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Un angelo chiamato Shelly: Harmony Collezione
Un angelo chiamato Shelly: Harmony Collezione
Un angelo chiamato Shelly: Harmony Collezione
E-book165 pagine2 ore

Un angelo chiamato Shelly: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Jonathan Harbison è senza parole, tanto che per qualche attimo l'eterea visione che ha davanti scioglie la sua rabbia di dover rimanere immobile a causa di una gamba fratturata e ingessata. E poi sua cognata le aveva promesso un'infermiera "normale"... non bella da mozzare il fiato, bionda, truccata, elegantissima e con i tacchi a spillo! Anche Sherry McCormick è turbata dall'incontro dei loro sguardi, ma per poco. Appena vanno sul pratico, infatti, scoppia un litigio e lui urla che...

LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2015
ISBN9788858939932
Un angelo chiamato Shelly: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Un angelo chiamato Shelly - Kara Lennox

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Sassy Cinderella

    Harlequin American Romance

    © 2002 Karen Leabo

    Traduzione di Lucia Maria Rebuscini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-993-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Jonathan Hardison non capiva come fosse potuto accadere. Un attimo prima stava tranquillamente conducendo la mandria verso la radura in cui avrebbe pascolato durante l’inverno e un attimo dopo si sentì sbalzare di sella.

    Atterrò con violenza sul terreno e, per aggiungere il danno alla beffa, fu calpestato dal cavallo che lo aveva appena disarcionato.

    Il dolore fu immediato e lancinante, ma sul momento Jonathan non vi diede un grande peso: faceva il rancher da sempre e quella non era certo la prima volta che cadeva da cavallo.

    Mentre giaceva a terra respirando affannosamente, il suo aiutante gli si avvicinò per accertarsi che non avesse subito gravi danni. Cal Chandler lavorava con lui solo da pochi mesi, e a Jonathan aveva dato l’impressione di essere un tipo sveglio e competente.

    Fino a quel momento.

    Cal lo stava infatti fissando con espressione sgomenta.

    «Che cosa fai lì impalato?» sbottò Jonathan non appena riuscì a ritrovare la voce. «Dammi una mano ad alzarmi.»

    «Non credo sia una buona idea, capo» disse Cal con voce tremante, allontanando il cavallo di Jonathan. «Anzi, è meglio se stai lì fermo fino all’arrivo dell’ambulanza.»

    «Che cosa? Sei impazzito?» sbuffò Jonathan. Si sollevò su un gomito, ma si pentì immediatamente di averlo fatto quando vide che la sua gamba era piegata in modo innaturale.

    «Hai il cellulare?» gli chiese Cal.

    «È nella bisaccia» rispose lui prima di perdere i sensi.

    «Sarebbe potuta andare anche peggio» dichiarò Jeff il giorno seguente guardando il fratello, ricoverato al Mother Frances Hospital di Tyler. «Si tratta di un brutta frattura, ma il gonfiore sta già diminuendo.»

    «Bene, allora voglio tornare a casa» replicò Jon spazientito. Detestava stare immobilizzato in un letto.

    «Forse domani» disse Jeff. «A dire la verità, sono più preoccupato per la commozione cerebrale che per la frattura della tibia.»

    Oltre a essere il fratello minore, Jeff era anche il medico di Jonathan.

    «Domani un corno! Firmerò e mi farò dimettere!»

    «Siamo di pessimo umore, a quanto pare» intervenne Allison, la fidanzata di Jeff.

    Solo grazie alla sua presenza Jonathan si era trattenuto dall’aggredire verbalmente il fratello.

    «Saresti di pessimo umore anche tu se fossi costretta a indossare uno di questi assurdi camici che ti lasciano scoperto il didietro!»

    «Jon, non puoi tornare a casa adesso, dovrai prima imparare a usare le stampelle e...»

    «Macché stampelle! Sono perfettamente in grado di camminare anche con quest’affare!» protestò lui, picchiando sull’ingessatura che gli arrivava sopra il ginocchio.

