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A proposito di Rita (eLit): eLit
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E-book149 pagine2 ore

A proposito di Rita (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Nate Morrow, avvocato di successo, è disposto a buttare la sua carriera alle ortiche pur di riconquistare la pace e i giusti valori che la vita frenetica della città sembra aver cancellato. Deciso a ricominciare tutto da capo, si trasferisce in provincia e la sua scelta cade su Hooperville. Gli abitanti della ridente comunità si dimostrano amichevoli ed espansivi... forse fin troppo! Sembra quasi che abbiano qualcosa in mente. Qualcosa che riguarda l'incantevole Rita, in dolce attesa e... senza un marito!



Titoli legati

1)Una culla piena di guai - A proposito di Bridget...

2)Fiocco rosa fuori programma - A proposito di Bridget...

3)Autostop per il paradiso - A proposito di Bridget...

4)A proposito di Rita - A proposito di Bridget...

5)Un affare ingombrante - A proposito di Bridget...
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2016
ISBN9788858959084
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    Anteprima del libro

    A proposito di Rita (eLit) - Gwen Pemberton

    successivo.

    Prologo

    «Cosa possiamo fare, tranne che portarla all'altare con un fucile puntato nella schiena?» Da dietro il bancone del suo ristorante Al osservava gli altri quindici membri dell'assemblea segreta di Hooperville, nell'Indiana.

    «Se non le vanno i ragazzi che scegliamo, nessun fucile le farà dire . E d'altronde chi la può biasimare?» Eva May incrociò le braccia come per escludere la possibilità di trovarsi un giorno in una situazione simile.

    «Abbiamo sentito che ieri sera è stato un vero disastro. Ha cacciato di casa quel poveretto a suon di scarpate!» esclamò Fred, lo scalpellino a riposo.

    «Si sarà preso delle libertà» ribatté sua moglie.

    «Nessuno sano di mente lo farebbe con Rita.»

    Nella stanza calò un silenzio tombale. Quindici persone cominciarono ad agitarsi sulle sedie, mentre le parole qualcuno l'ha fatto aleggiavano sottaciute nell'aria.

    Norm, il barbiere, si schiarì la gola. «Tutti i nostri sforzi finora hanno avuto lo stesso successo di un ombrello aperto per ripararsi da un tornado!» La voce gli si fece più acuta a ogni parola.

    I suoi compagni si girarono per zittirlo. Il problema di quegli incontri era che prima o poi diventavano così rumorosi da non essere più un segreto per l'intera città.

    «In tal caso le nostre scelte non sono del tutto appropriate» ribatté Al con voce roca mentre i mormorii si congiungevano di tavolo in tavolo come gli anelli di una catena.

    «Ma abbiamo provato con ogni provinciale che conosciamo.»

    Provinciale, era il termine spregiativo affibbiato dai residenti della zona nord della cittadina universitaria, divenuto una specie di nome di battaglia. Tuttavia non lo usavano mai fuori dal loro circolo massonico.

    «Anche con il nipote di Jake.»

    L'interpellato espresse il suo consenso con un grugnito. «Era interessato finché non ha sentito i dettagli della storia. Mi offrirei volontario io stesso, ma Rita non vorrà certo un vecchio come me.»

    «Solo la camminata verso l'altare ti farebbe venire un arresto cardiaco.»

    Il vecchio si sfregò la pelata sogghignando. «Be', cercherei almeno di sopravvivere fino a dopo la prima notte.»

    Eva May gli appioppò una pacca così forte che Jake per poco non cadde dalla sedia. Uno scroscio di risate inondò il ristorante ravvivandolo come se le luci si fossero tutte accese. In un angolo, le quattro sorelle Widow ridevano, le mani premute sulla bocca come pezze che occultavano un difetto su una delle loro trapunte. Anche Jake si sganasciava agitandosi tutto, mentre la chierica gli si infuocava.

    Al non poté fare a meno di unirsi all'allegro gruppo, ma inavvertitamente batté con forza il martelletto per frollare la carne contro il bancone in formica. Analizzò entrambe le superfici per valutarne i danni: quella rossa del bancone era già scheggiata e ammaccata e i chiodi in legno del martello erano smussati da anni di uso impietoso.

