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Audace seduzione: Harmony Destiny
Audace seduzione: Harmony Destiny
Audace seduzione: Harmony Destiny
E-book170 pagine2 ore

Audace seduzione: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

I milionari di Stone River 1/3
Lussuria, scandali e desiderio. Benvenuti nel mondo delle élite più prestigiose d'America.
Quando Katie Duncan accetta di lavorare con il fratello del suo capo, sa che sta entrando nella tana del leone. L'uomo in questione, infatti, non è altri che il suo ex amante, il milionario Quin Stone. Katie non si era mai sentita a suo agio in quel mondo di lussi e follie, così aveva deciso di chiudere la loro storia. Adesso, costretta a lavorare gomito a gomito con lui, sente che l'attrazione che li divorava un tempo non si è mai spenta e che è sul punto di incendiarla di nuovo... minacciando di distruggerla.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2021
ISBN9788830528550
Audace seduzione: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Audace seduzione - Janice Maynard

    successivo.

    1

    Quinten Stone aveva dei fratelli maggiori che lo avevano sempre messo in difficoltà, tuttavia questa volta si erano spinti troppo oltre. Grazie a loro la sua ex stava andando da lui. A vivere e a lavorare insieme per un mese o anche di più. Non sapeva come avrebbe fatto a sopravvivere.

    A ventotto anni ricopriva il pesante ruolo di amministratore delegato dell'azienda di attrezzature per campeggio che lui e i fratelli gestivano insieme. Era già una responsabilità abbastanza gravosa. L'ultima cosa che gli serviva era destreggiarsi tra sentimenti irrisolti per la donna che l'aveva lasciato.

    La sua frustrazione era alle stelle.

    «Fuori, voi due. Deciderò da solo.»

    In realtà era troppo tardi.

    Katie aveva già accettato. Non le avrebbe mai permesso di credere che la sua presenza avesse un qualche effetto su di lui. Che avesse sofferto quando l'aveva lasciato.

    I tre fratelli erano seduti su poltrone enormi di fronte a un massiccio caminetto in pietra. Nel Maine era luglio, quindi il fuoco era spento.

    Farrell, il maggiore, soprannominato da Quinten e Zachary l'inventore pazzo, si sporse in avanti. «Di recente hai fatto delle mosse stupide, Quin. Secondo il chirurgo rischi di farti seriamente del male se non segui le indicazioni. Potresti non sciare più se non ti concedi il tempo di guarire.»

    Non sciare più...

    Il nodo allo stomaco di Quin si acuì.

    Dopo i fratelli e l'azienda sciare era la cosa che adorava di più. E non molto tempo prima era stato uno dei migliori al mondo.

    Fissò la lunga cicatrice rossastra che gli attraversava il ginocchio. Diciotto mesi prima, nell'incidente d'auto che aveva ucciso loro padre, Quin si era maciullato la gamba destra. Si era sottoposto a tre operazioni. Nell'ultima gli avevano sostituito completamente il ginocchio. Dopo sei settimane di estenuanti terapie era tornato a camminare, tuttavia il chirurgo insisteva nel dire che i legamenti e i tendini avevano bisogno di tempo per guarire.

    Quinten adesso non si sarebbe ritrovato in quel casino se fosse stato cauto dopo le prime due operazioni. Aveva voluto a tutti i costi dimostrare di essere lo stesso uomo che era prima dell'incidente. Così il primo dell'anno si era infilato gli sci e aveva affrontato una discesa nel Vermont.

    Il ginocchio aveva ceduto. Era caduto in malo modo, andando a sbattere in un boschetto al limitare della pista. I soccorsi erano arrivati subito, però il danno era fatto. E questa volta la gamba era così compromessa da non poter essere rimessa a posto. Quindi ecco il nuovo pezzo di metallo nel suo ginocchio bionico. A ogni doloroso passo Quin era determinato a riappropriarsi della sua vita.

    Voleva tornare a sciare, fare la sua parte nell'azienda di famiglia, e godersi del buon sesso senza emozioni. Era chiedere troppo?

    Quando Quin non disse nulla Zachary continuò a fargli la ramanzina. «Il dottore vuole che tu ci vada piano per altre sei settimane. Con Katie qui ad aiutarti a lavorare da remoto potrai riposare e, nel contempo, continuare a lavorare. È la soluzione ideale, Quin. Provaci.»

    I fratelli Stone possedevano una pista d'atterraggio, un piccolo jet privato e un elicottero. Nessuno di loro trascorreva più di due o tre giorni a settimana in azienda. Eppure con le ali tarpate Quin si sentiva soffocare. O forse era il pensiero di dover affrontare Katie che gli opprimeva il petto...

