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Vittorio De Sica: Visioni di Cinema Quaderni di Visioni Corte Film Festival
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Vittorio De Sica: Visioni di Cinema Quaderni di Visioni Corte Film Festival
E-book90 pagine1 ora

Vittorio De Sica: Visioni di Cinema Quaderni di Visioni Corte Film Festival

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A 120 anni dalla nascita (Sora, 7 luglio 1901), Visioni Corte International Short Film Festival dedica al grande attore e regista Vittorio De Sica, uno dei padri del Neorealismo, una monografia che rientra in uno speciale omaggio nella decima edizione della manifestazione. Il secondo volume della collana Visioni di Cinema presenta al grande pubblico la lunghissima carriera da attore, prima di teatro e poi sul grande schermo con più di 150 film, e a seguire quella da regista con 36 lungometraggi. Il presente volume – realizzato grazie ai contributi di Giuseppe Cozzolino, Alessandro Izzi, Domenico Livigni, Gordiano Lupi e Roberta Verde – racconta alcuni aspetti della personalità eclettica di Vittorio De Sica, un autore da far scoprire alle nuove generazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2021
ISBN9788833468778
Vittorio De Sica: Visioni di Cinema Quaderni di Visioni Corte Film Festival

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    Anteprima del libro

    Vittorio De Sica - AA. VV.

    quaderni-desica_fronte.jpg

    Visioni di Cinema

    Quaderni di Visioni Corte Film Festival

    Vol. 2 VITTORIO DE SICA

    a cura di Giuseppe Mallozzi

    Direttore di Redazione: Jason R. Forbus

    Progetto grafico e impaginazione di Sara Calmosi

    ISBN 9788833468778

    Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2021©

    Saggistica – Cinema

    www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com

    È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    visionicorte

    Visioni di Cinema

    Quaderni di Visioni Corte Film Festival

    VITTORIO DE SICA

    AliRibelli

    Introduzione

    A 120 anni dalla nascita (Sora, 7 luglio 1901), Visioni Corte International Short Film Festival dedica al grande attore e regista Vittorio De Sica una monografia che rientra in uno speciale omaggio nella decima edizione della manifestazione. Il secondo volume della collana Visioni di Cinema, i quaderni di approfondimento che il nostro festival ha avviato grazie all’editore Ali Ribelli, vuole presentare al grande pubblico la lunghissima carriera da attore, prima di teatro e poi sul grande schermo con più di 150 film, e a seguire quella da regista con 36 lungometraggi.

    Vittorio De Sica è stato uno dei padri del Neorealismo. Ha vinto quattro premi Oscar. Nella recitazione si è distinto soprattutto come attore brillante, con la sua leggerezza e la sua simpatia naturale. Ma era un grande attore drammatico. Basti pensare al film Il generale della Rovere del 1959, di un altro grande regista, Roberto Rossellini, che seppe dirigerlo in quella che forse è stata la sua migliore prova.

    Con le sue opere ha segnato la storia del cinema italiano e mondiale. Pochi registi sono stati capaci, come lui, di dirigere l’attore, di guidarlo, di portarlo per mano al risultato voluto. Giocatore accanito, si dice abbia dissipato una fortuna ai casinò. Non andava in vacanza se non ce n’era uno nelle vicinanze. La sua vita privata è stata leggendaria: per anni si è diviso tra le sue due famiglie, festeggiando tutto due volte, Natale, Pasqua ed ogni ricorrenza importante. Amatissimo dai figli, dal pubblico, dai napoletani che lo hanno sempre considerato uno di loro benché fosse nato in Ciociaria. Era un tifoso accanito del Napoli.

    Questo è il carattere unico della figura di Vittorio De Sica. Essere stato attore, cantante, regista, frequentando sia il repertorio serio che quello leggero e brillante, arrivando a toccare le vette più alte dell’opera d’arte cinematografica. Il cinema di De Sica racconta la giovane Italia, regno unito da cinquant’anni appena, come la borghesia italiana abbia tentato di assumere l’egemonia culturale del Paese attraverso il genere della commedia. E nessuno meglio dell’attore ciociaro è stato in grado di incarnare usi e costumi, pregi e difetti degli italiani dell’epoca.

