Il ritorno del greco: Harmony Collezione
Di Sarah Morgan
5/5
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Info su questo ebook
Una scintillante Ferrari che sfreccia nel centro del tranquillo paese di Little Molting non può che suscitare curiosità, ma per Kelly Jenkins può voler dire una sola cosa: che Alekos Zagorakis, il suo affascinante ex, è tornato nella sua vita esattamente come ne era uscito. All'improvviso, e in maniera teatrale. Sono passati quattro anni dal giorno in cui Kelly, il bouquet in mano, ha atteso invano che lui arrivasse all'altare per coronare il loro sogno d'amore. Adesso però sembra proprio che Alekos sia tornato a pretendere ciò che gli spetta.
Sarah Morgan
USA Today bestselling author Sarah Morgan writes lively, sexy contemporary stories for Harlequin. Romantic Times has described her as 'a magician with words' and nominated her books for their Reviewer's Choice Awards and their 'Top Pick' slot. In 2012 Sarah received the prestigious RITA® Award from the Romance Writers of America. She lives near London with her family. Find out more at www.sararahmorgan.co
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Anteprima del libro
Il ritorno del greco - Sarah Morgan
1
«Non mi importa se è in teleconferenza, devo assolutamente parlargli!»
Quella voce fuori dall’ufficio apparteneva al suo avvocato e Alekos si fermò a metà della frase. Immediatamente dopo si spalancò la porta.
Dmitri comparve sulla porta, il volto paonazzo.
«Ti richiamo» pronunciò Alekos, premendo il pulsante per chiudere la connessione con il suo team a New York e a Londra. «Non ti ho mai visto correre in dieci anni che lavori per me, presumo si tratti di cattive notizie. È affondata una nave?»
«Presto!» Dmitri, di solito calmo e stabile, balzò in avanti e urtò la scrivania rovesciando i documenti che teneva in mano. «Accendi il computer!»
«Sono già on line.» Incuriosito, Alekos spostò lo sguardo sullo schermo. «Che cosa devo cercare?»
«Vai su eBay» ordinò Dmitri con voce strozzata. «Restano solo tre minuti.»
Alekos non perse tempo a fargli notare che partecipare a un’asta on line non rientrava nel suo lavoro, limitandosi ad accedere al sito.
«Digita grande diamante bianco» disse Dmitri.
Mentre Alekos seguiva quelle indicazioni, un sospetto si insinuò nella sua mente. No, non può averlo fatto. Lei non farebbe mai una cosa simile. Ma quando sul video comparve la pagina richiesta, imprecò a bassa voce in greco.
Dmitri si afflosciò su una sedia. «Ho ragione? Si tratta proprio del diamante degli Zagorakis?»
Alekos fissava muto la pietra, investito da un’emozione intensa che gli saliva dalle viscere.
Vedendo l’anello pensò immediatamente a lei, e nel suo corpo si scatenò una reazione che lo sconvolse con la sua inaspettata intensità. Si sforzò di scrollarsi di dosso l’improvviso assalto ai sensi suscitato da quei pensieri. Anche dopo quattro anni mi fa ancora questo effetto, rifletté cupo. «È quello. Sai dire se la venditrice è proprio lei?»
«Pare di sì. Se la pietra fosse finita prima sul mercato lo avremmo saputo. Ho già ingaggiato una squadra per operare gli opportuni controlli, ma ormai le offerte hanno raggiunto il milione di dollari. Perché proprio eBay?» Chinandosi, raccolse i documenti che si era lasciato sfuggire. «Perché non Christie o Sotheby, o un’altra rinomata casa d’asta? È strano.»
«Ti sbagli.» Senza staccare lo sguardo dallo schermo, Alekos scoppiò a ridere. «È perfettamente coerente con il suo carattere.» Il suo approccio pragmatico era una delle cose che aveva sempre apprezzato di lei. Era difficile incontrare una donna non spocchiosa nell’ambiente che lo circondava.
«Be’, comunque sia...» Dmitri allentò il nodo della cravatta, come se gli mancasse il respiro. «Dobbiamo fermarla! Offerte così alte possono significare che qualcuno sa che si tratta del tuo diamante. Ma perché venderlo adesso e non quattro anni fa? Allora aveva ottime ragioni per odiarti.»
Alekos si abbandonò contro la spalliera della poltrona, soppesando la domanda. «Ha visto le fotografie» rispose a bassa voce.
«Di te e Marianna al ballo di beneficenza? Credi che sia stata raggiunta dai pettegolezzi sulla serietà della vostra relazione?»
Alekos fissò l’anello che lo provocava dallo schermo. «Sì.»