    Prima di parlare aspettò finché tutte le bocche non furono divenute linee rette e ogni paio d'occhi, anche quelli che non ci vedevano troppo bene, lo avesse messo a fuoco.

    «La ragazza più dolce e gentile che conosciamo ha un problemino. Dato che ognuno qui ha contribuito a crescerla, la responsabilità è di tutti. Ha bisogno del nostro aiuto, anche se non lo vuole ammettere. E io dico di incontrarci qui ogni lunedì sera finché non avremo trovato una soluzione per Rita.»

    Gemiti lamentosi ronzarono nell'aria, ma Al sapeva che si trattava più di un atteggiamento che di una vera protesta. I provinciali di Hooperville si sarebbero recati lì ogni santa sera della settimana, se fosse stato necessario.

    «Io... io non sono sicura che sia tanto importante» farfugliò Flo Widow abbassando la mano che aveva alzato non oltre l'orecchio. Le sue gote rosee facevano pendant con quelle delle tre matrone che le sedevano accanto. Al notò che tutte e quattro indossavano abitini con motivi floreali. Le sorelle Trapunta della zona est della città cominciavano ad assomigliare sempre più ai loro lavoretti artigianali. Al le fece segno di continuare.

    «Be', l'ho sentito da Betty... Pare che qualcuno abbia comprato il negozio di ferramenta di Harvey.»

    «Quale stupido lo farebbe? Soprattutto dopo che quel nuovo centro di casalinghi ha fatto uscire Harvey dal giro?»

    «Betty dice che è di Cincinnati...»

    «Uno stupido di città» aggiunse qualcuno.

    «E aprirà una ditta di impianti idraulici e termosifoni» continuò Flo.

    Un brusio si diffuse nella stanza, ma Al non si preoccupò di richiamare l'ordine. Al contrario, batté il martelletto sul palmo della mano mentre diversi scenari si susseguivano nella sua mente. E ognuno di loro terminava con Rita che veniva presa in braccio e portata all'altare.

    Un idraulico, pensò tra sé. Quel tipo non faceva proprio il genere di mestiere che Rita sognava. Con ogni probabilità non era neanche un intellettuale... E comunque quel genere di individui l'aveva già accalappiata causandole non pochi problemi.

    Carne fresca. Proprio ciò che ci voleva. Se la fortuna gli arrideva, quell'uomo era single, di buon cuore e passabile fisicamente. Non gli restava che distrarlo quanto bastava per farlo cadere nella loro trappola.

    1

    Sabato mattina il ristorante di Al si riempì di gente desiderosa di fare colazione a base di frittelle dolci e pettegolezzi.

    Quella di solito era una scena familiare e confortante per Rita Lynn, ma non quel giorno. Dopo sole tre ore di sonno agitato, il clangore amplificato dei piatti e delle posate le perforava la testa come un martello pneumatico. Per non parlare delle fischiettate stonate e incessanti di Al, che avevano la delicatezza della sirena di allarme di una fabbrica. Il parlottio confuso dei clienti l'assordava e gli odori della cucina l'avvolgevano come una coperta al profumo di fritto. La testa le girava e si sentiva nauseata da tutto.

    Al diavolo le mance extra, piatto forte del sabato. Quel giorno avrebbe preferito essere su Marte. Chiuse gli occhi e contò fino a dieci, fluttuando per qualche istante in un oceano di tranquillità. Ma quando li riaprì, i clienti e i miasmi del ristorante erano sempre lì.

    Benché fossero solo le sette e mezza, il ristorante era già inondato da una luce accecante. Rita si parò gli occhi con il blocco delle ordinazioni e sorrise allo zio Fred e alla zia Lottie, seduti uno di fronte all'altra sulle panche in similpelle rossa.

    «Come va?» le chiese Fred con gli occhi sul menù.

    «Hai un bel colorito» constatò Lottie lanciandole una rapida occhiata.

    Il sorriso di Rita svanì. In quel momento avrebbe scelto altri aggettivi per descriversi, ad esempio pallida, con gli occhi infossati e gonfi. Ma lei sapeva bene che quel bel colorito segnava l'inizio di una serie infinita di domande, che non riguardavano certo il menù.

