e recuperò lo spazzolino da denti. Incinta di dieci settimane, la menta era uno dei pochi sapori che non trovava repellente. Si lavò i denti, risistemò gonna e giacca e diede una controllata ai capelli biondi. Con un po' di fortuna, per quel giorno aveva finito con le nausee mattutine: doveva mettersi al lavoro.

    Charlotte marciò fuori dalla stanza, determinata. «Augurami buona fortuna. Vado da Sawyer» annunciò a zia Fran, che condivideva la suite con lei per la durata del suo soggiorno natalizio negli Stati Uniti.

    Fran sistemò una ciocca del caschetto biondo platino dietro l'orecchio, quindi si versò dell'altro tè portato dal servizio in camera. L'adorato cane di Charlotte, Thor, un Papillon bianco e cioccolato di quattro chili e pessimo carattere, era accoccolato in braccio a Fran. «Non hai bisogno di fortuna. Sei più che qualificata per vendere gli appartamenti del Grand Legacy

    Charlotte sospirò. Okay, niente fortuna. Ma un po' di incoraggiamento non le sarebbe dispiaciuto.

    Quante volte si era presentata da un membro della famiglia con il cappello in mano, a chiedere un'altra chance? Troppe. Charlotte infilò il cappotto di lana, di un'adorabile sfumatura blu pavone, e lo abbottonò. «Mi fa piacere che tu sia tanto sicura. Penso di avere il cinquanta percento di probabilità di successo.»

    «Sei sicura di non voler informare Sawyer della gravidanza? È tuo fratello. Non vedo come possa dirti di no se sa che aspetti un bambino.»

    Charlotte scosse il capo. «Non voglio la carità di nessuno. Sto per chiedergli di affidarmi milioni di dollari; non è il caso di ricordargli che sua sorella ha l'abitudine di commettere errori colossali nelle sue scelte di vita.»

    Fran grattò Thor dietro l'orecchio. «Tutto accade per un motivo. Semplicemente, potrebbe non esserti ancora chiaro quale sia quel motivo.»

    «Apprezzo il tuo ottimismo, ma rimanere incinta per sbaglio di un uomo che non mi ama è proprio tipico di me. Sto cercando di evitare qualsiasi richiamo alla vecchia me.» Charlotte si chinò per posare un bacio sulla guancia della zia, quindi prese borsa e guanti e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

    Ogni dettaglio del Grand Legacy era impeccabile: la morbida moquette nera con le spire ornamentali azzurre, le lampade scintillanti di cristallo e cromo, persino i cartelli che indirizzavano gli ospiti verso la propria stanza erano di buon gusto; e per Charlotte, tutto questo rappresentava un legame con il passato. L'albergo apparteneva alla famiglia dagli Anni Venti; ora l'unico proprietario era suo fratello Sawyer, un particolare che faceva venire il mal di fegato al padre.

    Chiamò l'ascensore. Ogni volta che entrava nella cabina, in testa le balenavano i ricordi di quando era bambina. Quelli dove era più piccola erano i più confusi, ma anche i più felici.

    C'erano stati parecchi pomeriggi passati a giocare a nascondino tra quelle mura, ma solo finché la madre era stata in vita; non appena era morta, il padre aveva impedito a lei e ai fratelli di passare del tempo nell'hotel.

    «Buongiorno, signorina Locke» la salutò il facchino quando uscì nell'atrio.

    «Buongiorno» rispose lei allegra. I tacchi alti picchiettavano sul pavimento di marmo bianco e nero.

    «Si copra bene, signorina Locke» le raccomandò il concierge.

    «Ci proverò.» Spinse le porte girevoli e fu subito schiaffeggiata sul viso da una folata di aria gelida che sembrava arrivare direttamente dal polo. Il valletto si affrettò a indicarle l'auto che Sawyer aveva mandato per lei.

    «Grazie.» Con le mani già intorpidite per il freddo, Charlotte faticò a maneggiare il portafoglio, una banconota da cinque dollari e i guanti.

    «Non è necessario, signorina Locke.» L'uomo cercò di restituirle la mancia. «Non da lei.»

    «Certo che è necessario. Lei lavora sodo, e siamo sotto le feste.» Gli sorrise, lo congedò con un gesto e si accomodò sul sedile posteriore dell'auto.

