Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni
Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni
Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni
E-book505 pagine5 ore

Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Le migliori camminate in città, campagna e fuori porta

Roma, capitale d’Italia e “Città Eterna”, sembra perennemente in bilico tra giudizi diametralmente opposti. Per secoli, viaggiatori illustri come Goethe, Stendhal, Andersen e Shelley hanno celebrato la storia e i monumenti dell’Urbe insieme alla dolcezza dei paesaggi della Campagna Romana. Questa guida è un invito a esplorare la città per scoprirla nel modo più ecologico, e cioè a piedi.
Alcuni itinerari sono a tema, come quelli dedicati al Barocco, alla Repubblica Romana o ai palazzi del potere. Altri prevedono passeggiate in aree verdi più o meno note, all’interno o immediatamente all’esterno del Raccordo Anulare.
Per chi ama passeggiate più impegnative, non mancano i suggerimenti per gite fuori porta, verso i laghi e le montagne che distano solo poche ore da Roma e che offrono percorsi per qualche ora di buon trekking.

Esplorare a piedi la Capitale? Si può fare!

Hanno scritto dei suoi libri:

«Un libro pieno di curiosità, idee e aneddoti.»
Il Venerdì

«Itinerari insoliti tra cammini e sentieri, alla scoperta di meraviglie nascoste.»
Il Messaggero

«Chi ha in programma un viaggio, dovrebbe portare con sé questa ricca guida per scoprire un territorio di tesori e angoli incantati.»
Famiglia Cristiana

«Una nuova guida per chi vuole scoprire passo dopo passo le bellezze nascoste del nostro paese.»
Starbene
Stefano Ardito
È una delle firme più note e prestigiose del giornalismo di montagna e viaggio. I suoi reportage compaiono sulle maggiori testate italiane. È autore di numerosi libri e guide sulle montagne d’Italia e del mondo e di una cinquantina di documentari. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 storie di montagna che non ti hanno mai raccontato, 101 luoghi archeologici d’Italia dove andare almeno una volta nella vita, Le grandi scalate che hanno cambiato la storia della montagna, Cammini e sentieri nascosti d’Italia, Le esplorazioni e le avventure che hanno cambiato la storia, Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni. Nel 2015 ha vinto il Premio Cortina Montagna.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mag 2020
ISBN9788822747198
Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni

Leggi altro di Stefano Ardito

Autori correlati

Correlato a Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni

Titoli di questa serie (100)

Visualizza altri

Ebook correlati

Viaggi per interessi speciali per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni - Stefano Ardito

    parte prima

    LA CITTÀ E LA SUA STORIA

    Il Foro Romano, il Campidoglio e il Colosseo, secondo le statistiche più recenti, vengono visitati ogni anno da oltre sette milioni di persone. Numeri analoghi registrano altre mete famose come piazza Navona, il Pantheon, piazza San Pietro e piazza del Popolo.

    Sulla scalinata di piazza di Spagna i vigili urbani, con sforzo degno di miglior causa, tentano ogni giorno di non far sedere i turisti sui gradini. Intorno alla Fontana di Trevi, tranne che all’alba o nelle giornate di pioggia intensa, si addensa sempre una folla di persone.

    Camminare a Roma, però, non è sempre così difficile. Chi sceglie di seguire i nostri itinerari, può passare in poco tempo dal traffico e dai marciapiedi affollati tra piazza Vittorio, la Stazione Termini e piazza Esedra, alla relativa tranquillità del Gianicolo, della Suburra, dell’Aventino, della parte meno caotica di Trastevere e della Garbatella.

    Certo, per milioni di persone che arrivano da lontano, Roma è soprattutto il suo centro storico, con qualche appendice come la via Appia Antica. Anche a loro, se il tempo non è tiranno, consigliamo però di cimentarsi in una camminata in aree più periferiche.

    Testaccio, che da qualche anno va di moda, merita una passeggiata al vecchio Mattatoio e al Cimitero Acattolico, con le sue tombe di viaggiatori, artisti, politici e scrittori. Nelle vie di Tor Pignattara vive un mosaico di etnie che ricorda Londra o Parigi. Al Quadraro o a Tor Marancia si vive immersi nell’arte di strada, e può capitare di trovarsi di fronte i murales dipinti da artisti famosi.

    L’eur, che è prima di tutto un luogo di lavoro, merita una passeggiata per osservare gli edifici voluti dal Fascismo (il Colosseo quadrato su tutti), ma anche le opere più moderne come la Nuvola, il Centro congressi disegnato da Massimiliano Fuksas.

