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Il bacio della regina: Harmony Collezione
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Il bacio della regina: Harmony Collezione
E-book159 pagine3 ore

Il bacio della regina: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dopo aver rinunciato al trono, Alessandro Diomedi mai si sarebbe aspettato di vedersi trascinato di nuovo a Maldinia con una corona sul capo. Il suo paese è in preda alla confusione, ma una cosa non è cambiata: la donna che ora deve portare all'altare...

Fin dalla nascita Liana Aterno si è preparata per diventare la regina perfetta, ed è tempo ormai per lei di fare il proprio dovere. Sandro però è cambiato, non è più l'uomo che ricorda, e il primo bacio che si scambiano accende in lei un fuoco mai sperimentato prima. Un fuoco difficile da tenere sotto controllo.

LinguaItaliano
Data di uscita20 ott 2015
ISBN9788858940303
Il bacio della regina: Harmony Collezione
Autore

Kate Hewitt

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il bacio della regina - Kate Hewitt

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Queen for the Taking?

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2014 Kate Hewitt

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-030-3

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Alessandro Diomedi, re di Maldinia, aprì la porta del salone e puntò deciso lo sguardo sulla donna che intendeva sposare.

    Liana Aterno, figlia del duca d’Abruzzo, era in piedi in mezzo alla stanza, elegante, l’espressione chiara e diretta, per non dire fredda. Aveva un aspetto notevolmente composto considerando la situazione.

    Alessandro chiuse la porta con la sensazione di aver messo fine alla sua libertà. In realtà non era così perché la sua libertà era finita sei mesi prima, quando aveva lasciato la sua vita in California per tornare a Maldinia e accettare il suo posto come primo in linea di successione al trono. Poi l’aveva seppellita definitivamente insieme a suo padre, diventando re.

    «Buongiorno.» La sua voce riecheggiò attraverso il vasto salone dagli alti soffitti affrescati. Non era di certo uno dei luoghi più accoglienti e per un momento si pentì di non avere scelto uno spazio più confortevole per incontrare Liana Aterno. A ogni modo, pensò cinicamente, data la natura della loro imminente discussione, e probabile relazione, forse quella stanza era più che adatta.

    «Buon pomeriggio, Vostra Altezza» rispose Liana senza inchinarsi, limitandosi a un leggero gesto con la testa in segno di rispetto, cosa di cui lui fu contento perché odiava qualsiasi genere di ostentazione.

    Per un istante Alessandro poté scorgere la morbida curva del suo collo e quasi si intenerì. Poi lei rialzò la testa guardandolo con i suoi occhi chiari algidi e il suo cuore si indurì un’altra volta. Non voleva nulla di tutto ciò, ma ovviamente la nobildonna sì.

    «Hai fatto un buon viaggio?» le chiese studiandola. Se a qualcuno piacevano le donne incolori allora non si poteva negare che fosse bella. I suoi capelli erano così biondi da sembrare bianchi. Erano raccolti in un severo chignon, ma qualche ciocca era sfuggita e le si arricciava intorno agli orecchini di perle. Era snella, minuta, ma aveva un portamento orgoglioso e pieno di grazia. Indossava un abito semplice di seta blu con una cintura in vita e una collana di perle. Teneva le mani strette in grembo come una monaca mentre lui la osservava attentamente. «Sai perché ti trovi qui?»

    «Sì, Vostra Altezza.»

    «Puoi evitare di usare titoli di qualsiasi genere dal momento che stiamo prendendo in considerazione l’ipotesi di sposarci. Chiamami Alessandro, o Sandro. Come preferisci.»

    «E tu come preferisci?»

    «Sandro» rispose lui. Quella sua composta acquiescenza lo faceva arrabbiare, benché sapesse che si trattava di una reazione irragionevole. Eppure sentiva il forte desiderio di cancellare dal suo viso quel sorriso freddo e rimpiazzarlo con qualcosa di reale... provare lui stesso qualcosa di vero, come onestà e comprensione. Purtroppo aveva lasciato quelle emozioni in California e lì non c’era spazio per nulla del genere.

