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Tramonto a New Orleans: eLit
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E-book144 pagine1 ora

Tramonto a New Orleans: eLit

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Info su questo ebook

UNA VALIGIA PER... NEW ORLEANS - La gente di New Orleans è per le strade a festeggiare il Carnevale. Roarke, da esperto giornalista, capisce subito che non potrà scordare quel giorno! Daria è tra la folla: bella e misteriosa. Conoscerla è l'obiettivo. Non innamorarsene una promessa.

LinguaItaliano
Data di uscita29 gen 2016
ISBN9788858949009
Tramonto a New Orleans: eLit

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    Anteprima del libro

    Tramonto a New Orleans - Joann Ross

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Roarke: The Adventurer

    Harlequin Temptation

    © 1997 Joann Ross

    Traduzione di Giorgia Lucchi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 1999 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-900-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Pochi piaceri erano superiori al trascorrere una pigra domenica mattina a letto con una donna stupenda. Sfortunatamente, sembrava che quel giorno Roarke O’Malley sarebbe stato costretto a rinunciarvi.

    «Non capisco!» esclamò sistemandosi uno dei cuscini di piume d’oca dietro la testa. «Non lavori mai la domenica.»

    Inoltre doveva essere stanca. Avevano trascorso gran parte della notte in uno dei più eleganti night-club di Mosca. La città era molto cambiata dall’era del comunismo, e la sua vita notturna ormai rivaleggiava con quella di New York e Parigi. Erano tornati all’albergo da poco più di tre ore, e non ne avevano trascorso neppure la metà dormendo.

    «Te l’ho detto, Anna è a casa con l’influenza» ribatté Natasha Andropova dall’ampio bagno attiguo.

    «Probabilmente vuole solo passare tutta la giornata a letto con uno dei cameraman della stazione televisiva.» Quando Natasha uscì dal bagno, vestita solo della sua seducente biancheria intima di pizzo francese, lui la guardò torvo, percependo il profumo del costoso sapone che faceva parte del trattamento a cinque stelle del Baltshug Kempinski Moskau, uno degli alberghi più eleganti della città. «Alcune donne capiscono le priorità.»

    Lei gli rivolse lo stesso sorriso con il quale ammaliava i moscoviti ogni sera al telegiornale. «Alcune donne si accontentano della loro posizione.»

    «Perché non torni qui dopo il notiziario?» suggerì con un sorriso allettante. «Potremmo trascorrere insieme il pomeriggio.»

    «Potrebbe essere un’ottima idea» ribatté lei mentre prendeva dall’armadio una camicetta di seta e il nuovo tailleur firmato. «Ma ho già altri progetti.»

    «Davvero?» Lui la fissò con sospetto. C’era qualcosa di nuovo nel tono della voce di Natasha. Gli stava forse nascondendo qualcosa? «Penso che se stessi per incontrare il tuo ex fidanzato me lo diresti.»

    L’ex amante di Natasha era un noto pezzo grosso della mafia russa. I due erano cresciuti insieme nella stessa cittadina nella provincia di Minsk. Lei sembrava non riuscire a capire come una relazione tra una importante giornalista e un delinquente potesse costituire un conflitto di interessi. Ma ogni volta che Roarke ci pensava, il che avveniva sempre più spesso visto che stava indagando sulla mafia locale, gli riusciva difficile non stupirsi per la scarsa moralità da lei dimostrata.

    «Certo che te lo direi se stessi per incontrare Dimitri.»

    Non era ancora convinto. A ogni modo, quando lei si sedette sulla poltrona di broccato e cominciò a infilarsi le calze, Roarke si sentì pervadere automaticamente dal desiderio.

    «È davvero un peccato che ti tengano dietro a una scrivania» disse cambiando argomento. «Se ti mettessero su uno sgabello, in modo che tutti i telespettatori potessero vedere quelle gambe, le tue quotazioni salirebbero alle stelle.»

    Lei rise. «Grazie, ma le mie quotazioni sono già abbastanza alte da permettermi di ricevere un’offerta dalla CNN.»

    «Sul serio?» Quella era una novità. «Quand’è successo?»

    «Dopo la mia anteprima nella quale denunciavo la presenza di alcuni agenti della CIA nel team editoriale del Moscow Times

    Roarke intrecciò le braccia sul petto. «Se non mi sbaglio, quel servizio sarebbe dovuto essere mio.»

    Natasha gli rivolse un gelido sorriso professionale, che non le illuminò gli occhi. «Tu non lo stavi usando» ribatté con una logica disarmante.

    «Volevo essere certo delle fonti.»

    Lei sospirò, si alzò con un movimento agile e aggraziato, e si avvicinò al letto con il passo felino che la sera prima al night aveva attratto l’attenzione di più di un uomo.

    «Ti prego, caro...» gli passò le lunghe dita tra i capelli scuri, «non parliamone più. Dopotutto, mi sembra di averti già chiesto scusa per quel piccolo malinteso.» Gli sfiorò delicatamente le labbra con le proprie.

    Malinteso un accidente. Gli aveva rubato il servizio. Poche ore dopo che lui stupidamente gliene aveva parlato, Natasha aveva diffuso in diretta la notizia. Il mattino dopo le reti televisive di tutto il mondo stavano lavorando al suo scoop, inclusa quella di Roarke.