    «Non mi piace avere estranei in casa» borbottò.

    Farrell sorrise. «Katie non è un'estranea. La conosciamo da sempre. Posso fare a meno del mio efficiente assistente per sei settimane.»

    Quin si alzò a fatica e cominciò a camminare avanti e indietro. Il cappio era sempre più stretto. Due anni prima lui e Katie erano stati insieme in segreto. Finché lei non l'aveva lasciato senza alcuna spiegazione.

    Katie lavorava per la Stone River Outdoors da sei anni, e Quin non aveva voluto rincorrerla dopo che lei l'aveva lasciato, ferendolo nell'orgoglio.

    Nessuno sapeva della loro relazione. Katie aveva voluto evitare pettegolezzi, e Quin era stato d'accordo con lei. Adesso non poteva raccontare la verità ai fratelli.

    Katie era l'ultima persona che voleva sotto al suo tetto. Gli aveva fatto capire che era finita. Vivere da soli nei boschi del Maine sarebbe stato imbarazzante. Certo, avevano delle cose in sospeso, e senza dubbio la chimica non era scemata.

    «E la mia segretaria?» chiese Quin. Quella donna era stata la segretaria di papà e lavorava per l'azienda da sempre. Aveva le sue idee e non amava la tecnologia, almeno, però non era Katie.

    Farrell fece una smorfia. «Per prima cosa è un disastro. Possiamo licenziarla oppure trovarle qualcosa di meno impegnativo da fare. Magari le offriamo un bel po' di soldi per andare in pensione. Katie ti aiuterà a trovare una sostituta.»

    Quin si agitò al pensiero che Katie lo aiutasse a fare qualcosa. Serrò la mascella.

    «Cos'ha detto Katie quando le avete proposto di venire qui?» Erano riusciti a evitarsi da quando avevano rotto. Tuttavia aveva partecipato al funerale di suo padre.

    Nonostante tutto Quin si era sentito stranamente confortato dalla sua presenza.

    Zachary si alzò, stiracchiandosi. «Ci ha detto che avrebbe fatto tutto il necessario per la Stone River Outdoors. È davvero gentile.»

    «Vero.» Farrell guardò l'orologio. «Devo scappare. Fra venti minuti devo incontrare un appaltatore.»

    Era da un po' che i fratelli sospettavano di essere vittime di uno spionaggio industriale. Due dei progetti di Farrell erano stati trafugati e immessi sul mercato. I nuovi prodotti erano inferiori rispetto a quelli ai quali aveva lavorato, però ci andavano molto vicino.

    Per gestire la situazione Farrell aveva deciso di apportare qualche cambiamento. Sperava di lavorare recluso nella sua casa di villeggiatura lì nella costa settentrionale del Maine nei mesi a venire e non al laboratorio nella sede di Portland. Ecco perché si era rivolto a un appaltatore.

    Quin avvertì un'ondata di panico. «Posso lavorare da remoto da solo. Non mi serve aiuto. Né una babysitter. Giuro che non farò sforzi.»

    I fratelli lo guardarono in modo compassionevole. Farrell fece tintinnare le chiavi. «Ti conosciamo, amico. Esageri sempre, come se la forza di volontà bastasse a farti guarire. Be', non funziona così. Sei settimane non sono molte. E non ti abbandoniamo. Ti staremo più vicini di quanto immagini. Non è una condanna a vita.»

    Zachary sospirò. «Lo so che è difficile, Quin. Perdere papà. L'incidente. Le operazioni. Si vede che sei al limite. D'altra parte se seguirai le indicazioni del medico sarai un uomo nuovo.»

    Katie si era messa nei guai da sola quando aveva dato la sua parola a Farrell e Zachary.

    Farrell era il suo capo. Zachary le firmava gli assegni.

    Anche se i due le avevano dato libera scelta lei non se l'era sentita di dire di no. La Stone River Outdoors aveva bisogno di lei.

    Quinten aveva bisogno di lei.

    Si sentiva ansiosa, nonostante la bella giornata estiva.

    A Ellsworth, poco prima dell'affollata area turistica che includeva l'Acadia National Park, svoltò in una stradina secondaria fino a Stone River. Lì solo la gente del posto bazzicava quelle strade di campagna. Si vedevano soltanto foreste e campagne e pacifici laghetti.

    L'incombente incontro con Quinten la agitava, facendole sudare le mani strette al volante. Due anni prima erano stati insieme. Anche adesso la verità di quell'affermazione la frastornava.