    «Molto bene» disse Liana senza aggiungere altro.

    Sandro la guardò divertito, quasi ammirato, e si chiese se per caso non possedesse più personalità di quanto avesse dedotto all’inizio.

    Il loro matrimonio era virtualmente un accordo già siglato. Lui l’aveva invitata a Maldinia per iniziare le trattative e lei aveva accettato con una prontezza che la diceva lunga su come la figlia del duca avesse voglia di diventare regina. Non era di certo una sorpresa. Ecco un’altra donna in cerca di denaro, potere e fama. Per l’amore, ovviamente, non ci sarebbe stato posto. Aveva imparato quella lezione già molte volte.

    Affondò le mani nelle tasche dei pantaloni, si avvicinò alla finestra e osservò le punte della cancellata che circondava tutto il palazzo reale. Una prigione, pensò, dentro la quale era rientrato volontariamente, seppure con una debole speranza nel cuore che era sfumata nel momento stesso in cui aveva rivisto il padre dopo quindici anni.

    Non avevo scelta. Se avessi potuto ti avrei lasciato a marcire in California. Meglio ancora, all’inferno.

    Sandro deglutì e si voltò verso di lei. «Dimmi, perché sei qui?» le chiese. Voleva sentirlo dalla sua stessa bocca.

    Ci fu una breve pausa di silenzio, poi Liana rispose con voce bassa ma salda.

    «Per discutere la possibilità di un matrimonio tra noi due.»

    «E questa possibilità non ti angoscia, o ti preoccupa, considerando che non ci siamo mai incontrati prima d’ora?»

    «È successo, invece, quando avevo dodici anni.»

    «Dodici...» ripeté lui tornando a studiarla. I suoi capelli biondi, però, non gli risvegliarono alcun ricordo. Chissà se già allora possedeva quel freddo contegno e la determinazione di diventare regina?

    «Mi devi chiamare Sandro, ricordi?»

    «Naturalmente.»

    Lui quasi sorrise. Lo stava provocando di proposito? Be’, sicuramente avrebbe preferito quell’atteggiamento. Qualsiasi emozione era meglio di niente.

    «Dove?»

    «A Milano. A una festa di compleanno organizzata per mio padre.»

    Sandro proprio non se lo rammentava, ma la cosa non lo sorprendeva. Se lei allora aveva dodici anni, lui ne aveva venti ed era sul punto di andarsene da Maldinia. C’era tornato soltanto sei mesi prima, richiamato dal senso del dovere. Non sapeva ancora se, così facendo, aveva recuperato, o venduto, la sua anima.

    «E tu ti ricordi di me?»

    Per un breve istante Liana parve sconcertata e i suoi occhi chiari si adombrarono.

    «Sì.»

    «Mi spiace, ma purtroppo io no.»

    Lei si strinse nelle spalle.

    «Ero poco più di una bambina.»

    Lui annuì, chiedendosi allo stesso tempo quali pensieri e sensazioni si nascondessero dietro quella maschera inespressiva. Che emozioni aveva provato soltanto qualche istante prima? Stava per caso diventando sentimentale? Un tempo lo era stato. Era convinto di aver appreso la lezione, ma a quanto pareva non era così.

    Liana Aterno era stato uno dei primi nomi che era saltato fuori nelle discussioni diplomatiche dopo la morte del padre e Sandro aveva accettato il fatto che dovesse sposarsi e mettere al mondo un erede. Liana era una nobile che aveva dedicato la sua vita alla beneficenza. Il padre aveva un ruolo importante all’interno dell’Unione Europea, tutti aspetti che la rendevano la perfetta sposa e la perfetta regina.

    «Non hai preso in considerazione altre alleanze nel frattempo... altre relazioni?»

