Resta con me stanotte: Harmony Collezione
Di Anne Mather
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Anteprima del libro
Resta con me stanotte - Anne Mather
successivo.
1
Faceva molto più freddo di quanto Rosa si aspettasse. Quando era arrivata, la sera prima, piovigginava e probabilmente sentiva tanto freddo anche perché era stanca e preoccupata. Dov'era finita l'ondata di caldo che avrebbe dovuto colpire l'intera Gran Bretagna in luglio e agosto? Di sicuro non lì a Mallaig.
Rosa guardò sconfortata l'accogliente edificio del Bed&Breakfast dove aveva passato la notte. Sicuramente, la sua riluttanza a separarsi da quell'ambiente familiare era in parte dovuta al fatto che nelle prossime ore si sarebbe trovata a confronto con una realtà a lei totalmente sconosciuta.
Andare su un'isola, a due ore circa dalla costa scozzese, non era come fare una gita vicino casa. Da Mallaig partivano i traghetti per le Western Isles e lei avrebbe preso quello diretto a Kilfoil, dove sperava di trovare sua sorella, anche se in realtà non era per nulla sicura che Sophie fosse davvero lì.
Per fortuna aveva messo in valigia dei vestiti pesanti, ma sentiva ugualmente il vento freddo proveniente dal mare. Pensando alla traversata, rimpianse di non aver indossato la giacca di cashmere e di non aver portato il cappotto di pelle: era lungo e le avrebbe protetto anche le gambe. Nonostante tutto, però, stava bene e sarebbe sopravvissuta per due ore.
Si incamminò lungo la stretta strada del centro, diretta all'imbarco e raggiunse la cima del molo.
Il freddo era pungente, ma la vista da lì era veramente splendida. L'isola di Skye era poco lontana e si chiese se l'ombra che riusciva a distinguere nella foschia erano le famose Cuillins.
Conosceva poco la Scozia. Suo nonno Ferrara era stato imprigionato vicino a Edimburgo durante la guerra, ma lei non era mai andata più a nord di Glasgow.
Solo allora si rese conto che in passato avrebbe potuto viaggiare un po' di più quando le si era presentata l'occasione. Aveva frequentato il college in Inghilterra, aveva sposato un ragazzo inglese e aveva vissuto nello Yorkshire per la maggior parte della sua vita.
Si era nascosta dietro la facile scusa di non potersi allontanare troppo da casa per non lasciare sola la madre vedova e la sorellina, ma in realtà viaggiare non era la sua passione e Colin aveva sempre voluto passare le vacanze in Spagna, dove poteva abbronzarsi.
Colin non era più un intralcio ora. Tre anni fa, quando aveva scoperto che la tradiva con la segretaria del suo capo, Rosa non aveva esitato a chiedere il divorzio. Lui l'aveva supplicata di riconsiderare la sua decisione, dicendole che non poteva gettare al vento cinque anni di matrimonio per una banale scappatella, ma Rosa sapeva benissimo che le cose non stavano così. Non era la prima volta che aveva sospettato un suo tradimento ed era convinta che non sarebbe stata l'ultima.
Fortunatamente, o sfortunatamente, secondo Rosa, non avevano figli che avrebbero sofferto della loro separazione. Non sapeva di chi era la colpa, se sua o di Colin, ma non era mai riuscita a rimanere incinta. Naturalmente, durante il periodo della separazione, lui l'aveva accusata di essere la causa del suo tradimento, asserendo che se avesse passato più tempo con lui e meno in quella dannata scuola con bambini che non la apprezzavano, il loro matrimonio avrebbe potuto avere un'altra possibilità. Rosa però sapeva che stava solo cercando una scusa. Senza il suo stipendio di insegnante di inglese, Colin non si sarebbe potuto permettere i viaggi in Europa che tanto gli piacevano.
È solo passato, concluse tristemente. Anche se a volte il pensiero dell'ex-marito le faceva ancora male, era sempre riuscita ad andare avanti serenamente con la sua vita, almeno fino alla mattina precedente, quando, dopo la telefonata isterica della madre, era partita verso Kilfoil per quella probabilmente inutile ricerca.