Metterlo all’asta significava questo è quello che penso di ciò che c’è stato tra noi. Equivaleva a gettare l’anello in un fiume, solo era un gesto ancora più efficace. Lo avrebbe venduto al miglior offerente nel modo più pubblico e il messaggio era chiaro: per me non ha più alcun valore. La nostra relazione non valeva niente.
Deve essere fuori di sé per la collera.
Lui stesso provò un moto di collera pungente come la lama di un coltello. Si alzò in piedi di scatto. Ho fatto la cosa giusta scegliendo Marianna.
Marianna Konstantin non avrebbe mai compiuto un’azione volgare come vendere un anello su eBay. Era troppo beneducata e discreta per disfarsi di un regalo. Il suo comportamento era sempre impeccabile, silenzioso e controllato, non esibiva emozioni, ma soprattutto non desiderava sposarsi.
Invece la donna che stava per vendere l’anello non esitava a mostrare liberamente le proprie emozioni.
Ricordando quanto liberamente, Alekos strinse le labbra. Sarebbe un bene tagliare quest’ultimo legame, pensò. È il momento giusto.
Osservò l’orologio sullo schermo e prese una decisione repentina. «Fai un’offerta, Dmitri.»
Il suo avvocato restò allibito. «E come? Devi avere un account e non c’è tempo per crearne uno.»
«Abbiamo bisogno di un giovane laureato.» Decidendo con rapidità, Alekos premette un pulsante dell’interfono. «Fate venire Eleni. Subito.»
Poco dopo, la più giovane assistente del suo gruppo si affacciò sulla soglia, nervosa. «Mi ha fatto chiamare, signor Zagorakis?»
«Lei ha un account su eBay?»
Sorpresa, la ragazza deglutì. «Sì.»
«Ho bisogno che partecipi a un’asta per me.» Controllò l’orologio sullo schermo: gli restavano solo due minuti per recuperare qualcosa che non avrebbe mai dovuto cedere. «Si colleghi subito.»
«Sì, subito.» La ragazza si avvicinò alla scrivania e digitò nome utente e password. Era così agitata che sbagliò la password, mettendo a dura prova la pazienza di Alekos, che si trattenne solo perché sapeva che, mostrandosi impaziente, l’avrebbe solo ulteriormente stressata.
«Faccia con calma» la invitò, lanciando un’occhiataccia a Dmitri che sembrava sul punto di collassare.
Una volta inserita la password corretta, la ragazza gli sorrise terrorizzata. «Quanto devo offrire?»
«Due milioni di dollari.»
La ragazza sussultò. «Quanto?»
«Due milioni.» Alekos controllò l’orologio: mancava un minuto, solo un minuto per riprendere un’eredità di cui non si sarebbe mai dovuto privare, un minuto solo per chiudere definitivamente la porta su un rapporto che non avrebbe mai dovuto iniziare. «Presto, inserisca l’offerta.»
«Ma il limite della mia carta di credito è solo di cinquecento sterline» farfugliò la ragazza. «Non mi posso permettere quella cifra!»
«Ma io posso, e sono io quello che paga.» Accorgendosi del suo colorito terreo, Alekos aggrottò la fronte. «Cerchi di non svenire, altrimenti perderò quell’anello. Dmitri è capo del mio ufficio legale, sarà testimone del nostro accordo verbale. Abbiamo trenta secondi. Per me è molto importante, la prego.»
«Certo, io... mi dispiace.» Nonostante le tremassero le mani, Eleni inserì l’importo, esitò un attimo e poi premette invio. «Io... io... voglio dire, lei, al momento ha fatto l’offerta maggiore.»
«È fatta?» le domandò, un sopracciglio inarcato.
«Purché nessuno faccia un’offerta superiore all’ultimo momento.»
Non volendo correre rischi, Alekos posò una mano sulla sua, battendo un’offerta di quattro milioni.
Cinque secondi dopo, l’anello era suo.
Versò un bicchier d’acqua alla ragazza. «Sono molto colpito. Ha risposto molto bene anche sotto pressione, non lo dimenticherò. Adesso però» continuò con apparente indifferenza, «devo sapere dove far recapitare il denaro. Il venditore ha inserito nome e indirizzo?»
Ignorando lo sguardo sorpreso di Dmitri, Alekos prese carta e penna. Devo solo decidere se occuparmene di persona o mandare un avvocato.
Per le stesse ragioni per cui non l’aveva cercata negli ultimi quattro anni, il buon senso suggeriva di ricorrere all’avvocato.«Può inviare un’e-mail con tutte le domande che vuole» rispose Eleni debolmente, gli occhi puntati sullo schermo. «È un anello strepitoso, beata la donna che lo metterà al dito. È così romantico!»
Alekos non ebbe il coraggio di disilluderla.