    L'autista sapeva già dove condurla: in centro, a Chelsea, dove Sawyer aveva l'ufficio. Charlotte aveva già provato più volte il discorso: la sera prima, a letto, quando non riusciva a dormire, e nella doccia quella mattina... Non che Sawyer le incutesse timore... tutt'altro. Il fatto era che Charlotte si ritrovava davanti al fratello a chiedere l'ennesimo favore. Sapeva già che espressione aspettarsi sul suo viso, quella che manifestava esitazione ad affidarle delle responsabilità. In passato non se ne era dimostrata degna.

    Ma piangere sul latte versato non sarebbe servito a niente e a nessuno; era arrivato il momento di agire. L'auto si fermò davanti al palazzo e senza alcuna esitazione lei scese, entrò e si diresse al piano. Con un po' di fortuna, l'inerzia sarebbe bastata a farla arrivare a destinazione.

    Lily, l'assistente del fratello, la accolse calorosamente. «Ti sta aspettando. Lascia che prenda il cappotto. Fammi un cenno quando esci dalla riunione in modo che possa chiamarti un'altra auto.»

    «Grazie, Lily.» Charlotte si lisciò la gonna, cercando di ignorare la trepidazione che le faceva fremere lo stomaco. In fondo era suo fratello. Sawyer. Sarebbe andato tutto bene.

    O perlomeno lo sperava.

    Sul viso di Sawyer si stampò un bel sorriso quando la vide comparire dalla porta. «Eccola qui.»

    E Charlotte fu subito sopraffatta dal sollievo. Non riusciva a capire perché si facesse sempre venire il panico, anche per le cose più stupide. «Ehi, Sawyer. Grazie per aver accettato di vedermi.»

    «Ma certo. Sono contento che tu sia passata. Praticamente non abbiamo neanche avuto modo di parlare alla cerimonia di riapertura dell'hotel.»

    «Mi dispiace, c'erano un sacco di vecchi amici...» E poi, la gravidanza rende una donna perennemente stanca.

    «Sono contento che tu sia tornata. Non mi sembrava giusto non averti qui.» Sawyer si rimise a sedere. «Hai voglia di raccontarmi come mai ti sei precipitata in Inghilterra a trovare zia Fran?»

    Anche se si era aspettata la domanda, Charlotte rimase senza parole. Le ragioni che l'avevano spinta a compiere quel viaggio erano molteplici. Era cominciato tutto con la rottura con Michael Kelly, l'uomo di cui si era disperatamente innamorata, l'uomo che non era in grado di contraccambiare i suoi sentimenti. Già quello era stato un brutto colpo, poi era arrivata la vera mazzata: la gravidanza. Non poteva spiegare al fratello che era andata in Inghilterra per quei motivi. Charlotte si innamorava sempre, e per questo si cacciava in ogni sorta di situazioni impossibili.

    «Avevo solo bisogno di un po' di tempo per rivedere i miei obiettivi a lungo termine. Fran è un'ottima ascoltatrice e sa dare buoni consigli.» Si schiarì la voce. «E poi, sinceramente, devo ammettere che è stato stressante assistere alle discussioni continue tra te e papà sui restauri del Grand Legacy. Odio le liti di famiglia.»

    «Se fossi potuto venire via con te, l'avrei fatto. Ripensandoci, però, probabilmente se l'avessi fatto le cose non sarebbero andate come sono andate, con Kendall... Perciò cancellalo: sono contento di essere rimasto, nonostante la situazione con nostro padre.»

    Charlotte sorrise. Era felice che Sawyer avesse trovato qualcuno, e Kendall era un qualcuno davvero speciale. Per molti anni Charlotte si era preoccupata che la vita familiare avesse reso lei e i suoi fratelli – Sawyer e Noah – incapaci di intrattenere normali relazioni romantiche. Il fatto che finalmente Sawyer avesse interrotto la maledizione della famiglia Locke le dava speranza che un giorno potesse farlo anche lei. Solo, quel giorno non era dietro l'angolo. Lei non era più in cerca d'amore: la sua esigenza numero uno era la stabilità. «Sono davvero felice per te e Kendall, e non vedo l'ora che arrivi il giorno delle nozze. Adoro l'idea di un matrimonio nel periodo natalizio.»

