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Hunter (eLit): eLit
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E-book88 pagine1 ora

Hunter (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Fortune's Children 15
Hunter è un uomo molto impegnato, soprattutto perché sta dirigendo un'azienda in crisi. Tuttavia non può certo negare il proprio aiuto di fronte a un caso di rapimento, che coinvolge una bambina innocente e la sua bellissima madre...
LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2019
ISBN9788830505254
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    Anteprima del libro

    Hunter (eLit) - Linda Turner

    successivo.

    Prologo

    Tutta la famiglia era riunita nel salone della Fortune Corporation per celebrare l'ottantesimo compleanno di Kate. Kelly aveva fatto le cose in grande stile: prelibati manicaretti, vino d'annata e una affermata solista che cantava le più belle canzoni di Natale sul palco montato di fianco al grande abete scintillante. L'atmosfera era festosa e rilassata.

    Solo in un angolo, le mani nelle tasche e l'aria estraniata, Hunter osservava la folla di figli, nipoti e pronipoti che circondavano Kate, e si chiedeva che diavolo era venuto a fare. Tecnicamente faceva parte di quella famiglia, ma non si era mai sentito un Fortune, e non credeva di essere mai stato benaccetto da quelli che pure erano suoi parenti. A nessuno fa piacere accogliere un bastardo, in famiglia.

    Non che glielo avessero mai fatto pesare, per carità. I Fortune avevano troppa classe, per abbassarsi a tanto. Ma Hunter sapeva di essere il figlio della pecore nera della famiglia da quando aveva dodici anni, cioè da quando suo padre era venuto a sapere della sua esistenza. Era stato uno shock per tutti e due.

    Ripensando alla prima volta in cui aveva incontrato il suo vecchio, si ritrovò a sorridere. Da selvaggio mezzosangue qual era, Hunter gli si era fatto incontro e gli aveva piantato un pugno nello stomaco. Aveva appena seppellito sua madre Grace, e covava un profondo risentimento per Daniel che riteneva responsabile di quella morte, per tutti gli anni in cui lui e Grace avevano dovuto arrabattarsi e stringere la cinghia nella riserva, per tirare a campare. Forse il denaro dei Fortune avrebbe potuto rendere loro la vita più sopportabile; ma ora che sua madre era morta non aveva più importanza. Non gli importava che Daniel Fortune fosse suo padre, e non voleva avere niente a che fare con lui.

    Il tribunale però non aveva tenuto in alcun conto la sua opinione, e lo aveva affidato a Daniel. E questi, sia pure in ritardo, aveva cercato di fare il suo dovere di padre. Smanioso di vedere sempre posti nuovi, Daniel lo aveva portato con sé in giro per il mondo, mettendolo a contatto con mille culture: era stata quella la sua scuola.

    Ma pur avendo ereditato lo spirito nomade di suo padre, il loro rapporto non era mai stato facile: i troppi anni di separazione avevano impedito che si formasse tra loro un legame solido. Con il tempo, avevano chiuso le ostilità. Ora Hunter aveva accettato di portare quel cognome; ma continuava a sentirsi un intruso in quella famiglia. E sarebbe sempre stato così. Forse perché una parte di lui sarebbe sempre stata Hunter Aquila Solitaria, figlio della gente di sua madre.

    Allora perché era venuto a Minneapolis?

    Kate era una sua prozia, e sebbene Hunter le fosse affezionato, erano state pochissime le occasione in cui si erano incontrati, nel corso degli anni. Per quale motivo aveva tanto insistito con lui perché fosse presente alla festa?

    Lo chiese a Kelly, la segretaria di Kate, che vedendolo appartato gli si era avvicinata. La trovava simpatica. «Vuoi dirmi che sta succedendo, Kelly? Kate non fa mai niente senza una ragione. Perché mi ha voluto qui?»

    La giovane si strinse nelle spalle. «La conosci: lei adora i segreti. E poi perché non saresti dovuto essere qui? Fai parte anche tu della famiglia.»

    Hunter rispose con una specie di grugnito e avrebbe fatto un commento se Kate non avesse cominciato a distribuire i doni, come faceva tradizionalmente alle sue feste di compleanno. Hunter lo aveva sempre trovato buffo. Il compleanno era il suo, perciò sarebbe dovuta essere lei a ricevere i regali: invece si divertiva a farli ai suoi ospiti.

    «Hunter? Tocca a te. Kate vorrebbe parlarti un momento a quattr'occhi.»

    Credette di aver capito male; ma Kelly lo prese per un braccio e lo esortò a seguirlo fuori dalla sala.

    Kate lo raggiunse di lì a poco in una saletta privata. «Ho un regalo anche per te, Hunter. Penso che tu sia l'unica persona in grado di aiutarmi ad attuare un ambizioso progetto. L'anno scorso ho rilevato una impresa di costruzioni nel Wyoming che ultimamente, per vari motivi, sta avendo qualche difficoltà. Da diversi mesi a questa parte i rendiconti si chiudono con un passivo che comincia a farsi pesante, perciò ho pensato a te. Riporta il bilancio in pareggio entro la fine del prossimo esercizio, e la società sarà tua.»

    Hunter rimase a fissarla strabiliato. Non dubitò nemmeno per un istante di essere all'altezza di quel compito. Aveva lavorato nei posti più disparati: in vari cantieri edili in California, sulle piattaforme petrolifere del Mare del Nord, nelle foreste canadesi come tagliaboschi. Ma un anno... Riusciva a stare tre, quattro mesi al massimo in uno stesso posto prima di farsi prendere dalla smania di esplorare cosa ci fosse, al di là dell'orizzonte.

    Per questo tentennava. Ce l'avrebbe fatta a restare nel Wyoming per un anno intero?

    1

    Nell'attimo stesso in cui Naomi Windsong spalancò la porta della sua modesta abitazione e vide il poliziotto sulla soglia, si sentì il cuore in gola. Brutte notizie: glielo leggeva in viso. «L'avete trovata? Come sta? È ferita? Oh, Dio, che cosa le è successo?»

    L'agente Hawk avrebbe volentieri mandato qualcun altro a svolgere quella penosa incombenza. «Nossignora. Mi spiace, ma abbiamo rintracciato l'auto del signor Barker in una stradina dell'Elk Canyon. Ma di lui e della bambina...» Si strinse nelle spalle. «Non c'è nessuna traccia, purtroppo.»

    «Nell'Elk Canyon? Ma è una gola chiusa; non ci sono strade che portino da qualche parte. Perché James avrebbe dovuto lasciare la macchina laggiù?»

    «Forse sapeva che la sua auto sarebbe stata segnalata alla polizia nel momento in cui avesse portato via Laura dal nido, e ha pensato bene di disfarsene. Ha lasciato un veicolo di riserva in quel punto e si è diretto lì, dopo aver preso la bambina; così ha cambiato mezzo prima ancora che il rapimento venisse denunciato. Solo che adesso, non avendo la descrizione di questa seconda auto né il numero di targa, ci è impossibile rintracciarla.»

    «Quindi che fate, interrompete le ricerche? Quel mostro si porta via mia figlia e non fate niente?»

    Naomi era sull'orlo di una crisi di nervi, ma non riusciva a controllarsi. Erano trascorse quasi ventiquattr'ore da quando James aveva rapito Laura; ventiquattro orribili ore durante le quali non aveva potuto far niente, se non starsene seduta accanto al telefono sperando che lui chiamasse. Doveva chiamare, si ripeteva, per non impazzire. Se non altro per farle sapere che Laura stava bene.

    In effetti, il telefono

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