    L’Abbazia delle Tre Fontane, a mezz’ora di cammino dall’obelisco di piazza Guglielmo Marconi e dal Laghetto, consente di immergersi, un po’ a sorpresa, in un’atmosfera silenziosa e di serenità. Tra infiniti scorci e sorprese, ognuno può trovare la sua Roma.

    1.

    DAL CAMPIDOGLIO AL FORO

    ROMANO E AL COLOSSEO

    Mezz’ora da piazza Venezia al Foro Romano

    Un’ora dal Foro Romano al Colosseo

    Un’ora dal Colosseo a piazza Venezia

    3 chilometri

    Visite: Musei Capitolini, Carcere Tulliano, Foro Romano e Palatino, Colosseo, Fori Imperiali

    «Roma è la capitale del mondo svanito». Così, nel 1818, il poeta inglese Percy Bysshe Shelley sintetizzava il fascino del cuore antico della città, che si estende tra il Campidoglio, il Palatino e il Colosseo. Prima e dopo di lui, decine di poeti e scrittori provenienti da tutto il mondo hanno cantato la bellezza di questi luoghi.

    La stessa cosa, più modestamente, fanno ogni giorno le migliaia di turisti che percorrono il selciato della via Sacra nel Foro Romano, le rampe che salgono al Campidoglio, i viali del Palatino e le ripide scalinate del Colosseo. Sotto i loro piedi e davanti ai loro occhi, il centro di Roma racconta trenta secoli di storia.

    Camminare in questi luoghi consente di trovarsi a tu per tu con personaggi conosciuti sui libri di storia o al cinema come Giulio Cesare, che ha fatto costruire il Tempio di Marte Ultore, o come Nerone, a cui viene tradizionalmente attribuito l’incendio che ha distrutto il Foro (e buona parte di Roma) nel 64 d.C.

    Si deve a Silla il gigantesco Tabularium, un palazzo eretto sul Campidoglio nel 78 a.C. su cui poggia l’attuale Palazzo Senatorio. Mentre Augusto edificò sul Palatino la residenza degli imperatori e nel ii secolo d.C. Traiano fece costruire il più imponente dei Fori imperiali e i vicini Mercati Traianei.

    Sul Palatino aleggia l’ombra di Romolo, una figura mitica che proprio qui avrebbe fondato la città nel 753 a.C. In realtà, secondo gli archeologi, i primi insediamenti nella valle dove più tardi si sarebbe formato il Foro risalgono invece al xiv secolo a.C.

    Tra i personaggi storici che hanno lasciato un segno tra Foro, Campidoglio e Palatino, si deve citare Tarquinio Prisco, terz’ultimo dei tradizionali re di Roma, che fece scavare la Cloaca Massima, prosciugò la valle che prima era paludosa e permise ai villaggi dei colli di unirsi in una vera e propria città.

    Altrettanto importante è stato l’intervento di Vespasiano, il capostipite dei Flavi, che accanto al Foro costruì il Colosseo (o Anfiteatro Flavio) e l’Arco di Tito, con i bassorilievi dedicati al saccheggio di Gerusalemme. Due secoli e mezzo dopo, nel 315 d.C., Costantino fece erigere a pochi metri di distanza dal Colosseo il più celebre degli archi trionfali di Roma.

    I cristiani, da duemila anni, si raccolgono in preghiera nel Carcere Tulliano (o Mamertino) posto al margine del Foro romano, dove secondo la tradizione furono rinchiusi, prima del martirio, San Pietro e San Paolo. Nel 1563 Michelangelo Buonarroti, su incarico di Papa Paolo iii, ridisegnò il Campidoglio, che riacquistò un ruolo importante nella Roma dei Papi. Oggi è difficile, nell’andirivieni dei turisti, rendersi conto che per secoli il Foro e il Campidoglio, indicati rispettivamente come Campo Vaccino e Monte Caprino, sono stati percorsi dal bestiame al pascolo.

    Marmi e travertini recuperati dai monumenti antichi sono stati riutilizzati in decine di chiese e palazzi.

    In mezzo a tanto abbandono, spicca l’intervento del cardinale Alessandro Farnese, che nel 1550, tra i resti dei palazzi imperiali, diede vita agli Horti Farnesiani, il primo giardino botanico del mondo. Gli scavi archeologici, iniziati due secoli fa, proseguono ancora oggi in tutta l’area di cui ci stiamo occupando.

    immagine

    Il Foro Romano dalle pendici del Campidoglio.