    «Lo so che è presto, ma non volevamo aspettare. Chiamaci tradizionalisti, però vogliamo entrambi convolare a nozze prima dell'arrivo del bambino.»

    «Certo. Non sia mai che il piccolo, o la piccola, faccia i conti, da grande, e scopra che vi siete sposati dopo la sua nascita.» Charlotte non riusciva a credere a ciò che le stava uscendo di bocca. Sembrava sua nonna. Forse era tradizionalista quanto suo fratello, alla fin fine... Be', non sarebbe stata così ancora per molto, considerato il suo status di single e l'arrivo imminente di un pargolo.

    «Allora, parlami di questi obiettivi a lungo termine. Non stai pensando di cambiare mestiere, vero?»

    Era una domanda ragionevole. Prima dei trent'anni Charlotte aveva provato così tanti lavori da far girare la testa: interior designer, blogger di moda, organizzatrice di eventi, esperta di cupcake. L'ultimo era stato il più disastroso: Charlotte non era in grado di cucinare neanche un uovo sodo e aveva messo su una decina di chili a furia di assaggiare crema al burro per tutto il giorno.

    «No, tranquillo, resto nel campo immobiliare. È la soluzione più naturale, con lo sviluppo delle proprietà e gli interessi della famiglia nel ramo alberghiero. Mi permette di lavorare con le persone, che è una cosa che amo. E il vantaggio di aver avuto così tante false partenze in diverse carriere è che ho allacciato un'infinità di contatti.» Ecco il vero significato del fare buon viso a cattivo gioco.

    «Mi fa piacere sentirlo. Un po' di stabilità ti farà bene.»

    «Esatto. Stabilità.» Charlotte inspirò a fondo. Ora o mai più. «Ed è per questo che sono qui. Ora che gli appartamenti del Grand Legacy sono ultimati, speravo che potessi affidarmi le vendite.» Charlotte non poté non notare il mutamento nell'espressione del fratello; doveva mettere a segno il punto in quel momento, o avrebbe perso. «Conosco il palazzo meglio di qualunque agente tu possa ingaggiare. Sai che gli dedicherò tutta la mia attenzione, e soprattutto, ci darà l'opportunità di lavorare a stretto contatto, che è qualcosa che ho sempre voluto fare.»

    «Ma Charlotte... non puoi semplicemente presentarti qui e chiedermi i listini adesso. Ci sto lavorando da mesi. È proprio da te scombussolare le carte all'ultimo momento.»

    Già, be', non è che avessi messo in programma di restare incinta. «Lo so, e mi dispiace per il tempismo, tuttavia nessuno si aspettava che gli appartamenti fossero pronti prima di Natale. L'inaugurazione doveva essere a Capodanno, e mancano ancora diverse settimane.»

    Sawyer serrò le labbra, immergendosi nelle proprie riflessioni. «Ho già contattato un agente, il migliore, che probabilmente riuscirà a vendere tutte le unità nel giro di qualche settimana. Lo devo vedere subito dopo di te, per discutere la strategia e firmare i documenti.»

    «Ma...» Charlotte aveva già fatto ricorso a tutte le motivazioni che aveva a proprio favore, e non sapeva cos'altro aggiungere per convincere il fratello. E la cosa peggiore era che non poteva biasimarlo per la sua esitazione. «È la nostra famiglia, Sawyer. Questo dovrà pur contare qualcosa, no? Stiamo parlando del Grand Legacy, non è un edificio qualunque in cui tu e Noah avete deciso di investire.» Vide gli occhi di Sawyer ammorbidirsi e capì di dover aprire il proprio cuore. «Adoro quell'albergo, da sempre, e trascorrerci gli ultimi giorni è stato straordinario. Non credi che sia importante affidare l'incarico a una persona cui importa davvero?»

    «Non puoi essere certa che all'agente con cui sono in parola non importi. Ho parlato diverse volte con Michael Kelly, negli ultimi mesi, e ti posso assicurare che è pronto a impegnarsi al cento percento.»

    Il cuore di Charlotte aveva smesso di battere. O perlomeno era quello che le sembrava. In testa le balenarono immagini indesiderate di Michael, con il suo corpo atletico da nuotatore.

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