    «Altre relazioni?»

    Sandro osservò il suo volto impassibile. Nessuna tensione apparente nel suo esile corpo. Quella donna gli ricordava una statua di marmo fredda e senza vita. No, realizzò, ciò che gli rammentava veramente era sua madre, una persona senza cuore, attenta soltanto alla ricchezza, alla posizione e alla fama.

    A essere regina.

    Anche lei era così? Oppure la stava giudicando basandosi sulla sua pessima esperienza? Era impossibile decifrare cosa provava, tuttavia si ribellava al fatto stesso che si trovasse lì, che avesse accettato di venire a Maldinia e fosse disposta a sposare uno sconosciuto.

    «No» rispose Liana dopo un momento. «Mi sono dedicata solo alla mia attività di beneficenza.»

    Regina o suora; era una scelta che le donne nella sua posizione avevano dovuto fare secoli addietro. Sinceramente adesso gli sembrava assurdo. Eppure era la realtà. Una realtà molto vicina anche alla sua: re o amministratore delegato della sua società. Schiavo, o libero.

    «Nessun uomo? Devo ammettere che sono sorpreso. Hai cosa? Ventisette anni? Sicuramente avrai avuto altre offerte, altre relazioni...»

    Liana serrò le labbra. «Come ho già detto, ho dedicato la mia vita alla beneficenza.»

    «Ci si può benissimo dedicare a questo genere di lavoro e avere un rapporto. Sposarsi» puntualizzò lui.

    «È quello che spero.»

    Sandro scosse la testa lentamente. Un tempo aveva sognato un matrimonio basato sull’amore, pieno di passione e gioia. Un tempo. Fissò la donna che aveva davanti e si disse che sarebbe stata una perfetta regina. Di certo era stata educata per quel ruolo. Del resto, la decisione di quel matrimonio non aveva nulla a che fare con il desiderio, bensì con il dovere. Un dovere che aveva ignorato troppo a lungo.

    «Ho degli impegni di Stato per il resto del pomeriggio, però mi piacerebbe cenare insieme se ti fa piacere...» mormorò.

    «Naturalmente» accettò lei seria.

    «Potremmo conoscerci un po’ meglio e discutere gli aspetti pratici di questa unione.»

    Liana annuì con il capo. «Certamente.»

    Sandro avrebbe voluto che mostrasse qualche emozione, una piccola incertezza, una speranza. Purtroppo non scorse nulla nei suoi occhi viola, se non una fredda determinazione.

    «Manderò un membro del personale affinché soddisfi le tue necessità. Mi auguro che tu possa godere un piacevole soggiorno a palazzo.»

    «Grazie, Altezza.» Una volta sola, Liana emise un lungo sospiro. Così, finalmente, aveva conosciuto Alessandro Diomedi, re di Maldinia. Il suo futuro marito. Si avvicinò alla finestra, guardò il cortile del palazzo e, dietro le cancellate, i vecchi edifici di Averne. In lontananza si poteva scorgere la neve sulle Alpi. Inspirò di nuovo per allentare la tensione. Quella conversazione con il sovrano era stata surreale. Due sconosciuti che non si erano mai incontrati e che adesso intendevano sposarsi. Scosse la testa. Realizzare cosa le riservava il futuro aveva ancora il potere di sorprenderla e innervosirla, benché da diverse settimane i suoi genitori, ormai, le stessero suggerendo di prendere in considerazione la richiesta di Alessandro.

    È un re, Liana, e tu dovresti sposarti, avere dei bambini.

    Lei non aveva mai pensato al matrimonio e ai figli. La responsabilità e il rischio erano troppo alti. Però sapeva che era un desiderio di suo padre e sua madre, e un matrimonio combinato significava un’unione senza amore. Quindi priva di rischio. Pertanto, se il re lo avesse voluto, lo avrebbe sposato. Rammentò

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