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La crociera del cuore: Destiny's Cove Series, #3
La crociera del cuore: Destiny's Cove Series, #3
La crociera del cuore: Destiny's Cove Series, #3
E-book152 pagine2 ore

La crociera del cuore: Destiny's Cove Series, #3

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Info su questo ebook

Lei è una musicista sfinita. Lui è un playboy annoiato. Quello che non sanno è che Destiny è pronta ad agitare le acque.

 

Cara McGill sta vivendo il sogno di sua madre per suo conto da ormai sette anni. A ventiquattro anni, la sua crescente fama come musicista è diventata un pesante fardello, e la ragazza si ritrova ad anelare una via di fuga. Prendendo una decisione impulsiva, fugge in un piccolo paese in Florida dove spera di reinventare la propria vita.

 

Il giorno in cui Noah Danielson fece la proposta alla sua ragazza e lei gli rise in faccia, lui decise di aver chiuso con l'amore. Per dieci anni è stato felicemente single, godendosi delle avventure con le turiste, sapendo che queste non avrebbero mai voluto impegnarsi. Nonostante anni di pratica, però, le sue frasi da rimorchio non sembrano funzionare sulla biondina tutto pepe che è appena arrivata a Destiny's Cove.

 

Sebbene Cara non voglia avere niente a che fare con il playboy del paese, Noah non ha intenzione di tirarsi indietro dalla sfida. Quando Destiny metterà gli occhi su di loro, riusciranno ad affrontare la tempesta durante la loro crociera del cuore?

 

Questo è il terzo volume della trilogia romantica di Destiny's Cove, ma è una novella autoconclusiva che può essere letta individualmente.

 

Livello di sensualità: dolcemente romantico.

LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2023
ISBN9798215005118
La crociera del cuore: Destiny's Cove Series, #3
Autore

Grace Roberts

Grace writes heartwarming stories set in Ireland or in small towns in the United States—two places where she’d love to live while writing full-time. She’s also an avid reader who thinks daydreaming should be a paid profession and that the world would be a better place if bookworms ruled it. Growing up as an only child, she spent all her free time with her nose stuck in books, enjoying the company of fictional friends, while dreaming of becoming an author. Discovering books by Rosamunde Pilcher was the turning point in her life, and she decided to start writing down the stories that kept playing in her head, just for fun. After the first couple of stories, though, she found it impossible to stop—and she’s been writing ever since. Subscribe to Graces’s newsletter to make sure you’re always up-to-date with her writing world.

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    Anteprima del libro

    La crociera del cuore - Grace Roberts

    Il libro

    Lei è una musicista sfinita. Lui è un playboy annoiato. Quello che non sanno è che Destiny è pronta ad agitare le acque.

    Cara McGill sta vivendo il sogno di sua madre per suo conto da ormai sette anni. A ventiquattro anni, la sua crescente fama come musicista è diventata un pesante fardello, e la ragazza si ritrova ad anelare una via di fuga. Prendendo una decisione impulsiva, fugge in un piccolo paese in Florida dove spera di reinventare la propria vita.

    Il giorno in cui Noah Danielson fece la proposta alla sua ragazza e lei gli rise in faccia, lui decise di aver chiuso con l’amore. Per dieci anni è stato felicemente single, godendosi delle avventure con le turiste, sapendo che queste non avrebbero mai voluto impegnarsi. Nonostante anni di pratica, però, le sue frasi da rimorchio non sembrano funzionare sulla biondina tutto pepe che è appena arrivata a Destiny’s Cove.

    Sebbene Cara non voglia avere niente a che fare con il playboy del paese, Noah non ha intenzione di tirarsi indietro dalla sfida. Quando Destiny metterà gli occhi su di loro, riusciranno ad affrontare la tempesta durante la loro crociera del cuore?

    Questo è il terzo volume della trilogia romantica di Destiny’s Cove, ma è una novella autoconclusiva che può essere letta individualmente.

    Livello di sensualità: dolcemente romantico.

    Siamo legati all’oceano. E quando torniamo al mare, sia per navigarci che per guardarlo, torniamo da dove siamo venuti. - John F. Kennedy

    A tutti coloro che amano e rispettano il mare.

    Capitolo 1

    Venite nella cittadina dove le anime gemelle si incontrano.

    L’annuncio pop-up a lettere cubitali blu su uno sfondo di sabbia riempì lo schermo del computer, mentre Cara McGill stava consultando un blog di viaggi alla ricerca di una possibile destinazione per la sua grande fuga.

    Dopo aver concluso l’ennesimo spettacolo in un’altra città sconosciuta, aveva continuato a pensare a come sarebbe stato scomparire per un po’, essere soltanto Cara, proprio come una normale ragazza irlandese, anziché Carrie Starr: l’astro nascente della musica irlandese pop-folk che stava scalando le classifiche con il suo primo album. La sua popolarità era schizzata alle stelle in tutto il New England, dopo che, con la sua musica irlandese tradizionale e moderna allo stesso tempo, aveva conquistato il mondo dei pub; piano piano, si era poi estesa in tutti gli Stati Uniti – specialmente in seguito al suo recente fidanzamento con Lennon Getz, una delle rockstar americane più desiderate.