Sospirò appoggiandosi alla balaustra e lasciò correre lo sguardo sull'acqua, come se potesse ritrovare nel paesaggio le risposte che cercava. E se sua madre si fosse sbagliata? Se Sophie non era sull'isola, avrebbe trovato un albergo per passare la notte in attesa del traghetto del giorno dopo?
La maggior parte dei passeggeri che si imbarcavano a Mallaig era solitamente diretta ad Armadale, il piccolo porto dell'isola di Skye. Ma a Rosa non interessava quella linea, era diretta, come numerosi turisti e curiosi, alle isole più lontane. Quei posti le sembravano così remoti, così inaccessibili e desiderò per un istante che sua madre fosse lì con lei; le avrebbe fatto piacere avere qualcuno che conosceva con cui parlare.
Liam posteggiò la sua Audi nel parcheggio e dondolò le gambe fuori dall'auto. Poi, aggrappandosi con una mano al tetto e l'altra alla portiera, si tirò in piedi con fatica e si guardò intorno.
Il vento che soffiava dal mare era pungente, ma lui quasi non lo sentiva. Era nato ad Hampstead, ma negli ultimi dieci anni, da quando il suo primo libro aveva avuto un successo tanto sorprendente, aveva vissuto in Scozia e si era ormai abituato al clima. Un famoso regista di Hollywood aveva letto il libro e aveva deciso di trasformarlo in un successo cinematografico.
Da allora la sua vita a Londra era diventata, prima gradualmente e di recente sempre più violentemente, insostenibile.
Si passò una mano sulla coscia, sentendo, anche attraverso i jeans, la sporgenza della cicatrice. Ripensò a quanto era stato fortunato. Di tutte le ferite che aveva riportato nell'aggressione, quella avrebbe potuto ucciderlo. Invece, sebbene la pugnalata avesse reciso l'arteria femorale, causando una forte emorragia, e avesse danneggiato abbastanza terminazioni nervose da paralizzare la gamba sinistra, era sopravvissuto.
Ironicamente, aveva perso la vita il suo aggressore, che si era ucciso con lo stesso coltello, sicuro di aver raggiunto il suo scopo.
Liam fece una smorfia, cercando di scacciare quei pensieri. Era passato molto tempo e da allora nessun altro romanzo aveva suscitato delle reazioni tanto folli nei lettori. Respirò profondamente la fredda aria di mare, felice di essere partito da Londra di sera in modo da riuscire a prendere il traghetto del mattino. Non ci sarebbero state altre corse fino a giovedì ed era impaziente di ritornare a Kilfoil e al suo lavoro.
Chiuse l'auto e stiracchiò i muscoli delle spalle e delle gambe, sentendone la rigidità causata dalle dieci ore di guida senza sosta. Si era fermato solamente una volta in un'area di servizio intorno alle tre del mattino per un caffè e aveva dormito circa venti minuti prima di rimettersi in viaggio.
Una donna sola appoggiata alla balaustra alla fine del molo catturò la sua attenzione. I capelli in particolare avevano attratto il suo sguardo: erano ricci, di un rosso cupo e scompigliati dal vento, ma lei sembrava non curarsene e osservava l'isola di Skye, come nella speranza di trovare una risposta nella nebbia. Si vedeva che non era del posto; era vestita per l'estate nelle Highlands. In effetti, le previsioni avevano annunciato delle temperature intorno ai 25 gradi, ma in quei giorni la brezza da nord le aveva abbassate fino a 18 gradi.
Mentre s'incamminava verso il terminal dei traghetti, vide Jack MacLeod, il gestore di un noleggio di barche per turisti, che lo salutava da lontano, e lo raggiunse. «Allora, straniero» lo accolse Jack. «Stavamo iniziando a pensare che non ti avremmo più rivisto.»
«Non vi libererete di me così facilmente» scherzò Liam. «Sono tornato non appena ho potuto. Non mi affascina più la città.»
«Ma non avevi detto che andavi a Londra per un appuntamento con il medico?» chiese Jack, lanciandogli uno sguardo preoccupato. «Niente di serio, spero.»
«Solo un controllo» tagliò corto Liam. Non gli andava di discutere in pubblico dei suoi problemi personali. Si era accorto che il loro discorso aveva attirato l'attenzione della donna sul pontile. Li stava osservando furtivamente da sopra la spalla, ma probabilmente si rese conto di essere stata scoperta, perché distolse rapidamente lo sguardo. Liam aveva comunque fatto in tempo a scorgere i lineamenti delicati del suo volto e i profondi occhi scuri.
