Un offerta irrinunciabile: Harmony Collezione
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Quando Estelle Connolly accetta di aiutare un'amica tutto avrebbe immaginato tranne che ritrovarsi al centro delle attenzioni dell'uomo più potente tra gli invitati a un matrimonio dell'alta società e di ricevere un'offerta davvero irrinunciabile. La soluzione di tutti i problemi della sua famiglia in cambio di alcuni mesi della sua compagnia in qualità di signora Sanchez. Tutto è già pronto, firmato, l'unica cosa a cui Estelle non ha pensato è una clausola che la metta al riparo dalle conseguenze di quella decisione...
Carol Marinelli
Nata e cresciuta in Inghilterra, ha conosciuto il marito durante una vacanza in Australia.
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Anteprima del libro
Un offerta irrinunciabile - Carol Marinelli
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Playboy of Puerto Banús
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2013 Carol Marinelli
Traduzione di Cornelia Scotti
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3052-383-8
Frontespizio. «Un'offerta irrinunciabile» di Marinelli Carol1
«Estelle, te lo prometto, non dovrai fare altro che tenere la mano di Gordon e ballare e...»
«E cosa?» insistette Estelle. Richiuse di scatto il libro che stava leggendo e scosse la testa. Era una conversazione assurda, e lei non riusciva a credere di aver preso in considerazione la proposta di Ginny.
«Magari dovrai dargli un bacio sulla guancia o sulle labbra...» Ginny guardò Estelle che scuoteva la testa, e proseguì. «Dovrai solo far finta di essere pazzamente innamorata.»
«Di un uomo di sessantaquattro anni?»
«Sì.» Ginny sospirò e tornò all’assalto. «Tutti penseranno che stai dando la caccia al denaro di Gordon... il che è anche vero in un certo senso.» Ginny si interruppe, piegata da un forte accesso di tosse.
Loro due erano coinquiline. Due compagne di università che si davano una mano a vicenda. Estelle aveva venticinque anni, ed era di poco maggiore di Ginny. Per molto tempo si era domandata come facesse l’amica ad avere un’auto e a vestirsi tanto bene, e ora lo aveva scoperto. Ginny lavorava per un’agenzia di escort molto esclusiva e aveva un cliente fedele da parecchi anni. Si trattava di Gordon Edwards, un politico con un segreto. Un segreto che, a detta di Ginny, avrebbe impedito a Gordon di chiederle prestazioni particolari nel caso in cui lei avesse accettato di accompagnarlo al posto suo a un grandioso matrimonio che avrebbe avuto luogo quella sera stessa.
«Staremo nella stessa stanza, però!»
In tutta la sua vita, Estelle non aveva mai diviso la camera con un uomo. Non era particolarmente timida o riservata, ma certo non aveva la capacità di socializzare di Ginny, né la sua sicurezza. Per Ginny, i weekend erano destinati alle feste, ai club e alle discoteche, mentre l’idea che aveva Estelle di un perfetto fine settimana era andare a visitare vecchie chiese o accoccolarsi su una poltrona in compagnia di un buon libro.
Non certo fare la escort!
«Gordon dorme sempre sul divano, quando dividiamo la stessa stanza.»
«No.» Estelle rimise gli occhiali e tornò al suo libro. Il saggio sul Mausoleo del Primo Imperatore della Dinastia Qin non era esattamente la lettura adatta per una con un mucchio di preoccupazioni come lei. Con la mente continuava ad andare al fratello, che stava cercando lavoro da mesi e che doveva aver avuto un colloquio proprio quella mattina. Perché non le aveva ancora telefonato?
Sospirò. Certo che i soldi avrebbero fatto comodo.
Lì a Londra era sabato mattina, e il matrimonio era programmato per quella stessa sera in un castello in Scozia. Se Estelle aveva intenzione di andarci, avrebbe dovuto iniziare a prepararsi immediatamente.
«Per favore» insistette Ginny. «L’agenzia è nel panico perché non riesce a trovare nessuno in così poco tempo. Gordon arriverà a prendermi tra un’ora.»
«Cosa penserà la gente?» domandò Estelle. «Sono tutti abituati e vederlo con te...»
«A questo penserà Gordon. Dirà che abbiamo litigato, che insistevo perché mi sposasse, o roba simile. In ogni caso tra noi stava per finire, ora che ho quasi terminato l’università. Sinceramente Estelle, Gordon è un uomo delizioso. Purtroppo è sempre sotto osservazione e deve per forza avere una donna al suo fianco per questo matrimonio. Quanto a te, pensa ai soldi che guadagneresti!»