    Tra il 1931 e il 1933 fu abbattuta parte della Roma medievale per portare alla luce i Fori Imperiali, poi in parte ricoperti per creare la via dell’Impero (oggi dei Fori Imperiali), destinata a ospitare le parate del regime. Accanto alla via, alcune mappe in travertino mettevano a confronto l’espansione di Roma con quella dell’Italia fascista.

    Ma anche dopo la caduta di Mussolini la storia del cuore antico di Roma è continuata, e tra gli anni Settanta e Ottanta gli eventi dell’Estate Romana, ideati dall’assessore Renato Nicolini e ospitati nella Basilica di Massenzio, hanno ricreato un rapporto tra i romani e la città durante i difficili anni di piombo.

    Più di recente, la limitazione del traffico sui Fori Imperiali ha reso più piacevole camminare nel cuore antico di Roma. La domenica la strada è riservata ai pedoni e alle bici, e anche il Parco di Colle Oppio, finalmente, ha iniziato a essere recuperato dal degrado. I cantieri della nuova stazione della Metro C dureranno a lungo, ma sono un segno di speranza e di futuro.

    Come in altri itinerari di questa guida, i tempi della camminata sono solo indicativi, e possono essere prolungati dalle soste per ammirare i monumenti.

    L’esplorazione del Campidoglio, del Foro, del Palatino e del Colosseo, infatti, può richiedere dei giorni. Ma non c’è bisogno di studiare ogni pietra antica e ogni tempio, per capire che questa è una delle passeggiate più belle del mondo.

    L’ACCESSO

    Piazza Venezia, cuore geografico di Roma, si raggiunge con decine di bus atac, o con il tram n. 8. Di giorno la zona è chiusa alle auto private, e parcheggiare è impossibile. Chi arriva in centro con la Metro B, può scendere al Colosseo e iniziare da lì la passeggiata.

    Da Palazzo Venezia si raggiunge piazza San Marco e si costeggia a destra l’Altare della Patria, l’imponente monumento a Vittorio Emanuele ii che ospita i resti del Milite Ignoto (di cui ci occupiamo nell’itinerario successivo).

    Si prosegue su via del Teatro di Marcello, si supera la base della scalinata che sale alla chiesa di Santa Maria di Aracoeli e subito dopo si imbocca la rampa (detta la Cordonata) disegnata da Michelangelo Buonarroti, sorvegliata dalle grandi statue dei Dioscuri. A sinistra, un piccolo monumento ricorda Cola di Rienzo, tribuno della Roma del Trecento.

    Alla fine della salita si entra in piazza del Campidoglio, chiusa dal Palazzo Senatorio realizzato dallo stesso Michelangelo sui resti del Tabularium, l’archivio dello Stato romano trasformato in fortezza medievale, fiancheggiato a destra dal Palazzo dei Conservatori e a sinistra dal Palazzo Nuovo.

    La statua dell’imperatore Marco Aurelio che campeggia al centro della piazza è solo una copia, e l’originale è custodito nel Museo Capitolino. A sinistra del Palazzo Senatorio, una colonna sorregge l’altrettanto celebre Lupa.

    Sulla sinistra della piazza c’è l’ingresso dei Musei Capitolini, una delle raccolte archeologiche più affascinanti del mondo. Una rampa che sale a destra al termine della Cordonata raggiunge la Terrazza Caffarelli, la buvette dei Musei dove si può accedere gratuitamente.

    Si torna al Palazzo Senatorio e dalla statua della Lupa si scende pochi metri fino a un belvedere, dove ci si affaccia sul Foro. Una scalinata conduce alle chiese di San Giuseppe dei Falegnami e dei Santi Luca e Martina e all’ingresso del Carcere Tulliano (o Mamertino), che ha ospitato tra i suoi detenuti illustri San Pietro, San Paolo e i rivali sconfitti di Roma, come Vercingetorige e Giugurta.

    Il Clivo Argentario, che conserva un tratto di lastricato antico, porta a via dei Fori Imperiali, che va seguita verso destra. Lungo la spianata (via della Salaria Vecchia) si arriva alla biglietteria e all’ingresso principale della zona archeologica.

    Si entra così nel Foro Romano, ai piedi delle colonne del Tempio di Antonino e Faustina, e da qui sulla destra si raggiunge il selciato della via Sacra e ci si inoltra nella grande piazza del Foro. Più avanti si lascia sulla destra la Curia (che ospitava il Senato), si superano i Rostra (le vecchie tribune) e si raggiungono l’Arco di Settimio Severo, del 203 d.C., e i resti del Tempio della Concordia. A sinistra sono visibili le slanciate colonne del Tempio di Saturno. Dominano la zona il Tabularium e il Campidoglio.