Mi sono mai comportato in modo romantico? Se esserlo significa lasciarsi travolgere da un rapporto impulsivo, be’, allora lo sono stato. Una volta. O forse dovrei dire che sono stato accecato dalla lussuria. Per fortuna sono tornato in me appena in tempo.
Sorridendo cinicamente di se stesso, rifletté che un approccio affaristico alle relazioni era molto più semplice. Con Marianna non provava il desiderio di capirla né lei cercava di capire lui.
Molto meglio di una ragazza che cerca di penetrare nei tuoi pensieri e che ti fa perdere la testa con un rapporto sessuale scatenato.
Dmitri si affrettò ad accompagnare la ragazza fuori dall’ufficio, promettendo di occuparsi di tutti gli aspetti finanziari dell’accordo. Dopo aver chiuso la porta, si rivolse ad Alekos. «Darò disposizioni perché il denaro sia accreditato e l’anello ritirato.»
«No.» Mosso da un impulso che preferì non approfondire, Alekos allungò la mano per prendere la giacca. «Non voglio che finisca in mano a terzi. Andrò io stesso a ritirarlo.»
«Tu? Alekos, non vedi quella ragazza da quattro anni, avevi deciso che era meglio chiudere i contatti. Sei sicuro che sia una buona idea?»
«Io ho solo buone idee» sentenziò cupo, dirigendosi verso la porta. Le avrebbe consegnato il denaro, si sarebbe ripreso l’anello e sarebbe ripartito.
«Respira, respira! Metti la testa tra le gambe, ecco, così. Non devi svenire. Sì, così va bene. Adesso raccontami tutto da capo, con calma.»
Sollevando la testa, Kelly aprì la bocca ma senza emettere alcun suono. È possibile diventare muti per uno shock? Sentiva il corpo come ibernato.
L’amica le lanciò un’occhiata esasperata. «Kel, ti do trenta secondi per dire qualcosa, dopo di che ti rovescerò addosso una secchiata di acqua gelida.»
Kelly prese fiato e riprovò. «Ho venduto...»
Vivien annuì per incoraggiarla. «Hai venduto qualcosa. Bene. Che cosa?»
«Venduto...» Kelly deglutì. «L’anello.»
«Oh, un passo avanti! Quale anello?» Di colpo sbarrò gli occhi. «Accidenti, non l’anello?»
Kelly annuì, colta da una sensazione di soffocamento. «Ho venduto l’anello su eBay.» Si sentiva stordita ed era certa che, se non fosse stata seduta, sarebbe finita a gambe all’aria.
«Bene, anzi ottimo.» Vivien sorrise incerta. «Capisco che ti sembri un passo enorme, visto che l’hai portato al collo per quattro anni. Quattro anni di troppo, a parer mio, visto che l’animale che te l’ha regalato si è dato alla macchia il giorno del matrimonio. Finalmente hai usato la testa e l’hai venduto. Va bene, non preoccuparti.» La studiò dubbiosa. «Sei pallida come una morta e io non sono granché come infermiera. Al corso di primo soccorso tenevo sempre gli occhi ben chiusi perché non potevo vedere certe immagini! Devo prenderti a schiaffi? Oppure sollevarti le gambe per far defluire il sangue? Dammi un indizio! Capisco che la faccenda ti abbia traumatizzato, ma ormai sono passati quattro anni!»
Kelly deglutì e strinse la mano dell’amica. «L’ho venduto.»
«Sì, sì, ho capito! Hai venduto l’anello, è fatta. Adesso puoi riprendere a vivere, uscire e farti uno sconosciuto per festeggiare. Renditi conto che il signor dio greco non è l’unico uomo al mondo!»
«Per quattro milioni di dollari.»
«Oppure possiamo stappare una bottiglia... Che cosa? Quanto?» La voce di Vivien diventò un acuto squittio mentre lei si lasciava cadere sul pavimento a bocca aperta. «Per un attimo ho creduto che avessi detto quattro milioni di dollari.»
«L’ho detto, è proprio così.» Kelly tremava come una foglia. «Vivien, non mi sento bene.»
«Neanch’io.» Si sventolò gemendo una mano davanti al viso. «Ma non possiamo svenire tutte e due. Potremmo battere la testa e i nostri corpi in decomposizione sarebbero trovati solo tra parecchie settimane. E forse non ci troverebbero neppure, visto il disordine di casa tua. Scommetto che non hai neanche fatto testamento. Voglio dire, io possiedo solo un mucchio di panni sporchi e qualche biglietto di banca, ma tu hai quattro milioni di dollari! Adesso il respiro manca a me...»
Kelly si studiava le mani, chiedendosi se avrebbero smesso di tremare se ci si fosse seduta sopra. Tremavano da quando aveva acceso il computer e letto l’ultima offerta. «Ho bisogno di darmi una mossa. Non posso restare qui