Estelle non riusciva a smettere di pensare ai soldi.
Se fosse andata a quel matrimonio, sarebbe riuscita a pagare almeno un’altra rata del mutuo di suo fratello, oltre a un paio di bollette. Certo, non avrebbe del tutto risolto i suoi problemi, ma sarebbe riuscita a dare un po’ di fiato ad Andrew e alla sua famiglia. Era stato un anno così duro per loro! Un briciolo di tranquillità avrebbe fatto solo bene.
In passato Andrew aveva fatto tanto per lei. Quando erano morti i loro genitori e lei aveva solo diciassette anni, si era offerto come tutore, e le aveva garantito una vita normale. Ora era arrivato il momento di ricambiarlo.
Estelle inspirò a fondo. «Va bene. Telefona a Gordon e digli che accetto.»
«L’ho già fatto» ammise Ginny. «Estelle, non guardarmi così. So quanto bisogno tu abbia di quei soldi e non me la sentivo davvero di dire a Gordon che non avevo trovato nessuna che mi sostituisse.»
Ginny squadrò con attenzione l’amica. Portava i capelli neri raccolti in una coda che metteva ancora più in evidenza la perfezione della sua pelle chiara. Gli occhi erano verde intenso e senza trucco, dato che la compagna di università raramente ne usava. In effetti era piuttosto preoccupata al pensiero di mandare Estelle al matrimonio insieme a Gordon, perché non sapeva come se la sarebbe cavata in quella situazione e non era sicura dell’aspetto che avrebbe avuto una volta vestita e truccata.
«Devi prepararti. Ti aiuterò io.»
«Non osare avvicinarti a me con quella tosse» disse Estelle. «Posso fare da sola.» Guardò dubbiosa la compagna. «Non credo sia difficile avere l’aspetto di una di facili costumi» scherzò. «Però... non ho niente da mettermi. Credi si noterebbe se mi prestassi qualcosa di tuo?»
«Ho comprato un vestito nuovo per il matrimonio.» Ginny si diresse in camera ed Estelle la seguì.
Quando vide l’abito restò senza parole. Era un minuscolo quadrato di stoffa dorata e leggerissima. «Quello va sotto al vestito, vero?»
«Indossato è uno splendore.»
«Su di te probabilmente» commentò Estelle dato che Ginny era molto più snella di lei e aveva un seno piccolo ma provocante. Estelle invece, sebbene più piccolina, era tutta curve. «Sembrerò una...»
«Non è questo lo scopo?» Ginny ridacchiò. «Estelle, lasciati andare. Ti divertirai.»
«Ne dubito.» Estelle, che stava avvolgendo le lunghe ciocche intorno a colorati bigodini riscaldati, si sedette davanti alla toeletta di Ginny e iniziò a lavorare al proprio viso sotto lo sguardo attento dell’amica. Gordon voleva mantenere la fama di donnaiolo e lei doveva in qualche modo avere l’aspetto di una ragazza molto innamorata ma anche molto, troppo giovane per lui.
«Hai bisogno di più fondotinta.»
«Di più?» Le sembrava di averne uno strato spesso un centimetro!
«E metti più mascara.»
Ginny restò a guardare Estelle che toglieva i bigodini caldi. I lisci capelli neri erano trasformati in morbide onde. «Ok, ora ci vogliono litri di lacca» disse. «A proposito, Gordon mi chiama Virginia. In caso qualcuno chiedesse di me.»
Le parole le si spensero sulle labbra alla vista di Estelle. L’ombretto grigio ben sfumato e il mascara facevano risaltare il verde smeraldo degli occhi mentre il trucco sul viso metteva in evidenza le labbra ben disegnate e sensuali. Forse l’amica ce l’avrebbe fatta a passare per il tipo di donna che Gordon portava solitamente con sé.
«Hai un aspetto incredibile! Fammi vedere come ti sta il vestito.»
«Non posso cambiarmi là?»
«Non avresti tempo di farlo. Gordon ha i minuti contati. Non appena atterrerete in Scozia, andrete direttamente al matrimonio.»
Il vestito era davvero bello. Di color oro scintillante, accarezzava le forme di Estelle con morbide pieghe. Forse era troppo rivelatore, eppure meraviglioso da indossare. Ginny restò senza parole quando Estelle le si parò davanti, barcollando un po’ sui tacchi troppo alti.
«Credo che Gordon finirà per scaricarmi.»
«Sappilo, questa» dichiarò Estelle con voce ferma, «è la prima e unica volta.»