    Si torna indietro fino all’ingresso del Foro e si passa ai piedi del Tempio di Antonino e Faustina, poi si lasciano a destra il Tempio di Vesta, il Tempio di Augusto e l’Oratorio dei Quaranta Martiri. Dopo si costeggiano la Necropoli Arcaica e il Tempio di Romolo e ci si avvicina alla Basilica di Costantino (o di Massenzio).

    Una salita di fronte alla chiesa di Santa Maria Nova (o Santa Francesca Romana), affiancata da un bel campanile romanico, porta all’Arco di Tito, altro belvedere sul Foro. Un bassorilievo ricorda il sacco di Gerusalemme del 70 d.C. Sorvegliano la zona, da sinistra, le arcate della Basilica di Massenzio.

    A destra dell’Arco inizia la salita verso il Palatino. Il viottolo arriva agli Horti Farnesiani, il più antico giardino botanico del mondo creato a partire dal 1550, quindi si va a destra e oltre il Foro si prosegue verso le rovine del Palazzo dei Flavi, lo Stadio e l’Antiquarium, oltre il quale ci si affaccia sul Circo Massimo. L’accesso alla cosiddetta Capanna di Romolo è attualmente interdetto a causa degli scavi in corso.

    Tornati all’Arco di Tito, l’ultimo tratto selciato della via Sacra porta alla piazza del Colosseo al cui centro sorge il più celebre anfiteatro del mondo antico, per ammirare il quale conviene spostarsi sulla destra oltre l’Arco di Costantino.

    L’interno del Colosseo (o Anfiteatro Flavio) emoziona soprattutto per le dimensioni delle sue arcate e dei suoi sotterranei (oggi in buona parte scoperti), che accoglievano animali da circo, gladiatori e inservienti. Da qualche anno è possibile salire fino alle tribune più alte.

    immagine

    L’Arco di Costantino e il Colosseo.

    La struttura antica, dopo quindici secoli di abbandono, è stata ristrutturata nell’Ottocento dagli architetti Raffaele Stern, Giovanni Valadier e Luigi Canina. La piccola chiesa di Santa Maria della Pietà, inserita in una delle arcate, ricorda i cristiani martirizzati nel Colosseo.

    Intorno all’anfiteatro turisti di ogni nazionalità, venditori e finti gladiatori in costume, creano un bazar non sempre piacevole. Ma è sufficiente allontanarsi di qualche metro per ammirare la bellezza di queste antiche pietre senza venire troppo disturbati.

    Si lascia il Colosseo e attraverso il viale della Domus Aurea, che sale a destra della fermata della Metro B, ci si addentra nel Parco di Colle Oppio, che offre altre splendide vedute sul Colosseo. Al primo incrocio si va a sinistra dove c’è la Fontana delle Anfore, poi ancora a sinistra lungo gli imponenti ruderi delle Terme di Traiano.

    Più avanti si arriva all’ingresso della Domus Aurea, la villa costruita da Nerone dopo l’incendio di Roma, della quale al momento è in corso il restauro. Un viale fiancheggiato da alti pini e una discesa riportano al Colosseo, che da questa parte (e in particolare da largo Agnesi) offre un colpo d’occhio perfetto.

    Tornati ai piedi dell’anfiteatro, si continua verso piazza Venezia seguendo via dei Fori Imperiali, ristretta all’inizio dal cantiere della linea C della Metro. A sinistra ci sono la Basilica di Massenzio e la chiesa di Santa Francesca Romana. Dopo l’incrocio con via Cavour, ci si affaccia sul Foro di Augusto e su quello di Traiano.

    Alla fine di questo tratto si scopre la Colonna Traiana con i suoi meravigliosi bassorilievi, che raccontano le guerre combattute dalle armate romane tra il 101 e il 106 d.C. per conquistare la Dacia, l’odierna Romania. Proprio di fronte si trova la chiesa di Santa Maria di Loreto, costruita a partire dal 1507 su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane.

    Salendo a destra sulla scalinata di via Magnanapoli, si raggiunge via iv Novembre e sulla destra si entra nei Fori Imperiali, che stupiscono per la vastità dei loro ambienti e offrono altri straordinari affacci sui Fori e sull’Altare della Patria, che da qui sembra un po’ meno gigantesco. Terminata quest’ultima visita si ritorna a piazza Venezia.

    2.

