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Billionaire Romance: L'amore dopo la guerra
Billionaire Romance: L'amore dopo la guerra
Billionaire Romance: L'amore dopo la guerra
E-book74 pagine49 minuti

Billionaire Romance: L'amore dopo la guerra

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Info su questo ebook

Lei lo baciò ancora con fervore, e sussultò quando sentì il suo pene farsi strada in mezzo alle sue gambe.

Quando fu dentro di lei, la riempì completante, non si era nemmeno accorta che lui avesse messo un profilattico. Si sentiva pronta e rilassata, i loro corpi erano in sintonia, fu tutto molto naturale, tanto che si addormentarono. Si era persino dimenticata di avere ancora le protesi addosso.

LinguaItaliano
Data di uscita17 dic 2017
ISBN9781547510979
Billionaire Romance: L'amore dopo la guerra

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    Anteprima del libro

    Billionaire Romance - Kathleen Hope

    Indice

    Capitolo 1: Ciao, Dottore.

    Capitolo 2: Questioni di famiglia

    Capitolo 3: Stare su due piedi

    Capitolo 4: Estranei nel mio letto

    Capitolo 5: Carrozze, Cavalleria e Fascino

    Capitolo 6: Visto in giro

    Capitolo 7: Doggy Style

    Capitolo 8: Lo stalker

    Capitolo 9: Ricerca e Soccorso

    Chapter 10: La moglie guerriera

    Capitolo 1: Ciao, Dottore.

    Ida Prayig avvertiva una strana sensazione ogni volta che entrava nell’ufficio degli Affari Veterani. Sapeva che in fondo stavano soltanto cercando di aiutarla. La sua parte ragionevole ne era a conoscenza ma quella parte era spesso sovrastata dalla rabbia e dalla paura, che ormai facevano parte di lei da quando era tornata a casa dal suo ultimo impiego. Quando le chiesero, con una voce calma che solitamente si usa con i bambini, che cosa avessero potuto fare per aiutarla, lei fu molto diretta.

    «Fatemi camminare ancora.»

    Deglutivano ogni volta che lo diceva, spiegavano che il tessuto rimasto nelle sue gambe era un ostacolo per un qualsiasi uso di una protesi funzionale. Poi il discorso si ribaltava, tornando all’ipotesi di un’altra amputazione. Tuttavia, lei desiderava camminare, non perdere altro di se stessa più di quanto non avesse già perso. I dottori non capivano, non potevano farlo, a loro non mancava nessun arto.

    La bomba era stata nascosta bene, tanto da non essere stata scoperta nemmeno dai cani. Non poteva dare loro la colpa, anche perché lei stava volando dieci piedi in aria prima di riuscire a capire. Dopo l’esplosione tutto era diventato scuro, quando si era svegliata, i suoi piedi erano andati. D’un tratto, una parte di lei non c’era più.

    Il suo compagno canino, Rohan, era molto distante da lei, abbastanza lontano dall’impatto. Lo ritirarono comunque, permettendogli di rimanere accanto a Ida. Desiderava essere a casa con lui in questo momento, piuttosto che essere seduta in una stanza piena di libri pietosi e sguardi sfuggenti. Non avrebbe lasciato che prendessero altre parti di lei, mai. Anche se significava rimanere bloccata sulla sedia a rotelle. Anche se significava incontrare quegli sguardi ogni giorno.

    La receptionist, Joy, sembrava inaspettatamente entusiasta al telefono, quella mattina. Gli impiegati del governo non erano mai eccitati ma Joy sembrava essere un’eccezione. Disse di avere delle ottime notizie. Tuttavia, Ida c’era già passata. Le buone notizie sarebbero state un piccolo qualcosa che avrebbe reso le procedure che avevano intenzione di attuare, più piacevoli o almeno più facili, ma non le avrebbero comunque fatto cambiare idea. Aveva perso più gambe di qualsiasi altro essere umano al mondo e non aveva intenzione di perderne ancora.

    Chiunque penserebbe che sentire la voce di Joy chiamare il suo nome le avrebbe dato sollievo, invece non fece che peggiorare le cose. Quando Joy l’avrebbe chiamata, tutti l’avrebbero guardata con compassione trascinarsi con la sua sedia a rotelle. Sarebbe entrata nella stanza degli esami e sarebbe cominciato tutto da capo. I dottori e le infermiere l'avrebbero esaminata attentamente.

    Le cose erano diverse questa volta. Al posto di lasciare che la trascinassero all'interno della stanza, assunse il comando della sedia a rotelle. Solitamente la giovane receptionist aveva cura di lei, ma il suono dei suoi passi decisi le fece capire che quello non sarebbe stato un giorno come un altro. Si fermò davanti all'ingresso della stanza.

    «Sei pronta, Ida?»

    Ida incrociò il suo sguardo, cercando di prendere un po' di quell'entusiasmo che la giovane mostrava ma fallendo miseramente. Era pronta per il solito appuntamento? Certo che lo era.

    Joy aprì la porta per lei, e Ida entrò senza lasciarsi aiutare. Se proprio era costretta a dover rimanere su quella sedia, tanto valeva farlo con un po' di dignità.

    Era una stanza diversa dalle precedenti. Era più grande, luminosa e piena di gente che non riconosceva. Il suo medico era lì, ma era circondato da giovani donne in tailleur e da un uomo con dei jeans macchiati e sbiaditi. Nessuno di loro sembrava avere l'aspetto di un dottore, Ida si chiese se per caso avrebbe subito una qualche specie di estorsione.

    «Ida!» Il dottor Carlin fu il primo a darle il benvenuto con un gran sorriso stampato in faccia.

    Era diverso dalle altre volte. Il dottor

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