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Un piacevole dubbio: Harmony Collezione
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E-book149 pagine2 ore

Un piacevole dubbio: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Abbandono. La parola suona alle orecchie di Isobel Blake come una pugnalata nel petto. Come osa il marchese Constantin De Severino accusarla di averlo abbandonato? Certo, sposarsi era stata forse una decisone avventata, ma di fronte alla disgrazia che li aveva colpiti era stato lui a non rimanerle accanto, non il contrario!

Costruitasi una nuova vita, finalmente forte di una ritrovata fiducia in se stessa, Isobel è determinata più che mai a confrontarsi con il marchese per chiudere il loro matrimonio una volta per tutte, ma non appena si ritrova di fronte a lui ogni sua certezza viene meno. Ora, Isobel dovrà decidere se è pronta a dare a Constantin una seconda chance.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2016
ISBN9788858949313
Un piacevole dubbio: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un piacevole dubbio - Chantelle Shaw

    successivo.

    1

    «Eccoci arrivati. Grosvenor Square W1.»

    Il tassista si voltò per dare un'occhiata alla passeggera ancora seduta sul sedile posteriore, non riuscendo a capire la ragione per cui non fosse ancora scesa dalla vettura.

    «Vuole fermarsi qui, cara? O preferisce che la porti da qualche altra parte?»

    Guardando fuori dall'abitacolo Isobel avvertì il classico vuoto allo stomaco e, per un attimo, fu tentata di chiedere al tassista di continuare la corsa. La casa in stile georgiano appariva esattamente come se la ricordava. Le finestre distribuite su quattro piani splendevano nella luce primaverile e riflettevano gli alberi del parco di fronte. Aveva amato quella casa quando ci aveva vissuto con Constantin, ma ora la sua elegante imponenza sembrava quasi schernirla.

    Si sorprese dell'emozione che provava nel ritornare in quella casa, due anni dopo esserne uscita per l'ultima volta e aver voltato le spalle al suo matrimonio. Forse sarebbe stato meglio firmare semplicemente l'istanza di divorzio e spedirla all'avvocato di Constantin. Che senso aveva rivederlo dopo tutto quel tempo e rivangare il passato?

    La verità era che non aveva mai conosciuto suo marito fino in fondo. Quando si erano incontrati per la prima volta, tre anni addietro, era rimasta accecata dal suo fascino e sedotta dal suo sex-appeal. All'inizio, la loro relazione si era fondata su una passione travolgente, dopo il matrimonio, però, Constantin si era trasformato in un perfetto sconosciuto. Con il senno di poi, si era resa conto di non aver mai compreso appieno l'enigmatico italiano che rispondeva al nome di Constantin De Severino. Marchese Constantin De Severino...

    Dette un'occhiata alla borsa, nella quale un documento legale riportava come titolo in grassetto Dichiarazione della causa di divorzio: abbandono. Provò un impeto di rabbia per la motivazione indicata da Constantin per la richiesta di divorzio. Era vero che era stata lei a porre fine al matrimonio e quindi, tecnicamente, aveva abbandonato il marito, tuttavia solo perché lui non le aveva lasciato altra scelta. L'aveva portata ad allontanarsi con la sua freddezza e con un atteggiamento intransigente verso la sua carriera.

    Aggrottò la fronte. La parola abbandono esprimeva una chiara condanna nei suoi confronti, eppure, ironicamente, trasmetteva più emozioni di quante ne avesse mai rivelate Constantin durante il loro anno di matrimonio.

    Chi credeva di prendere in giro? Guardando i suoi lineamenti duri e scolpiti era impossibile pensare che potesse essere anche solo minimamente vulnerabile. Constantin non provava nessuna emozione. Era molto più probabile che la ragione per la quale aveva richiesto il divorzio fosse stata calcolata a sangue freddo. Nonostante ciò, Isobel si ripeté che non avrebbe mai accettato che le venisse addossata l'intera colpa per il fallimento della loro relazione. Constantin doveva rendersi conto che non aveva più di fronte la giovane donna ingenua e inesperta che aveva sposato e che non poteva ottenere tutto ciò che voleva. Un tempo ne sarebbe stata intimidita, adesso invece era determinata più che mai a porre fine al loro matrimonio senza complessi d'inferiorità.

    «Qui va bene, grazie» disse al tassista prima di scendere sul marciapiede e piegarsi verso il finestrino per pagare la tratta. Una leggera brezza le spostò i capelli biondo miele dalle spalle.