    Il presente volume – realizzato grazie ai contributi di Giuseppe Cozzolino, Alessandro Izzi, Domenico Livigni, Gordiano Lupi e Roberta Verde – racconta alcuni aspetti della personalità eclettica di Vittorio De Sica, un autore da far scoprire alle nuove generazioni.

    Giuseppe Mallozzi

    Sommario

    Gordiano Lupi

    120 anni di Vittorio De Sica

    Roberta Verde

    Vittorio, un cantattore degli anni Trenta

    Giuseppe Cozzolino e Domenico Livigni

    Totò e De Sica: al di là delle occasioni mancate

    Alessandro Izzi

    Dai sequestrati di Altona al giardino-ghetto dei Finzi Contini. De Sica e la Shoah

    Biografia

    Filmografia

    Gordiano Lupi

    120 anni di Vittorio De Sica

    Vittorio De Sica (Sora, 1901-Parigi, 1974) è un regista e attore italiano così importante da rendere complesso ogni tentativo di sintesi. De Sica comincia con il teatro comico-brillante, si afferma nel cinema come attore amoroso e gira le prime pellicole sentimentali seguendo la lezione di Mario Camerini (Rose scarlatte, 1940; Teresa Venerdì, 1941; Un garibaldino al convento, 1942). Vittorio De Sica incontra lo sceneggiatore Cesare Zavattini e insieme formano un binomio indissolubile che realizza grandi cose nel cinema italiano. Tra le migliori citiamo il melodrammatico I bambini ci guardano (1943), gli indimenticabili capolavori neorealisti Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948), la favola surreale Miracolo a Milano (1951) e quello stupendo apologo sulla vecchiaia che è Umberto D (1953). Tutti film che sono pietre miliari del cinema italiano. In tono dimesso Stazione Termini (1953), Il tetto (1956), mentre De Sica torna a livelli di grandezza con l’ironico L’oro di Napoli (1954, ispirato ai racconti di Marotta) e con il melodrammatico La ciociara (1960), tratto dal bel romanzo di Alberto Moravia. Tra i suoi lavori memorabili va citato Il giardino dei Finzi Contini (1971), premio Oscar per il miglior film straniero, dal grande romanzo di Giorgio Bassani, sulle vicissitudini di una famiglia ebrea a Ferrara e sulle leggi razziali. De Sica lavora molto anche come attore, ma come regista resta prigioniero dei suoi capolavori, perché la critica snobba l’onesto artigianato di pellicole interessanti girate negli anni Sessanta-Settanta. Citiamone alcune: Il giudizio universale (1961), I sequestrati di Altona (1962), Il boom (1963), Ieri, oggi, domani (1963), Matrimonio all’italiana (1964), Caccia alla volpe (1966), Un mondo nuovo (1966), Amanti (1968), I girasoli (1969), Lo chiameremo Andrea (1972), Una breve vacanza (1973) e Il viaggio (1974). Tra le prove da attore, indimenticabile il maresciallo dei carabinieri in Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini, ma anche l’interpretazione da protagonista ne Il generale Della Rovere (1959) di Roberto Rossellini.

    Vittorio De Sica è regista e interprete di significativi film neorealisti, così come Zavattini è l’ideatore di tanti soggetti che hanno come caratteristica comune l’analisi del sentimento. Roberto Rossellini è il regista civile dell’impegno politico che testimonia sofferenza umana e storia quotidiana, Vittorio De Sica è il regista dei sentimenti che utilizza tipi al posto di attori per fare il suo discorso cinematografico. Nel cinema italiano non c’è mai stato un personaggio completo come Vittorio De Sica, inimitabile come attore dotato di eleganza e fascino, ma al tempo stesso regista capace di indagare all’interno dell’animo umano. La porta del cielo (1945) è un primo esempio della sua poetica neorealista, girato a Roma nei sette mesi a cavallo della liberazione

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