Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Tattiche sotto il vischio: Harmony Destiny
Tattiche sotto il vischio: Harmony Destiny
Tattiche sotto il vischio: Harmony Destiny
E-book162 pagine2 ore

Tattiche sotto il vischio: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Per anni ha progettato la sua vendetta, e ora Lessa Lawrence si trova finalmente faccia a faccia con l'uomo che le ha rubato ciò che era suo per diritto. Rick Parker è bruno, attraente e mortalmente affascinante. Ma lei deve tenere fede a un giuramento fatto sul letto di morte e nessuna cotta adolescenziale la fermerà dal distruggere Rick.

Poi la situazione si complica e il "gioco di Natale" che Lessa ha messo in piedi si capovolge a suo sfavore. Viste le circostanze l'odiato/amato Rick le propone un accordo. Prendere o lasciare: nascondere il loro rapporto d'affari sotto una facciata romantica mentre lui tenterà di risollevare il destino della società di lei.

Ma è Natale e c'è magia nell'aria: le gelide manovre economiche potrebbero trasformarsi inaspettatamente in ardenti baci sotto le lenzuola.
LinguaItaliano
Data di uscita9 dic 2016
ISBN9788858958216
Tattiche sotto il vischio: Harmony Destiny

Leggi altro di Margaret Allison

Autori correlati

Correlato a Tattiche sotto il vischio

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Tattiche sotto il vischio

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Tattiche sotto il vischio - Margaret Allison

    successivo.

    1

    Era quasi mezzanotte, mancavano due settimane a Natale, e per la prima volta da mesi si trovavano soli. Come se avesse anticipato quanto stava per succedere, Rick sorrise con malizia, per provocarla. Alto e di una bellezza irregolare, con folti capelli neri e occhi azzurri penetranti, Rick Parker era il tipo d'uomo abituato a ottenere ciò che voleva. Un pirata dei tempi moderni, viaggiava per il mondo, racimolando alberghi sull'orlo della rovina, gioielli potenziali, e li trasformava in lussuose strutture ricettive.

    Era arrivato il momento: ora o mai più. Lessa prese un profondo respiro per farsi coraggio, decisa a pronunciare le parole che aspettava da anni di poter dire; era così vicina che sentiva la fragranza del suo costoso dopobarba, così vicina che percepiva l'aroma alla menta del suo respiro. «Sei licenziato, Rick.»

    Lui serrò i muscoli della mascella in un riflesso involontario, gli occhi che si scurivano. «Non ti permetterò di sottrarmi quest'azienda» ribatté controllato.

    Lessa si sentì percorrere da un brivido di apprensione. Dopotutto, si trovava davanti l'uomo che aveva orchestrato un ammutinamento aziendale, tradendo il suo stesso mentore. Da quel momento, il suo stile manageriale assolutista aveva trasformato la Lawrence Enterprises in un gigante, guadagnando sul campo al suo intrepido capitano il soprannome di pirata. Cosa avrebbe potuto fare a lei?

    Ma se pensava che una minaccia gli avrebbe fatto conservare il posto, si sbagliava. Lessa aveva promesso al padre, sul letto di morte, che si sarebbe vendicata dell'uomo che gli aveva rubato la compagnia - che un giorno avrebbe licenziato Rick Parker.

    Da quando era tornata in azienda, sei mesi prima, il comportamento di Rick non aveva fatto altro che rinsaldare la propria determinazione. Aveva fatto di tutto per intralciarla, trattandola più da noiosa studentella che da professionista. L'aveva osteggiata su tutti i fronti, dal colore del nuovo logo alla direzione generale della compagnia. Era come se la considerasse ancora la stessa ragazzina che aveva avuto una cotta per lui tanto forte da provocarle il batticuore con una sola occhiata; avrebbe dovuto accorgersi che aveva perso il potere su di lei da molto tempo. «Non puoi farci niente» rispose. «Sono il presidente del Consiglio di Amministrazione.»

    «Situazione che dipende esclusivamente dalle quote azionarie, e non dall'esperienza.»

    «È sempre stata intenzione di mio padre vedermi un giorno a capo di questa compagnia. Ho lavorato a lungo, e sodo, per arrivare fin qui. Possiedo la maggioranza azionaria e sono qualificata, Rick. Ho fatto bene i compiti.»

    «Tuo padre può aver dato vita a questa società, ma sono io che l'ho resa quello che è. E ha bisogno di me.»

    «No, signor Parker. Questa compagnia non ha più bisogno di te. E nemmeno io.»

    Lui si appoggiò all'indietro, incrociando le braccia sul petto. «Il Consiglio è d'accordo?»

    In effetti, Lessa aveva dovuto faticare parecchio per ottenere l'approvazione sul licenziamento di Rick. Alla fine, non avevano avuto altra scelta: dopotutto, come Rick aveva appena ricordato, lei possedeva i due terzi delle azioni. «Sì» dichiarò.