    La colpa era sua, per non aver saputo tenere la bocca chiusa. Ignorò la propria rabbia e si concentrò su quel bacio, trascinando Natasha sul letto accanto a sé.

    «Roarke!» Lei si dimenò, nel tentativo di sfuggire alla sua presa. «Mi sgualcisci la camicetta.»

    «Allora toglitela.»

    «Lo sai che non posso.» Gli parve di percepire nella sua voce una preoccupazione che andava ben al di là di una camicetta sgualcita.

    «Va tutto bene?»

    «Certo. Penso che rimanderò l’appuntamento di oggi pomeriggio. Se riesco a tornare in tempo, potremmo andare all’Aerostar Hotel a gustarci il suo brunch a base di champagne.»

    Il popolarissimo brunch dell’albergo era un’altra testimonianza che la Russia non era più quella di un tempo. Era un po’ come l’irrinunciabile colazione da Brennan, a base di polpa di granchio, zuppa di tartaruga, banane con gelato e liquore, e caffè con curaçao e scorza d’arancia, con la quale si era soliti cominciare la giornata nella città natale di Roarke, New Orleans.

    «Preferirei ordinare qualcosa da consumare qui a letto.»

    «Come preferisci, caro.» Lei lo baciò ancora, un lungo bacio pieno di promesse, poi si alzò e indossò il mantello.

    «Come sto?»

    Roarke la studiò dai lisci capelli biondi alla pelliccia di zibellino che le arrivava alle caviglie, fino ai mocassini immacolati di cuoio italiano. «Sembri una pubblicità delle glorie del capitalismo.»

    «Bene. Voglio fare un’ottima impressione a quelli della ABC con il notiziario di oggi.»

    «Anche loro ti hanno offerto un lavoro?» le chiese stupito.

    «Non dirlo a nessuno, ma stanno cercando una nuova spalla per Ted Koppel.»

    «Ti hanno offerto Nightline

    Questa volta il sorriso le illuminò anche gli occhi. «Non ancora» ammise lei, mentre prendeva la borsetta di pelle ovviamente di un noto stilista. «Ma mi è stato assicurato che sono la prima in una lista molto breve di candidati.»

    Gli mandò un bacio e uscì. Roarke si riaddormentò immediatamente.

    Meno di cinque minuti dopo, lei era di ritorno. «La mia automobile non parte, e il portiere mi ha detto che bisogna aspettare almeno venti minuti per un taxi.»

    «Prendi la mia macchina. Le chiavi sono sul cassettone.»

    «Sei sicuro? E se dovessi decidere di uscire?»

    «Non ho intenzione di andare da nessuna parte. Me ne resterò qui a letto a dormire, per rimettermi in forze per quando tornerai.»

    «Se davvero...»

    «Natasha, non c’è alcun problema. Prendi quella dannata macchina. Quando mi sveglierò chiederò che mandino un meccanico a controllare la tua.»

    «Sei davvero molto gentile.»

    La sua voce di solito decisa tremò. A Roarke parve che gli occhi di lei fossero umidi, ma si convinse che si trattava di un effetto della luce. Natasha era una delle donne più decise, anzi la donna più decisa che avesse mai incontrato.

    «Lo so. Adesso sarà meglio che tu te ne vada, se insisti a voler lavorare il fine settimana, prima che decida di trascinarti a letto.»

    Lei rise. Solo più tardi Roarke ricordò che quel suono sembrava nascondere un singhiozzo.

    «Prashchaytye» gli sussurrò dolcemente.

    Prima che Roarke potesse ribattere, se n’era andata.

    «Prashchaytye» mormorò tra sé. Strano che avesse scelto un saluto così definitivo invece di Do svidanya, l’equivalente russo per A più tardi.

    «E se stesse per imbarcarsi in qualche impresa pericolosa?» si chiese Roarke preoccupato.

    Natasha era tanto impudente che sarebbe stata capace di tentare di carpire altri segreti al suo pericoloso ex amante. Ma Dimitri Davidov non aveva raggiunto per puro caso una posizione di prestigio nella scala gerarchica della malavita organizzata russa. Era più astuto di una volpe. Oltre a essere spietato.

    A disagio, Roarke uscì dal letto e si avvicinò alla finestra. Oltre i vetri segnati dalla pioggia gli si offriva una vista spettacolare del cuore di Mosca: il fiume Moscova, le cui rive erano imbiancate dalla prima neve della stagione, le famose cupole colorate della Cattedrale di San Basilio che si affacciava sulla Piazza Rossa, in cui stavano erigendo un albero di Natale, le mura merlate e i magnifici palazzi del Cremlino.

    La vide uscire dall’albergo e notò che anche il portiere la seguiva con lo sguardo, mentre attraversava la Piazza Rossa con passo leggero e seducente, dirigendosi verso il punto in cui Roarke aveva parcheggiato l’auto qualche ora prima.

    Natasha guardò verso la finestra, come se avesse saputo che lui sarebbe stato là, e lo salutò con la mano.

    Forse si stava preoccupando per niente,

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