    I PALAZZI DELLA POLITICA E DEL POTERE

    Un’ora da piazza Venezia a piazza Colonna

    Un’ora e un quarto da piazza Colonna a piazza Venezia

    4 chilometri

    Visite: Museo del Risorgimento, Museo Nazionale di piazza Venezia, Scuderie del Quirinale (mostre temporanee), Museo Nazionale d’Arte Antica, Pantheon

    Roma caput mundi, Roma ladrona, Roma capoccia. Anche senza cercare citazioni nei versi di Giuseppe Gioachino Belli e di Trilussa, è facile scoprire che di questa città, nei secoli, è stato detto di tutto. Ci hanno messo lo zampino il cinema, il dialetto, la cucina, la musica e lo sport. Ma a rendere ostili molti nei suoi confronti, dal 1870 in poi, è stata soprattutto la politica.

    La nostra passeggiata tra i palazzi del potere inizia da piazza Venezia, cuore e crocevia di Roma che segna il confine tra la città rinascimentale e barocca, la Roma umbertina che ospita il Quirinale e il Viminale e la grande area archeologica del Colosseo e dei Fori.

    Sorvegliano piazza Venezia due monumenti molto diversi tra loro, legati alla storia del Novecento. Il gigantesco Altare della Patria (o Vittoriano), una montagna di marmo che nasconde il Campidoglio, è stato costruito tra il 1885 e il 1911 per onorare re Vittorio Emanuele ii. Generazioni di romani lo hanno soprannominato impietosamente la macchina da scrivere.

    La scelta degli architetti Ferrari, Piacentini e Sacconi di usare il marmo di Botticino, presso Brescia, invece del travertino della vicina Tivoli, ha scatenato accese polemiche tra la Capitale e il Nord, e per far posto al monumento sono stati abbattuti case e palazzetti medievali.

    Il 4 novembre 1921 è stato sepolto qui il Milite Ignoto, un combattente italiano caduto nella Grande Guerra di cui non si conosce il nome. Il suo feretro è stato portato a Roma in treno, e al suo passaggio hanno assistito milioni di persone.

    Da allora, il monumento è indicato anche come Vittoriano. Grazie a Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, il monumento è stato aperto al pubblico e si è riavvicinato alla vita dei romani.

    L’austero Palazzo Venezia, costruito tra il 1455 e il 1467 per il cardinale veneziano Pietro Barbo, ha ospitato per secoli l’ambasciata della Serenissima presso lo Stato Pontificio. È diventato un palazzo del potere durante il Fascismo, quando Mussolini lo ha scelto come quartier generale. Il Duce lavorava nella Sala del Mappamondo e pronunciava dal fatidico balcone i suoi discorsi, inclusa la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 alla Gran Bretagna e alla Francia.

    Da piazza Venezia la passeggiata tocca molti altri palazzi del potere, luoghi che milioni di italiani hanno imparato a riconoscere grazie ai telegiornali.

    Si inizia con Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, e si prosegue con il Quirinale, la reggia dei Papi, dei Savoia e oggi dei Presidenti della Repubblica, che si affaccia su uno straordinario panorama.

    Come il Quirinale, anche Palazzo Chigi (che ospita il Governo), Palazzo Madama (il Senato) e il Palazzo di Montecitorio (Camera dei Deputati) dimostrano la capacità della Roma post-unitaria di insinuarsi nella città rinascimentale e barocca, e di riutilizzarne gli edifici. Un processo architettonico, certo, ma anche politico e culturale.

    immagine

    Montecitorio, il palazzo e l’obelisco egizio.

    Dal Quirinale, la passeggiata tocca le sedi dei principali organi dello Stato e si concede soste dedicate alla memoria di fronte alla tomba di re Vittorio Emanuele ii (nel Pantheon) e a via Caetani, dove è stato trovato il cadavere di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse.

    Prima di chiudere l’anello, si toccano le ex-sedi del pci e della dc. in via delle Botteghe Oscure e in piazza del Gesù. Sic transit gloria mundi, dicevano i padri della Chiesa.

    L’ITINERARIO

    Piazza Venezia, cuore geografico di Roma, si raggiunge con decine di bus atac, o con il tram n. 8. Di giorno la zona è chiusa alle auto private, ma parcheggiare è quasi impossibile anche nei giorni festivi.

    Domina la piazza l’Altare della Patria (con la grande statua in bronzo di re Vittorio Emanuele ii). che si raggiunge con delle strisce pedonali che intimoriscono i turisti. Oltre la cancellata è visibile la tomba del Milite Ignoto, presidiata da sentinelle in armi. Quindi si prosegue verso le terrazze superiori.