    I suoi occhi brillavano di collera. Si alzò in piedi e le diede le spalle mentre si avvicinava alla finestra. Dall'ultimo piano del grattacielo di New York City, aveva una splendida visuale della città illuminata a giorno per le feste natalizie ormai imminenti.

    «Non voglio ferirti, Alessandra» riprese, chiamandola con il nome usato assai di rado.

    «Ferirmi?» Ma non era stata lei a licenziare lui?

    «Ti garantisco che se insisterai con questa condotta, te ne pentirai.» E detto ciò si voltò a fronteggiarla.

    «Non penso proprio.» Ma chi credeva di essere? Si alzò in piedi e sistemò la giacca del tailleur. «Ho letto il tuo contratto: c'è una clausola che ti impedisce di farci concorrenza. Considerato il tuo lavoro e il tuo contributo all'azienda, ti concederò la dignità che tu non hai garantito a mio padre: hai tempo fino a domani sera per liberare il tuo ufficio.»

    «Quindi questa è la tua vendetta?» le domandò. «Dovresti sapere che non ho alcuna responsabilità per il modo in cui tuo padre è stato sollevato dall'incarico.»

    «Non avrai premuto il grilletto, ma sei stato tu che hai caricato la pistola.» E brava! Era una battuta sulla quale aveva lavorato, anche se non credeva che avrebbe avuto modo di recitarla. Gli rivolse un rapido cenno col capo. «Addio, Rick.»

    Percepiva i suoi occhi su di sé mentre usciva dal suo ufficio. Si chiuse la porta alle spalle e tirò un sospiro di sollievo mentre ci si appoggiava contro. L'aveva fatto. Aveva licenziato Rick Parker ed era sopravvissuta per raccontarlo. Si era aspettata una fiera opposizione, una lotta accanita e prolungata. Invece era tutto finito in un momento anonimo. Tutti gli anni di studio e lavoro avevano pagato: Rick Parker non avrebbe più fatto parte della sua vita, né della compagnia di suo padre.

    Dall'ascensore comparve la segretaria di Rick che le sorrise: Betty lavorava alla Lawrence Enterprises da anni e aveva assistito Parker da quando era stato assunto. «Buonasera, Lessa» la salutò con garbo.

    Lessa provò un senso di colpa: a differenza del superiore, Betty era gentile e di buon cuore. Per qualche motivo che lei non riusciva a comprendere, era anche devota a Rick e la notizia del suo licenziamento l'avrebbe senza dubbio turbata.

    «Cosa ci fai qui così tardi?» le domandò Lessa.

    «Rick aveva bisogno di una ricerca urgente» spiegò Betty roteando gli occhi. «Certa gente non ha rispetto per il Natale. Avrò fatto sì e no la metà dei miei acquisti. Tu a che punto sei?»

    Lessa aveva già terminato per il solo motivo che aveva una sola persona cui pensare: la nonna. Quasi ottantenne, la nonna era in realtà una prozia, la sua unica parente ancora in vita e la sua migliore amica. Erano sempre state vicine e la morte del padre di Lessa le aveva avvicinate ancora di più. Alla prozia era stata affidata la sua custodia e Lessa si era trasferita nel suo piccolo appartamento in Florida. Anni dopo, quando la prozia aveva avuto un incidente, Lessa aveva ripagato il favore accogliendola nella propria casa di New York e prendendosi cura di lei. Anche se, una volta guarita, avrebbe potuto tornare in Florida, la nonna aveva preferito restare con la nipote e a Lessa non dispiaceva affatto: dopo anni di solitudine, era piacevole avere un po' di compagnia. «Io ho finito coi regali» rispose a Betty.

    «Oh, che fortuna. Come trovi il tempo? Sei qui ventiquattr'ore al giorno.»

    «Internet.»

    «Ah... Io preferisco lo shopping vecchio stile. Adoro i negozi sotto Natale. C'è un'eccitazione nell'aria... non trovi?»

    «Già» concordò Lessa, rendendosi conto tutt'a un tratto che era ancora appoggiata alla porta di Rick, come se volesse bloccarle la strada. Si scostò dall'uscio e afferrò la mano di Betty. «Voglio che tu sappia che a prescindere da ciò che succederà a Rick, tu non hai niente di cui preoccuparti.» Lasciandola confusa, si diresse all'ascensore e vi entrò proprio mentre Betty faceva il suo ingresso nell'ufficio del capo. Prima che le porte metalliche si richiudessero, Lessa lo scorse per un attimo. La stava fissando, ma con un'espressione che non avrebbe attribuito a un uomo che aveva appena perso il posto; era un'espressione di compassione. O rimpianto.

    Ma perché avrebbe dovuto essere dispiaciuto per lei?

    «Che strano» mormorò Betty mentre entrava nella stanza. «Mi chiedo che cosa volesse dire.»