    Il tassista a quel punto la riconobbe. «So chi è lei! È la cantante Izzy Blake delle Stone Ladies! Mia figlia è una sua grande fan.» Quindi le porse un block-notes: «Sono troppo sfrontato se le chiedo un autografo per la mia Lily?».

    Isobel prese la penna dall'autista e acconsentì con piacere. Non si sarebbe mai abituata a essere riconosciuta in pubblico, ma non si dimenticava del fatto che la sua band dovesse la fama alle migliaia di fan sparse in tutto il mondo.

    «Si trova a Londra per un concerto?» le domandò il tassista.

    «No, abbiamo concluso il tour europeo a Berlino la scorsa settimana... penso che suoneremo a Londra in autunno.» Aveva ormai rinunciato a cercare di ricordare i dettagli precisi della frenetica agenda della band. Aveva passato gli ultimi due anni tra sale d'attesa di aeroporti e hall di lussuosi alberghi in ogni città, stato e continente nei quali la band dovesse esibirsi. Strappò velocemente una pagina dal block-notes dell'autista. «Mi dia il suo indirizzo e-mail e mi assicurerò di spedirle un paio di biglietti per venire con sua figlia al prossimo concerto delle Stone Ladies» aggiunse con un sorriso.

    Il tassista la ringraziò e ripartì.

    Mentre saliva gli scalini d'ingresso della casa per suonare il campanello, Isobel inconsciamente strinse con forza le dita sui manici della borsa. Nonostante la sua determinazione nel rimanere calma e tranquilla, poteva sentire il cuore risuonare forte nel petto. Non devi essere agitata per colpa di Constantin, si rassicurò. Pensò all'istanza di divorzio che le aveva spedito e ancora una volta la parola abbandono le fece ribollire il sangue nelle vene.

    «Al diavolo Constantin» mormorò sottovoce, proprio quando la porta si aprì e una figura familiare comparve all'ingresso.

    «Signora...» Il maggiordomo la salutò freddamente, mentre il suo atteggiamento misurato e l'espressione imperturbabile non rivelavano alcun accenno di sorpresa nel rivederla all'improvviso dopo due anni.

    «Ciao, Whittaker. Mio... ma... marito... è in casa?» Era nauseata della sua voce roca nel pronunciare balbettando la parola marito. Non lo sarebbe stato ancora per molto e finalmente sarebbe stata libera di continuare la propria vita.

    Aveva letto da qualche parte che Constantin si trovava a Londra per presenziare all'apertura a Oxford Street di un nuovo negozio Eccellenza De Severino, più comunemente conosciuto con il logo EDS. Aveva programmato di incontrarlo quella mattina proprio perché, nonostante fosse uno stacanovista, era molto improbabile che andasse in ufficio anche di domenica.

    «Il marchese è in palestra al piano inferiore.» Il maggiordomo fece un passo indietro per permetterle di entrare in casa. «Lo informerò del suo arrivo.»

    «No!» Isobel lo fermò. Voleva giocarsi l'elemento sorpresa, così mentre Whittaker la osservava accigliato aggiunse velocemente: «Lui... lui mi sta aspettando».

    Era solo una mezza verità. Non vi era dubbio che Constantin si aspettasse la sua firma sul divorzio, sicuramente, però, non aveva previsto di vederla riconsegnargli il documento di persona. Attraversò quindi velocemente l'ingresso per scendere le scale che portavano al seminterrato.

    Constantin aveva fatto installare la palestra subito dopo il matrimonio così da potersi allenare in casa e non al centro fitness dopo una giornata passata in ufficio. Scendendo le scale, Isobel sentì un sordo rumore incessante: la porta della palestra era aperta e riuscì così a intravedere Constantin mentre scagliava pugni contro il sacco appeso. Era talmente concentrato sul proprio allenamento da non averla neanche sentita.

    Si mise a studiare la sua figura dal corridoio e la gola si inaridì per l'agitazione. Si era dimenticata di quanto fosse imponente! Aveva ereditato l'altezza dalla madre, la quale, da quanto le aveva riferito Constantin in una delle rare occasioni in cui aveva parlato della sua famiglia, prima di sposarsi era stata una modella di successo.

    Isobel supponeva che anche gli zigomi pronunciati e i lineamenti classici fossero dovuti ai geni materni, mentre la pelle olivastra e i lucenti capelli scuri che nessun parrucchiere era mai riuscito a domare facevano di lui il tipico uomo italiano. I pantaloncini e la canotta rivelavano le gambe e le braccia muscolose.