    «Cosa hai fatto ieri sera?» esordì suo zio.

    «Lo sai bene. Sono rimasta a sentire il cugino di Martha Green che mi ha raccontato tutto quanto c'è da sapere sui vari tipi di vernici per la casa e sui loro tempi di asciugatura. Quando l'ho sbattuto fuori, il mio telefilm preferito era già finito ed ero troppo stanca per mettermi sui libri. Cosa volete mangiare?»

    Si assicurò di aver moderato la voce. Quella era la coppia che si era presa cura di lei durante la sua adolescenza, e non c'era motivo di ferirli con commenti viperini.

    «Sei sicura di poter stare in piedi tutto il giorno? Voglio dire... sei già di... quattro mesi?» azzardò Fred.

    «Due» lo corresse lei.

    «Santo cielo, a quattro mesi non avrei permesso a mia moglie neanche di lavare il pavimento» sbottò zio Fred.

    Lottie sbuffò. «Rita non ha bisogno di sentire le tue storielle. Inoltre ti ricordo che a quel tempo facevi ben due turni alla cava, lasciandomi tutta sola.»

    «Sì, ma non ti ho certo piantata in asso.»

    Il calcio assestato da Lottie negli stinchi del marito non passò inosservato.

    Quella era Hooperville. Si poteva accennare al problemino di Rita, ma ogni riferimento al fidanzato assente era tabù. Erano tutti convinti che Howard non sarebbe tornato, o che se lo avesse fatto non avrebbe voluto il bambino.

    Due mesi prima si era imbarcato in una spedizione nell'Europa orientale per condurre delle ricerche, e da allora Rita non aveva saputo più niente di lui. Le aveva detto che ogni tipo di comunicazione sarebbe stata difficile e forse era quello il vero motivo per cui non si era fatto sentire. Certo, in realtà non l'aveva abbandonata e di sicuro l'amava ancora. E avrebbe amato anche il bambino...

    «Cosa hai intenzione di fare, tesoro? Siamo tutti preoccupati, lo sai.» La domanda di Lottie la riportò bruscamente alla realtà.

    «Prima prenderò le vostre ordinazioni e poi le passerò ad Al.»

    Rita osservò il volto di Fred farsi cereo e le labbra carnose di Lottie ridursi a una linea ultra sottile. Piena di vergogna, prese a scrivere la loro solita ordinazione con mano tremante.

    Perché era stata così impertinente con quelle persone? Manifestavano soltanto la loro preoccupazione... Ed era quello il problema. Tutti in città erano al corrente della sua situazione e dispensavano consigli pretendendo di controllare la sua vita. Rita era stufa. A ventiquattro anni poteva benissimo mettersi e tirarsi fuori dai pasticci per conto proprio.

    Dopo aver fissato l'ordine sul supporto girevole per le comande, andò a pulire un tavolo nella parte posteriore del ristorante. Non appena aprì le tendine che i tre clienti avevano tirato, notò un assembramento di persone davanti al negozio di ferramenta di Harvey. Poi la porta si aprì, la folla si separò di netto come i denti di una cerniera lampo e un uomo mai visto prima apparve sul marciapiede.

    Lo straniero indossava un paio di jeans sbiaditi e bassi in vita e una t-shirt senza maniche che ne metteva in risalto la pelle abbronzata.

    «Il nuovo proprietario» la informò Al.

    Rita sussultò facendo cadere i piatti che teneva in bilico sul braccio. «Non sbucarmi di soppiatto alle spalle in questo modo!»

    «Ti pare che uno della mia taglia sia il tipo da agguati?» osservò lui battendosi lo stomaco che sporgeva dal grembiule come una pagnotta troppo lievitata.

    «Si chiama Nate Morrow.»

    «Chi?»

    «Be', vedo che non ti interessa. Comunque è un tipo molto industrioso. Era già al lavoro prima che aprissi il ristorante.» E ciò detto, Al raccattò i cocci e si dileguò in cucina.

    Lei scrollò le spalle e andò a buttare nella spazzatura i rimasugli dei piatti rotti. Poi controllò l'ordinazione di Fred e Lottie che Al stava finendo di

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