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L'ultima ombra
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E-book112 pagine1 ora

L'ultima ombra

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Info su questo ebook

Fiona, scrittrice di romanzi rosa incontra durante una cena Stella, moglie del suo editore, che le rivela che il marito Guglielmo la vuole uccidere.
Cosa si cela tra le mura dell’elegante casa dei Costa? Stella dice la verità? Quando Fiona scopre che Stella è scomparsa e dopo le minacce di Guglielmo capisce che l’unico modo per sopravvivere è scappare lontano.
L’incontro fortuito con Emma e Mabel cambierà la vita di tutte loro.
Dopo la loro prima avventura nel romanzo «Delitti in camice bianco - le memorie del cuore», tornano a grande richiesta le due volontarie AVO, Emma e Mabel che si faranno coinvolgere in un nuovo caso dalle forti tinte gialle.
LinguaItaliano
Data di uscita24 ott 2022
ISBN9788855491587
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    Anteprima del libro

    L'ultima ombra - Emanuela Caccia

    PREFAZIONE

    Scrivere la prefazione ad un giallo di Emanuela Caccia non può non comprendere anche scrivere dell'autrice, come sempre, ma in particolare per questa scrittrice di gialli che io, dopo averne letti alcuni ho etichettato come i gialli del treno. Sì, perché i gialli di Emanuela si leggono in due ore o poco più ed io che frequentemente mi reco a Firenze o a Roma me li sono letti così, in viaggio. Golosamente. A volte preoccupata che la località di destinazione fosse già troppo vicina! Con l'occhio buttato fuori dal finestrino sono arrivata agli ultimi atti, alle ultime mosse, agli ultimi respiri, agli ultimi intrighi amorosi di cui l'autrice parla sempre nei suoi romanzi giallo/rosa: una caratteristica questa abbastanza inusuale che, proprio per questo, ne rende così fluida la lettura in quanto capace di trattenere l'attenzione della lettrice e del lettore sulle pagine che scorrono. Il bello è proprio questo intreccio di bene e male che si avviluppa l'uno dentro l'altro in un crescendo curioso. In genere, nei gialli la tensione viene allungata con descrizioni forti e secche, l'ingrediente principale è la paura, mentre nei gialli di Emanuela c'è sì la paura, perché comunque vengono perpetrati delitti, ma intorno ai personaggi e nei personaggi si evince molto spesso un sentimento amoroso e romantico che non cede mai solo alle azioni delittuose, ma, addirittura ne illumina i contesti e i cuori.

    Sì, perché Emanuela Caccia è, oso dire, prima di tutto una poeta, e il cuore di una poeta è aperto, e sempre fa breccia qualcosa di intimo di speciale che non si può non comunicare e che nei romanzi di Caccia è sempre presente: una caratteristica sua, speciale, che di solito non si trova nei gialli. Infatti proprio pochi giorni fa, a Milano nell'aula consigliare di Palazzo Marino è stata premiata con la targa Premio Duomo di Milano per la poesia Attimo, nella quale l'autrice parla di cuori irraggiungibili, come i cuori, che appartengono ad alcuni assassini o assassine nei suoi libri. Questo romanzo ha il pregio di non essere molto lungo, ecco perché si può leggere agevolmente durante un breve viaggio di due o tre ore rimanendo incollati alla storia perché come il precedente ha la qualità di mostrare ai lettori e alle lettrici, fin da subito, in maniera chiara ed organica gli intrecci relazionali e psichici che porteranno i personaggi a muoversi ora con attenzione, ora con frenesia, ora con dissimulazione, ora con crudeltà, in un crescendo di eventi fino al raggiungimento dell'acme, al culmine delle azioni definitive che svelano la storia.

    Un punto a favore di questi romanzi gialli è proprio la capacità che ha l'autrice nel rivelare, fin dall'inizio, i vari personaggi che entrano tutti e tutte attraverso un racconto ritmato e vivace che non perde mai forza. Ma anche, per chi ama i moti dell'anima, la capacità di destreggiarsi in mezzo ai personaggi sottolineando le ragioni del cuore.

    Maria Piacente

    INTRODUZIONE

    Spesso si dice tutto ha un prezzo, senza capire che questa affermazione è lo specchio della nostra società.

    In un mondo dove la misura del valore di una persona è ciò che possiede o la sua immagine, è naturale dare un prezzo ad ogni cosa.

    Per moltissimo tempo ho lavorato nel settore commerciale di una grande azienda, dove gli obiettivi di budget erano un'ossessione e i clienti il mezzo per raggiungerli.

    Un giorno stavo parlando con un'amica, quando un pensiero costante invadeva la mia mente: come può essermi utile per il mio lavoro?

    Lei era giovane e piena di entusiasmo, vedevo i suoi occhi ma non sentivo le sue parole, in quel preciso istante ho capito che stavo tradendo la mia natura.

    Il giorno dopo chiamai l'AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) che avevo conosciuto tramite il suo fondatore il prof. Longhini e iniziai il mio percorso di volontaria.

    Questa scelta ha cambiato la mia vita? Sì certamente e assolutamente in meglio.

    Prima di tutto ho imparato ad ascoltare, un esercizio molto difficile, io lo chiamo farsi culla cioè accogliere le parole dell'altro senza già formulare nella mente una risposta, non giudicando ma assimilando anche il messaggio non verbale nella sua interezza.

    Ho capito il valore della gratuità, fare qualcosa senza avere nulla in cambio, nemmeno la gratitudine, esserci per l'altro, in quel preciso momento.

    Ricordo che una volta, mentre svolgevo il servizio in ospedale, incontrai una paziente molto anziana e molto arrabbiata, arruffata e scomposta nel letto mi sfidò chiedendomi di lavarle la dentiera.

    Fu molto difficile, ma capivo che in quel momento di collera e sofferenza, dovevo farlo perché ero lì per lei.

    L'esperienza di volontariato ha migliorato anche il mio rapporto con i clienti e i colleghi, ho imparato ad ascoltare e non mi costava aiutarli.

    È questa la ricetta per la felicità? Non lo so, ma ho voluto raccontare cosa si prova nel fare questo tipo di volontariato, utilizzando la formula del libro giallo per descrivere l'ospedale dalla parte dei volontari senza il rischio di cadere nella retorica o nel pietismo.

    Nella recensione del mio primo romanzo Delitti in camice bianco - le memorie del cuore la mia amica Maria Piacente, psicologa, pedagogista e apprezzata poeta, scrive di aver letto il romanzo d'un fiato durante il tragitto in treno da Milano a Roma, così ho pensato che i miei romanzi brevi possano essere chiamati i romanzi del treno.

    I romanzi: veloci, sui binari del mistero, in compagnia di passeggeri sconosciuti, faranno compiere al lettore un percorso inconsueto, senza dimenticare i valori che cercano di trasmettere.

    Emma e Mabel sono donne del nostro tempo, con i loro difetti e

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