    Quinten Stone era un uomo ricco, un atleta formidabile e un playboy. Dopo aver perso per un soffio la medaglia d'oro da ragazzo aveva continuato a gareggiare a livello mondiale. Sia lui che i suoi fratelli erano dei giramondo.

    Nonostante la forte attrazione tra lei e Quin le loro vite e i loro valori erano troppo diversi. Katie pensava che il denaro dovesse aiutare le persone. Quin sperperava la sua fortuna, anche per impressionare Katie.

    A lei non interessavano viaggi e regali, per quanto fossero belli. Aveva desiderato una relazione più profonda. In realtà Quin era uno degli uomini emotivamente più chiusi che avesse mai conosciuto. Un triste cliché, ma pur sempre vero.

    Quando il GPS perse il segnale fu costretta a concentrarsi sulla strada piuttosto che su Quin.

    Alla fine trovò l'incrocio. Katie non era mai stata in quella parte del Maine, tuttavia ne aveva visto degli scatti aerei. Tre spettacolari case costruite su promontori rocciosi che davano sul mare. Quasi due secoli prima un avo degli Stone aveva comprato un enorme tratto di bosco incontaminato e aveva dato il suo nome al torrente che si snodava attraverso la sua proprietà. Le successive generazioni avevano venduto gran parte del terreno, tuttavia i tre fratelli Stone erano ancora proprietari di parecchi acri. Amavano la loro privacy.

    Le avevano dato il codice di accesso per superare il cancello. La strada asfaltata doveva essere costata parecchio, però era necessaria. Oltre a Range Rover, Jeep e Quad i fratelli avevano varie macchine che necessitavano di strade ben tenute.

    La scelta di Quin era ricaduta su una Ferrari nera. Sexy da morire. Una volta, durante la loro breve relazione, aveva portato Katie a fare un giro con quel bolide a mezzanotte.

    Anche adesso Katie ricordava il vento che le sferzava le guance e il brivido che la percorreva ogni volta che Quin accelerava. Rideva e la prendeva in giro appena la vedeva sussultare.

    Poi avevano trovato un prato solitario e avevano fatto l'amore sul cofano ancora caldo.

    Katie trattenne il respiro e sentì i seni inturgidirsi. Tutto di Quinten Stone le era apparso perfetto, finché ignorava gli zeri alla fine del suo conto corrente e la sua incapacità di connettersi emotivamente con una donna.

    Mettere da parte quei dolorosi ricordi non sarebbe stato facile. Anzi, impossibile.

    La foresta risplendeva lussureggiante tutto intorno a lei. Frassini e pioppi, abeti e pini. Faggi e noci, ginepri e conifere. Non c'era da stupirsi se i fratelli Stone andavano lì ogni volta che potevano.

    Katie parcheggiò la sua Honda Civic accanto all'entrata e osservò la casa.

    La casa di Quinten.

    Era magnifica. Costruita con legno di cedro e pietra, era accoccolata in un bosco di sempreverdi. Enormi finestre incorniciavano la distesa dell'oceano e l'orizzonte.

    Quel giorno il mare era calmo.

    Nessuno venne ad accoglierla, anche se sospettava che la vecchia Toyota parcheggiata lì fuori appartenesse a qualche domestico. Salì piano le scale. Era nervosa.

    Erano passati quasi ventiquattro mesi da quando aveva rotto con Quinten. Nel frattempo si era sempre premurata di sapere quando lui era in ufficio, per evitare incontri imbarazzanti.

    Ovviamente al funerale del signor Stone, aveva parlato con lui. Quin era teso e provato, e usava ancora le stampelle per via dell'incidente. Le si era spezzato il cuore nel vederlo così. Avevano scambiato qualche parola, poi lei si era allontanata.

    Sapere che Quin aveva rischiato di morire l'aveva scossa profondamente.

    Adesso era lì, più di un anno dopo, pronta a entrare nella gabbia del leone. Scosse la testa: la gabbia del leone non era la metafora adatta per come si sentiva. Le persone temevano i leoni. Avevano paura di essere sbranate vive.

    Invece lei voleva vederlo. L'aspetto spaventoso era la sua totale mancanza di controllo quando si trattava di Quin.

    Era l'unico uomo che avesse mai desiderato. Pur sapendo che non era adatto a lei aveva dovuto usare tutta la sua forza di volontà per rompere con lui.

    Adesso stava per mandare all'aria i suoi sforzi. Ogni razionalità ridotta in polvere.

    Si avvicinò a una finestra e sbirciò all'interno. La casa sembrava deserta, anche se sapeva che non era così.

    Il padrone di casa c'era. Ed era per quello che le

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