    Un portale dà accesso alle enormi sale interne, che ospitano il Museo del Risorgimento e alcune mostre temporanee. Dalle terrazze tra l’Altare della Patria e il Campidoglio si raggiunge in ascensore quella che corona il monumento, uno splendido belvedere su Roma.

    Il Vittoriano fa sembrare piccolo Palazzo Venezia, e il fatidico balcone da cui parlava Mussolini, affacciato su un’affollata fermata di bus, oggi ha ben poco di imponente.

    Il Museo di Palazzo Venezia, che si raggiunge da via del Plebiscito, è un’interessante raccolta di arte rinascimentale e barocca. I luoghi legati alla storia del Fascismo, invece, si visitano solo in occasioni speciali.

    Si sale da via iv Novembre, si passa davanti ai Mercati Traianei, si aggira la rotatoria di largo Magnanapoli e ci si affaccia su via Nazionale, la prima grande arteria della Roma umbertina. Subito dopo, sulla destra, c’è Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia. Costruito tra il 1886 e il 1892 in stile neorinascimentale, ha preso il nome dal suo progettista, l’architetto romano Gaetano Koch.

    Attraversata via Nazionale, con via xxiv Maggio si arriva a piazza del Quirinale con al centro l’imponente Fontana dei Dioscuri, un gruppo scultoreo che raffigura Castore e Polluce ed è sovrastato da un obelisco egizio proveniente dal Mausoleo di Augusto. A est si affaccia il Palazzo della Consulta (nato per accogliere il Tribunale dello Stato Pontificio), dove ha sede dal 1955 la Corte Costituzionale repubblicana. Sul lato opposto ci sono le settecentesche Scuderie del Quirinale, che ospitano mostre di grande interesse.

    Il Palazzo del Quirinale, edificato a partire dal 1573 da Martino Longhi il Vecchio, ha visto intervenire negli anni gli architetti Fontana, Ponzio, Maderno e Bernini. È un edificio gigantesco, che ha ospitato dal tardo Cinquecento i papi e dal 1871 i re d’Italia. Dal 1946 è la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica.

    Le sale, i corridoi, le cappelle e le opere d’arte farebbero del Quirinale uno straordinario museo, ma il complesso non è aperto al pubblico ed è presidiato dai celebri corazzieri. Il 2 giugno, Festa della Repubblica, i giardini del Quirinale vengono aperti al pubblico e accolgono fino a 20.000 visitatori.

    Superata via xx Settembre, ci si affaccia sul Giardino del Kaiser, inaugurato nel 1888 alla presenza dell’imperatore tedesco, che ospita la statua di re Carlo Alberto di Savoia. Si continua lungo via xx Settembre, costeggiando il Quirinale, il Ministero della Difesa e l’Ambasciata dell’India.

    Si scende a sinistra da via delle Quattro Fontane fino al Palazzo Barberini, seicentesca residenza di una delle più importanti famiglie romane che oggi ospita il Museo Nazionale d’Arte Antica. Per decenni, nonostante i tentativi di sfratto, ha resistito all’interno del complesso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate: un esempio dell’occupazione degli spazi cittadini da parte dello Stato.

    Lasciata a sinistra via Rasella, teatro il 23 marzo 1944 di un attentato della Resistenza che ha ucciso trentacinque militari delle ss, in prevalenza altoatesini, si piega a sinistra su via del Tritone, dove si passa davanti al palazzo del «Messaggero», nato come albergo, che ospita da un secolo il quotidiano.

    Si continua senza lasciarsi tentare da due meraviglie famose come piazza di Spagna a destra e la Fontana di Trevi a sinistra (che descriviamo nell’itinerario dedicato al Barocco) e da via del Corso si raggiunge Piazza Colonna e il cinquecentesco Palazzo Chigi, che prima della Presidenza del Consiglio ha ospitato varie ambasciate e il Ministero degli Esteri. Di fronte ci sono la Colonna di Marco Aurelio, eretta tra il 176 e il 192 d.C., e il Palazzo Wedekind (storica sede del quotidiano «Il Tempo»), con un porticato formato dalle colonne etrusche di Veio.

    Alle sue spalle c’è la piazza di Montecitorio, con un obelisco egizio di 30 metri di altezza portato a Roma da Augusto, e il palazzo, progettato nel 1653 dal Bernini, che ospita dal 1918 la Camera dei Deputati. Mentre Palazzo Chigi è chiuso al pubblico, la Camera può essere visitata la domenica mattina. Si può anche assistere alle sedute dalla tribuna riservata al pubblico, purché gli uomini indossino giacca e cravatta.