    Sua madre era nella camera d’albergo confinante, insieme al suo manager, senza dubbio impegnata a lavorare su qualche nuova trovata pubblicitaria che avrebbe portato la figlia al centro dell’attenzione – come aveva fatto il finto fidanzamento – quindi Cara aveva approfittato del fatto di essere sola per navigare in internet senza venire disturbata, per trovare il modo di fuggire da tutto, anche se solo per qualche giorno.

    Chiuse il banner pubblicitario e proseguì nella lettura del post sulle piccole città americane più belle e autentiche in cui rifugiarsi per vivere una vita senza stress. Da pittoreschi villaggi di montagna a paesini di cowboy nel west, l’offerta era vasta e davvero troppo allettante. Non aveva una vera e propria preferenza, purché fosse un luogo abbastanza lontano per concederle almeno una manciata di giorni prima che la trovassero. Il tempo sufficiente per avere un assaggio di una vita in cui non si sarebbe dovuta preoccupare di giornalisti, fan o manager esigenti.

    Il più grande tesoro è nascosto dentro al cuore.

    Un altro annuncio comparve sullo schermo, questa volta con un forziere traboccante d’oro e di gioielli su una spiaggia di sabbia bianca. Tentò di chiuderlo, ma doveva averci cliccato sopra, poiché un nuovo sito rimpiazzò il blog di viaggi. Il titolo Benvenuti a Destiny’s Cove, il paese dove le anime gemelle si incontrano occupava metà della home page, mentre immagini di navi pirata, cieli azzurri e acque cristalline scorrevano una dopo l’altra sotto l’intestazione.

    «Magari la mia anima gemella mi attende in quella cittadina», si disse, ridacchiando per quello stupido pensiero. Ciò nonostante, decise di dare un’occhiata, e più immagini vedeva, più la sua determinazione si rafforzava. Aveva avuto a malapena il tempo di leggere che Destiny’s Cove era un piccolo paese costiero nel sud-ovest della Florida, fondato dai pirati, che contava in tutto 1250 abitanti, e che includeva cinque isolette al largo della costa, prima che il rumore di tacchi sul parquet della camera comunicante l’allertasse dell’arrivo imminente di sua madre.

    Chiuse la pagina e cancellò la cronologia proprio quando bussarono alla porta. Presa la decisione – chi avrebbe mai pensato di cercarla in un paesino tanto minuscolo? – tornò a indossare la maschera della figlia obbediente e, nel frattempo, pianificava come sgattaiolare via.

    Due concerti e sette giorni più tardi, in piedi su un marciapiede a Destiny’s Cove, Cara guardava scomparire nell’oscurità i fanalini di coda dell’autobus che portava via con sé un po’ della sua sicurezza.

    Sua madre doveva avere notato la sua assenza ormai, e Cara sperò che avesse trovato il biglietto che, insieme all’anello di fidanzamento, le aveva lasciato sul letto della sua camera, nell’albergo di Orlando, giusto prima di prendere il suo zaino, la custodia del violino e fuggire. Ferire sua madre era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, perciò in quelle poche righe aveva cercato di spiegarle quanto quel fardello, che da sette anni si portava dietro, era ormai diventato pesante.

    Maureen McGill aveva rinunciato al proprio sogno a causa di Cara. Viverlo per sua madre era il minimo che lei potesse fare, per dimostrarle gratitudine e apprezzamento per ciò che aveva fatto per lei in ventiquattro anni.

    Si guardò attorno. Il paese era tranquillo e c’era solo una manciata di persone sulla strada, di fronte a quello che sembrava un pub. Il suo stomaco brontolò. Nella fretta di andarsene, aveva prelevato solo una quantità sufficiente di contanti che non destasse sospetti, e la maggior parte l’aveva spesa per il biglietto dell’autobus. Senza la carta di credito, che si era dovuta lasciare alle spalle per non venire rintracciata, avrebbe dovuto arrangiarsi fino a quando non avesse trovato un lavoro.

    La paura le serpeggiò lungo la schiena, e lei si strinse al petto la custodia del violino, cercando conforto nel suo vecchio e fedele amico. Era l’unica cosa della sua vita come Carrie Starr che si era portata dietro e che non avrebbe potuto abbandonare. Non se n’era mai separata, fin dal giorno in cui Babbo Natale (alias suo nonno) gliel’aveva regalato, quando lei aveva sei anni. Dopo avere detto addio ai suoi amici in Irlanda, all’età di quattordici anni, per venire trapiantata in America, non era mai riuscita ad avvicinarsi abbastanza a nessun altro, troppo concentrata sulla sua carriera per trovare il tempo per farsi altre amicizie. Il suo violino era l’unico amico su cui potesse contare.