«Sei in tempo per il traghetto della mattina» proseguì Jack, non accorgendosi della distrazione di Liam che si sforzò di riportare l'attenzione su ciò che l'uomo gli stava dicendo.
«Spero» rispose annuendo, mentre Jack lo rassicurava sul fatto che Angus Gallagher non lo avrebbe mai lasciato a terra. Quando Liam riportò lo sguardo sul pontile, la donna era scomparsa.
Rosa andò al Bed&Breakfast a prendere le valigie e tornò al terminal dei traghetti appena prima dell'apertura della biglietteria. Guardandosi intorno, le sembrava di essere come tutti gli altri turisti in fila per il biglietto: aveva i jeans, le scarpe da ginnastica e uno zaino sulle spalle. Nessuno la degnò di uno sguardo, a parte i due uomini che aveva visto prima nel parcheggio, o meglio uno di loro. Aveva la sensazione che lui la stesse squadrando dall'alto in basso e che ne fosse rimasto deluso. Riusciva a cogliere il suo disappunto, forse perché si era accorto che lei li stava fissando nel parcheggio.
In ogni caso, era un uomo attraente, aveva concluso notando la sua altezza, oltre il metro e ottanta, e le spalle larghe che tendevano il tessuto della camicia. Immaginò che fosse uno dei sempre più rari pescatori a strascico che lavoravano in quel tratto di mare. Non sembrava un turista e l'uomo con cui stava parlando indossava stivaloni da pesca.
Non avrebbe comunque più rivisto nessuno dei due, a meno che uno di loro non fosse il capitano del traghetto che stava per prendere. Forse qualcuno su quel traghetto si ricordava di una bella ragazza bionda che era scesa a Kilfoil la settimana precedente. Rosa si chiese se sarebbe stato opportuno domandare di Liam Jameson. Probabilmente no. Stando a quanto si diceva in giro, quell'uomo era considerato una specie di eremita. E allora perché aveva partecipato a un festival pop a Glastonbury? Per fare ricerche? Sicuramente no.
Per un momento si spaventò, come le accadeva sempre quando ripensava alle parole di sua madre.
Sophie aveva già avuto dei colpi di testa, ma mai niente di simile. Rosa credeva che la sorella sarebbe cresciuta prima o poi e che sarebbe andata a convivere con Mark Campion. Ma ora la loro storia era finita, e tutto a causa di un uomo incontrato a un festival pop.
Comprò il biglietto e uscì all'aria aperta. La minaccia di pioggia sembrava allontanarsi e ora quasi splendeva il sole. Buon segno, si consolò cercando con lo sguardo il traghetto che avrebbe dovuto prendere.
Mente aspettava di salire, rivide quell'uomo. Si stava mettendo in coda con l'auto. Inaspettatamente, il cuore iniziò a batterle più veloce. Allora, anche lui avrebbe preso il suo stesso traghetto. Che coincidenza. Non era però probabile che anche lui fosse diretto a Kilfoil. Secondo la signora Harris del Bed&Breakfast, quell'isola era rimasta deserta per anni prima che vi si trasferisse un ricco scrittore che aveva ristrutturato un antico castello e ne aveva risollevato le sorti. Rosa aveva concluso che quel ricco scrittore
non potesse essere altri che Liam Jameson, ma non volle scendere troppo nel dettaglio per non dover confessare alla signora Harris il vero motivo del suo viaggio. Le aveva detto di voler fotografare la zona per un articolo che stava scrivendo.
Mentre saliva sul traghetto assieme agli altri passeggeri, il vento freddo che le passava attraverso il maglione la fece tremare. Ma, pensò, perché mai una persona con abbastanza denaro per comprare un'isola dovrebbe decidere di vivere quaggiù? Piuttosto alle Barbados, alle Cayman, ma a Kilfoil? Bisogna essere pazzi! L'unica motivazione che riusciva a trovare era che quel posto forniva a Jameson l'ispirazione per ambientare i suoi romanzi horror.
Sophie, quasi diciottenne, era estremamente suggestionabile e la sua più grande aspirazione era diventare