    «Non puoi camminare, se gravassi con il peso sulla frattura, l’osso non si salderebbe» lo mise in guardia Jeff.

    Allora datemi queste benedette stampelle e fatemi uscire di qui!» inveì Jonathan, esasperato.

    «Forse domani» ripeté Jeff, in tono autoritario.

    Quel forse domani stava iniziando a dargli terribilmente sui nervi, pensò Jonathan.

    «Anche usando le stampelle avrai bisogno di qualcuno che ti dia una mano con i bambini» gli fece notare Allison, cauta.

    «Dei bambini si occuperà Pete» rispose Jonathan, riferendosi al nonno di ottantantuno anni.

    Pete aveva costruito il ranch partendo dal nulla, ma da anni si era ormai ritirato, affidandone la gestione ai tre nipoti. Continuava però a vivere al ranch e si prendeva cura dei figli di Jonathan: Sam di otto anni e Kristin di sette. Diceva che questo lo faceva sentire utile e Jonathan era ben contento della sua collaborazione, perché era divorziato e non avrebbe saputo come badare ai figli e al ranch se fosse stato solo.

    «Dimentichi che Pete e Sally si sposeranno sabato prossimo» gli rammentò Jeff.

    «Ah, già, è vero» mormorò Jonathan. E dopo il matrimonio, Pete e Sally Enderlin sarebbero partiti per una crociera di una settimana. «In qualche modo me la caverò.» Ma non sapeva proprio come.

    «Hai bisogno di una governante a tempo pieno, almeno per le prime settimane» gli suggerì Jeff.

    Jonathan guardò Allison con la speranza che si offrisse volontaria, pur sapendo che lei non avrebbe potuto farlo. Allison era l’unica dentista di Cottonwood, la piccola cittadina del Texas in cui vivevano tutti loro, e aveva uno studio bene avviato. Di certo non avrebbe potuto chiuderlo per una settimana.

    Allison ricambiò il suo sguardo, pensierosa. «Ho un’amica a Dallas che è infermiera» disse infine. «So che a dicembre inizierà un nuovo lavoro, ma per il momento è libera e sono certa che accetterebbe l’incarico.»

    «Ma io non ho bisogno di un’infermiera!»

    «Invece sarebbe l’ideale» lo contraddisse Jeff. «Sarei molto più tranquillo se ti sapessi nelle mani di una persona competente. Perché non la chiami, Allie?»

    Lei guardò Jonathan.

    «Dipende da te.»

    Jonathan non vedeva alternative. Una volta che l’infermiera si fosse resa conto che era in grado di badare a se stesso, lo avrebbe lasciato in pace e si sarebbe presa cura dei bambini. Suo malgrado, annuì.

    Soddisfatta, Allison aprì la borsa e prese il telefono.

    «Bene, allora telefono subito a Sherry.»

    Jeff la fissò allibito.

    «Sherry? Intendi dire Sherry McCormick, la pantera

    «Oh, Jeff, non essere così duro solo perché aveva una cotta per te!» lo redarguì Allison, cercando il numero sulla rubrica del cellulare.

    «Una cotta? Al convegno mi avrebbe sbranato se non ci fossi stata tu!»

    La pantera... interessante, pensò Jonathan.

    «È un’infermiera eccezionale» riprese Allison.

    «Non puoi chiedere a Sherry McCormick di venire a vivere a Cottonwood; una come lei non si adatterà mai alla vita del ranch!»

    «Che succede, Jeff? Temi che ti corra dietro di nuovo? Non preoccuparti, le è passata.»

    «E ora vuoi che importuni Jonathan?»

    Lei scosse la testa.

    «Jon non è il suo tipo, e comunque Sherry mi ha assicurato che non confonde mai il lavoro con il piacere.»