    Si continua su via degli Uffici del Vicario, si gira a sinistra su via della Maddalena e si raggiunge il Pantheon, tempio romano trasformato in chiesa cristiana che accoglie le tombe dei due primi re d’Italia, Vittorio Emanuele ii e Umberto i.

    Via Giustiniani porta al retro di Palazzo Madama, che ospita il Senato. L’edificio, sorto nel Cinquecento, è appartenuto a lungo ai Medici. La Madama era Margherita d’Austria, che vi si stabilì nel 1538. Più tardi il palazzo ha ospitato la polizia dello Stato Pontificio.

    Si riparte per corso Rinascimento (a pochi metri c’è piazza Navona), si va a sinistra su corso Vittorio Emanuele ii e si piega a destra su largo di Torre Argentina, passando davanti al Teatro. Poi, seguendo i binari del tram, si imbocca via delle Botteghe Oscure e si piega a destra per via Caetani. Al suo termine, un memoriale ricorda il punto dove il 9 maggio 1978 le Brigate Rosse fecero trovare il cadavere di Aldo Moro, rapito due mesi prima in via Fani.

    Tornati su via delle Botteghe Oscure, si prosegue a destra fino al palazzo che ha ospitato dal 1946 al 2013 la sede del Partito Comunista Italiano. Oggi appartiene all’abi, l’Associazione Bancaria Italiana, e al pianterreno c’è un supermarket.

    Da via d’Aracoeli si arriva a piazza del Gesù, dove il Palazzo Cenci-Bolognetti ha ospitato per decenni la Democrazia Cristiana. Verso destra, da via del Plebiscito, si torna a piazza Venezia. Si affaccia sulla strada Palazzo Grazioli, residenza di Silvio Berlusconi e sede di Forza Italia. Al contrario della dc e del pci, questo partito esiste ancora.

    3.

    IL SENTIERO DEL BAROCCO

    Tre quarti d’ora da piazza del Popolo alla Fontana di Trevi

    Mezz’ora dalla Fontana di Trevi a piazza Navona

    Un’ora da piazza Navona a piazza Venezia

    5 chilometri

    Visite: Santa Maria del Popolo, Trinità dei Monti, Galleria dell’Accademia di San Luca, San Luigi dei Francesi, Sant’Ivo alla Sapienza, Sant’Agnese in Agone, San Giovanni dei Fiorentini, Palazzo Farnese (solo su prenotazione), Galleria Spada, Sant’Andrea della Valle, Chiesa del Gesù

    Roma senza il Barocco non sarebbe sé stessa. Tutte le sue immagini più famose, con l’eccezione del Colosseo e dell’Appia Antica, mostrano infatti monumenti del Seicento e dintorni. In quegli anni un gruppo di straordinari architetti, da Borromini a Bramante a Bernini, ha rivoluzionato il modo di costruire e decorare.

    L’elenco delle meraviglie del Barocco romano è infinito. Piazza di Spagna con la scalinata di Trinità de’ Monti e la Barcaccia; Sant’Ivo alla Sapienza con la sua guglia a spirale; la Fontana di Trevi; Ponte Sant’Angelo con le sue statue; la chiesa del Gesù, austera e fastosa al tempo stesso; il Cupolone e il colonnato di San Pietro.

    Naturalmente il Barocco può essere amato o detestato. Vittorio Sgarbi infatti ha scritto: «Checché ne dicano i suoi esaltatori, il barocco è aria fritta. Gli manca l’anima». Gli avevano risposto per le rime Indro Montanelli e Roberto Gervaso, che di storia dell’arte ne sapevano meno di lui, ma avevano indagato a lungo la storia e l’animo italiani.

    Anche il termine barocco non è certo un complimento. L’aggettivo francese baroque, che deriva dal portoghese barroco (irregolare), viene utilizzato nel senso di stravagante o bizzarro, e definisce un’arte che non segue le regole sulle proporzioni, ma il capriccio dell’artista.

    La camminata nel cuore della Roma barocca tocca quattro luoghi-simbolo di questo stile (piazza di Spagna, Fontana di Trevi, piazza Navona e Ponte Sant’Angelo) e lascia fuori solo piazza San Pietro, che è inserita in un altro itinerario.

    Questa passeggiata, ancora più delle altre nel centro della città, può durare una giornata o più se ci si sofferma davanti a ogni chiesa, a ogni quadro e a ogni scorcio del grande teatro che è la Roma barocca. Ma ogni visitatore, anche in una passeggiata frettolosa, scoprirà la sua prospettiva preferita.