    Isobel pensò che avrebbe fatto sicuramente una doccia dopo quell'allenamento sfiancante... e un ricordo dei primi giorni del loro matrimonio si insinuò spontaneo nella sua mente. Spesso si recava in palestra per osservare l'allenamento di Constantin e quella volta si erano ritrovati a fare la doccia assieme. I due anni di lontananza svanirono al ricordo delle sue mani che si allungavano su quelle cosce nude e muscolose e delle dita che sfioravano la sua erezione. Constantin aveva fatto scivolare la saponetta sui suoi seni, e aveva continuato lungo tutto il suo corpo fino al punto in cui lei l'aveva implorato di prenderla lì, contro la parete della doccia, per porre fine a quel tormento.

    Santo cielo! Sentì una vampata di calore bollente e non riuscì a reprimere un gemito sordo in gola, che allertò immediatamente Constantin della sua presenza.

    Lui girò il capo verso di lei e mantenne a lungo un'espressione sbalordita, prima che i suoi lineamenti si indurissero e ritornassero a essere indecifrabili. Si tolse i guantoni da boxe e andò verso di lei.

    «Isabella!»

    La sua voce sensuale e profonda e quell'abitudine di chiamarla con il nome italiano suscitarono in Isobel un flusso di desiderio all'altezza della bocca dello stomaco: come poteva farle ancora quest'effetto devastante dopo tutto quel tempo? Lavorando nell'ambito musicale, era abituata a collaborare con uomini di bell'aspetto, eppure non aveva mai provato nessuna scintilla di desiderio per loro. Aveva imputato questa assenza di interesse al fatto che fosse ancora sposata legalmente e, nonostante lei e Constantin non fossero in buoni rapporti, continuava a credere fermamente nella fedeltà coniugale. Tuttavia, non senza un certo sconforto, si rese conto che nessun uomo la eccitava come suo marito. Negli ultimi due anni i suoi appetiti sessuali erano rimasti sopiti, tuttavia le era bastato un solo sguardo verso Constantin per risvegliare il suo corpo.

    Completamente frastornata dalla propria reazione alla vista del marito, Isobel provò l'impulso di alzare i tacchi e fuggire sulle scale, ma ormai era troppo tardi: Constantin era di fronte a lei, così fastidiosamente vicino da poter sentire il suo sensuale profumo.

    Gocce di sudore brillavano sulla sua pelle e Isobel si ritrovò a desiderare di passare le dita sulla ciocca di capelli corvini che gli era ricaduta sulla fronte e sulla barba ispida che oscurava i lineamenti del suo viso. Ogni muscolo del proprio corpo si irrigidì mentre lottava contro l'effetto che Constantin aveva su di lei. Era ignara del fatto che agli occhi del marito pareva una bomba pronta a esplodere in ogni momento.

    «Non nasconderti, cara» mormorò lui, «non so perché sei qui, ma suppongo che avrai di sicuro le tue buone ragioni per introdurti quasi furtivamente in questa casa, due anni dopo esserne scappata.»

    Il suo tono cinico riportò Isobel agli ultimi litigiosi giorni del loro matrimonio, quando erano costantemente ai ferri corti.

    «Non sono scappata!» esclamò di rimando.

    Le folte sopracciglia del marito si inarcarono e Isobel ricordò la prima volta che aveva incrociato, ammaliata, il suo sguardo. L'agenzia interinale l'aveva mandata per lavorare come segretaria nell'ufficio londinese del presidente della Eccellenza De Severino, l'esclusiva società di gioielli e beni di lusso. Era rimasta affascinata dai brillanti occhi blu di Constantin, così in contrasto con lo scuro incarnato latino.

    Constantin fece spallucce. «È vero, non sei scappata. Sei sgattaiolata via mentre ero in viaggio per lavoro. Al mio ritorno a casa ho trovato solo un tuo biglietto nel quale mi informavi che eri in partenza per il tour della tua band e che non saresti tornata.»

    Isobel strinse i denti: «Sapevi benissimo che dovevo partire con le Stone Ladies, ne avevamo già discusso! Ti ho lasciato perché ci stavamo distruggendo l'un l'altra. Non ti ricordi della lite che abbiamo avuto la mattina prima che tu partissi per la Francia, del litigio del

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