    «Perché non sarei il suo tipo?» chiese Jonathan. Da come parlavano di Sherry, pensò che potesse assomigliare a Rita, la sua ex moglie, tutta tacchi a spillo e profumi costosi. Il loro non era certo stato un matrimonio riuscito. Rita si annoiava a morte a Cottonwood e nemmeno i due figli erano riusciti a distrarla. Dopo pochi anni era tornata a New Orleans, la città in cui era nata, e ora vedeva i bambini solo un paio di volte all’anno.

    «Sherry ha un debole per i medici e gli avvocati» rispose Jeff. «Uomini con capi firmati e auto di lusso, in grado di garantirle gioielli e ristoranti esclusivi.»

    «Comunque sia, le storie d’amore non mi interessano. Se è davvero in gamba, telefonale e dille di venire.»

    Sherry McCormick attraversò incredula la piazza di Cottonwood. Quella piccola cittadina del Texas ricordava il set di un film ambientato nel mitico Far West.

    Un paese d’altri tempi, davvero adorabile con i suoi pittoreschi negozi e ristoranti, pensò Sherry incantata. Stentava a credere che nel duemila delle persone potessero davvero vivere in quel luogo isolato e fuori dal tempo, ma forse solo in un posto come quello ci si poteva sentire davvero a casa.

    Sherry non aveva mai provato quella sensazione. L’anno prima aveva acquistato un appartamento a Dallas, ma nonostante lo avesse arredato con estrema cura per renderlo il più possibile accogliente, continuava ad apparirle freddo, forse perché ci viveva da sola.

    Probabilmente quello era il suo destino. Sospirando, si lasciò alle spalle Cottonwood e seguì le indicazioni che le aveva dato Allison. Aveva cercato strenuamente di trovare un compagno, un uomo con cui condividere la sua vita, un uomo che l’amasse davvero, disposto a impegnarsi e a invecchiare insieme a lei, ma tutti i suoi sforzi erano stati vani. Aveva incontrato tanti uomini piacevoli, ma nessuno di loro aveva desiderato restare al suo fianco per più di qualche notte.

    Sherry era ormai abituata a vivere sola e sapeva di poter fare a meno di un uomo. Quello che davvero la rattristava era il pensiero di non avere figli. A trentun anni, non le restava più molto tempo. Per fortuna aveva il suo lavoro, una professione che amava e che le dava grandi soddisfazioni personali.

    La proposta di Allison non sarebbe potuta capitare in un momento migliore. Il mese seguente avrebbe iniziato a lavorare nello studio del miglior chirurgo estetico di Dallas, ma al momento era disoccupata e non navigava in buone acque, quindi aveva accettato con entusiasmo di fare da governante al proprietario del ranch Hardison e ai suoi due figli.

    Varcò con la sua Firebird il cancello della tenuta, e quando infine giunse in vista della casa, sgranò gli occhi ammirata. Si trattava di una grande costruzione a un solo piano in stile coloniale, circondata da pascoli e da qualche raro albero.

    Si augurò che anche all’interno fosse altrettanto gradevole, ma ne dubitava, dal momento che Allison le aveva detto che si trattava di una roccaforte maschile.

    La prospettiva di passare il tempo a lavare bagni e pavimenti non la allettava affatto, ma detestava lo sporco e il disordine e quindi non si sarebbe tirata indietro.

    Davanti all’abitazione erano posteggiati alcuni pick-up. La sua piccola auto sportiva appariva del tutto fuori luogo e Sherry si chiese che cosa avrebbe pensato Jonathan Hardison vedendola.

    Quando aveva chiesto ad Allison se anche Jonathan fosse attraente come il fratello minore, l’amica le aveva risposto che quando sorrideva era molto bello, ma che la cosa accadeva raramente, e Sherry si era fatta l’idea che non sarebbe stato un paziente facile.

    Prima di scendere dall’auto, si passò il rossetto sulle labbra, s’incipriò il naso e diede una sistemata con le mani ai vaporosi capelli biondi.

    Era pronta per affrontare lo scorbutico Jonathan!

    «È arrivata!» annunciò Sam, il figlio di otto

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