    Un gruppo di quattro uomini uscì dal pub in quel momento, e una zaffata di patatine fritte e carne alla griglia si diffuse nell’aria. Il suo stomaco brontolò di nuovo, questa volta più infastidito. Sì, avrebbe dovuto stare attenta a come avrebbe speso il denaro, però non poteva morire di fame. Un panino non l’avrebbe certo lasciata al verde, dopotutto.

    Quando si avvicinò all’edificio, sorrise alla vista dell’insegna in legno che penzolava accanto alla porta. C’era il disegno di un teschio con una bandana dai colori della bandiera irlandese e una benda sull’occhio con un trifoglio; le parole Wilde Pirate, Irish Pub erano in caratteri celtici di colore verde brillante. Era una buffa coincidenza che il primo posto dal quale era stata attirata fosse un Irish pub.

    Si era aspettata di entrare in un posto vecchio e ammuffito, che puzzava di birra e patatine. Invece, l’interno del locale era pulito, ben illuminato e, nonostante i vari riferimenti a pirati e al mare, emanava un’autentica atmosfera irlandese, proprio come i pub che aveva visitato quando era andata a trovare i suoi nonni in Irlanda qualche mese prima. Benché non approvassero la scelta della sua carriera – o meglio, la scelta che sua madre aveva fatto per lei – erano felici quando lei riusciva a ritagliarsi qualche giorno nella sua routine impegnata per trascorrere un po’ di tempo insieme a loro. Da quando aveva lasciato la contea di Kildare e si era trasferita a Boston per inseguire il sogno di sua madre per suo conto, non li aveva visti molto spesso, a parte nelle saltuarie videochiamate.

    Un’altra cosa che quell’esistenza patinata le aveva portato via.

    In quel preciso momento, venne colpita dalla consapevolezza che, per quanto amasse sua madre, aveva chiuso col vivere la vita per lei. Non voleva più fare parte di quel mondo e, una volta che avesse avuto un’idea più chiara riguardo al proprio futuro, sarebbe tornata indietro e avrebbe comunicato a Maureen che non voleva più essere una musicista. Non aveva idea di cosa sarebbe successo poi, se sarebbero tornate in Irlanda o rimaste in America, comunque era certa che avrebbero ideato un piano che sarebbe andato bene a entrambe. Sua madre avrebbe capito, ne era sicura.

    Sentendosi più leggera grazie a quell’inaspettata illuminazione, si avvicinò al bancone, cogliendo i piccoli dettagli che davano a quell’ambiente l’aspetto di un vero Irish pub. O il proprietario era irlandese o aveva fatto un bel po’ di ricerche sull’argomento.

    «Ahoy, signorina.» Un affascinante barista dai capelli neri e gli occhi azzurri l’accolse con un sorriso. Per un attimo, pensò che lui l’avesse riconosciuta; che, forse, nascondere i capelli biondo fragola sotto un foulard colorato in stile pin-up e indossare gli occhiali oversize dalla montatura rossa, che non poteva mettere al di fuori di casa o della stanza d’hotel, non era stato un buon travestimento. Nella fretta di fuggire, prima che qualcuno la beccasse – o prima di cambiare idea – non aveva pensato di tagliarsi i capelli o indossare una parrucca. Poteva solo sperare che, dato che quel paesino era tanto piccolo, la sua crescente fama non l’avesse ancora raggiunto.

    «Signorina, si sente bene?» Il ragazzo la fissava con un cipiglio preoccupato.

    «Sì, scusi. Io… uhm… ho avuto una lunga giornata e non ho più mangiato da questa mattina.»

    «Allora dobbiamo rimediare, prima che svenga sul mio pavimento. Ecco qui, prenda un menu e mi dica cosa desidera.» Il suo accento aveva un’inflessione irlandese, nonostante fosse chiaro che era cresciuto in America. In un certo senso, il fatto le fece sentire un po’ meno la mancanza di casa sua. Non si era mai davvero adattata a vivere in America, forse perché era cresciuta in un piccolo paesello nella campagna irlandese e le città americane le sembravano troppo grandi. Le mancava il fatto di conoscere tutti, di incontrare volti cordiali sulle strade familiari, di sentirsi parte di una comunità. Le uniche facce amichevoli che aveva visto da quando si era trasferita a Boston, quasi dieci anni prima, erano quelle delle persone che lavoravano con o per lei – e queste venivano pagate per essere amichevoli e sopportare le richieste di sua madre. Cara non si era mai comportata da star, anche dopo che la sua popolarità era cresciuta; si limitava a seguire ciò che sua madre decideva per lei, consapevole che opporre resistenza sarebbe stato inutile. A dirla tutta, era sua madre che si atteggiava a diva. Maureen McGill aveva vissuto indirettamente attraverso la figlia, poiché aveva dovuto rinunciare alla propria carriera in ascesa quando era rimasta incinta di Cara a ventun anni, e il suo ragazzo si era rifiutato di permettere alla responsabilità di un figlio di impedirgli di diventare un famoso chitarrista.

    Cara aveva

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