    C’è un dettaglio, oltre al numero dei turisti, che spiega l’importanza di Roma per gli artisti del Seicento: nella capitale dei papi, che erano in genere rampolli di famiglie aristocratiche e disponevano dei mezzi finanziari per commissionare chiese e palazzi, sono venuti a lavorare architetti e artisti da ogni parte.

    Se Giacomo dalla Porta era lombardo, Carlo Maderno e Francesco Borromini venivano dal Canton Ticino e Donato Bramante dalle Marche. Tra i pittori era lombardo il Caravaggio e calabrese Mattia Preti. Un altro marchigiano, Federico Zuccari, aveva fondato nel 1577 l’Accademia di San Luca, cenacolo degli artisti a Roma. La Toscana, nel Cinquecento, era rappresentata dal genio di Michelangelo Buonarroti e l’architetto-simbolo del Seicento, Gian Lorenzo Bernini, era napoletano.

    La Roma del Barocco era il palcoscenico del mondo.

    L’ITINERARIO

    La passeggiata nei luoghi del Barocco inizia da piazzale Flaminio, che è anche un importante crocevia di mezzi pubblici. Accanto alle fermate di vari bus dell’atac e alla stazione della Metro A, ci sono i capolinea del tram n. 2 e della vecchia ferrovia Roma-Viterbo (la Roma Nord dei romani). Occhieggia sul piazzale e su piazza del Popolo il verde di Villa Borghese.

    Superato il piazzale, si passa sotto alla Porta del Popolo e ci si affaccia sulla piazza omonima, che oggi è un luogo di passeggiate, aperitivi, incontri e manifestazioni politiche. Il suo nome deriva dall’antica presenza di un boschetto di pioppi, in latino populus, e il suo aspetto monumentale risale all’Ottocento. A progettarla, insieme al vicino Pincio, fu l’architetto Giovanni Valadier.

    Il lato della Porta rivolto verso la città è stato disegnato da Gian Lorenzo Bernini, che tra il 1655 e il 1660, su incarico di Papa Alessandro vii, trasformò in stile barocco anche la chiesa di Santa Maria del Popolo, eretta nell’xi secolo sul sito della tomba dell’imperatore Nerone.

    All’interno ci sono opere del Caravaggio (Conversione di San Paolo, Crocifissione di San Pietro), del Pinturicchio e di Annibale Carracci, e l’organo è stato disegnato dal Bernini. L’obelisco Flaminio, alto ventiquattro metri, è stato fatto innalzare al centro della piazza nel 1589 da Papa Sisto v. Il monolite, risalente al xiii secolo a.C., era stato portato a Roma al tempo di Augusto e collocato al Circo Massimo.

    Inquadrano l’imbocco di via del Corso le chiese gemelle di Santa Maria in Montesanto (1675, detta la Chiesa degli artisti) e Santa Maria dei Miracoli (1678). Iniziate da Carlo Rainaldi, sono state completate dal Bernini e da Carlo Fontana. Inizia da qui il Tridente, formato dalle strade rettilinee (via del Babuino, via del Corso e via di Ripetta) che tagliano il centro storico.

    Si imbocca via del Babuino, gemellata con la Madison Avenue di New York, si lascia a sinistra via Margutta, dove hanno vissuto Federico Fellini, Giorgio de Chirico e Pieter Paul Rubens, e si arriva a piazza di Spagna, uno dei cuori della Roma barocca. Al centro si può ammirare la Fontana della Barcaccia, del 1629, opera di Pietro Bernini e di suo figlio Gian Lorenzo, restaurata dopo i danni arrecati nel 2017 da un gruppo di tifosi di calcio olandesi.

    Da lì sale la Scalinata di Trinità dei Monti, finanziata dalla Francia, disegnata da Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis e inaugurata da Papa Benedetto xiii nel 1725. Dimostra la sensibilità barocca dei progettisti anche la sua posizione, che fornisce una straordinaria prospettiva a chi arriva da via dei Condotti.

    A destra della scalinata c’è la casa dove hanno vissuto i poeti inglesi John Keats e Percy Bysshe Shelley. Di fronte, completa l’atmosfera british la sala da tè Babington’s, fondata nel 1893.

    Si torna al mondo cattolico e romano a piazza Mignanelli, parte finale di piazza di Spagna, con il Palazzo di Propaganda Fide, l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e la colonna dell’Immacolata Concezione, alla quale il Papa rende omaggio l’8 dicembre di ogni anno.

    Si riparte superando i centotrentasei gradini della scalinata fino alla chiesa di Trinità dei Monti, consacrata nel 1585 da Sisto v. Su uno dei pilastrini di fronte alla facciata è visibile

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1