«Anche io avevo detto la stessa cosa, la sera che iniziai all’agenzia» ammise Ginny. «Se però andrà tutto bene...»
«Non pensarci nemmeno!» esclamò Estelle nel momento in cui un’auto svoltò nella strada.
«Andrà tutto bene» la rassicurò Ginny. «Sei splendida, e so che ce la puoi fare senza problemi.»
Estelle continuò a ripetersi quelle parole mentre usciva dalla modesta palazzina in cui abitavano. Camminando sui tacchi a cui non era abituata, si avviò verso l’elegante automobile color argento. Il pensiero di incontrare il famoso uomo politico la terrorizzava.
«Ho davvero un gusto eccellente!»
Gordon l’accolse con un sorriso gioviale mentre l’autista le teneva aperta la portiera. Era un uomo paffuto e vestito come uno scozzese, con kilt e calzettoni al ginocchio che strapparono immediatamente un risolino a Estelle.
«Hai anche gambe decisamente migliori delle mie! Mi sento ridicolo, con indosso una gonna!»
Si erano visti da un minuto, e già lui l’aveva messa a proprio agio.
Mentre l’auto correva verso l’aeroporto, Gordon le riepilogò i dettagli della loro relazione.
«Ci siamo incontrati due settimane fa...»
«Dove?» domandò Estelle.
«Da Dario.»
«Chi?»
Gordon scoppiò a ridere. «Davvero non sai nulla, vero? È un bar a Soho. Il paradiso di anziani signori distinti con le loro giovani accompagnatrici.»
«Oh mio Dio!»
«Lavori?» domandò Gordon.
«Part-time, in biblioteca.»
«Sarà meglio che non ne parli. Di’ solo che fai la modella, di tanto in tanto» suggerì l’uomo. «Stai sul vago, oppure spiega che far felice Gordon è un lavoro a tempo pieno.» Estelle arrossì e Gordon se ne accorse. «Lo so. È terribile, vero? Non riesco più a controllare l’orribile personaggio che mi sono creato.»
«Sono preoccupata di non riuscire a reggere il gioco.»
«Andrai benissimo» disse Gordon, poi le fece ripassare tutta la storia dall’inizio.
Ripeterono ogni particolare anche durante il breve volo per Edimburgo. Lui le chiese persino notizie di suo fratello e di sua nipote.
Gordon si rese conto dello stupore di lei e le spiegò: «Virginia e io siamo diventati buoni amici, in questi dodici mesi. Era molto in ansia per te, quando tuo fratello ebbe l’incidente, e anche quando nacque tua nipote, con tutti quei problemi». Le strinse con gentilezza una mano. «Come sta adesso?»
«È in attesa dell’intervento.»
«Pensa solo che li stai aiutando» le suggerì Gordon mentre si spostavano dall’aereo privato all’elicottero che li avrebbe portati al castello dove avrebbe avuto luogo l’esclusivo matrimonio.
Gordon le afferrò la mano mentre attraversavano il giardino perfettamente curato e lei gli fu grata di quel sostegno. Se solo la situazione fosse stata diversa, si sarebbe goduta ogni istante di quella giornata incredibile.
«Non vedo l’ora di entrare nel castello» ammise Estelle. Aveva già detto a Gordon di essere una studiosa di architettura antica.
«Non avrai molto tempo per esplorare» l’avvisò lui. «Verremo condotti alle nostre stanze e avremo appena il tempo per rinfrescarci un po’ e sistemarci i capelli, prima di raggiungere gli sposi.»
«Va bene.»
«Ricorda solo una cosa, domani a quest’ora sarà tutto finito e tu non rivedrai mai più quelle persone.»
2
Il grido dei gabbiani e il rimbombo lontano della musica, non disturbavano il sonno di Raúl. In realtà tutto quel frastuono lo cullava e lo avvolgeva in una tranquillità che non provava da parecchio tempo. Quando aprì gli occhi di scatto capì che era stato un sogno a farlo tornare in sé.
Per un attimo, il movimento lento dello yacht lo invitò a ritornare a dormire, ma poi ricordò che aveva un appuntamento con suo padre.
Raúl si sforzò di aprire gli occhi e fissò i capelli biondi sparsi sul cuscino accanto al suo.
«Buenos dìas» disse una voce languida.
«Buenos dìas» rispose Raúl ma, invece di voltarsi verso la donna, si girò sulla schiena.
«A che ora usciamo per andare al matrimonio?»
La presunzione della bionda lo irritò. In realtà non aveva mai chiesto a Kelly di