    Rick adocchiò la pila di documenti che aveva in mano. «È la mia ricerca?»

    Betty annuì e gliela porse. «Ha detto che non avrei dovuto preoccuparmi, a prescindere da ciò che ti sarebbe successo. Hai idea di che cosa parlasse?»

    «Sono appena stato licenziato» la informò lui come se parlasse del tempo.

    «Che cosa?» Lo stupore era evidente sui suoi lineamenti maturi. «Non può essere.»

    «Alessandra ha stabilito che è pronta per assumere la direzione della Lawrence Enterprises

    «Ma è ridicolo. È troppo giovane.»

    «Ha la stessa età che aveva il padre quando ha creato la compagnia.»

    «Ma tu sei la compagnia. Se non fosse per te, le azioni non varrebbero nulla.»

    «Non penso che lei se ne renda conto. Crede che il posto sia suo di diritto.»

    Betty si lasciò cadere sulla poltrona, allibita. Rick approfittò dell'attimo di silenzio per scorrere rapidamente i documenti; era una lista delle aziende che avevano acquistato azioni della Lawrence Enterprises nelle ultime due settimane. La cattiva amministrazione di Alessandra aveva indebolito la compagnia e la sua quotazione in borsa. Da mesi ormai circolavano voci sulle tensioni all'interno del Consiglio e gli esperti del settore sapevano che un'eventuale partenza di Rick avrebbe reso l'azienda un bersaglio di prim'ordine. E, da quanto aveva sotto mano, diversi avvoltoi avevano già tirato fuori gli artigli.

    Mentre scorreva i nomi degli acquirenti, notò che diverse società erano di proprietà di una donna con cui un tempo era uscito, Sabrina Vickers. Il che poteva significare una cosa soltanto: Sabrina non voleva che le sue intenzioni fossero note - perché il suo obiettivo ultimo era la scalata alla Lawrence Enterprises.

    Rick non aveva alcun dubbio che Alessandra avesse studiato gli stessi dati, ma per lei sarebbe stato impossibile comprendere l'entità del pericolo.

    «Suppongo che io sarò la prossima» borbottò Betty.

    «Avevo capito che ti avesse detto di non preoccuparti» ribatté Rick.

    «Non preoccuparmi? Ho due ragazzi al college. Lavoro qui da trent'anni: non posso certo trovare un altro posto.» Respirò a fondo. «Mancano due settimane a Natale e lei licenzia le persone. Non è giusto. Ma non ti arrenderai, vero, Rick?»

    «Alessandra Lawrence non intende licenziare nessun altro. Credimi, le è già costato abbastanza licenziare me.» Era un esperto nel leggere le persone; aveva sentito l'esitazione nella sua voce e visto l'ansia nei suoi occhi. Perlomeno, pensò, aveva avuto il buon senso di essere spaventata.

    «Rick» riprese Betty appoggiandosi alla scrivania, «cosa farai?»

    Lui sollevò lo sguardo per fissarla negli occhi. «Assolutamente nulla. Se la signorina Lawrence vuole questa compagnia, la avrà.»

    «Ma sappiamo tutti cosa succederà, se lei prenderà il comando. Le azioni sono andate a picco da quando è diventata presidente del Consiglio.»

    «Suppongo che Alessandra sia convinta che la situazione si stabilizzerà una volta che avrà dimostrato il proprio valore.»

    «Quando avrà capito ciò che deve fare, non esisterà più una compagnia.» Betty scosse il capo. «E pensare che la conosco da quando era una ragazzina. Ricordo quando suo padre la portava qui. Era così orgoglioso di lei... Era una campionessa di tennis, ricordi?»

    «Non direi.»

    «Ha vinto l'NCAA e diverse altre competizioni. Hanno anche trasmesso i suoi incontri in televisione, un paio di volte. Pensavamo tutti che sarebbe diventata professionista. Era una brava ragazza, tranquilla ed educata. Aveva una tale cotta per te, all'epoca. Gironzolava sempre intorno al distributore d'acqua, fuori dal tuo ufficio. Te lo ricorderai, no?»

    «Credo che ti sbagli, Betty.» I suoi ricordi della figlia di Howard Lawrence erano quanto meno nebbiosi. La Alessandra Lawrence di oggi era una bella donna, con lunghi riccioli rossi e scintillanti occhi verdi. Ricordava quando l'aveva vista per la prima volta dopo anni: non aveva idea di chi fosse e non aveva potuto fare a meno di provare un'immediata attrazione verso di lei, che però era svanita quando aveva scoperto chi era in realtà. Anche se non fosse stata la donna più insopportabile che avesse mai incontrato, non si sarebbe mai lasciato coinvolgere da lei.

    «Chi l'avrebbe detto che sarebbe tornata e avrebbe rovinato tutti quanti?» Betty scosse

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1